DI MARC SLAVO
Anche se le notizie sul virus Ebola sono state praticamente sospese, dopo che il mese scorso due operatori sanitari americani sono stati ricoverati in strutture statunitensi, il contagio mortale continua a diffondersi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) oltre il 40% di tutti i casi di Ebola si sono verificati finora solo negli ultimi tre mesi, il che indica che il virus sta continuando la sua corsa.
Il medico Alessandro Vespignani della Northeastern University di Boston, è uno dei tanti ricercatori che stanno tentando di capire quanto potrà diffondersi l’Ebola e in che modo potrà riguardare le persone di tutto il mondo. In base ai suoi dati, ci saranno 10.000 casi nel settembre di quest’anno e da qui si potrà solo peggiorare.
(Un modello creato da Alessandro Vespignani e suoi colleghi, indica che, con la sua attuale diffusione, Ebola potrà infettare fino a 10.000 persone entro il 24 settembre prossimo. Altri modelli suggeriscono fino a 100.000 infetti a livello globale entro dicembre di quest’anno. L’area ombreggiata rappresenta il range di variabilità.)
Estrapolando le tendenze attuali, il numero dei malati e dei morenti sale rapidamente a 3,000 casi e a 1,500 decessi su circa 10,000 casi entro il 24 settembre, e centinaia di migliaia nei mesi successivi. “I numeri sono davvero spaventosi,” dice, anche se sottolinea che il modello non tiene conto di un auspicabile rafforzamento significativo degli sforzi di contenimento. “Ci auguriamo tutti che questo non accada” scrive Vespigani in una mail.
Vespignani non è il solo che sta cercando di prevedere in che modo potrà progredire quest’epidemia senza precedenti. La scorsa settimana, l’ OMS ha stimato che il numero dei casi, alla fine, potrà superare i 20.000. E gli scienziati di tutto il mondo si stanno affannando a creare modelli informatici che descrivano con precisione la diffusione del virus mortale. Non tutti suonano tetri quanto il Vespignani. Tuttavia, tutti i creatori di modelli concordano sul fatto che gli attuali sforzi per contenere l’epidemia non sono sufficienti a fermare la corsa dell’agente patogeno mortale.
“Se l’epidemia in Liberia dovesse continuare al passo attuale, al 1 ° dicembre di quest’anno il numero totale di casi supererà i 100.000” – prevede Althaus. Riconosce, tuttavia, che le previsioni a lungo termine sono soggette a errori.
Vespignani ha analizzato la probabilità che Ebola si diffonda in altri paesi. Utilizzando i dati su milioni di viaggiatori di aerei e pendolari e sui modelli di mobilità, sulla base dei dati provenienti da censimenti e dispositivi mobili, ha costruito un modello mondiale, in cui poter introdurre Ebola e quindi eseguire centinaia di migliaia di simulazioni. In generale, la possibilità di un’ulteriore diffusione oltre l’Africa occidentale è minima, dice Vespignani, ma il rischio cresce con l’entità dell’epidemia.
Secondo il modello, Ghana, Regno Unito e Stati Uniti sono tra i paesi più esposti a una prima entrata del virus.
Fonte: Science Mag e WHO via Investment Watch
Anche se ricercatori e funzionari sperano che questo “non accadrà”, resta il fatto che Ebola ha iniziato a diffondersi fin da quanto è stato identificato, all’inizio di quest’anno. E ora continua a propagarsi in città africane densamente popolate, come Lagos, in Nigeria.
Il Centro per il Controllo delle Malattie (CDC) e gli ospedali statunitensi sostengono che la probabilità della diffusione di Ebola negli Stati Uniti resta “estremamente bassa”, ma questo non li ha fermati dal predisporre dei protocolli di controllo delle infezioni, necessari a causa dei tassi estremamente elevati di mortalità associati a coloro che contraggono il virus.
Gli ospedali di tutta la California del sud si stanno preparando ai potenziali casi di Ebola, anche se continuano a rassicurare i pazienti e gli operatori sanitari che il rischio è molto basso.
I funzionari della sanità pubblica dicono che con le giuste procedure di isolamento e di controllo delle infezioni, tutti gli ospedali saranno in grado di gestire in modo sicuro un paziente con Ebola, senza esporre il personale o gli altri pazienti.
“Abbiamo in ogni caso l’infrastruttura necessaria, poiché gestiamo cose simili ogni giorno: tubercolosi, influenza, morbillo e pertosse “, ha detto il dottor Zachary Rubin, direttore medico di epidemiologia clinica e prevenzione delle infezioni presso l’ UCLA. “Anche se Ebola fa notizia, è un lavoro che facciamo da sempre ogni giorno”.
Le raccomandazioni su Ebola rivolte dal CDC agli ospedali comprendono una serie di misure quali: camere singole per i pazienti, rivestimenti protettivi per il personale, e, per quanto possibile, un limitato uso di aghi per prevenire la trasmissione.
“Nel contesto delle malattie globali, la probabilità che Ebola arrivi negli Stati Uniti o all’UCI Medical Center è talmente bassa che non ci aspettiamo che accada” ha detto Gohil.
“Tuttavia, la mortalità è talmente alta e le possibilità di viaggi nel mondo sono talmente elevate che dobbiamo in ogni caso essere pronti. Una delle prime cose da fare è quella di rassicurare il proprio staff e i propri pazienti che la situazione è totalmente gestibile”.
Fonte: Los Angeles Register
Gli esperti dicono che il virus non si diffonde per via aerea come l’influenza o il morbillo. Tuttavia, ci sono alcune indicazioni che l’attuale ceppo del virus può essere mutante. Il mese scorso un avvertimento lanciato dal CDC segnalava che può esserci anche trasmissione via aerea attraverso i materiali infetti da Ebola.
