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La Redazione

 

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GREENPEACE CONTRO LA RUSSIA – COME CE LA RACCONTANO E COME STANNO VERAMENTE LE COSE

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A cura di Bosque Primario
Il 19 Novembre 2013
140 Views
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THE SAKER
vineyardsaker.blogspot.it

Il mese scorso ho scritto un articolo sulle vere ragioni che hanno mosso l’azione di Greenpeace nel Mare Artico russo e ho parlato dei tanti interessi di Vladimir Putin in questo mare.
Qualche anno fa, un sottomarino piantò una bandiera russa sul Polo Nord, era un chiaro segno che la Russia stava mettendo una firma sotto la propria quota di risorse polari. Inutile dire che Stati Uniti, Canada e UE ci restarono male.

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Vista dal satellite dell’Isola Kotelnyi

– ” Ma altro non possono fare, perché le tecnologie polari russe sono molto più avanzate di quelle occidentali. Non solo i sottomarini russi sono molto più adatti alle operazioni polari di quelli occidentali, ma sono anche gli unici ad avere dei rompighiaccio nucleari che rendono possibile aprire vie tra ghiacci molto spessi (e ne stanno costruendo altri ancora). Le tecnologie occidentali sono sempre state molto più “equatoriali”. Per esempio, il sistema di navigazione GPS – USA è più preciso alle basse latitudini, mentre il russo GLONASS è più preciso nelle regioni polari. La maggior parte della flotta della US Navy è concentrata nelle regioni più calde del globo, mentre la flotta russa più potente e meglio attrezzata è sempre stata nei Mari del Nord, dove viene utilizzata per navigare in condizioni polari. Sotto Putin, la Russia ha avviato un ambizioso piano per difendere i propri interessi nella regione artica: le vecchie basi polari abbandonate sono state riaperte ed è stata creata una speciale Divisione di Artiglieria Artica.
L’aviazione russa ha ripreso un intenso programma di attività nell’artico, mentre la Marina Militare ha avviato un ciclo regolare di manovre artiche con le sue navi più moderne (… ) Il fatto è che l’Occidente non ha né il know-how né il denaro necessario per contrastare le mosse russe.

E concludevo spiegando che l’Occidente si serve ancora di certi strumenti che erano molto utili solo durante la Guerra Fredda: le ONG, organizzazioni non governative, “indipendenti”.

Quello che non sapevo mentre scrivevo era che la Flotta del Nord russa aveva già intrapreso una massiccia missione senza precedenti, per costruire un ” aeroporto artico” in un solo mese. Pochi giorni fa, il canale TV delle forze armate, Zvezda, ha reso noto un rapporto molto interessante su questa missione, che mostra tutta la tecnologia a cui facevo riferimento nel mio articolo di ottobre. Il video è in russo , ma è anche molto auto-esplicativo.

Queste sono alcune delle notizie fondamentali indicate o menzionate nel video :

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All’inizio di settembre 10 navi sono salpate da Severomosrk verso l’Isola di Kotelnyi per una missione con l’obiettivo ufficiale di :


1) mantenere la presenza militare russa nella regione artica
2) difendere gli interessi economici russi nell’Artico

Come parte della missione, a questa task force è stato ordinato anche di costruire un aeroporto in meno di un mese, in modo da finire l’intera missione prima dell’inizio di novembre. Oltre ad un paio di navi da trasporto , la missione era composta anche dalle seguenti navi :

• L’incrociatore con missili nucleari Pietro Velikii (la nave con le armi più pesanti del pianeta)
• Due grandi navi anfibie da assalto

• Il rompighiaccio nucleare Vaigach

• Il rompighiaccio nucleare Iamal

• Il rompighiaccio nucleare Taimyr

• Il rompighiaccio nucleare “50 anni della Vittoria “

Questo significa che tutta la flotta nucleare russa è stata inviata oltre il 73°parallelo per attraversare tre mari artici ( Mare di Barents, Mare di Karsk, e Mare di Laptev) e percorrere oltre 2000 miglia in meno di una settimana. La task force era comandata da Vladimir Korolev, Comandante-in-Capo della Flotta del Nord ed indossava il fiore all’occhiello della marina russa, l’incrociatore nucleare Pietro Velikii, sotto il comando del Primo Capitano Vladislav Malakhovskii.

Durante il viaggio, la task force navale ha effettuato intercettazioni missilistiche ed ha inviato missioni di ricognizione in elicottero fino a 200 km di distanza dal convoglio.

Raggiunta Kotelnyi Island, l’unità anfibia d’assalto della Marina ha messo in sicurezza tutta la zona di atterraggio. Altre forze sono poi sbarcate per ripulire l’area (che sarà dichiarata riserva naturale) e gli scout sono stati inviati a cercare fonti di acqua dolce. Sono state piantate tende polari speciali con potenti termoconvettori che possono mantenere una temperatura interna di 25C-28C/77F-83F indipendentemente dalle condizioni esterne.

La task force ha iniziato a lavorare 24 ore al giorno (un “giorno” durerebbe solo 4 ore) trasportando con gli elicotteri, 13 moduli abitativi e 4 contenitori con l’uso di ponti di barche per le tonnellate di attrezzatura pesante. Poi hanno ristabilito le comunicazioni via satellite e Internet e aperto un ospedale con sala chirurgica completa.

Per costruire l’aeroporto hanno cominciato asfaltando una pista per sbarcare dalle navi gli speciali mezzi di trasporto in modo da consentire la mobilità delle forze sbarcate inclusi mezzi cingolati e aliscafi .

In meno di un mese, hanno costruito un aeroporto in grado di ricevere aerei per tutto l’anno e per 24 ore al giorno, con un radar moderno e sistemi di difesa aerea. Sono state trasportate a terra 8500 tonnellate di materiale per la costruzione della base e di questo moderno aeroporto.

