#GrassoImbosca
DI CLAUDIO MESSORA
Il confronto tra Alessio Grancagnolo e Maria Elena Boschi, avvenuto nel maggio scorso all’Università di Catania, aveva fatto notizia per il motivo sbagliato. Il Ministro per le riforme costituzionali si era infatti lasciata sfuggire che Giorgio Napolitano, nel conferire il suo mandato a Renzi, l’aveva fatto a condizione che il nuovo Governo avesse portato a termine la riforma del Senato e Dio solo sa chissà cos’altro. Un intervento a gamba tesa non previsto dalla Costituzione. Io lo avevo segnalato, in questo video, suggerendo come questo non fosse tra le prerogative del Capo dello Stato ma rappresentasse al contrario un’ingerenza politica illegittima. Quello che è successo dopo, l’ho raccontato in un live di Youtube andato in onda questo pomeriggio. Ecco la registrazione.
L’interrogazione su Giorgio Napolitano
Riassumo per chi non ha voglia di guardarsi il video. L’ex senatrice M5S Paola De Pin, che collabora con Marco Mori (l’avvocato che da anni denuncia nei tribunali gli artefici del furto di sovranità), con Nino Galloni (guarda: “La verità sulle banche“) e con Antonio Rinaldi (l’economista più volte intervistato da questo blog, presidente di Ali), ha raccolto la sfida e ha depositato in Senato un’interrogazione bomba, in cui chiede che il Governo venga a rispondere delle parole della Boschi.
L’interrogazione chiede:
- Le affermazioni contenute nella dichiarazione del ministro Boschi corrispondono a verità o sono frutto di sue personali fantasie?
- Il Presidente Napolitano ha chiesto una modifica imprecisata della Costituzione, oppure si è spinto fino ad indicare specificatamente cosa andava cambiato? Ed in caso di risposta affermativa, quali furono gli emendamenti espressamente richiesti alla Carta?
- Se ha indicato riforme specifiche, quali soggetti o autorità interne od esterne alla nostra Repubblica le hanno espressamente richieste? Avete notizie, dirette od indirette, di pressioni di gruppi finanziari sul Presidente della Repubblica?
- Il rapporto di JP Morgan del 28 maggio 2013, che criticava la nostra Costituzione ed in generale le Costituzioni dei Paesi del sud Europa, ha oggettivamente molti punti di analogia con la riforma costituzionale proposta dal Governo Renzi. In esso si affermava, in particolare, l’inadeguatezza della nostra Carta perché produce un esecutivo troppo debole, tutela eccessivamente i lavoratori, nonché perché riconosce la licenza di protestare se vengono imposte riforme sgradite. Tale rapporto, che propone una revisione costituzionale contraria ai principi fondamentali del nostro ordinamento, è stato alla base della riforma richiesta da Napolitano come condizione per dare il mandato a Matteo Renzi di formare il nuovo Governo?
La risposta di Pietro Grasso
L’interrogazione di Paola De Pin deve essere giudicata ricevibile da Pietro Grasso e successivamente calendarizzata per la discussione in aula. Ma il presidente del Senato (non sorprende), il 6 di giugno, spedisce alla senatrice la risposta seguente.
“in base ai principi dell’ordinamento costituzionale oltre che alla prassi consolidata seguita da entrambe le Camere, tale atto risulta inammissibile, ai sensi degli articoli 8 e 146 del Regolamento del Senato, in quanto si configura come un sindacato del Parlamento su eventuali condotte del Presidente della Repubblica“.
Grasso non calendarizza l’interrogazione, il che significa che non può essere presentata in aula e il Governo (o meglio, la Boschi) non può essere chiamata a rispondere nel merito. Ma è legittimo, da parte di Grasso?
I motivi per cui Grasso “imbosca” l’interrogazione
Il presidente del Senato si richiama alla Costituzione, che ovviamente nulla dice nel merito della ricevibilità delle interrogazioni, alla prassi, cioè alla consuetudine di non valutare nel merito il comportamento del Presidente della Repubblica, e al Regolamento del Senato. Per quanto riguarda la prassi, questa è solo un’orientamento che deriva da una serie di decisioni arbitrarie prese nel tempo, ma non significa che non si possa discutere l’operato di un ex Presidente della Repubblica, soprattutto alla luce del fatto che è il Parlamento l’organo preposto alla discussione dell’impeachment (la messa in stato d’accusa del Capo dello Stato), per alto tradimento.