Si invita, inoltre, il personale delle compagnie aeree a fornire mascherine chirurgiche per le potenziali vittime di Ebola in modo “da ridurre il numero di goccioline espulse nell’aria mentre si parla, si starnutisce o si tossisce”.
Il CDC sta anche sollecitando gli addetti alle pulizia delle compagnie aeree a “non usare aria compressa, che potrebbe diffondere materiale infetto attraverso l’aria.” (la sottolineatura l’ho aggiunta io).
E’ comprensibile la preoccupazione del CDC per la diffusione di Ebola per via aere alla luce dell’esperimento condotto nel 2012 da scienziati Canadesi che dimostrò che “il virus può essere trasmesso per via aerea da specie a specie”.
Al momento attuale è troppo presto per sapere se gli sforzi compiuti dai funzionari della sanità africani, europei e statunitensi saranno abbastanza efficaci da fermare il virus. Ci sono chiari segnali che continuerà a diffondersi, come ha fatto nel corso dell’ultimo anno.
I modelli della malattia, basati su densità demografica e mobilità, mostrano che è solo una questione di tempo prima che l’infezione entri negli Stati Uniti.
Nell’ipotesi che una sola persona dell’emisfero occidentale lo contragga, c’è la possibilità di contagio ad altri soggetti.
Gli ospedali negli Stati Uniti possono anche predisporre dei protocolli di isolamento, ma il Messico? Il confine meridionale è stato lasciato completamente esposto. Con spazi ristretti su treni e camion che trasportano centinaia o migliaia di migranti e le condizioni insalubri, è del tutto possibile che un singolo individuo infetto possa trasmettere il virus a decine di altri, che a loro volta si disperderanno nelle varie città, non appena raggiunto il suolo americano.
E questo non comprende neanche i milioni di viaggiatori in arrivo e in partenza negli aeroporti degli Stati Uniti da costa a costa e su base quotidiana.
Il CDC e i funzionari della sanità degli Stati Uniti possono essere convinti di essere in grado di contenere il fenomeno, ma ogni sforzo finora compiuto nel mondo in casi come questo, finora ha fallito.
Inoltre, qualora si verificasse un focolaio di Ebola negli Stati Uniti, il panico che ne deriverebbe supererebbe persino quello a cui abbiamo assistito durante l’influenza H1N1 pochi anni fa. A causa del suo alto tasso di mortalità, oltre il 25% degli americani adulti teme che il virus possa diffondersi ad un familiare o un amico. Questo suggerisce che al primo segnale di contagio sulle coste degli Stati Uniti si scatenerà la corsa alle forniture mediche, una volta che il virus diventa una realtà sul proprio territorio.
Il sistema sanitario potrebbe risultarne improvvisamente sopraffatto e le forniture mediche iniziare a scarseggiare, a causa della corsa frenetica di americani terrorizzati all’accaparramento di maschere facciali N-100 approvate dall’OMS e di tute protettive.
La migliore prevenzione inizia in casa propria e sarà importante rifornirsi per tempo di presidi e forniture pandemiche, come dice Tess Pennington, autrice di The Prepper’s Blueprint. Alcune delle cose che la Pennington elenca si potrebbero già acquistare fin da ora – prima che si scateni il panico – dai supermercati, dal ferramenta o online…
Pennington raccomanda di prepararsi non soltanto per prevenire l’infezione, ma perchè ciò avrà un impatto positivo su tutto il quadro generale dell’economia e delle operazioni che il governo dovrà compiere.
Avere un’informazione di prima mano dei protocolli del governo prima che si verifichi un’emergenza di questa natura sarà utile ad anticipare gli eventi. Sapere da subito che nel momento in cui la popolazione si trovasse a dover affrontare una pandemia la nostra vita cambierà drasticamente, può aiutare a fare scelte migliori per il bene della vostra famiglia.
Alcuni di questi cambiamenti potrebbero essere:
• Scarsità o chiusura di esercizi commerciali
• Collasso delle infrastrutture di base: comunicazioni, trasporti pubblici, catene di distribuzione
• Interruzione nel pagamento degli stipendi
• Penuria di personale in ospedali e cliniche
• Interruzione dei servizi pubblici, chiusura di scuole, luoghi di lavoro, impianti sportivi; sospensione di eventi sportivi e funzioni religiose
• Quarantene volontarie o disposte dal governo
Tra le altre sue indicazioni per la creazione di una camera virale, Tess consiglia anche una “lista della spesa” .delle cose fondamentali da avere con sé in caso di pandemia:
Lista della spesa – cose di cui rifornirsi in caso di pandemia:
• Mascherine facciali N-100 (di qualità approvata dall’OMS)
• Guanti in latex
• Tute in Tyvek
• Paraocchi protettivi
• Fluidi ed elettroliti
• antidolorifici
• igienizzanti per le mani
• Teli di plastica
• Sacchi per i rifiuti
• Scorte di cibo in casa nell’eventualità di chiusura di alcuni esercizi commerciali.
• Cliccare qui per leggere tutta la lista delle cose necessarie in caso di pandemia
Non possiamo essere certi al 100% di quello che sarà, specialmente quando trattiamo di situazioni anomale come le pandemie. Ma potrebbe anche accadere che i centralini degli ospedali a un certo punto possano andare in tilt, che spariscano degli alimenti dagli scaffali dei supermercati e che la maggioranza della gente non sappia cosa debba fare.
Possiamo, tuttavia, prepararci con materiali, presidi e procedure adeguate e con l’informazione necessaria per aumentare la nostra capacità di prevenire il contagio dalle persone più vicini a noi, ed usando tutte le accortezze del caso nel momento in cui il contagio si diffonderà.
Marc Slavo
Fonte: http://www.shtfplan.com
1.09.2014
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63