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GLI STATI UNITI SI AUTODISTRUGGERANNO?

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A cura di Truman
Il 8 Gennaio 2006
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DI JOHN H. BRAND
Online Journal

Babilonia la Grande è caduta: i suoi Giardini Pensili sono solo uno sbiadito ricordo; l’Impero Britannico che una volta soggiogava l’intero globo è ora ridotto alle dimensioni di un’isola; la grandiosa statua di Nike di Samothrace, che ora si trova nel Louvre, porta solo una muta testimonianza alla passata grandezza del mondo ellenico; l’Impero di Alessandro il Grande non è altro che un capitolo nei libri di storia. L’incommensurabile grandezza dei potenti imperi del passato è ormai solo un ricordo di tempi completamente dimenticati.

Ora l’America si trova davanti alla porta che conduce alla rovina e al decadimento? Il brillante esperimento tramandatoci dai nostri Padri Fondatori era basato su un sistema di equilibri e controlli: i nostri valorosi antenati sapevano perfettamente che non si può affidare il potere agli essere umani e quindi si chiesero quale potesse essere il miglior tipo di governo in grado di impedire ai “rapaci” di distruggere il sogno per cui “tutti gli esseri umani sono provvisti di intelligenza… hanno dei diritti inalienabili… Vita, libertà e il perseguimento della felicità”.Lo splendore del sistema di equilibri e controlli è stato il punto focale del mio precedente articolo, Ariadne. In questo intendo invece discutere – per sommi capi – di alcuni dei motivi per cui le nobiltà di pensiero decadono, perché le grandi potenze subiscono dei declini e perché il potere si sgretola.

La definitiva autodistruzione delle nazioni, l’eterno stato di guerra, le ingiustizie economiche e la degradazione sociale, trovano la loro spiegazione nel chilo e mezzo circa di materia grigia all’interno delle nostre teste. Diavoli e demoni, Satana e i suoi satrapi non sono responsabili di nessuna delle pagine della nostra storia, inzuppata di sangue umano e echeggiante grida di innocenti. Non solo Lucifero non è colpevole per le cattive azioni della razza umana, ma non ci sarà neppure alcun messia che sta in cielo per liberarci dalla nostra schiavitù. La risposta al nostro desiderio di guerra, alla nostra mendacità e agli sfruttamenti di cui ci rendiamo colpevoli, risiede nel contenuto del cranio umano.

I risultati di alcune ricerche effettuate sul cervello dell’uomo sono altrettanto sbalorditive e epocali della teoria di Galileo per cui la terra non è al centro dell’universo. L’alto clero nel 17° secolo processò l’anziano astronomo per eresia e lo costrinse ad abiurare. Oggi, allo stesso modo, la classe dominante cercherà di rifiutare e sopprimere il lavoro di Paul D. MacLean, responsabile del Laboratory of Brain Evolution and Behavior del NIMH, ora in pensione. Il suo lavoro pone degli interrogativi di portata epocale proprio come quello di Galileo; tutte le prove relative al brutale comportamento umano non riguardano presunti nemici o farabutti. Cassio afferma nel Giulio Cesare di Shakespeare: “L’errore, caro Bruto, non sta nelle nostre stelle, ma dentro di noi, noi siamo i deboli.”

Ma veniamo alla parte più interessante del discorso:

1. In “Brain Roots to the Will-to-Power” MacLean scrive: “Questa situazione suggerisce che le nostre funzioni psicologiche e comportamentali sono contemporaneamente sotto il controllo di tre tipi di intelligenza diversi tra loro. Per noi esseri umani c’è inoltre la complicazione che le due strutture del cervello più vecchie non hanno nessun accesso alla “capacità di parola” (pag. 361). Innanzitutto MacLean sostiene che tre differenti strutture cerebrali sono responsabili per tutta la vasta gamma dei comportamenti umani; il nostro cranio non contiene in realtà un solo organo completamente integrato, bensì sono presenti tre strutture abbastanza diverse che assieme formano il cervello di ognuno di noi.

