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La Redazione

 

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GIULIANA SGRENA CRITICA LA COSPIRAZIONE USA, E CHIEDE

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A cura di Davide
Il 29 Aprile 2005
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AGLI USA E ALLL’ ITALIA DI LASCIARE L’ IRAQ

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Intervista a Giuliana Sgrena

DI AMY GOODMAN

Durante la sua piu’completa intervista finora rilascianta negli Usa, la giornalista Giuliana Sgrena critica il rapporto del Pentagono che assolve i soldati americani che aprirono il fuoco sulla sua macchina, ferendola e uccidendo uno dei piu’alti ufficiali dell’ Intelligence italiana. La Sgrena dice,” E’ importante che gli americani facciano pressione sul proprio governo affinche’ dica la verita’. Perche’ e’ nell’ interesse degli americani, la verita’. Non solo per gli italiani.”
Iniziamo oggi a parlare della controversa uccisione di uno dei piu’ alti ufficiali dell’ Intelligence italiana da parte dei soldati Usa lo scorso mese a Baghdad. Lunedi’, un ufficiale dell’ esercito Usa ha riferito che un’ indagine militare ha chiarito la posizione dei soldati che hanno sparato a Nicola Calipari il 4 Marzo scorso dopo che le truppe Usa aprirono il fuoco sulla macchina che stava trasportando Giuliana Sgrena – la giornalista italiana che era stata appena liberata dalla prigionia. La Sgrena l ha pubblicamente rifiutato le asserzioni che gli spari erano giustificati. Le conclusioni del rapporto hanno suscitato indignazione in Italia. Gli ufficiali italiani della commissione guidata dagli Usa stanno rifiutando le conclusione. L’ Italia insiste che l’automobile che trasportava Calipari e la Sgrena stava procedendo lentamente, non aveva ricevuto alcun avvertimento e che l’ Italia aveva fatto sapere alle autorita’ Usa di dovere evacuare la Sgrena dall’ Iraq.

Giuliana Sgrena, Roma, Italia, 26 Aprile 2005
Il governo americano ha fatto sapere che non rilasciera’ commenti sull’ accaduto fino a che non saranno ufficialmente chiarite le circostanze. Il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld ed il capo del Joint Chief of Staff*, Richard Myers hanno parlato ieri in una conferenza stampa al Pentagono.
Notizie dalla conferenza del Pentagono, 26 Aprile 2005
I giudici italiani stanno conducendo un’ indagine separata sull’ uccisione. Il fatto avviene in un brutto momento per il Primo Ministro Italiano Silvio Berlusconi che e’ stato costretto a dimettersi la scorsa settimana per la sconfitta della sua coalizione di centro-destra nelle recenti elezioni regionali. La sconfitta e’ stata imputata in larga parte alla decisione di spedire le truppe in Iraq. Egli ha riunito velocemente un nuovo governo, sperando di mantenere il potere fino alle elezioni della prossima primavera.

Giuliana Sgrena, in collegamento telefonico da Roma, Italia

AMY GOODMAN: Ieri, Giuliana Sgrena ha disapprovato i risultati dell’ indagine alla conferenza stampa di Roma.

GIULIANA SGRENA: Non mi sono fidata molto di questa indagine visto quello che e’ accaduto in passato per certi simili incidenti ed inchieste. Ovviamente, se quello che oggi e’ stato rivelato come risultato dell’ indagine, allora e’ anche peggiore di quello che mi aspettavo, in quanto all’ inizio gli americani avevano parlato di un tragico errore e si erano comunque assunti qualche responsabilita’. Adesso sembrano non disposti ad accettare la responsabilita’.

AMY GOODMAN: Questo e’ cio’ che ha detto Giuliana Sgrena. Il governo americano non commentera’ l’accaduto fino a che non saranno ufficialmente chiarite le circostanze. Ecco cio’ che ha detto il Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld e il capo del Joint Chief of Staff*, Richard Myers, parlando alla conferenza stampa del Pentagono ieri.

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DONALD RUMSFELD: Le mie ultime informazioni sono che non sono giunti ad un accordo finale per una comune dinamica dei fatti, e qualsiasi cosa sara’ pubblicata sara’ piu’ avanti ed a quel punto lo sapremo. E’ un indagine ufficiale. E’ stata eseguita con la stretta collaborazione da ambo le parti e penso che dovremo aspettare per vedere quali saranno le conclusioni.

RICHARD MYERS: Direi che molto probabilmente sara’ resa pubblica a Bagdad. Questo e’ l’attuale programma quando arriveranno ad una conclusione.

REPORTER: E’ emerso dall’ indagine che le truppe americane non saranno punite per questo?

RICHARD MYERS: Non e’ ancora ufficiale, non possiamo dirlo.

