DI ANDREW MELLON
biggovernment.com
Il principale think tank austriaco, il Ludwig von Mises Institute, ha organizzato oggi all’University Club di Manhattan una conferenza, nel corso della quale Marc Faber, noto controinvestitore ed editore di “Gloom, Boom and Doom Report”, ha illustrato il proprio punto di vista sulla crisi finanziaria e sul futuro che ci attende.
Ecco i punti più importanti e le citazioni più stuzzicanti:
· le banche centrali non torneranno mai a inasprire la politica monetaria, si limiteranno a stampare sempre più moneta
· nel 19° secolo le bolle speculative si concentravano in un settore o in un’area, ma con la fine del sistema aureo questa costante è scomparsa
· “L’imperituro risultato ottenuto da Greenspan e Bernanke è stato in realtà quello di dar vita a bolle speculative in tutti i campi e ovunque”
· “Le banche centrali adorano veder salire il valore degli attivi”, e la loro politica riflette gli sforzi disperati per arrivarci
· “Dovreste chiedervi cosa fumavano alla FED” durante la crisi immobiliare, quando i prezzi crescevano al ritmo del 18% annuo mentre i tassi d’interesse avevano cominciato ad aumentare nel 2004· la bolla speculativa statunitense che Greenspan non è stato in grado di controllare (anche se recentemente ci è riuscito con alcune in Asia) contrasta nettamente con quella di Hong Kong del 1997, quando i prezzi crollarono del 70% senza che il sistema finisse in bancarotta; e questo perché non si fondava sul debito incontrollato, come negli USA
· negli ultimi due anni l’aumento lordo del debito pubblico ha superato la riduzione lorda del debito privato e i mercati sono cresciuti; quando l’aumento del debito privato ha superato l’aumento del debito pubblico i mercati si sono invece fermati
· i prossimi 3-5 anni saranno estremamente volatili
· gli americani dovrebbero riconsiderare il loro concetto di valore sicuro. In un periodo “tradizionale” l’ordine dai valori, dai più sicuri ai meno sicuri, sarebbe: liquidi, buoni del tesoro, obbligazioni societarie, azioni, materie prime
· l’anno scorso l’economista Gregory Mankiw ha però esposto un diverso punto di vista che, secondo Faber, riflette in sintesi quella di Janet Yellen, numero 2 della FED (e coincide con le idee ampiamente diffuse nella Federal Reserve): “Il problema è che la gente risparmia invece di comprare, e noi dobbiamo convincere quest’imbecilli a spendere per far ripartire l’economia”. Cosicché, il problema è quello di gonfiare la massa monetaria almeno del 6% annuo
· quindi, conclude Faber “secondo me la Fed manterrà i tassi d’interesse allo 0%, proprio lo 0%… in termini reali”
· di conseguenza liquidi e obbligazioni a lungo termine sono un pessimo rifugio per i propri soldi, le azioni sono un mezzo per preservarne il valore (ma è un’opzione rischiosa, visti gli effetti dell’incombente svalutazione monetaria), i metalli preziosi sono una scelta solida per proteggere il potere d’acquisto
· per quel che riguarda il ruolo degli USA come principale economia a livello mondiale, è in corso una profonda trasformazione: negli ultimi tempi la vendita di auto nei paesi emergenti (ad esempio Brasile e Cina) ha superato quella degli USA, dell’Europa e del Giappone; il consumo petrolifero nei mercati emergenti sta crescendo, mentre si sta contraendo nei paesi industrializzati; il mondo non dipende più dal consumo statunitense (il 60% delle esportazioni globali finisce adesso nei paesi emergenti, inclusi quelli dell’est); gli USA sono ancora un’economia fondamentale, ma il suo sviluppo si è fermato, mentre invece la crescita dei paesi emergenti è, e continuerà ad essere, sostenuta
· “La gente crede ancora che in campo economico i paesi emergenti siano i parenti poveri, ma l’80% della popolazione mondiale vive proprio in quei paesi e il consumo complessivo è comunque elevatissimo”: i mercati non sono saturati e stanno crescendo rapidamente
· “Ognuno dovrebbe piazzare la metà dei propri soldi nei paesi emergenti, non in occidente” e conservare i propri beni patrimoniali all’estero
· al contrario di quel che ci dicono, non sono i mercati ad essere fuori controllo ma le banche centrali che continuano a stampare moneta
· lo sviluppo del mondo emergente verrà pilotato dall’urbanizzazione dell’India e della Cina; a corto termine non è detto che il valore delle azioni aumenti, ma a lungo termine assisteremo a una significativa crescita in Asia
· il passaggio del potere economico da occidente a oriente è stato straordinariamente veloce, in gran parte grazie alla rapida industrializzazione del mondo emergente e alla velocità con la quale oggigiorno viaggia l’informazione
