Gli Stati Uniti diffondono basi per controllare l'Eurasia

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DI RAMTAU MAITRA

Gli Stati Uniti stanno ampliando la presenza militare in Afghanistan,
accerchiando
contemporaneamente l’Iran. Washington istituirà nove basi nuove nelle
province
afgane di Helmand, Herat, Nimrouz, Balkh, Khost e Paktia.

Le cronache spiegano anche che la decisione di costituire nuove basi
militari
statunitensi era stata presa durante la visita a Kabul, lo scorso
dicembre,
del Segretario della Difesa Donald Rumsfeld. Successivamente, il
presidente
afgano Hamid Karzai ha accettato il diktat del Pentagono. Non che
Karzai
avesse scelta: l’intelligence statunitense è dell’opinione che Karzai
non
riuscirà a mantenere lo scettro del potere oltre il mese di giugno, a
meno
che l’esercito americano non riuscirà ad accelerare l’addestramento di
un
gran numero di reclute dell’esercito afgano e a proteggere Kabul. Anche
oggi, il centro della sicurezza di Karzai è gestito dal Dipartimento di
Stato americano con personale fornito dagli imprenditori americani
privati.Certo, l’Afghanistan è lontano dal vivere una situazione di stabilità,
anche
dopo quattro anni di presenza americana. Ciò nonostante, il fiorire di
basi
militari sembrerebbe essere un eccesso. In realtà, secondo gli
osservatori,
la vile espansione potrebbe far parte di un piano militare mondiale
americano
data la necessità di avere basi piccole ma flessibili che facilitino il
trasporto dei rifornimenti e che possano essere usate a tempo debito
come
un trampolino di lancio per favorire una presenza che va oltre i
confini
dell’Afghanistan.

L’Afghanistan sotto controllo?

Secondo l’agenzia ufficiale Bakhter News, il 23 febbraio scorso 196 istruttori
militari americani sono arrivati a Kabul per restare in Afghanistan
fino
alla fine del 2006. Secondo il generale H Head, comandante della Forza
Congiunta
americana, l’obiettivo della squadra è quello di accelerare i programmi
di istruzione e di addestramento del personale dell’esercito afgano. Il
piano per proteggere Karzai e la “democrazia” appena istituita in
Afghanistan
è basato sulla creazione, entro la fine del 2006, di un Esercito
Nazionale
Afgano (ANA) composto da 70.000 professionisti. A partire da adesso,
20.000
uomini facenti parte del personale dell’ANA coadiuvano più di 17.000
unità
delle truppe americane e più di 5.000 dell?Organizzazione del trattato
nord-atlantico
(NATO), con sede attualmente in Afghanistan.

Il 28 febbraio, inoltre, nel tentativo di procurare velocemente un gran
numero di miliziani all’ANA, Karzai ha nominato il generale Abdur
Rashid
Dostum capo di stato maggiore personale, un capo militare locale
uzbeko-afgano
poco popolare. La lista delle cose che non vanno in Dostum è troppo
lunga
per essere inserita in questo articolo, tuttavia Dostum è una figura
importante
per Karzai e per il Pentagono.

Dostum comanda perlomeno 30.000 miliziani, membri della
Jumbush-e-Milli.
Un cambiamento repentino delle uniformi comporterebbe all’ANA un
aumento
di 30.000 unità ad un costo minimo. Gli uomini di Dostum, per di più,
non
necessitano di un addestramento militare (ciò di cui hanno bisogno è,
invece,
comprendere e rispettare la legge e l’ordine). Un altro fattore
importante,
che entra in gioco con questa unione, è il piano Pentagono-Karzai per
neutralizzare
il principale gruppo etnico nord afgano, i Tajik-Afgani.

Dopo le elezioni presidenziali avvenute in Afghanistan lo scorso
ottobre,
Washington ha ripetutamente comunicato che sono stati estirpati i
denti
veleniferi di al-Qaeda e che i Talebani sono divisi. Una serie di
notizie
ritenute attendibili lasciano intendere che una parte dei capi talebani
abbia accettato la leadership di due seguaci pashtun, Karzai e
l’ambasciatore
americano Zalmay Khalilzad, e che stanno facendo carriera all?interno
del
governo di Kabul.

