DI ISRAEL SHAMIR
Grecia, perla del Mediterraneo, un luogo che ha fatto perdutamente innamorare generazioni di stranieri, da Lord Byron, a Graves, a Fowles ed altri. Dalla filosofia alla feta, dalla storia allo yogurt, dalla poesia al miele, tutto di essa ha fornito al mondo esempi da seguire. I suoi sacerdoti preservano una fede incontaminata, i suoi combattenti hanno sconfitto Mussolini, la loro Elena è ancora una figura sinonimo di grazia e bellezza femminile. E’ vero che fa anche un vino tremendo chiamato retsina e che ascoltare il bouzouki ad alto volume è una vera tortura, ma con queste cose riusciamo a moderare la nostra hellenofilia.
Ora ci hanno dato un altro esempio da seguire: come battere i banchieri al loro stesso gioco. La spettacolare vittoria del governo Syriza al referendum nazionale era piuttosto inaspettata; i sondaggi oscillavano tra un risultato indeciso e il pieno appoggio ai piani dell’UE, per 51 a 49. Tuttavia, i Greci hanno confermato in modo inequivocabile il mandato del governo. Il problema principale era e rimane la risolutezza e la determinazione del partito Syriza.
Il partito al governo ha corso un rischio inutile con il referendum, poiché aveva già vinto pochi mesi fa le elezioni con quegli stessi slogan. Questo ha dato un segnale di vacillamento, come se avessero preferito perdere e passare la patata bollente a qualcun altro. Inoltre, nel referendum non hanno cercato la vittoria a tutti costi: nessuna campagna e nessuna copertura mediatica per il NO. E’ come se avessero desiderato allo stesso tempo perdere e vincere, con un margine minimo tra le due cose. E’ stato così? Forse. In ogni caso il popolo ha deciso di respingere il piano di ‘salvataggio’ e ha riconfermato la fiducia al suo governo.
Ora tocca al Governo organizzare tutto quello che serve per far funzionare il Grexit il tempo necessario per riorganizzare la nuova dracma. Un governo davvero determinato avrebbe invece lasciato l’Unione Europea e anche la NATO, stravolgendo totalmente il quadro generale. Aver rifiutato il piano di salvataggio va bene, ma non è abbastanza.
I Greci avevano ragione a rifiutarsi di pagare i debiti, poiché quei debiti gli erano stati imposti da quel calamaro-vampiro gigante che è la Goldman Sachs, come dice Matt Taibbi. “La prima cosa da sapere su Goldman Sachs è che è ovunque. Questa banca d’investimento più potente del mondo è come un enorme calamaro–vampiro gigante avviluppato intorno al volto del mondo, che succhia continuamente attraverso i suoi tentacoli a imbuto tutto il sangue possibile che abbia anche lontanamente odore di denaro.” Come oggi ben sappiamo, Goldman Sachs (non c’è bisogno di essere anti-semiti per odiarli) imbrogliò le carte attribuendo alla Grecia un rating più elevato, nonostante tutti i suoi debiti. Quando la valanga del debito è iniziata a crollare, è crollato anche il rating Greco. Da qui la necessità del salvataggio U.E. E tutto questo… a spese dei contribuenti europei.
Di € 320.000.000.000, la Grecia ha ricevuto e utilizzato circa 20 miliardi di €, il resto è andato alle banche. La Grecia non ha potuto ripagare i suoi debiti: dopo cinque anni di tentativi, il paese è in condizioni peggiori e con un volume di debiti mai raggiunto prima d’ora. L’austerità imposta ha distrutto vite e infrastrutture. I banchieri svendono tutto quello che possono in Grecia: porti, aeroporti, ferrovie, ecc. Ed è facile immaginare chi se li comprerà. ‘Le trattative tra UE-FMI e Grecia erano disoneste’, spiega Ashoka Mody in un saggio ampiamente letto e diffuso. Ecco perché i greci hanno eletto il partito di estrema sinistra Syriza e la sua controparte di estrema destra INIL, per stravolgere le regole di quei giochi truccati.
La Grecia è un piccolo paese e può fare ben poco da sola contro il sistema bancario e le istituzioni politiche dell’Unione Europea. Per fortuna, c’è un paese disposto e in grado di aiutarlo. E’ la sua sorella nella fede, la Russia. La Grecia, per la Russia, è come l’Italia per i cattolici, come l’Inghilterra per gli Stati Uniti: fonte e culla di religione e cultura. Furono dei sacerdoti greci a portare la fede ortodossa in Russia. Grecia e Russia, inoltre, condividono la stessa eredità bizantina. Arnold Toynbee, storico britannico, ha dedicato molto allo studio delle civiltà europee; alcune estinte (estremo occidente e regioni scandinave) e due completamente sviluppate: l’Europa Occidentale, intorno alla Chiesa di Roma, e l’Europa Cristiano-Ortodossa, intorno alla Chiesa di Costantinopoli. Russia e Grecia appartengono alla seconda.
L’UE è una reincarnazione dell’Impero Romano e del Sacro Romano Impero di Carlo Magno. E’ di casa in Francia e Germania, ma del tutto estranea per svedesi e greci, lettoni e bulgari, ucraini e russi. Si è estesa a dismisura e causato molte calamità ai suoi cittadini e ai paesi confinanti.
