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La Redazione

 

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Gli australiani pagano pensioni d’oro agli ammiragli americani

Ammiragli statunitensi in pensione si fanno pagare dai contribuenti australiani migliaia di dollari al giorno come consulenti per la difesa
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A cura di CptHook
Il 27 Aprile 2023
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admiral_richardson

È stato rivelato che l'ammiraglio statunitense in pensione John Richardson riceve migliaia di dollari al giorno per fare da consulente al Dipartimento della Difesa.

Chissà se gli americani considerino questa attività come un’altra voce attiva della bilancia dei pagamenti con l’estero. Certo è che i militari americani in pensione, già dotati di grande spirito imprenditoriale sul mercato domestico con l’invenzione delle “porte girevoli“, dimostrano grande senso degli affari e costante dedizione agli interessi del proprio paese, anche se il dollaro australiano potrebbe non essere considerato un investimento eccellente. Però, tant’è, come rispose Vespasiano, anche questo “non olet” e, d’altra parte, qui si parla solo dei compensi per consulenza all’estero, ma dobbiamo anche pensare a quanta consulenza viene fatta a tutto vantaggio dell’industria degli armamenti USA, come si può facilmente immaginare leggendo l’articolo. D’altronde, non si diceva una volta: “Vieni in Marina, imparerai un mestiere e girerai il mondo”? Ammiraglio in pensione, appunto, il mestiere del futuro.

 

Andrew Greene – ABC News – 27 aprile 2023

 

Una sfilata di alti ufficiali americani in pensione ha ottenuto contratti di consulenza molto remunerativi con il Dipartimento della Difesa australiano, con un ex ammiraglio pagato 5.000 USD (7.560 dollari AUS – 4.536 EUR, N.d.T.) al giorno per la sua esperienza.
La ABC è anche in grado di confermare che una delle più importanti spie americane ha lavorato per un’agenzia di intelligence australiana, un anno dopo aver rassegnato le dimissioni da direttore della National Intelligence statunitense, quando Donald Trump è diventato presidente.
I dettagli degli accordi sono stati resi noti dal Pentagono per la prima volta, rivelando come alti ufficiali americani abbiano sfruttato il loro servizio militare nell’ultimo decennio per ottenere incarichi da governi stranieri, anche in Australia.
Secondo i documenti forniti il mese scorso dal Pentagono al Congresso, dal 2012 decine di militari statunitensi in pensione hanno ottenuto l’autorizzazione a lavorare per l’Australia.
In un caso, l’ammiraglio in pensione John Richardson, che ha guidato la Marina statunitense dal 2015 al 2019, riceve 5.000 USD al giorno come consulente part-time, in base a un contratto con il dipartimento della Difesa australiano, stipulato lo scorso anno.
Come parte dell’accordo di consulenza stipulato attraverso la società di consulenza Burdeshaw Associates, con sede a Washington DC, l’ex ammiraglio riceve anche le spese di viaggio e alloggio per svolgere il suo lavoro in Australia.
Secondo i documenti del governo australiano, il contratto di un anno per i suoi “servizi di consulenza” è iniziato nel novembre 2022 ed è stato assegnato senza gara d’appalto “a causa dell’assenza di concorrenza per motivi tecnici”.
La scorsa settimana il Dipartimento della Difesa australiano ha confermato che un altro ex viceammiraglio, William Hilarides, è stato pagato quasi 2,5 milioni di dollari (australiani) per le consulenze fornite dal 2016 attraverso il Naval Shipbuilding Advisory Board e il Naval Shipbuilding Expert Advisory Panel.
Questa settimana la ABC ha rivelato che Hilarides è stato scelto anche per condurre una nuova revisione delle dimensioni e della struttura della flotta di superficie della Royal Australian Navy e, secondo i registri del Pentagono, si fa pagare una tariffa giornaliera di 4.000 USD (6.000 AUSD).
I documenti ottenuti per la prima volta dal Washington Post rivelano anche che nel 2019 il governo dell’ACT ha assunto un ex comandante della Marina degli Stati Uniti per lavorare come consulente presso il Chief Minister, Treasury and Economic Development Directorate per l’equivalente di 170.000 USD.

 

Una spia statunitense di alto livello pagata per contribuire alla creazione dell’Ufficio dell’intelligence nazionale.

james_clapper

James Clapper era il direttore dell’intelligence nazionale statunitense prima di venire a lavorare in Australia.

Una delle rivelazioni più intriganti emerse dai documenti del Pentagono è che l’ex direttore dell’Intelligence nazionale statunitense James Clapper, dimessosi dopo l’elezione di Donald Trump a presidente nel 2016, è stato poi pagato per lavorare per il nuovo Office of National Intelligence australiano.
Nel 2017, il veterano dell’aeronautica statunitense – che era stato sottosegretario alla Difesa per l’Intelligence – è stato nominato visiting Distinguished Professor presso l’Australian National University e ha parlato al National Press Club di Canberra. Secondo i documenti del Pentagono appena resi noti, Clapper ha poi ricevuto nel 2018 una somma non rivelata per lavorare con l’Office of National Intelligence (ONI) di Canberra, istituito formalmente nel dicembre dello stesso anno.
Durante la sua visita del 2017, Clapper aveva elogiato la decisione dell’allora primo ministro Malcolm Turnbull di creare l’ONI come punto unico di coordinamento dell’intelligence che avrebbe allineato l’Australia ai partner Five Eyes, Stati Uniti e Regno Unito.

 

andrew_greeneAndrew Greene è il corrispondente per la difesa della ABC e si occupa del Parlamento federale dal 2004. Entrato a far parte della ABC nel 2010, ha lavorato in Afghanistan, Iraq, Stati Uniti ed Europa, oltre a svolgere incarichi in tutta l’Australia. Andrew ha iniziato la sua carriera in una radio commerciale e, mentre lavorava per Seven Network, è stato finalista del Walkley Young Journalist of the Year Awards. Ha anche vissuto e lavorato nella Repubblica Ceca e parla correntemente il ceco.

 

Link: https://www.abc.net.au/news/2023-04-27/retired-senior-american-military-officers-contracts-defence/102269580?utm_source=substack&utm_medium=email

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