Con al-Qaeda ormai resa innocua e i Talebani divisi, si tenderebbe a
credere
che la situazione afgana sia perfettamente sotto controllo. Ma allora,
come
si spiega che il 17 marzo una bomba è esplosa nella città meridionale
di
Kandahar uccidendo cinque persone, lo stesso giorno in cui il
Segretario
di Stato americano, Condoleeza Rice, atterrava a Kabul per la sua prima
visita in Afghanistan? E perché Karzai ha posticipato la data per le
storiche
elezioni parlamentari dell’Afghanistan, programmate originariamente per
il 2004, in seguito per maggio 2005, adesso per settembre 2005?
Una cosa che certamente non è sotto controllo, e che è indubbiamente la
causa di molte minacce per il paese, è la produzione dell’oppio.
Durante
l’occupazione americana, la produzione dell’oppio è aumentata ad un
ritmo
molto più veloce di quello di Washington e di Karzai, nemici
indeboliti.
Nel 2003, l’Afghanistan ha prodotto 4.200 tonnellate di oppio. Nel
2004,
l’Afghanistan occupata dalle forze americane, e in parte democratica,
ha
prodotto un primato di 4.950 tonnellate, superando il livello assoluto
di
4.600 tonnellate prodotte sotto il governo talebano nell?anno 2000.

Sebbene il problema sia noto al mondo, il Pentagono si rifiuta di
affrontarlo.
Non è di competenza dei militari estirpare i campi di papavero, afferma
il Pentagono. In realtà, sostengono gli osservatori, ciò provocherebbe
l’ostilità
dei capi militari che rimangono i perni del Pentagono in Afghanistan.

Dietro la base

Alla luce di tutto ciò, non si può fare a meno di chiedersi perché si
stanno
istituendo delle nuove basi militari. Perché sono necessarie le basi
visto
che al-Qaeda è ormai solo un’ombra del passato, i capi talebani stanno
facendo
la fila per entrare a far parte del governo di Kabul e l’esercito
americano
non è interessato a contrastare un’esplosione di oppio?

Sulla questione è stata fatta un minimo di chiarezza durante il recente
viaggio in Afghanistan di cinque senatori americani, guidati da John
McCain.
Il 22 febbraio McCain, accompagnato dai senatori Hillary Clinton, Susan
Collins, Lindsey Graham e Russ Feingold, ha avuto degli incontri con
Karzai.

Dopo gli incontri McCain, il numero 2 repubblicano della Commissione
dei
Servizi Armati del Senato, ha affermato di essere stato impegnato in
una
“collaborazione
strategica che crediamo debba durare per molti, molti anni”. McCain ha
riferito
ai cronisti a Kabul che la collaborazione strategica dell’America con
l’Afghanistan
dovrebbe includere le “basi permanenti” per le forze militari
statunitensi.
Un portavoce del presidente afgano ha riferito alcune notizie ai
cronisti
secondo le quali le basi americane permanenti che si sono istituite
richiedono
l’approvazione del parlamento afgano, tuttora in fase di creazione.

Successivamente, forse rendendosi conto che l’immagine che Washington
vorrebbe
diffondere dell’Afghanistan è quella di una nazione sovrana, l’ufficio di
McCain ha rettificato i commenti con una dichiarazione: “Gli Stati
Uniti
dovranno rimanere in Afghanistan per aiutare il paese a sbarazzarsi
delle
ultime tracce dei Talebani e di al-Qaeda.” L’ufficio ha anche indicato
che
ciò che McCain intendeva dire era che gli Stati Uniti devono assumersi
un
impegno a lungo termine, non necessariamente delle basi “permanenti”.

Il 16 marzo il generale Richard Myers, presidente dei capi di Stato
Maggiore
congiunti americani, ha affermato che non era stata presa alcuna
decisione
relativa alla possibilità di cercare basi permanenti sul suolo afgano.
“Ma
chiaramente abbiamo sviluppato buoni rapporti e una buona
collaborazione
in questa parte del mondo, non solo in Afghanistan,” ha aggiunto,
accennando
anche all’esistenza di basi americane in Uzbekistan e in Kyrgyzstan.