2. In “Evolution of the Three Mentalities” MacLean afferma: “Merita un’ulteriore sottolineatura il fatto che queste tre strutture sono profondamente diverse sia nella loro chimica sia nella loro composizione, e soprattutto anche dal punto di vista evolutivo. Inoltre è importante rimarcare come ci siano moltissime prove per cui, nonostante le numerosi interconnessioni, ogni distinta area cerebrale sia in grado di agire indipendentemente…. Con l’evoluzione del proencefalo, la struttura neurale si è trovata con tre “piloti”, ognuno dei quali ha una visione diversa e cerca di prendere il controllo.” (pag. 313). Le tre strutture cerebrali riflettono un’evoluzione durata milioni e milioni di anni: queste tre parti, pur essendo connesse, possono anche agire da sole.

Ora lo sapete: voi ed io abbiamo tre cervelli la cui evoluzione è durata milioni di anni e ognuno di essi impone le proprie priorità sul nostro modo di comportarci. Nel suo lavoro più importante (The Triune Brain In Evolution) MacLean dice: “… il proencefalo (termine con cui viene descritto l’insieme dei 3 cervelli ) potrebbe essere paragonato al conducente di un veicolo…
Una differenza fondamentale è che, nel corso della sua evoluzione, esso ha acquisito tre distinti conducenti, tutti seduti in prima file e tutti con idee differenti”. (pag.9) Dunque possiamo affermare che una parte considerevole della condizione umana è determinata dalla fisiologia dei nostri cervelli.

blankI nuovi studi danno precise indicazioni sul fatto che la parte più antica del cervello umano ha una genesi simile a quello dei rettili; questa struttura, i gangli della base, può essere fatta risalire a circa 240 milioni di anni fa. Circa 60 milioni di anni dopo apparvero i primi mammiferi. Il cervello paleo-mammifero è conosciuto come sistema libico. Mentre la neocorteccia cerebrale appare solo 5 o 6 milioni di anni fa.

E’ eloquente come ciascuna delle tre strutture corticali abbia al suo interno delle importanti funzioni comportamentali e psicologiche, e non c’è alcun meccanismo di controllo indipendente che faccia lavorare questi tre cervelli in modo coordinato. Ovviamente il cervello più vecchio domina la maggior parte del comportamento umano. Nel mio libro, Grand Design (2nd Edition of Shaking the Foundations), analizzo in dettaglio ognuna di queste funzioni e la loro influenza sull’attuale modello di comportamento umano.

MacLean ha scoperto 25 tipologie di “Funzioni Speciali di Comportamento Base” e 6 tipologie di “Funzioni Generali (interoperative) di Comportamento” nel cervello dei rettili. Questi schemi si possono ritrovare ancora oggi negli umani.

Possiamo riassumerli in quattro grandi aree:

1- Acquisizione e difesa del territorio

2- Gerarchia

3- Ritualismo

4- Disonestà

Come già detto, in Grand Design discuto tutto questo in dettaglio. Non occorre essere Einstein per capire che la difesa del territorio sia uno degli schemi comportamentali primari e più importanti, basti pensare che la legge comune permette di sparare ad un intruso che minacci la tua casa. Le guerre vengono combattute principalmente per il territorio. Il diritto alla proprietà privata non è tanto una funzione generata dal nostro intelletto illuminato bensì si tratta di un comportamento base insito in tutti gli animali.

Quando l’imperativo territoriale diventa la forza dominante che spinge coloro che controllano politica, business e religione, l’auto-distruzione nazionale è dietro l’angolo. MacLean sottolinea come negli esseri umani la “territorialità” include anche filosofia individuale, fede, politica o altre idee vitali per il nostro auto-convincimento. Considerando ciò è abbastanza semplice capire come mai sia così difficile mettere d’accordo persone con punti di vista diversi; le guerre di religione e le attuali divisioni in nazioni non sono che due esempi legati al potere del cervello di origine rettile.

Circa 180 milioni di anni fa i primi mammiferi apparvero sulla terra. Erano in grado di attuare comportamenti completamente estranei ai rettili in quanto, questi ultimi, non avevano le capacità neurali adatte. In breve, la nuova “struttura limbica” forniva ai mammiferi le capacità di allevare ed educare i propri piccoli, giocare, provare emozioni e sentimenti. I rettili tendenzialmente non allevano la propria prole; ci sono specie di coccodrilli che difendono per un po’ di tempo le nuove nidiate dai nemici, ma nessuno definirebbe questo comportamento come allevare o educare. Il modo in cui i mammiferi concepiscono l’allevamento della prole rappresenta il primo passo verso lo sviluppo della famiglia.

