FONTE: PRESS TV
Intervista a Paul Craig Roberts
Sebbene le rivolte in Tunisia ed Egitto abbiano colto di sorpresa gli Stati Uniti, qualcuno ipotizza che ci siano proprio loro dietro le ribellioni in Libia e Siria. Intanto, anche Cina e Russia osservano gli sviluppi della situazione.
Press TV: Si dice che ai vertici di Washington sia stato consigliato di armare i ribelli in Libia. Ritiene che sia una buona idea?
Paul Craig Roberts: Li stanno già armando. C’è qualcosa di unico nella rivolta in Libia. Non è una sollevazione pacifica; non sta avendo luogo nella capitale; si tratta di una ribellione armata della parte orientale del paese. Sappiamo che la CIA è coinvolta direttamente, sul campo, quindi sono già armati.
Press TV: Che analogie vede tra questo intervento militare e quello in Bahrein?
Paul Craig Roberts: Non vogliamo rovesciare il governo del Bahrein o dell’Arabia Saudita, due paesi i cui governi trattano con violenza i dissidenti, per il semplice fatto che entrambi sono nostri burattini e abbiamo una grande base navale in Bahrein.
Vogliamo rovesciare Gheddafi e Assad in Siria perché vogliamo tagliare fuori dal Mediterraneo la Russia e la Cina. La Cina ha fatto enormi investimenti in campo energetico nella Libia orientale e sta facendo affidamento sulla Libia, oltre che sull’Angola e la Nigeria, per soddisfare il suo fabbisogno energetico. L’America si impegna per negare l’accesso cinese alle risorse energetiche, proprio come hanno fatto Washington e Londra con i giapponesi negli anni trenta.
Wikileaks ha mostrato come ci sia l’America dietro alle proteste in Siria. Ci interessano perché i russi hanno una grande base navale in Siria, che garantisce loro la presenza nel Mediterraneo. Come vedete, Washington è decisa nell’intervento contro la Libia e spinge con sempre maggiore forza per quello in Siria: questo perché vogliamo liberarci dei russi e dei cinesi.
Non abbiamo nulla da dire sui sauditi o su come trattano i loro dissidenti, né abbiamo nulla da obiettare circa le violenze esercitate sui dimostranti in Bahrein.
Press TV: Sta dicendo che, in ultima analisi, l’attacco alla Libia è legato a questioni petrolifere?
Paul Craig Roberts: Non si tratta solo del petrolio, si tratta della penetrazione della Cina in Africa per assicurarsi le forniture di petrolio necessarie ai suoi bisogni. Dovreste essere a conoscenza del fatto che il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato un documento in cui si dichiara che la ‘Age of America’ [“l’epoca americana”, il periodo di egemonia mondiale degli USA, ndt] è finita e che l’economia americana verrà sorpassata da quella cinese entro cinque anni, diventando così la seconda economia al mondo. Per questo, una delle cose che Washington sta cercando di fare è di utilizzare le sue superiori capacità militari e strategiche per bloccare l’acquisizione di risorse da parte della Cina, in modo da rallentarne lo sviluppo economico.
Questa è la ragione principale per le attività della CIA nella Libia orientale, è la ragione per cui le proteste sono scoppiate nell’est del paese e non nella capitale, come invece è accaduto negli altri paesi arabi, ed è la ragione per cui si tratta di una rivolta armata.
Press TV: Pensa che l’isolamento diplomatico della Libia sia stato la ragione principale di questo intervento militare?
Paul Craig Roberts: Non penso che sia la ragione principale. Credo che la ragione principale sia quella di sfrattare la Cina dalla Libia, cosa che sta accadendo. C’erano 30.000 cinesi laggiù e ne hanno dovuti evacuare 29.000.
È anche una vendetta nei confronti di Gheddafi per essersi rifiutato di entrare a far parte dello US Africa Command (AfriComm) [comando delle forze armate USA, responsabile per le relazioni e le operazioni militari in 53 paesi africani, ndt] . È operativo dal 2008 ed è nato come risposta americana alla penetrazione cinese in Africa: abbiamo scelto una risposta militare e Gheddafi si è rifiutato di partecipare, dichiarando che si trattava di un atto imperialista mirato ad acquistare un intero continente.
Infine credo che la terza ragione sia il fatto che Gheddafi in Libia controlli un settore importante della costa mediterranea, e lo stesso vale per la Siria.
Perciò credo che questi paesi rappresentino due ostacoli per il percorso egemonico degli Stati Uniti nel Mediterraneo e, di sicuro, gli americani non vogliono una robusta flotta russa in quell’area né vogliono che la Cina estragga risorse energetiche.
