DI MARCO CEDOLIN
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Finalmente quella che era solo una sensazione si è tramutata in realtà. Nonostante lo spostamento a giugno dei referendum, rifiutando l’accorpamento con le elezioni amministrative di qualche settimana fa, nonostante le manovre messe in campo dal governo per dissuadere la gente dall’andare alle urne, ritirando scorrettamente una legge oggetto della contesa referendaria, nonostante alchimie ed ostruzionismi assortiti, il quorum è stato abbondantemente superato ed il numero dei votanti si è assestato intorno al 57%.
Poco importa se il valore giuridico della consultazione può ritenersi relativo, così come poco importa se fra coloro che festeggiano, dopo essere saliti sul carro del vincitore, c’è un ampio bestiario politico che da sempre offre la sponda tanto alla lobby dell’atomo quanto alla mercificazione dei beni comuni.Quello che conta è il messaggio politico adamantino che gli italiani hanno inteso mandare recandosi in massa alle urne, in barba a tutti i tentativi di dissuaderli. No alla reintroduzione in Italia delle centrali nucleari, già bocciate nel 1987 e NO alla trasformazione dell’acqua in una merce, da vendere “a barili” come il petrolio…..
Non in termini elettorali e di visibilità politica, come tanti partiti già stanno facendo, ma gettando le basi per una battaglia popolare che partendo dal basso, ponga le basi affinché il bene acqua venga gestito nel migliore dei modi a beneficio di tutti e le centrali nucleari rimangano quel dinosauro che un po’ tutti gli altri paesi stanno cacciando fuori dall’Europa.
Marco Cedolin
Fonte: http://ilcorrosivo.blogspot.com
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13.06.2011