Il gioco è semplicemente il modo naturale con cui i giovani socializzano all’interno della famiglia o di un qualsiasi gruppo; emozioni e sentimenti aggiungono colori e suoni a ciò che altrimenti sarebbe solo un pallido bianco&nero, una vita fredda.

Mentre tutte le funzioni di ogni cervello hanno un certo rilievo, la parte emozionale della “struttura limbica” domina la concezione di territorialità nell’esperienza umana. Una volta consci del fatto che l’area emozionale è vecchia almeno 180 milioni di anni, diventa molto più semplice capire perché è praticamente impossibile avere una conversazione intellettuale con chi ha un approccio prettamente emozionale alle proprie idee su un determinato argomento. La neocorteccia, che risale a solo cinque o sei milioni di anni fa, ha pochissime possibilità di imporsi sullo strapotere della “struttura limbica”. I politici ciarlatani e gli imbroglioni che agiscono in ambito religioso sanno perfettamente come sfruttare la forza delle emozioni: l’arte oratoria esercitata con veemenza e patriottismo blocca facilmente il potere della ragione.

La costruzione di una società giusta ed equilibrata diventa impossibile quando prevalgono i comportamenti di tipo emozionale e la massa viene sfruttata attraverso l’uso di propaganda carica di emotività. In questa situazione non tarderanno a farci visita i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse.

Quindi neppure la ragione, senza gli opportuni strumenti correttivi, ci può assicurare che il comportamento degli uomini sarà umano. La nostra specie ha usato la forza della ragione per costruire allo stesso modo cattedrali e armi atomiche, ha impiegato le proprie capacità intellettive per esplorare le profondità dell’universo come per creare gulag e campi di concentramento; la nostra intelligenza è stata in grado di scrivere la Costituzione e poi di voltarle le spalle per creare una giustizia che viene interpretata in modi diversi a seconda di quale sia la classe dominante. Gli individui molto furbi negano la propria intelligenza per supportare delle dottrine insensate che si basano su pregiudizi emozionali; l’esempio più lampante è stata la persecuzione di Galileo da parte di Stato e Chiesa. In questo momento noi stiamo vivendo le conseguenze della diffusa convinzione che l’Iraq avesse armi di distruzione di massa nonostante tutte le fonti negassero questa possibilità.

MacLean descrive la condizione umana come “schizo-fisiologica”. Significa semplicemente che tutti noi siamo un po’ pazzi – alcuni di più, altri di meno – a causa della complessità del cervello umano. Dunque la rovina e la distruzione di potenti imperi non è causata da demoni né tanto meno da terroristi, ma dai conflitti irrisolti all’interno delle nostre teste.

C’è comunque una piccolissima possibilità che la nostra specie riesca a trascendere se stessa: possiamo rovesciare il potere che la parte rettile del nostro cervello ha sul nostro comportamento, e, attraverso determinazione e sforzi notevoli, smettere di essere solo umani e diventare invece UMANI nell’accezione più completa e positiva.

Circa 50.000 anni fa la nostra capacità cranica è aumentata di 100 cc. Questa crescita fu causata dall’aggiunta di una “corteccia prefrontale” alla neocorteccia. Questa nuova sezione del cervello contiene i circuiti neurali che ci danno la possibilità di agire con altruismo, empatia e di capire le conseguenze che le nostre azioni avranno nel lungo periodo.

Oseremo fare il passo finale e riuscire a trasformarci da umani ad UMANI? Il comportamento meramente umano ha sempre portato morte e distruzione, un comportamento UMANO potrebbe invece darci una possibilità per costruire una società basata su giustizia e uguaglianza, moralità e onestà, per tutti.

John Brand, proviene da Austin, Texas. E’ l’autore di “Grand Design: 2nd ed. Shaking the Foundations” (2005). “Grand Design” può essere ordinate tramite xLibris Press o direttamente su Amazon.com, Barnes and Noble.com, Borders.com e Ingram. ISBN 1-4134-9879-5 (copertina rigida) or ISBN 1-4134-9878-7.

John H. Brand
Fonte: http://www.onlinejournal.com
Link: http://www.onlinejournal.com/artman/publish/article_270.shtml
25.11.2005

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANDREA GUSMEROLI

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