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Un modello militare

Ma questo è un semplice gioco di parole. I resoconti dei media,
pubblicati
nel subcontinente del sud Asiatico, sottolineano un intento americano
che
va oltre quello di mantenere il controllo in Afghanistan, per giocare
un
ruolo determinante nell’immensa regione eurasiatica. Si può, infatti,
sostenere
che lo sbarco delle truppe americane in Afghanistan nell’inverno del
2001
fosse una politica intenzionale per installare delle future basi agli
incroci
di tre aree principali: il Medio Oriente, l’Asia Centrale e l’Asia
meridionale.
Non solo si tratta di un’area ricca di energia ma è anche il punto di
incontro
di tre potenze in crescita: Cina, India e Russia.

Il 23 febbraio, il giorno dopo che McCain ha definito “le basi
permanenti”
in Afghanistan, Mohammad Hassan Wulasmal, un autorevole analista
politico
e caporedattore del Kabul Journal, ha affermato: “Gli Stati Uniti
vogliono
dominare l’Iran, l’Uzbekistan e la Cina usando l’Afghanistan come base
militare.”

Gli ulteriori recenti sviluppi si collegano alla strategia
dell’Aeronautica
militare americana per ampliare l’ambito operativo su tutto
l’Afghanistan
e la regione del Mar Caspio con le sue fondamentali riserve di
petrolio
e di risorse naturali: l’Asia centrale, l’intero Iran, il Golfo
Persico,
lo Stretto di Hormuz e il Mare Arabico del Nord fino alle isole Socotra
dello Yemen. Questi territori fornirebbero all’America anche una
posizione
dominante in relazione al Pakistan, all’India e alle frange occidentali
della Cina.

La base è stata collocata a Manas fuori Bishkek, la capitale del
Kyrgyzstan
sembra partecipare allo stesso modello militare e qui, secondo le
cronache
asiatiche centrali, vi sono circa 3.000 truppe. Modello che esprime
il
più importante impegno di mantenere non solo le operazioni aeree
sull’Afghanistan
per il futuro immediato, ma una consistente presenza militare nella
regione
anche dopo la guerra.

Prima di collocare la base aerea a Manas, gli Stati Uniti hanno
generosamente
pagato il governo uzbeco per installare una base aerea a Qarshi
Hanabad,
dove rimangono circa 1.500 soldati americani, e sono stati presi degli
accordi
per utilizzare le basi aeree di Tajik e Kazakh per le operazioni
militari.
Anche il neutrale Turkmenistan ha concesso l’autorizzazione per i
sorvoli
militari. Apparentemente i leader delle nazioni dell?Asia centrale
stanno
fornendo attrezzature militari agli americani per aiutarli a sradicare
il
terrorismo islamico e qualsiasi altra forma di terrorismo che minaccia
i
loro paesi.

Questi sviluppi, soprattutto l’istallazione delle basi a Manas e a
Qarshi
Hanabad, non rappresentano un tentativo americano di trovare una via
d’uscita
per l’Afghanistan ma, al contrario, quello di istituire una presenza
militare.

Accerchiare l’Iran

Il 28 febbraio, l’Asia Times Online ha affermato che è stato avviato il
lavoro di costruzione di una nuova base NATO a Herat, Afghanistan
occidentale
(gli scavi americani nelle profondità dell’Afghanistan). Un altro
articolo
dell’Asia Times Online ha dichiarato che i funzionari americani
avrebbero
affermato di voler più basi militari nel paese, oltre ad utilizzare le
basi
presenti in Pakistan (vedi Il rifacimento di al-Qaeda, 25 febbraio).

Il portavoce dell?esercito americano, il maggiore Mark McCann, ha
affermato,
lo scorso dicembre, che gli Stati Uniti stavano costruendo quattro
basi
militari in Afghanistan che sarebbero stato usate solo dall’Esercito
Nazionale
Afgano. In quella occasione McCann ha dichiarato: “E’ vero, stiamo
costruendo
una base a Herat.” McCann ha aggiunto che Herat era una delle quattro
basi
in costruzione; le altre si trovavano nella provincia meridionale di
Kandahar,
nella città sudorientale di Gardez, nella provincia di Paktia, e a
Mazar-i-Sharif,
la città del nord che controlla la via principale per l’Afghanistan
centrale.