· assisteremo a un aumento massiccio delle industrie ad alta intensità di risorse naturali e dei nuovi mercati di esportazione, e al tempo stesso a una più grande volatilità e tensione in tutto il mondo
· le caratteristiche della domanda/offerta di petrolio sono in gran parte determinate dalle necessità della Cina, dell’India e del resto dell’Asia
· il petrolio è la priorità assoluta della Cina, che è adesso un importatore netto
· gli USA hanno un ampio vantaggio strategico sulla Cina: dispongono di petrolio in patria, nel golfo del Messico, in Canada, in medioriente e sulle coste dell’Africa occidentale, e possono inoltre trasportarlo sugli oceani Atlantico e Pacifico. La Cina dipende invece per il 95% dal medioriente, e anche se stanno costruendo numerosi oleodotti, ad esempio attraverso l’Europa dell’est, i punti di accesso, ad esempio in termini di porti, sono limitati e circondati da basi militari statunitensi. Naturalmente i sottomarini cinesi potrebbero affondare le nostre navi, e anche i russi non sono certo soddisfatti per la presenza di nostre forze nella regione; le tensioni aumenteranno man mano che aumenterà il loro bisogno di risorse naturali
· alla fine scoppierà un conflitto e a quel punto ci vorranno beni materiali, non “cartastraccia dell’UBS o di JP Morgan”
· nel corso di un conflitto le città non offrono alcuna protezione: possono essere bombardate, l’acqua potabile avvelenata, la fornitura di elettricità interrotta. Bisognerebbe invece comprare una casa nel bel mezzo del nulla.
· il miglior sofisma economico attuale è che una nazione può stampare la propria strada verso la prosperità: “se debito e stampa di moneta significassero prosperità, lo Zimbabwe sarebbe il paese più ricco al mondo”
· “Mugabe è il mentore economico di Ben Bernanke”
· la nostra situazione fiscale è di gran lunga più drammatica di come viene presentata. Il debito totale (pubblico e privato) ammonta a un raccapricciante 800% del PIB (incluse le passività senza copertura): oltre il doppio rispetto al 1929
· i crediti sovrani del mondo occidentale sono alla bancarotta, ma prima di dichiararla i governi stamperanno moneta; i leader del governo statunitense cercheranno di ritardare il momento della verità, scaricando i problemi sui successivi presidenti e congressisti
· se i deficit non sono il punto dolente, come sostengono oggi molti economisti tra cui James Galbraith, perché mai i cittadini dovrebbero continuare a pagare le tasse? Tutti sarebbero più felici se venissero abolite
· Faber (nella foto a fianco, ndr) è sicuro che all’università gli economisti sono intelligenti e studiano con serietà i libri di testo; il guaio è che studiano i testi sbagliati e sono del tutto incoerenti nella loro filosofia
· in un contesto, come quello attuale e futuro degli USA, in cui si continua a stampare moneta e la volatilità è alta il rimedio più sicuro è l’oro fisico
· dopo la svalutazione della moneta, le azioni potrebbero diventare molto economiche, come successe all’inizio degli anni ’80 in Messico in seguito alla svalutazione del 95% del peso, quando i gestori di fondi in peso messicani ne azzerarono il valore
· in parole povere, Faber dichiara di preferire le materie prime (in particolare i metalli preziosi e i prodotti agricoli), il possesso di una casa immersa nella natura, i valori dei mercati emergenti legati alle risorse (in particolare a quelle indispensabili, come l’acqua e il petrolio) e al settore sanitario, e buona parte dell’Asia, con particolare attenzione alle azioni giapponesi
· non è possibile impedire il collasso totale dell’occidente; al primo arresto, nel 2008, il sistema finanziario è scoppiato ma non è fallito, al prossimo (anche se potranno essere necessari 5-10 anni o più) scoppieranno le nazioni, ma prima stamperanno moneta, l’opzione politicamente più praticabile, e per finire scoppierà la guerra mondiale
· siamo rovinati
Tenete presente che Faber ha parlato di tutto questo come di un dato di fatto.
Anche se non siete d’accordo con le sue previsioni sulla traiettoria dell’occidente, non sarebbe male assimilare le informazioni e prepararsi al peggio, continuando magari a sperare nel meglio.
Andrew Mellon
Fonte: http://biggovernment.com/
Link: http://biggovernment.com/amellon/2010/05/23/faber-nations-will-print-money-go-bust-go-to-war-we-are-doomed
26.05.2010
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO PAPPALARDO