DI ALESSIO MANNINO
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Da Vespa? No, Beppe, questa non ce la dovevi fare. Che ti facessi intervistare “solo” dalle televisioni straniere, potevamo capirlo (anche se non condividerne l’ammirazione da finto ingenuo, alla stregua di un qualunque esterofilo provinciale: hanno qualcosa da insegnarci in fatto di falsa obbiettività, i media al soldo di potentati finanziari internazionali?). Che il tuo staff, cioè Casaleggio, abbia sguinzagliato, in alcuni e solo alcuni talk show, la prima fila dei tuoi parlamentari più bravi, i Di Battista, i Di Maio, le Lezzi, dal tuo punto di vista potevamo sottoscriverlo: bisognerà pure farli crescere, i giovani puledri. Non ci siamo scandalizzati, anzi fuori da ogni difesa corporativa, ci siamo pure gasati nel veder messi alla berlina certi figuri del giornalismo fazioso e pataccaro. E ci ha sempre dato una grande soddisfazione il tuo rifiuto del circo televisivo, da quando fosti cacciato dalla Rai per quella fulminante battuta sui socialisti negli anni ’80.
E invece lunedì prossimo, 19 maggio, timbrerai anche tu il cartellino nel salotto di Bruno Vespa, incarnazione vivente di quel che non dev’essere un giornalista: contiguo ai potenti (tanto fa farsi presentare i propri libri da loro: non si sa chi fa l’ufficio stampa a chi), mellifluo, accondiscendente, accomodante, curiale, banalizzante, incantatore di serpenti. Il vetrinista della Roma politica. Lo so perché ci vai: perché a questo punto della tua avventura devi sfondare nell’elettorato moderato, di centrodestra, che non sa più a chi votarsi e per chi votare. Quella salma di Berlusconi, fra coprifuoco casalingo e visite ai malati di Alzheimer? No, basta, la stella di Silvio è fioca come non mai. E tra l’altro, ti prendi pure lo sfizio di tirare un pugno in faccia al target tardone dei piddini che si sciroppano tutte le trasmissioni politiche una ad una, stile “trattamento Ludovico”.
Così ti proponi tu, al pubblico vecchiotto e timorato di Rai 1. Almeno alla sua fetta più stanca e disperata, che fra l’astensionismo sua prima scelta e l’opzione Renzi scartata a priori (non perché sia Renzi, ma perché è pur sempre segretario del Pd, e il cosiddetto “moderato” pensa al Pd come alla “peste rossa”: ecco, appunto), potrebbe considerare l’ipotesi Movimento 5 Stelle. Ormai, l’unica alternativa di massa al governo, alle malversazioni, all’euro taglieggiatore, al sistema. L’unica forza, in una logica destabilizzatrice, votabile.
Hai fatto i tuoi calcoli, e ci sta. Ma con una mossa del genere la diversità antropologica che coltivi segna una crepa vistosa. Questa volta è Vespa, domani chi sarà? Ah già, peggio di Vespa, effettivamente, è dura. Ma tu, Beppe, che sei un talebano (un complimento, sia chiaro), sai bene che ogni cedimento costituisce un precedente, che allentando la tensione sulle regole, segna una tacca sulla pericolosa china del lassismo. Fossi in te, tirerei pacco all’ultimo. Inviando un bel messaggio al monsignore che è lì dai tempi di Tuthankamen: un video registrato in cui lo ringrazi molto, ma che capisca, anche tu hai i tuoi servizi sociali da fare. Fra cui non rimangiarsi la parola, sul vespismo e su se stessi. Beppe, da Vespa no.
Alessio Mannino
Fonte: www.ilribelle.com
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13.05.2014