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GRECIA. IL RAPPORTO DELL'ONU SULLA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI

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A cura di Truman
Il 22 Maggio 2014
207 Views
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UN CORRISPONDENTE VOLONTARIO DALLA GRECIA
Comedonchisciotte.org

Riceviamo dalla Grecia e volentieri pubblichiamo.

Il 7 Marzo 2014 l’avvocato Cephas Lumina incaricato dal Human Rights Council (Consiglio dei Diritti Umani) delle Nazioni Unite ha presentato un rapporto sulla situazione dei diritti umani in Grecia dopo i 4 anni di austerità estrema imposta dalla Troika al paese. (1), (2)

Nel rapporto il governo greco è accusato in dettaglio per la sistematica violazione dei diritti umani, dei diritti civili, politici, economici e culturali come anche del diritto al progresso e allo sviluppo del popolo greco. Il governo greco è anche severamente criticato per la violazione dei diritti costituzionali e per il non mantenimento degli impegni presi a livello internazionale in materia di diritti umani.

È un rapporto documentato di 23 pagine che, malgrado mantenga il linguaggio ufficiale e austero del caso, svela la dura realtà nella quale si è venuto a trovare un paese che fino a qualche anno fa faceva parte del cosiddetto mondo sviluppato. È anche un rapporto che fa riflettere accorgendosi di quanto sia facile trovarsi privi di cose tanto elementari che fino a poco tempo fa venivano considerate assolutamente naturali e ovvie.

Il sommario del rapporto recita:

Da Maggio 2010, il governo greco, sta implementando un programma di correzioni economiche come precondizione per ottenere un pacchetto finanziario di €240 miliardi dal Fondo Monetario Internazionale, la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea. Il programma consiste in stringenti misure politiche che comportano severi tagli alla spesa pubblica, licenziamenti nel settore pubblico, aumenti di tasse, la privatizzazione di aziende pubbliche e riforme strutturali (riforme nel mercato del lavoro incluse), che apparentemente mirano alla riduzione del deficit e del debito fino ad un livello “sostenibile”. Tuttavia, le misure hanno spinto l’economia verso la recessione e in generale hanno minato il godimento dei diritti umani, in particolare dei diritti economici, sociali e culturali in Grecia. In maniera significativa, i tagli della spesa pubblica e le riforme del mercato del lavoro hanno provocato un aumento della disoccupazione (specialmente tra i giovani), il fenomeno dei senzatetto e l’esclusione sociale (con 11% della popolazione in condizioni di estrema povertà), ed hanno severamente ridotto l’accesso ai servizi pubblici, come ad esempio la salute pubblica e l’educazione. L’impatto è stato particolarmente severo per i più vulnerabili: i poveri, i vecchi, i disabili, le donne, i bambini e gli immigrati.

Il rapporto si articola nei seguenti capitoli:

  1. Introduzione
  2. Obblighi in materia dei diritti umani della Grecia e dei suoi creditori
  3. Il programma degli aggiustamenti economici
  4. La sostenibilità del debito
  5. L’impatto sui diritti umani del programma degli aggiustamenti
  6. Conclusioni e raccomandazioni.

Con riferimento agli obblighi della Grecia come Stato aderente alla Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (3), il rapporto fa un elenco dettagliato degli articoli della Costituzione Greca che sono stati violati in materia di protezione dei valori umani, della proprietà, della famiglia, della maternità, dell’infanzia, della salute, delle condizioni di lavoro e dell’assistenza sociale. In base alla violazione di queste condizioni di convivenza civile garantite dalla Costituzione, sono stati a loro volta cancellati dei diritti che riguardano l’uguaglianza di tutti i Greci, il loro diritto di partecipare alla vita politica, economica e sociale, il diritto alla libera divulgazione dell’informazione, quello della libera e pacifica associazione, dell’istruzione gratuita, del sindacalismo e così via.

Con riferimento agli obblighi del governo greco di garantire questi diritti, ora calpestati, nel rapporto è dichiarato: “In base al Contratto Internazionale circa i diritti Economici, Sociali e Culturali, gli Stati hanno l’onere di assicurarsi che le misure di austerità prese siano state introdotte dopo la più attenta considerazione di tutte le altre meno restrittive. Queste misure di austerità non possono essere giustificate con dei riferimenti a bisogni di disciplina fiscale. Gli Stati devono dimostrare perché le misure di austerità adottate erano necessarie per la protezione dei diritti previsti dal Contratto”.

Per quel che riguarda la Troika: “È sempre più accettato che gli stessi obblighi riguardano, oltre agli Stati membri del Contratto Internazionale, anche enti non statali, come le istituzioni finanziarie internazionali, le quali devono assicurarsi che le loro attività siano in conformità con la salvaguardia dei diritti umani. Questa responsabilità si deve tradurre nella loro astensione dal formulare, approvare, finanziare o promuovere delle politiche e dei programmi che direttamente o indirettamente violino i diritti umani. Inoltre, un importante elemento di cooperazione internazionale, come riflesso nella Carta delle Nazioni Unite e nei trattati delle istituzioni internazionali, è che gli Stati membri, individualmente o tramite istituzioni internazionali di cooperazione, non debbano promuovere politiche o adottare pratiche che mettano in pericolo il godimento dei diritti umani”.

Dopo un accurato e sostanziale riassunto del programma economico che ha portato i greci nel baratro e dopo aver constatato che la sostenibilità del debito è una mera illusione per ammissione dello stesso FMI, il rapporto affronta la parte più dolorosa: l’impatto sui diritti umani. I dettagli sono veramente sconvolgenti per chi ha la mente sana e possono essere brevemente rappresentati nel seguente diagramma che riguarda la disoccupazione.