Il primo aereo ad atterrare all’aeroporto “Temp” è stato un An-72 . Presto hanno cominciato ad arrivare i pesanti aerei merci Il-76 e sono stati paracadutati altri pallets pieni di attrezzature. E’ arrivato anche tutto il personale aeroportuale previsto ( 50 specialisti militari).

Alla fine, le tende polari sono state sostituite da solide strutture abitative modulari costruite con i materiali avanzati dalle costruzioni aeroportuali, che naturalmente mantengono il calore anche a -40° Celtius.

Altre basi simili saranno costruite sulle isole Wrangel e Franz- Joseph e poi lungo tutta la costa settentrionale della Russia. Queste basi serviranno a seguire e a proteggere le navi commerciali e civili in tutto il ” Passaggio del Nord” della Russia .

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Grazie alla sua natura molto orientata alle ” pubbliche relazioni ” questo video è incentrato sulle qualità delle attrezzature e sulle tecnologie e accenna solo di sfuggita all’enorme, fondamentale importanza che ha assunto l’esperienza di saper lavorare in un clima artico. Solo in un momento specifico del video vediamo un ufficiale che commenta la complessità delle operazioni di atterraggio in queste circostanze e dice ” c’è abbastanza materiale di studio qui da scrivere una tesi di laurea “, e ha ragione . Si sono svolte operazioni molto più complesse di normali operazioni militari in regione artica : le condizioni sono così drammaticamente diverse che sarebbe più corretto pensare ad operazioni su un altro pianeta.
Questo è il motivo per cui il video mostra il commento orgoglioso del Comandante in Capo della Flotta del Nord : ” potremmo davvero essere chiamati Flotta del Nord e dell’ Artico”.

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Nessun altro paese al mondo ha attualmente il know-how e le capacità che ha la Russia nell’Artico, nemmeno approssimativamente, e la Russia di Putin sta aumentando questo suo vantaggio.

Date un’occhiata alla mappa accanto, mostra il maggior vantaggio che ha la Russia sugli altri popoli dell’Artico: la Russia ha la linea costiera artica più estesa e l’estremo nord russo è abitato. Mentre se gli Stati Uniti, il Canada, la Danimarca o la Norvegia apriranno basi artiche, saranno sempre molto lontane dal resto del paese. Cosa che non è per la Russia, dove gli avamposti dell’estremo nord sono organicamente legati alla “grande terra”, come i russi chiamano spesso la parte più accessibile del loro paese .

Un’altra mappa che vale la pena guardare è quella pubblicata dalla International Boundaries Research Unit della Durham University, che mostra l’estensione delle giurisdizioni marittime e le zone economiche esclusive che esisterebbero se il “Trattato del Mare” fosse pienamente attuato.

La Legge della Convenzione del Mare è stata firmata alle Nazioni Unite da 157 paesi. Guardando la mappa si può intuire quale è il paese che non ha firmato questo documento?
Facile ! Gli Stati Uniti , naturalmente, dal momento che tutto quello che resterebbe agli USA, dalla grande torta artica, sarebbe solo la piccola fetta sopra l’Alaska ( per maggiori informazioni su questo argomento clicca
qui e
qui ).
Finora, il governo degli Stati Uniti non ha fatto dichiarazioni aggressive, ma molti politici e molti esperti concordano che la combinazione degli effetti del riscaldamento globale e dei vincoli economici trasformeranno molto presto l’Artico in una arena cruciale della concorrenza internazionale.

E’ questo il contesto in cui si deve inquadrare tutta l’operazione di Greenpeace : la Russia è in vantaggio geografico e tecnologico nella regione artica.

La Russia è anche l’unico paese con una vera capacità espansionistica nella regione artica. La Russia ha la volontà politica e le risorse finanziarie per sostenere le sue legittime pretese secondo il diritto del mare. Ora la Russia ha anche dimostrato di avere delle capacità militari e tecnologiche uniche. L’ unica possibilità per la “Sfera Anglofila” è cercare di bloccare la Russia politicamente o, per lo meno, di rallentare la sua avanzata il più possibile.

E Madre Natura in tutto questo ? Diciamo solo che la sua importanza è proporzionale alla ricchezza che ogni luogo specifico può offrire. Finché il Polo Nord era praticamente una zona off-limits , nessuno si preoccupava di quanto inquinamento avessero già prodotto l’URSS o la Russia. Ma ora, tutto ad un tratto, questo è diventato un argomento prioritario.

La cosa veramente triste è che l’eredità dell’inquinamento sovietico è assolutamente terrificante nella Russia del Nord e non dobbiamo cedere alla tentazione di liquidare delle reali questioni ecologiche dell’Artico solo con le buffonate di gruppetti iper –politicizzati, come Greenpeace. In altre parole, se Greenpeace è solo un gioco, la conservazione dell’Artico è una cosa seria, e tutti i paesi che hanno accesso all’area artica dovrebbero essere messi sotto pressione per rispettare questo ecosistema unico. Il fatto che l’operazione militare russa sull’Isola di Kotelnyi abbia avuto inizio con una enorme operazione di pulizia è una buona notizia, così come lo è il fatto che l’isola sarà ora dichiarata riserva naturale.

Speriamo che questa non sia solo una dichiarazione inventata ad uso del pubblico, tanto per dire qualcosa e che invece questo modello possa essere applicato a tutte le future spedizioni russe nell’Artico .

The Saker
Fonte: http://vineyardsaker.blogspot.it

Link: http://vineyardsaker.blogspot.it/2013/11/greenpeace-vs-russia-relevant-context.html
12.11.2013

Traduzione per ComeDonChisciotte.org a cura di Bosque Primario

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