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La Redazione

 

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GLI ANIMALI NEI CIRCHI

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A cura di Davide
Il 18 Agosto 2005
90 Views

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Quando si pensa al circo si immagina un ambiente cordiale, festivo, piacevole, pieno di bambini e non. È per questo che si portano i propri figli al circo, per fare in modo che si divertano e si svaghino. Si possono vedere equilibristi, funamboli, musicisti, ballerini, pagliacci e acrobati, professionisti che dedicano la loro vita ad una vera arte. Ma questa immagine viene rovinata dalla presenza contro natura degli animali. Già da bambini, i nostri figli imparano dai circhi la peggior disposizione d’animo nei confronti degli animali, magnifiche creature che vengono private della loro dignità nell’intento di indurli a mettere in scena trucchi stupidi e dolorosi, i quali, finiscono per essere percepiti dai nostri figli come qualcosa di naturale. Tutto questo deve cambiare. Il nostro scopo non è in alcun modo quello di demonizzare i circhi. Pensiamo che quella circense sia un’attività onesta e ricca di tradizione, ma deve anche evolversi.

Molti pensano che i circhi con gli animali rappresentino una tradizione che va preservata. Noi non la pensiamo così in quanto una tradizione va intesa come una trasmissione di usanze, creazioni artistiche tramandate di generazione in generazione e l’usanza è un’abitudine acquisita attraverso la ripetizione di determinate azioni. Crediamo che nessuno può giustificare l’obbligo a mantenere invariata un’istituzione tanto dignitosa e onesta come quella dei circhi, senza progredire verso forme più moderne solo perché lo sostiene una tradizione basata sulla semplice ripetizione di azioni. Se così fosse la storia approverebbe le lotte tra galli, i combattimenti tra scimmie, i circhi romani dove uomini lottavano per la propria vita contro bestie feroci, per non parlare delle guerre di aggressione e dei genocidi, che nel corso della storia si sono ripetuti in successione. Tutte queste aberranti “tradizioni” o “usanze” furono abolite dall’uomo, o quanto meno proibite, di modo che nessuno potesse giustificarne l’esistenza. La stessa cosa accade coi circhi, sono grandi istituzioni degne di rispetto che però devono evolversi per il bene comune.

I bambini

Quando un bambino va al circo e vede gli animali, raramente si chiede come sono arrivati lì, in che condizioni dormono, come vengono addestrati, quale sarà il loro destino dopo lo spettacolo, ecc. Tutte domande importanti nel momento in cui dobbiamo conoscere una realtà che si scontra coi miti generalizzati sulla bontà dei circhi nei confronti degli animali.

Gli animali

In primo luogo dovremmo ricordare che la maggior parte degli animali sono stati strappati al loro habitat naturale. Va rilevato che dopo il traffico di droga e di armi, quello della fauna è il terzo commercio illegale del mondo per la quantità di denaro investito. Gli animali possono avere le carte in regola, ma nella maggioranza dei casi, visto che non sono richiesti da nessun organismo governativo, vengono spostati nella totale illegalità. Questo si traduce spesso in una mancanza di controllo e, di conseguenza, in una totale mancanza di attenzione per gli animali stessi.

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Addestramento

Allo stesso tempo, quando i nostri figli osservano uno spettacolo circense e rimangono sbigottiti di fronte alle piroette degli animali, non si chiedono se sono capaci di realizzarle anche nel loro stato naturale. La risposta è NO. In natura gli orsi non vanno in bicicletta, le tigri non saltano dentro anelli di fuoco e gli elefanti non camminano su due zampe. Tutto questo è il frutto di un addestramento forzato e crudele che lede i loro modelli di condotta naturale e che rappresenta un triste ricordo dell’era delle barbarie di cui dovremmo vergognarci profondamente.

