DI WOLFANG MUNCHAU
Alexis Tsipras non avrebbe mai dovuto nominare Yanis Varoufakis ministro delle finanze. Oppure avrebbe dovuto ascoltarlo, e tenerselo. Invece il primo ministro Greco ha scelto l’opzione peggiore di tutte. Ha seguito il consiglio di Varoufakis di rifiutare l’offerta dei creditori – fino alla scorsa settimana. Ma dopo averlo fatto, il signor Tsipras ha commesso un grave errore nel rifiutare il piano B di Varoufakis (ammesso che il ministro avesse davvero pronto un piano B NdVdE) da attuare nel momento in cui le banche del paese sono state chiuse: l’immediata introduzione di una valuta parallela – “pagherò” emessi dallo stato greco ma denominati in euro. Una valuta parallela avrebbe permesso ai greci di pagare le loro pendenze interne quando i prelievi bancari sono stati limitati a 60 € al giorno. Si sarebbe evitato il totale collasso economico.
Ma il signor Tsipras non ha voluto farlo, o attuare un qualsiasi altro piano B. Invece, si è arreso. A quel punto, non era nemmeno più in posizione di scegliere una Grexit — un’uscita della Grecia dall’eurozona. La necessaria condizione economica per un’uscita tranquilla sarebbe stato un avanzo primario — al netto degli oneri del debito — e un surplus equivalente nel settore privato. La Grecia non ha riserve di valuta estera. Se i greci avessero reintrodotto la dracma, avrebbero dovuto pagare le loro importazioni con le entrate in valuta estera delle loro esportazioni. Questi presupposti minimi c’erano in marzo, ma non in luglio.
Quindi, come i suoi predecessori, il signor Tsipras ha ottenuto un altro accordo di salvataggio molto scadente. E quest’ultimo soffre degli stessi difetti fondamentali dei suoi predecessori. Questo mi porta a concludere che, dopo tutto, la Grexit rimane il risultato finale più probabile.
Esistono tre principali maniere in cui questo può accadere. Il primo è che semplicemente l’accordo non viene concluso. Tutto ciò che è stato concordato la scorsa settimana serviva a iniziare i negoziati, oltre a qualche finanziamento intermedio. L’accordo potrebbe saltare perché gli stessi partecipanti principali rimangono scettici. Wolfgang Schäuble, il ministro delle finanze tedesco, dice che custodirà la sua offerta di Grexit nel cassetto, nel caso in cui le trattative falliscano. Settimana scorsa il signor Tsipras ha denunciato l’accordo in diverse occasioni. E il fondo monetario internazionale ci sta dicendo che i conti non tornano, e che non firmerà a meno che i creditori europei accettino la riduzione del debito.
I tedeschi rifiutano qualsiasi discussione su questo argomento, citando alcune regole inventate secondo cui nell’eurozona paesi non sono ammessi default. Si tratta di fesserie legali, ma suppongo che lo scopo sia stabilire nuove posizioni invalicabili nei negoziati.
La mia impressione è che alla fine si troverà un accordo, ma che si troverà — come al solito — con enormi danni collaterali: meno taglio del debito rispetto a quanto necessario e più austerità di quanta la Grecia possa sopportare.
Uno scenario di Grexit più probabile è che l’accordo venga raggiunto, ma questo fallisca i suoi obiettivi. Il governo di Atene potrebbe attuare tutte le misure che chiedono i creditori, ma l’economia non riuscirebbe a recuperare e gli obiettivi di debito rimarrebbero disattesi. Il Signor Tsipras ha già concordato la scorsa settimana che se questa situazione si dovesse realizzare, egli aggiungerebbe ancora maggiore austerità. quindi, a meno che l’economia in futuro si comporti in maniera molto diversa dal passato, essa rimarrà intrappolata in un circolo vizioso per molti anni a venire. A quel punto il signor Tsipras, o il suo successore, potrebbe ammettere la sconfitta e ritenere un Grexit negoziato l’opzione meno dolorosa. La Grexit potrebbe anche venire loro imposta da parte dei creditori.
Ma lo scenario del Grexit per me più probabile è un altro ancora. Donald Tusk, il Presidente del Consiglio Europeo, ne ha accennato nella sua intervista con il Financial Times la scorsa settimana quando ha detto che sentiva “qualcosa di rivoluzionario” nell’aria. Tusk ha qualcosa in mente. Lo scenario più probabile per me è un Grexit per insurrezione. Tra tre anni, non sarei sorpreso di vedere il signor Tusk e i suoi colleghi nel Consiglio Europeo dover prendere misure ancora più drastiche per sedare una crisi.
La Grecia non è ancora sul punto di insurrezione — nonostante otto anni di recessione. I sondaggi d’opinione riflettono ancora una maggioranza di persone a favore del mantenimento dell’euro. In realtà le persone devono scegliere tra un piccolo numero di alternative politiche e devono accontentarsi di quello che pensano funzioni meglio per l’economia. Hanno votato per il signor Tsipras e il suo partito di Syriza in gennaio perché gli altri partiti non hanno combinato nulla. Se nemmeno Syriza riesce a combinare qualcosa, come sicuramente avverrà, i greci non avranno più alcuna scelta democratica a disposizione.
Il signor Tsipras può ancora evitare il disastro? Se ci fosse un’elezione anticipata in autunno, potrebbe anche vincerla e poi rilanciare l’idea della moneta parallela del signor Varoufakis, ad un certo punto. Ma penso che il momento buono per l’introduzione di una moneta parallela sia ormai passato. La mia impressione è che il signor Tsipras preferirà una campagna di demagogia politica, con un sacco di retorica contro i creditori, per poi accettare qualunque chiedano i creditori, e seguire il loro programma fino al suo drammatico climax.
Versione originale:
Wolfgang Münchau
Fonte: www.ft.com
Link: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/00765226-2c94-11e5-8613-e7aedbb7bdb7.html
19.07.2015
Versione italiana:
Fonte: http://vocidallestero.it/
Link: http://vocidallestero.it/2015/07/21/munchau-grexit-per-insurrezione/
22.07.2015