L’America ha già tre basi operative all’interno dell’Afghanistan; il
centro
logistico più importante per la coalizione guidata dagli Stati Uniti in
Afghanistan è la base aerea di Bagram a nord di Kabul, conosciuta
dalle
forze militari statunitensi come “BAF”. Gli osservatori fanno notare
che
Bagram non è una base aerea competente.

Vi sono altri centri logistici chiave presenti in Afghanistan e guidati
dagli Stati Uniti: la base aerea di Kandahar, o “KAF”, nell’Afghanistan
meridionale, e la base aerea di Shindand nella provincia occidentale di
Herat. Shindand si trova a circa 100 chilometri dal confine con l’Iran,
una posizione che mette la città al centro di polemiche. Inoltre,
secondo
la commissione di esperti della Sicurezza Mondiale, Shindand è la più
grande
base aerea dell’Afghanistan.

L’America sta spendendo 83 milioni di dollari per potenziare le sue
basi
a Bagram e a Kandahar, dotandole di nuove piste. Il generale di brigata
americano Jim Hunt, comandante delle operazioni aeree americane in
Afghanistan,
ha affermato durante una conferenza stampa al Kabul Monday: “Stiamo
continuamente
migliorando le piste di decollo e di atterraggio, le piste di
rullaggio,
gli aiuti alla navigazione, l’illuminazione delle basi aeree, gli
alloggiamenti
e le altre strutture per sostenere la difficile missione.”

La vicinanza di Shindand all’Iran potrebbe essere motivo di
preoccupazione
per Teheran, sostiene Paul Beaver, un analista indipendente della
difesa
situato a Londra. Beaver fa rilevare che, con le navi posizionate nel
Golfo
Persico e Shindand situata a due passi dall’Iran, Teheran ha motivo di
ritenere
che Washington è in procinto di accerchiare l’Iran. Ma l?America
minimizza
il potenziale di Shindand, affermando che non resterà a lungo con gli
Stati
Uniti. Tuttavia, non ha sortito alcun effetto sugli strateghi iraniani
il
fatto che la base nella provincia di Herat sia un anello di una
eccezionale
catena di nuove opportunità che gli americani sono in procinto di
disegnare
attorno al loro paese.

Shindand

non è l’unica preoccupazione di Teheran. In Pakistan, il
governo
di Pervez Musharraf ha riconosciuto l’aeroporto commerciale di
Jacobabad,
a 420 km circa a nord di Karachi e a 420 km a sudest di Kandahar, come
una
delle tre basi pakistane usate dagli americani e dalle forze alleate
per
appoggiare la loro campagna in Afghanistan. Le altre basi si trovano a
Dalbandin
e a Pasni. Secondo i termini di un accordo col Pakistan, le forze
alleate
possono utilizzare queste basi per missioni di ricerca e di soccorso,
ma
viene a loro vietato l’utilizzo per organizzare attacchi su obiettivi
talebani.
Sia la base di Jacobabad che quella di Pasni sono state isolate ed è
stato
sistemato tutt’intorno un cordone di cinque chilometri dalle forze di
sicurezza
pakistane.

I resoconti delle crescenti operazioni americane in Pakistan risalgono
a
marzo del 2004, quando due basi aeree pakistane- Dalbandin and Shahbaz
,
erano il centro di grandi movimenti per fornire supporto logistico alle
Forze Speciali e alle operazioni di intelligence. La base aerea di
Shahbaz
vicino a Jacobabad sembrava essere la chiave per l?offensiva americana
della
primavera del 2004. Stando a quel che si dice, a Jacobabad, gli aerei
da
trasporto C-17 erano giornalmente interessati nelle distribuzioni dei
rifornimenti.
Un articolo del 10 marzo 2004 apparso sul quotidiano pakistano, il
Daily
Times, asseriva che la base aerea era sotto il controllo americano con
un
anello interno di strutture il cui accesso era vietato ai militari
pakistani.

Ramtau Maitra

Fonte:http://iraqwar.mirror-world.ru
link:http://iraqwar.mirror-world.ru/tiki-read_article.php?articleId=44703
30.03.05

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Floriana Figura

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