Ieri, martedì 5 aprile, la Defense Security Cooperation Agency – Agenzia della Difesa per la Sicurezza e la Cooperazione (DSCA), un’agenzia governativa statunitense dipendente dal Dipartimento della Difesa – ha annunciato che il Dipartimento di Stato americano ha approvato un nuovo pacchetto di forniture di armi a Taiwan, per un totale di 95 milioni di dollari.
Nello specifico, il pacchetto denominato Patriot Contractor Technical Assistance (PCTA) comprende l’addestramento, la pianificazione, lo spiegamento, il funzionamento, la manutenzione e la riparazione dei sistemi di difesa aerea Patriot e delle relative attrezzature, come affermato in una nota del Pentagono notificata al Congresso.
“La vendita proposta aiuterà a mantenere la densità missilistica dell’esercito di Taiwan, assicurare la prontezza nel combattimento aereo e rafforzare la deterrenza e la difesa” al fine di “mantenere la stabilità politica, l’equilibrio militare, l’economia e il progresso nella regione” aggiunge la nota.
La palla passa quindi al Congresso, dove già trapela ottimismo riguardo la vendita. Non a caso, le autorità taiwanesi hanno detto che si aspettano che l’accordo “entri in vigore” entro il mese, esprimendo “sincera gratitudine” e sostenendo che la mossa ha dimostrato la partnership “solida come una roccia” tra le due parti.
Da quando l’amministrazione Biden è entrata in carica, questa è la terza volta, la seconda in quest’anno, che gli americani vendono armi a Taiwan. Il governo cinese, in risposta, ha affermato la Cina si oppone risolutamente e condanna fortemente le vendite di armi statunitensi al governo di Taipei. Tali azioni sono state criticate in particolar modo dal portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin, che ha detto che le vendite violano gravemente il principio di una sola Cina e le disposizioni dei tre comunicati congiunti sino-americani, specialmente il comunicato 817, e che danneggiano gravemente la sovranità e gli interessi della sicurezza della Cina, così come le relazioni sino-americane e la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan.
Già il 9 febbraio il Ministero della Difesa cinese affermò che il futuro di Taiwan sta nella riunificazione nazionale e che la sicurezza di Taiwan si basa sugli sforzi congiunti sotto il principio di una sola Cina, e mai sulle vendite di armi degli Stati Uniti, aggiungendo che l’Esercito Popolare di Liberazione cinese prenderà tutte le misure necessarie per contrastare risolutamente i tentativi secessionisti di “indipendenza di Taiwan”.
Massimo A. Cascone, 06.04.2022