REPORTER: quindi non e’ stato stabilito se si o no.

RICHARD MYERS: Abbiamo visionato la documentazione dell’indagine. Il Generale Casey ha ancora la documentazione.

REPORTER: Esiste la possibilita’ che ci saranno due separati rapporti?


RICHARD MYERS:
Non so. Dovremmo aspettare e vedere, e sara’ annumciato a Baghdad

AMY GOODMAN: Questo era Richard Myers, capo del Joint Chief of Staff*, ed il Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld. Per il momento i giudici italiani stanno conducendo un’ indagine separata sull’ uccisione. Il rapporto arriva in un brutto momento per il Primo Ministro Silvio Berlusconi, che e’ stato costretto a dimettersi la scorsa settimana per la sconfitta della sua coalizione di centro-destra nelle recenti elezioni regionali. La sconfitta e’ stata imputata in larga parte alla decisione di mandare le truppe in Iraq. Egli ha riunito velocemente un nuovo governo, sperando di mantenere il potere fino alle elezioni della prossima primavera.
Ieri (26.04.05 NdT), ho parlato al telefono con Giuliana Sgrena da Roma, dove e’ ricoverata per le ferite riportate a seguito dei colpi sparati. Ho iniziato chiedendo la sua reazione sul rapporto del Pentagono.

GIULIANA SGRENA: Si, per il momento non abbiamo risultati ufficiali dai rapporti, ma abbiamo delle voci sulla conclusione del rapporto, cosi’ sono molto rammaricata per questo.
Pensavo che forse gli americani avrebbero parlato di incidente o qualcosa del genere, ma adesso l’ esercito Usa non ha alcuna responsabilita’ per cio’ che e’ accaduto il 4 Marzo a Baghdad. Hanno detto di aver rispettato tutte le regole della procedura, e questo non e’ vero, perche’ io ero la’ e posso testimoniare che ci hanno sparato senza nessun avvertimento, senza ragione, nessun tentativo di fermarci prima. Cosi’ penso che sia una conclusione molto triste perche’ non vogliono assumersi nessuna responsabilita’ e non gli importa della nostra testimonianza, per loro non fa differenza che si tratti di me o di un agente dell’ Intelligence italiana. Noi eravano la’ e siamo nella posizione di testimoniare l’accaduto, quindi non e’ vero quello che dicono gli americani e la commissione d’ inchiesta. Eravamo molto spaventati, molto preoccupati e anche il governo italiano in quel momento. Per cui e’ davvero una situazione molto brutta. Hanno voluto colpire il governo italiano anche se sono alleati nella guerra in Iraq.

AMY GOODMAN: Giuliana, l’ esercito americano sostiene che la macchina su cui viaggiavi stava andando molto veloce.

GIULIANA SGRENA: Non e’ vero, eravamo lenti e stavamo rallentando perche’ dovevamo girare. E prima c’era dell’ acqua sulla strada, cosi’ non e’vero che la macchina andava a forte velocita’.

AMY GOODMAN: Hanno detto che i soldati hanno fatto segnali con le braccia, usando luci bianche e sparato colpi di avvertimento perche’ il guidatore si fermasse.

GIULIANA SGRENA: No, non l’ hanno fatto. No, no. Nessuna luce, nessun colpo in aria, niente di niente. Erano a lato della strada e non sulla strada. Erano lontani dieci metri e non ci hanno dato alcun segnale che erano la’, cosi’ non li abbiamo visti fino a che non hanno sparato.

AMY GOODMAN: Hanno sparato di fronte o dal dietro?

GIULIANA SGRENA: No, dal dietro, non dal davanti. Hanno sparato dal dietro, perche’ Calipari era dietro a destra ed e’ morto subito ed io sono stata ferita alla spalla, e sono stata colpita da dietro. Quindi io sono la prova che stavano sparando dal dietro e non dal davanti della macchina. Si puo’ vedere dalla mia ferita da dove sono stata colpita.
AMY GOODMAN: Gli italiani hanno fatto il rapporto con l’ esercito Usa?

GIULIANA SGRENA: C’erano due italiani nella Commissione, e non accettano la conclusione della Commissione, cosi’ adesso c’e’ una discussione tra le autorita’ italiane e l’ ambasciatore americano a Roma. E comunque i due membri della Commissione non accettano le conclusione della stessa, quindi c’e’ un problema.

AMY GOODMAN: Hanno avuto la possibilita’ gli italiani di ispezionare la macchina?

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GIULIANA SGRENA: No, stiamo aspettando la macchina per stasera a Roma, cosi’ i giudici che stanno svolgendo la normale indagine come possono, potranno vedere la macchina. Spero anch’ io di vedere la macchina, ma non sappiamo in quali condizioni la riceveremo. Ed i giudici italiani, non sanno neppure il nome dei soldati coinvolti nella sparatoria.