Dice la Costituzione all’articolo 90: “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri“.
Ora, non si capisce come potrebbe valutare, il Parlamento, l’ipotesi di alto tradimento, se non fosse implicitamente possibile discutere delle sue responsabilità richiedendo chiarimenti nel merito.
Allora uno si aspetta di trovare motivi ostativi nel Regolamento del Senato, soprattutto ai citati articoli 8 e 146. Ma… sorpresa. L’articolo 8 dispone semplicemente la competenza sulle decisioni delle ricevibilità dei testi, attribuendola al presidente del Senato, ma nulla dice sui criteri con i quali si possono ammettere tali testi. L’articolo 146, invece, dice:
“Il Presidente, accertato che l’interrogazione corrisponde per il suo contenuto a quanto previsto dall’articolo precedente e non è formulata in termini sconvenienti, ne dispone l’annuncio all’Assemblea e la pubblicazione nei resoconti della seduta“.
Dunque un’interrogazione, per essere calendarizzata, deve essere giudicata “non sconveniente” (e qui bisogna intendersi: sconveniente per chi? L’interrogazione della De Pin è posta in maniera civile e non volgare, e se è sconveniente, lo è certamente per Napolitano, non per il popolo italiano) e corrispondere nei contenuti a quanto previsto dall’articolo 145, che dice:
“L’interrogazione consiste nella semplice domanda rivolta al Ministro competente per avere informazioni o spiegazioni su un oggetto determinato o per sapere se e quali provvedimenti siano stati adottati o si intendano adottare in relazione all’oggetto medesimo“.
Ora, l’interrogazione della De Pin è rivolta al Governo, e quindi al Ministro Boschi che sarebbe tenuta a rispondere, e ha sicuramente ad oggetto “la richiesta di informazioni o spiegazioni su un oggetto determinato”. Dunque perché Grasso non la giudica ricevibile?
La risposta è che Grasso opera un’arbitrarietà che non è legittimata né dal Regolamento del Senato, né dalla Costituzione italiana, e la cui eventuale adesione a una “prassi consolidata” è peraltro irrilevante, come la giudica Marco Mori. Già, perché la storia continua.
Marco Mori contro Pietro Grasso
Marco Mori non ci sta, e due giorni dopo fa pervenire al presidente del Senato la seguente raccomandata:
Nella lettera, Mori scrive:
“A seguito del deposito di richiesta di interrogazione parlamentare 25 maggio u.s., perveniva suo riscontro […] con il quale, arbitrariamente, veniva rigettata la richiesta della Senatrice De Pin. Le motivazioni del rigetto sono erronee visto che non corrisponde al vero che le condotte del Presidente della Repubblica (peraltro dell’ex Presidente) non siano sindacabili dal Parlamento ed onestamente la prassi difforme del Senato è completamente irrilevante. Come Lei ben sa la contestazione di ipotesi di alto tradimento e di attentato alla Costituzione sono addirittura prerogativa esclusiva delle Camere“.
Mori chiede dunque l’annullamento del provvedimento di Grasso che giudica irricevibile l’interrogazione su Giorgio Napolitano, minacciando, in soldoni, di portare Grasso e il Senato in tribunale se la richiesta non sarà esaudita.
Conclusioni
La vicenda ovviamente avrà tanto riscontro quanto saprete dargliene con le vostre condivisioni, perché è garantito che in un sistema prono ai voleri delle élite globaliste che lavorano per sciogliere ciò che resta delle Costituzioni nazionali, senza peraltro offrire in cambio una reale forma di rappresentanza alternativa, non leggerete mai questa storia su nessun giornale e non la vedrete mai in nessun servizio televisivo.
Quanto siete disposti ad insistere perché il Governo venga a rispondere all’interrogazione che il presidente del Senato non vuole portare in aula? Dipende da voi. #GrassoImbosca
Fonte: www.byoblu.com
Link: http://www.byoblu.com/post/2016/06/18/grasso-imbosca-uninterrogazione-su-napolitano-grassoimbosca.aspx
18.06.2016