Unemployment rate in per cent (June 2008 to June 2013)

disoccupazione grecia.

L’ultima parte del rapporto è dedicata alla sua conclusione e alle raccomandazioni verso governanti e creditori internazionali.

La conclusione:

Il programma di aggiustamento e, in particolare, le smisuratamente rigide misure adottate da maggio 2010, hanno provocato sostanziali costi economici e sociali al popolo greco. Il programma ha spinto l’economia verso la recessione, compromesso lo standard di vita della maggior parte della popolazione e generalmente danneggiato il godimento dei diritti umani in Grecia. Una grande parte dei nuovi debiti sono stati usati per il salvataggio delle banche che avevano sconsideratamente prestato del denaro alla Grecia, aumentando così il debito pubblico. Sfortunatamente, il ruolo dello Stato come provveditore di servizi pubblici accessibili, è stato subordinato al sempre più irraggiungibile obbiettivo di ottenere un debito pubblico sostenibile.

Alcune raccomandazioni al governo greco:

Conservare risorse sufficienti per garantire i livelli minimi essenziali di diritti economici, sociali e culturali nel paese.

Condurre un indipendente, trasparente e partecipativo controllo del debito (audit) per determinare le sue origini ed identificare e mettere sotto accusa i responsabili.

Identificare l’impatto negativo del programma e le misure necessarie per fronteggiarlo.

Combattere l’evasione fiscale e, in particolare, migliorare il meccanismo di riscossione dei debiti fiscali eccezionalmente grandi.

Dedicare d’urgenza sufficienti risorse al sistema di protezione sociale.

Aumentare al più presto il salario minimo a livelli sopra la soglia di povertà.

Abrogare o aggiustare urgentemente le misure di austerità che hanno un impatto regressivo sulla distribuzione delle entrate.

Garantire l’indiscriminato accesso alla cura sanitaria primaria ed avere cura particolare per tutti quelli che, per ragioni di disoccupazione prolungata o altre, sono rimasti senza.

Riconsiderare le misure di riforma che hanno avuto un impatto negativo sull’educazione, specie per i gruppi vulnerabili.

Supportare ulteriormente i senza tetto e prevenire che altri ricadano in questa categoria. Proteggere le famiglie di basso reddito che rischiano lo sfratto delle loro case.

Frenare gli attacchi razzisti e la violenza xenofoba. Continuare a prendere misure adeguate contro l’estremismo violento in accordo con la legge internazionale sui diritti umani.

Le raccomandazioni ai creditori:

Evitare l’assistenza finanziaria con politiche invadenti e onerose che compromettono lo sviluppo del paese e la realizzazione dei diritti umani.

Sostenere il governo greco nel condurre un indipendente, trasparente e partecipativo controllo del debito pubblico.

Considerare un’ulteriore riduzione del debito pubblico greco, includendo una svalutazione dei bond greci tenuti dalla BCE, in modo che si riduca il debito del paese ad un livello più sostenibile come definito in questo rapporto.

Includere negli obbiettivi misurabili la riduzione della disoccupazione e della povertà e monitorarli regolarmente.

Assicurare la trasparenza delle trattative con il governo greco rispettando i diritti del popolo greco, includendo il diritto della pubblica partecipazione.

Con riferimento particolare al FMI, assicurare che le valutazioni sulla sostenibilità del debito tengano in considerazione le risorse necessarie per la realizzazione dei diritti umani.

Prendere in considerazione la preparazione di un nuovo programma per la Grecia con migliori condizioni che permettano di indirizzare deficit e debito senza minare le fondamenta dei diritti umani.

Certamente, è da molti anni che assistiamo al degrado dell’ONU come organizzazione di regolamento delle dispute internazionali e come garante di un minimo di pace nel mondo. Certamente, la sua autorevolezza di una volta non a niente a che fare con quella (del mondo unipolare) di oggi. Nel passato l’ONU svolgeva un ruolo che veniva preso in seria considerazione anche dalle grandi potenze, che lo usavano come strumento, talvolta ultimo, per stabilire l’equilibrio su scala planetaria. Un equilibrio che, in fin dei conti, faceva la differenza tra guerra e pace.

Non affrettiamoci però a schernire questo rapporto o le sue intenzioni che magari appaiono ingenue nel reale mondo “pragmatico”, bancario e “amerikano” di oggi. Non soltanto sbaglieremo ma neppure ci conviene. In un certo senso l’ONU rappresenta su scala globale ciò che il Parlamento rappresenta a livello nazionale: la garanzia di un minimo di logica comune e di volontà per la pace e per i diritti dell’uomo. Almeno sulla carta esistono ancora. I veri problemi verranno quando queste carte saranno stralciate. “Ufficialmente”.

Un corrispondente volontario dalla Grecia

Fonte: www.comedonchisciotte.org

22.05.2014

(1) Report of the Independent Expert on the effects of foreign debt and other related international financial obligations of States on the full enjoyment of human rights, particularly economic, social and cultural rights – Mission to Greece (A/HRC/25/50/Add.1)

(2) Report of the Independent Expert on the effects of foreign debt and other related international financial obligations of States on the full enjoyment of all human rights, particularly economic, social and cultural rights, Cephas Lumina *

(3) http://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_internazionale_sui_diritti_economici,_sociali_e_culturali

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