DI MARCO VALERIO LO PRETE
ilfoglio.it
Soros sceglie l’Opera di Parigi per un incontro a porte chiuse nel quale dire la sua sul Vecchio continente. Tra aperture inattese alla Merkel e rassegnazione su Atene
Sabato sera, al centro di Parigi, più precisamente al palazzo Garnier dell’Opera: è qui che il finanziere di origini ungheresi George Soros ha deciso di invitare una settantina tra economisti, filosofi e uomini d’affari di tutto il mondo per illustrare il suo punto di vista sul “futuro dell’Europa”. Incalzato dalla parlamentare progressista canadese, ed ex giornalista, Chrystia Freeland, Soros ha rivendicato il suo attaccamento all’idea di Europa come “incarnazione di una società aperta”.
Poi però ha precisato che quella che era nata come “un’associazione volontaria di paesi uguali fra loro” si è trasformata, per colpa della crisi economica, in “un’associazione involontaria di partner ineguali”. Essenzialmente perché gli stati membri della moneta unica sono apparsi d’un tratto “divisi in due classi: debitori e creditori, con i creditori al comando”.
D’altronde per Soros adesso la battaglia campale è un’altra, cioè la seconda “sfida esistenziale” dell’Europa, quella che si svolge sul fronte ucraino. Il finanziere è presente nel paese, con le sue organizzazioni non governative, fin dal 1990, cioè ancor prima dell’indipendenza di Kiev dall’Unione sovietica. Oggi, parlando con i suoi collaboratori, non nega che nel nuovo governo di Kiev – quello nato lo scorso anno in aperta contrapposizione con Mosca – non ci sia praticamente esponente che non abbia avuto a che fare direttamente o indirettamente con la galassia della sua Open society foundation.
L’Ue, secondo Soros, deve sostenere “la nuova Ucraina”, quella della “società civile che vuole sbarazzarsi degli oligarchi e di una burocrazia non funzionante”, dice. Autodefinendosi “un filantropo politico”, ribadisce nella suggestiva cornice dell’Opera di Parigi di essere pronto a investire 1 miliardo di dollari sull’economia ucraina, se questo tornerà utile a tenere lontane le mire del presidente russo, Vladimir Putin. Per parlare di Mosca, Soros utilizza espressioni più che tranchant: “L’attuale regime putiniano è fondato su nazionalismo etnico e ideale della Sacra Russia. Un mix efficace, a che assomiglia molto a quello che puntellava il regime nazista”, ha detto ieri sera. Per poi concludere con un elogio (inatteso) della Merkel che, “forse per il suo background, per il fatto cioè di essere nata e cresciuta in Germania dell’Est, sulla crisi ucraina e nel confrontare la Russia si è mostrata un vero leader dell’Europa. E questo nonostante alcune sue concezioni sbagliate in ambito economico”, sostiene Soros. Che al momento sembra decisamente più interessato al futuro dell’Ucraina che all’esito della rutilante lotta di Atene contro l’austera Berlino.
Marco Valerio Lo Prete
Fonte: www.ilfoglio.it
12.04.2015
Toh, Soros che lecca il deretano inchiavabile : )
è sempre confortante leggere i tuoi post, sempre fonte di riflessione e colmi di rara onestà intellettuale
invitare una settantina tra economisti, filosofi e uomini d’affari di
tutto il mondo per illustrare il suo punto di vista sul "futuro
dell’Europa".
I settanta economisti, filosofi(?) e uomini d’affari, che ascoltano, a porte chiuse, un senile speculatore: questa è la "società aperta" immaginata da Popper.
Toh, Soros che lecca il deretano inchiavabile : )
E a cosa pensi si riferisca quando sostiene la "società aperta"? Per lui tutto nella società deve essere aperto: dal supermercato (la domenica) al deretano, e non si è mai fatto scrupoli riguardo la inchiavabilità, dato che secondo lui non esiste. Lui ci fotte tutti comunque, col suo bel cetriolone finanziario.
Se è per questo Napolitano fece un veemente discorso in Parlamento nel quale descriveva per filo e per segno i motivi per entrare in Europa era una follia.
Dopodiché, Craxi rimane un ladro.
Che la statura politica degli uomini pre mani pulite fosse altra da queli odierni non ci piove. Ma vale per tutti loro (e tutti gli odierni).
E Craxi rimane ladro, come Andreotti rimane "co-presidente" emerito della mafia.
E Amato fa a gara con Schettino per il concorso "persona meno gradita del decennio"
Quanto alla Geremia non è l’unica lottarice, vengono in mente anche Forleo e De Magistris, ma ha fatto sicuramente una fine migliore della loro, visto che a differenza dei colleghi ha fatto carriera: non conta affatto le pecore ma è procuratore capo di Imperia.
Che facciamo… la togliamo dall’elenco dei magistrati buoni?
@makkia
Rimane meno ladro degli altri, ma enormemente, infinitamente meno ladro di altri, che non sono ladri solo perchè Repubblica non ti ha detto di ripetere come un pappagallo che sono ladri, in primis quelli che hanno scippato 600.000 miliardi di lire agli Italiani e xche tu hai applaudito, e di cui la Magistratura non si è mai accorta. E a cui si è provato a opporre Andreotti che è diventato mafioso, e ci hanno fatto pure il film col gobbetto, sempre per gli "utili idioti" di Leniniana memoria, che quelli ce ne sono sempre in grande abbondanza, come si vede dal commento.
Non ti agitare, che a Bottino Craxi hanno intitolato alcune strade. Così anche gli "utili idioti" di Hitleriana memoria avranno le loro soddisfazioni.
Quindi la disquisizione è tutta su quanto hanno rubato? Chi ruba meno merita molto? E’ questa la tua morale?
Che non è lo stesso che darmi del cretino perché ho salutato il fatto che qualcuno di loro sia finito nelle peste.
Il "caro" Andreotti, che qua sopra difendono, è quello che ha benedetto la separazione stato-bankitalia, OLTRE ad essere stato pappa&ciccia con la mafia. C’è bisogno di dire altro su chi ha PROGETTATO l’Italia nel baratro? I boiardi di stato Prodi, Amato, Ciampi, ecc hanno fatto il loro, ma erano i cavalli da tiro, o i purosangue, se preferisci, ma le redini non le tenevano di certo.
E anche le "rivendicazioni" di autonomia dagli USA, di cui Bettino "sigonella" Craxi sarebbe il campione (e Andreotti altrettanto), erano solo gioco delle parti: all’epoca Italia e Israele erano deputati a recitare lo sbirro buono e quello cattivo. Due player strategici nel Mediterraneo, uno che dialogava con gli arabi e l’altro che li bombardava, con gli USA che, da dietro, ottenevano l’inalterabilità dello status quo e facevano i loro porci comodi in Africa e medio oriente.
Quando c’era qualcuno che veramente curava gli interessi del proprio paese, tendeva a esplodergli l’aereo in volo…
Però poi arriva la solita maestrina colla matita rossaeblu e il righello di legno a bacchettare che non abbiamo capito un [email protected]##o e che chi bisogna veramente condannare sarebbero Di Pietro e Travaglio!?!?
Mapperfavore!!