Per realizzare i loro numeri gli animali vengono costretti, contro la loro volontà, ad adottare comportamenti anormali e artificiali attraverso metodi che sono tanto più violenti quanto più violenti si rivelano gli animali stessi, e il cui intento è il dominio assoluto dell’animale che viene trasformato in una semplice marionetta all’interno del circo. Per raggiungere i loro scopi, gli addestratori, al fine di farsi obbedire, utilizzano spranghe di ferro, fruste e spilli. In alcuni casi vengono utilizzati, in forma assolutamente invisibile, anche durante le esibizioni in pubblico. Tutto questo può essere dimostrato, basti pensare che durante l’esibizione, accade spesso che l’animale alla semplice vista di una frusta associa subito quest’ultima alle bastonate ricevute sul corpo e sulla testa, e “magicamente”, finisce per fare ciò che l’addestratore desidera. Ma se, dopo aver tentato con tutti i metodi menzionati, l’animale continua a non rispondere, ci si appella all’ultimo e più crudele dei metodi, la fame. Si smette di fornire il cibo necessario al loro sostentamento in modo da ottenere una reazione. Questo ci aiuta a prendere coscienza del fatto che un orso sopra una bicicletta non è un fatto naturale e tanto meno qualcosa di divertente per l’animale, bensì il prodotto della peggiore crudeltà umana e della paura accumulata.

Incidenti

Gli animali circensi, per i maltrattamenti e il tipo di vita che conducono, che è completamente alieno alla loro natura, spesso perdono il controllo delle loro azioni e reagiscono violentemente. È per questa ragione che, anche se molti lo negano, gli incidenti sono molto comuni in questa vera e propria tortura animale. Solo prendendo in esame il periodo che va dal 1990 al 1999, vediamo che nel mondo sono morte 47 persone a seguito delle reazioni di animali e cento sono stati i feriti. In Argentina abbiamo molti precedenti come quello di San Pedro, Provincia di Buenos Aires, dove due leoni riuscirono a scappare ferendo e uccidendo degli esseri umani. L’ultimo incidente è accaduto il 21 Aprile 2004 a Laferrere: una tigre è scappata dalla sua gabbia nel Circo Rumeno uccidendo chiunque si trovasse lungo la pista principale. Di certo non è l’unico caso al mondo. Solo per fornire un esempio di ciò che i maltrattamenti possono provocare, si pensi che una tigre sottoposta a forte nervosismo può uscire dal palco e uccidere un bambino di 6 anni che fa parte del pubblico, come è accaduto il 3 Settembre 1994 a Nuova Delhi. Questo è un perfetto esempio di come l’intento di un padre di trascorrere un momento di svago coi suoi figli, possa poi trasformarsi in una tragedia per questioni che il pubblico in generale ignora.


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Confino

Le torture subite dagli animali non si limitano a quelle descritte finora. Bisogna anche ricordare che prima di appartenere al circo gli animali vivevano in mezzo alla natura, mentre ora si trovano a condurre la vita di nomadi, legati con delle catene alle loro piccole gabbie. Vengono trasportati di città in città all’interno di cubicoli che non gli permettono né di riposarsi né di dormire e dove l’igiene non è il comune denominatore. Sono condannati a vivere nella monotonia dei lunghi viaggi, dove è normale che manchi l’acqua e il cibo. Questo viene spesso rimpiazzato coi gatti e i cani che gli operai del circo catturano per le vie della città in cui si trovano. I poveri animali catturati vengono lanciati vivi nelle gabbie di modo che i viaggiatori famelici si “alimentino”. Ma questo non è tutto, il peggio arriva nei periodi di bassa stagione quando gli animali si trovano legati alle loro gabbie per dei mesi. E anche in questo contesto reagiscono. È così che si sono avuti casi di automutilazione delle dita delle mani nelle scimmie, costanti urti con la testa, e il continuo dondolio da un lato all’altro, come fanno gli elefanti (movimenti stereotipati). Tutti segni chiari di quanto sia innaturale la situazione in cui l’uomo li costringe a vivere.

Abbandono per morte

Infine, dovreste prendere coscienza del fatto che la maggior parte degli animali che provengono dai circhi muoiono nei circhi. Anche se, è altrettanto sicuro che il traffico di animali possa fare in modo che vengano venduti al fine di condurre esperimenti medici non autorizzati o, nel peggiore dei casi ma non per questo meno frequente, che vengano abbandonati nella città prima di partire. Chiunque può immaginare quello che potrebbe succedere se una tigre affamata e maltrattata venisse abbandonata nel porto della nostra città. Potrebbe provocare una catastrofe dalle dimensioni imprevedibili.