Lo scoppio delle rivolte in Tunisia e in Egitto ha colto Washington di sorpresa, tuttavia gli americani hanno capito in fretta che avrebbero potuto nascondersi dietro alle rivolte nei paesi arabi e utilizzarle per sfrattare Russia e Cina, riuscendo a evitare un indesiderabile confronto diretto. Perciò hanno organizzato queste proteste.
Sappiamo per certo che per un po’ di tempo la CIA ha seminato zizzania nella Libia orientale, è un dato di fatto. E la pubblicazione dei cablo di Wikileaks ha dimostrato il coinvolgimento degli americani nel fomentare disordini in Siria.
Non abbiamo innescato alcuna sollevazione in Egitto, in Bahrein, in Tunisia né in Arabia Saudita. Siamo probabilmente responsabili delle rivolte nello Yemen, perché siamo ricorsi a incursioni aeree e droni contro diversi elementi tribali.
Quindi, la grande differenza è che dietro ai disordini in Libia e Siria c’è la mano degli Stati Uniti, che hanno organizzato le manifestazioni, foraggiato le ribellioni e così via. Ci sono e ci saranno sempre persone scontente che possono essere comprate e promesse che possono essere fatte.
Press TV: I droni vengono ora utilizzati in Libia. Da dove decollano? Tecnicamente non possono arrivare dall’Italia per la scarsa capacità dei serbatoi, quindi da dove partono?
Paul Craig Roberts: Non lo so, forse da navi militari americane. Credo che l’ultimo rapporto sui droni arrivasse da un ufficiale della marina.
Vorrei ancora aggiungere qualcosa. Forse il rischio maggiore, che nessuno ha preso in considerazione, è il caratteraccio della Cina. Con questo intervento, le aziende cinesi stanno perdendo centinaia di milioni di dollari. Hanno 50 massicci investimenti che stanno andando in malora e ciò viene chiaramente percepito dai cinesi come un atto ostile nei loro confronti. Non si fanno illusioni e di sicuro non si bevono le sciocchezze che leggono sul New York Times o sul Washington Post. Quello che vedono è una manovra americana contro la Cina.
Press TV: Sta suggerendo che gli americani vogliono far fuori la Cina e rimpiazzare gli investimenti cinesi con aziende americane?
Paul Craig Roberts: Americane o altro, esattamente. Penso anche che i russi inizino a percepire l’intera faccenda siriana come una manovra contro di loro e la base che hanno laggiù.
Dunque, quello che stiamo facendo in realtà è inimicarci due grandi nazioni: la Cina, la cui economia è probabilmente migliore di quella americana dal momento che i suoi abitanti hanno ancora un lavoro, e la Russia, che dispone di un arsenale atomico potenzialmente illimitato. Stiamo quindi iniziando a fare pressione, in un modo molto imprudente, su due paesi molto forti; ci stiamo comportando in maniera profondamente pericolosa e irresponsabile.
Una volta messo in moto tutto questo, e una volta che Russia e Cina arriveranno alla conclusione che non si può interagire in modo razionale con gli USA e che anzi gli americani sono determinati a fare qualunque cosa per sottometterli e danneggiarli, può succedere di tutto e può verificarsi qualunque escalation. È un pericolo reale, stiamo rischiando una guerra di portata mondiale.
Press TV: (l’Italia dipende in larga misura dal petrolio libico) Cosa può dire del ruolo dell’Italia (come membro della NATO) in Libia?
Paul Craig Roberts: C’è un altro aspetto unico di questo intervento in Libia. Cosa ci fa la NATO in una guerra in Africa? La NATO è stata formata per difendere da una possibile invasione sovietica i paesi dell’Europa occidentale. L’Unione Sovietica non esiste più da vent’anni. Sotto la guida degli Stati Uniti e del Pentagono, la NATO è stata trasformata in una forza ausiliaria, che ora è coinvolta in una guerra di aggressione in Africa. Perché qui stiamo parlando di una guerra di aggressione, un attacco militare.
Questa è una trasformazione straordinaria. Perché sta succedendo tutto questo? Non siamo ricorsi alla NATO in Egitto o in Tunisia e certamente non lo faremo in Arabia Saudita o in Bahrein, perciò stiamo assistendo a qualcosa di veramente strano: la NATO in una guerra in Africa. Questo meriterebbe una spiegazione.
Fonte: www.presstv.ir
Link: http://www.presstv.ir/detail/176776.html
27.04.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GU