Intendiamoci, questa non è la prima volta che i popoli occidentali colonizzano l’Europa cristiana ortodossa d’oriente: nel 1204, crollato l’impero bizantino, stabilirono e insediarono loro regni e ducati, poi sbaragliati dai turchi. Quando nel 1821 la Grecia fu ristabilita, tornò sotto la tutela occidentale e così rimase. Nel 1945, i Greci compirono un eroico sforzo per mantenere i contatti con la Russia, ma Churchill impiegò le truppe tedesche per sconfiggere il movimento per l’indipendenza greca e insediò dei suoi agenti ad Atene. La Russia sovietica non si oppose più di tanto: secondo gli accordi di Yalta, la Grecia restava sotto la tutela occidentale e la Polonia sotto quella orientale. Ora l’Occidente ha sia Grecia che Polonia. I Greci sono stati letteralmente trascinati dentro la NATO e l’Unione Europea, e lì dovevano restare per sempre, per l’avidità dei banchieri.
La Russia è l’unica parte del mondo bizantino rimasta indipendente e fedele alle sue origini e alla sua fede. La Russia è il partner naturale per la Grecia e i suoi vicini balcanici. Oggi la Russia può aiutare la Grecia: acquistando i vini, i formaggi e le olive che il paese non riesce a vendere in occidente, inviando pellegrini ai suoi santuari, sotto la volta di quel cielo blu struggente che solo la Grecia ha; incoraggiando le sue industrie, dando ai suoi giovani un nuovo senso alla vita che vada oltre l’accoglienza turistica. E i Greci sono appassionato del mondo russo: la loro simpatia è reciproca.
Il partito Syriza e la sua controparte ANEL erano famosi (qualcuno potrebbe anche dire “famigerati”) per le loro simpatie filo-russe. Tuttavia, dal momento che sono stati eletti, hanno iniziato a giocare al gioco di Bruxelles contro Mosca, come un minuetto, per tenere legati a sé entrambi i due pretendenti. L’esperto di affari greci e avvocato londinese Alessandro Merkoulis ha elencato tutti i vari tentativi russi di aiutare la Grecia. Hanno offerto 5.000.000.000 di € per costruire un gasdotto in Grecia in modo da poter vendere il gas all’Europa. Miller di Gazprom andò ad Atene con tutti i documenti pronti, ma tornò indietro a mani vuote.
Tsipras aveva promesso di venire a Mosca per le celebrazioni del 9 maggio, ma all’ultimo momento non si è presentato; e durante il Forum di St. Petersburg ha dato il suo assenso alla proroga delle sanzioni alla Russia. Tutto questo ha minato la fiducia della Russia. “I Russi prima o poi si stuferanno di qualcuno che continua ad accompagnarli davanti alla porta della chiesa e poi…all’ultimo minuto fugge via” ha detto Merkoulis.
Sembra che si sia ripetuta la storia dell’Ucraina. Nel 2013 la Russia ha offerto enormi crediti all’Ucraina, poteva acquisire la sua produzione industriale, rinvigorire la sua industria e la sua agricoltura, ma l’allora presidente Yanukovich non ebbe il coraggio. E’ finito in esilio e il suo paese è andato in rovina: secondo esperti U.E. ci vorranno venti anni per riconquistare le posizioni che aveva nel 2013.
E’ improbabile che in Grecia scoppi una guerra civile: c’è stata nel 1945, ma le vecchie ferite potrebbero riaprirsi. Nella zona greca maggiormente filo-Russia che insorse nel 1945 – l’Isola di Creta – il 75% della popolazione ha votato contro l’U.E. nel recente referendum. Il governo Syriza cercherà di rinegoziare con FMI e UE, bluffando sulla possibile alternativa russa. Anche se ne trarrà qualche sollievo, l’economia non ha alcuna possibilità di tornare alla normalità.
Il problema non è la Grecia, ma l’Unione europea. Questo organismo ha un triplice scopo: 1) é un’ unione di banchieri contro le persone, (2) è una cintura con la quale gli Stati Uniti possono continuare a controllare e colonizzare l’Europa; e 3) è uno strumento di de-industrializzazione e de-formazione di questo continente super sviluppato. Nell’Unione Europea si riversano masse di mendicanti provenienti dalla Romania e rifugiati africani. Nell’Unione Europea, paesi un tempo industrializzati come Lettonia e Ungheria sono diventati spazzatura, la loro tecnologia spostata altrove. Nell’Unione Europea, i sistemi di assistenza sociale sono stati smantellati, mentre l’educazione sessuale dei bambini e la discriminazione tra i sessi continuano ad essere in alto mare. E’ per questo che nelle varie nazioni – dalla Svezia all’Italia, dall’Inghilterra alla Spagna – si parla di abbandonare l’Unione.
La Grecia starebbe molto meglio fuori dall’U.E. Tutti lo sarebbero. Purtroppo, dopo i risultati del referendum, è stato sollevato il mandato al Ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, negoziatore testardo, figlio di un combattente del 1945, un uomo che avrebbe potuto potuto traghettare il suo paese verso la libertà. Alexis Tsipras cercherà di negoziare se stesso: lui ci sa fare, dicono i Greci.
C’è solo un problema, quello del coraggio e della sua mancanza. Sono troppi i dirigenti che esitano e aspettano invece di agire. Abbiamo accennato prima a Yanukovich, ma l’elenco è molto lungo, a cominciare da Allende, un uomo di pace ucciso in un colpo di stato; i leader che hanno cercato di contrastare il Grande Calamaro Vampiro – da Nasser a Putin – sono stati etichettati “nuovi Hitler”, ma in realtà erano personaggi molto capaci. Gli USA ci provano sempre: conquistano Panama, prendono Granada, attaccano l’Iran e l’Iraq. E’ questa audacia il segreto del loro successo.
E’ ancora troppo presto per disperare. Il referendum é stato comunque una vittoria e una vittoria può fare miracoli anche nei leader timorosi e insicuri. Sarebbe un gran peccato gettare ai porci (banchieri) la perla Greca.
Israel Shamir può essere contattato a: [email protected]
Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2015/07/10/greece-pearls-before-swine/
10.07.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63