(OVVERO) PERCHE’ POLITICI, PRETI E UOMINI D’AFFARI SNOBBANO LE TEMATICHE ANIMALISTE
DI FRANCO LIBERO MANCO
luigiboschi.it
Perché i personaggi che frequentano i salotti impegnati della televisione, in cui si parla di politica, economia, giustizia sociale ecc. non parlano mai di animali? Ma figuriamoci! Ti pare che, con tanti problemi che ci sono, uomini del calibro di Berlusconi, del cardinale Bagnasco o dei ministri dell’istruzione, della sanità, della giustizia o delle finanze possano avere tempo di considerare anche il problema degli animali? Ma figuriamoci! Gli animali! Hanno ben altro a cui pensare, come aveva ben altro a cui pensare l’aristocrazia, la nobiltà di un tempo che considerare la sofferenza e la dignità degli schiavi, dei negri, degli zingari, degli ebrei ai quali veniva negata non solo la capacità di avere sentimenti ma anche quella di soffrire. “Voi vegetariani-animalisti siete dei sognatori, dei romantici, dei nostalgici dell’età dell’oro”.
Ma il nostro chiodo fisso è la coscienza umana, questa coscienza collettiva capace di convivere passivamente con lo sterminio di 60 miliardi di animali all’anno. La nostra ferrea profonda convinzione è che finché non cambia la coscienza dell’uomo questo è condannato a vivere nella violenza, nelle malattie e nel dolore e che la causa di tutto questo sta nella violenza esercitata sistematicamente verso gli ultimi, gli innocenti, i diversi, gli animali.
Il problema è che per questi signori il problema degli animali non esiste come problema.
C’è forse qualcosa di più importante e di più urgente che dar vita ad una nuova e vera coscienza morale più giusta e sensibile verso i sofferenti di qualunque specie? Capace di percepire il dolore ed il valore delle vita e delle differenze formali che la compongono? Capace di dar voce alla massa sconfinata di esseri viventi non umani che gridano inascoltati? C’è forse un problema etico più drammatico di quello di essere governati da persone indifferenti al massacro giornaliero di milioni di animali? Certo l’interesse del boia non coincide con quello della vittima.
Tutti i problemi dell’universo nascono dall’incapacità dell’individuo di percepire le esigenze vitali dell’altro: l’indifferenza verso il dolore altrui è il vero cancro del genere umano. La fame nel mondo è causa dell’egoismo umano; la guerra è la diretta conseguenza dell’ingiustizia e della carenza di valori morali e spirituali dell’individuo; il disordine sociale ha le stesse radici. C’è il problema della giustizia, della sanità, della scuola, della mancanza di lavoro, delle pensioni da fame, della famiglia in crisi, della droga, dei giovani in cerca di ideali ecc. ecc, ma si dimentica che tutti i problemi sono riconducibili alla coscienza degli uomini, alla buona amministrazione dei dirigenti, alla loro onestà e senso di giustizia. Ma ognuno ha la sua visione delle cose.
Rimandare il rispetto per gli animali a quando saranno risolti tutti i problemi umani significa dire mai; significa negare il problema, che scaturisce proprio dalla separazione dei problemi, mentre tutto è interconnesso, consequenziale, come sono interconnesse le membra di uno stesso organismo e quando una sola parte è malata tutto il resto è in pericolo. Ma questo sembra che i personaggi di cui trattasi non riescono a capirlo.
Ciò che occorre far capire è che finché l’uomo tratterà i suoi problemi in modo separato dal suo contesto naturale non sarà possibile risanare l’organismo malato: è come cercare di salvare un uomo ammalato di cancro curandogli i calli delle mani. Occorre combattere l’ingiustizia, non quella perpetrata sull’uomo, ma l’ingiustizia in quanto tale, in senso lato; occorre lottare contro la violenza, non la violenza sull’uomo, ma la violenza come principio; occorre che l’uomo impari a difendere la vita, non la vita dell’uomo, ma la vita in qualunque forma si manifesta; occorre che l’uomo impari ad amare non solo l’uomo, ma ogni essere vivente: solo in questo modo avrà la capacità mentale, morale, civile e spirituale di costruire una società migliore e capire che nulla è separabile dal resto, che è impossibile che un componente la famiglia trovi pace e giustizia se viene abituato a schiavizzare, torturare, sfruttare e uccidere tutti gli altri componenti con cui divide la sua esistenza.
Negare la determinante correlazione esistente tra rispetto per gli animali, la natura e i problemi più gravi e scottanti del genere umano, significa essere in malafede o profondamente superficiali. Ogni problema può essere risolto positivamente e definitivamente solo tenendo conto di tutte le sue componenti con le quali interagisce ma soprattutto delle cause che lo generano, e la causa sta sempre nell’uomo, nella sua coscienza.
Franco Libero Manco
Fonte: www.luigiboschi.it
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10.11.2010