Circhi senza animali nel mondo

La lista è molto lunga, ne menzioneremo solo alcuni: Circo della famiglia Cirkus, Circo Italiano, Circo Millennia, Circo de los Niños, Circo du Soleil, Circo Floize, Circo Fos, Circo Plume, Circo Cloud Seeding, Circo Fern Street, Circo Flying Fruti Fly, Circo Flying High, Circo Gregangelo & Felocity Trouppe, Circo Hiccup, Circo Imperiale della Cina, Circo Lazer Vaudeville, Circo Les Colporteurs, Circo “Haga un Circo”, Circo Internazionale del México, Circo Neil Goldbergos, Circo New Picle, Nuovo circo di Shanghai, Circo Russo-Americano per i bambini e il Circo Teatro Swamp.

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Come vediamo non è solo di una corrente di pensiero, ma qualcosa che si retro-alimenta. Man mano che le diverse città del mondo proibiscono i circhi, questi ultimi eliminano gli animali dalle loro esibizioni. È così che, attraverso le misure adottate dai diversi paesi, si favorisce la difesa degli animali. La Città di Buenos Aires, conosciuta in tutto il mondo come una città piena di innovazioni, fa parte di questa corrente mondiale che cerca di eliminare tutte le crudeltà che gli animali sono costretti a sopportare al fine di ottenere una “buona performance” all’interno del circo.

Aspetti economici

Per noi questo non è un argomento molto simpatico perché significa mettere insieme diritti e denaro, ma è comunque importante sviluppare questo tema al fine di demolire la teoria secondo la quale una città libera dagli animali creerebbe più disoccupazione o toglierebbe posti di lavoro. Niente è più lontano dalla realtà.

In primo luogo dobbiamo puntualizzare il fatto che nella Città Autonoma di Buenos Aires un circo con animali non paga più imposte o tasse di uno senza animali. Pertanto, la proibizione non sottrarrebbe risorse alla città. Sebbene non sia una buona misura neanche quella che prevede che un animale venga protetto solo attraverso l’applicazione di oneri fiscali sui circhi.

In secondo luogo, nel circo con animali la rappresentazione si sviluppa alle spalle degli animali stessi, ponendo i veri artisti su un secondo piano. Questo non si può paragonare ad un circo senza animali dove l’intrattenimento è fornito dai soli artisti, le cui esibizioni di solito risultano noiose se paragonate a quelle dei circhi con animali. Pertanto, il circo senza animali sta creando più possibilità di occupazione, sta pagando più imposte e generando ricchezza per un numero di persone più alto rispetto a un circo che utilizza animali nei suoi “spettacoli”.

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Infine, da un punto di vista esterno, un circo con animali che arriva a Buenos Aires non paga nessun addizionale per la presenza di animali. Per portare un circo basta semplicemente ottenere dall’ufficio consolare corrispondente, il visto per la realizzazione di attività artistiche della durata di 15 giorni per ognuno dei propri membri, il costo è di 40 dollari. Se si decide di restare per più tempo bisogna procurarsi il visto d’ingresso alla Direzione Nazionale delle Migrazioni, il costo è di 200 pesos per persona. Cui dovrebbe sommarsi il costo della realizzazione del documento migratorio, che costa 50 dollari a persona e si ottiene all’ufficio consolare corrispondente. In questo modo è chiaro che un circo con più artisti e senza animali, per l’Argentina, possiede parametri economici più convenienti.

È per queste tre ragioni che la teoria secondo la quale la proibizione degli animali nei circhi crea disoccupazione e sottrae risorse allo stato, è da considerarsi completamente screditata. Pertanto, vediamo che dal punto di vista economico una Città libera dai circhi con animali è più conveniente.

Federación Argentina de Bienestar Animal
Fonte:http://www.fabaonline.com/fabaonline2003
/ampliar_INTERES_GENERAL.html?
action=ampliar&record_id=102&nombre_seccion=INTERES_GENERAL
http://www.animanaturalis.com/modules.php?goto=Svst97_619

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org a cura da MONIA

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