AMY GOODMAN: Riguardo all’ altra persona in macchina.

GIULIANA SGRENA: Si.

AMY GOODMAN: Testimonierete?

GIULIANA SGRENA: Si, ha rilasciato la stessa mia testimonianza, ma gli americani, la Commissione, non hanno tenuto conto delle nostre testimonianze. Sembra cosi’ perche’ non le hanno menzionate.

AMY GOODMAN: Dopo che ti hanno sparato e ucciso Calipari, cosa e’ successo all’ altro uomo?

GIULIANA SGRENA: L’ altro uomo e’ sceso e stava urlando che eravamo italiani e dell’ ambasciata, e stava parlando al telefono con il governo italiano. E mio marito era la’ che stava ascoltando. Ed a un certo momento i soldati lo hanno obbligato a interrompere la conversazione sotto la minaccia delle armi.

AMY GOODMAN: Come hai detto?Cosa hanno fatto?

GIULIANA SGRENA: Lo hanno fermano. Stava parlando al telefono con il membro del governo italiano. Era Berlusconi e c’era anche il consigliere Letta, il capo dell’ Intelligence, mio marito e il direttore del mio giornale perche’ stavano aspettando notizia sulla liberazione. E stavano parlando degli spari quando ad un certo momento, il soldato americano lo ha fermato e con un’arma lo ha obbligato a tagliare la comunicazione.

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AMY GOODMAN: E poi cosa e’ accaduto?

GIULIANA SGRENA: Non lo so perche’ ero ferita, cosi’ mi hanno portato all’ ospedale e non so cosa e’ accaduto all’ altro agente italiano.

AMY GOODMAN: Avevate il permesso, Calipari ha avuto il permesso di guidare sulla strada per l’ aereoporto?

GIULIANA SGRENA:Certo, io ero la’ quando hanno chiamato. Hanno chiamato gli italiani, perche’ c’e’ un uffiacile che tiene i contatti con gli americani. E questo generale italiano ha parlato al capitano Green, che e’ americano, dicendogli che eravamo sulla strada quindi sapevano che stavamo percorrendo quella strada. E questo e’ accaduto 20-25 minuti prima degli spari.

AMY GOODMAN: Come sai che ne erano al corrente?<<<

GIULIANA SGRENA: Lo so perche’ ero la’ quando l’ agente ha chiamato il generale italiano che e’ a capo delle comunicazioni con gli americani, e questo generale ha reso una testimonianza, dicendo che era la’ con il capitano Green, ed il capitano Green e’ stato immediatamente informato del nostro viaggio all’ aereoporto. E Green non ha detto di no, quindi penso che era d’accordo.Non penso che il generale abbia reso un falsa testimonianza.

AMY GOODMAN: Cosi’ stai dicendo che Calipari ha parlato al… – era un generale italiano o americano?

GIULIANA SGRENA: Gli italiani non possono parlare direttamente con gli americani. Questo e’ un Generale, in una posizione speciale, a capo delle comunicazioni con i comandi americani.
E’ impossibile per un agente italiano parlare direttamente con gli americani. Io conoscevo le regole perche’ sono stata la’ molte volte.E so che ogni volta in Iraq c’e’ un italiano che e’ a capo delle comunicazioni con gli americani. Ed in quel momento era un Generale che stava parlando con il capitano Green che era il corrispondente, quello americano. Percio’ lo sapevo. Ed in tutti I giornali italiani questo e’ stato pubblicato. Quindi non c’e’ alcun problema di comunicazione. Il capitano Green sapeva della nostra presenza sulla strada. Se poi egli non ha informato la truppa, questo non lo sappiamo. Ma lo sapeva, il comandante americano lo sapeva.

AMY GOODMAN: E dove ha avuto luogo la conversazione? Era nella Green Zone ?

GIULIANA SGRENA: Quale conversazione?

AMY GOODMAN: Quando Calipari ha parlato con il generale italiano.

GIULIANA SGRENA: Non lo so. Perche’ e’ un posto segreto visto che Baghdad e’ una zona molto pericolosa, non dicono dove si incontrano.AMY GOODMAN: Giuliana Sgrena, puoi’ descriverci la strada? Non era la normale Baghdad da dove siete passati? Era uno speciale tratto di strada?

GIULIANA SGRENA: Si. Era uno speciale tratto di strada per le persone che lavorano alle ambasciate, o perche’ sono americani o costruttori. Persone speciali che vanno all’ aereoporto.

AMY GOODMAN: E Calipari ha informato gli americani del suo arrivo a Bagdad e su cosa stava facendo?

GIULIANA SGRENA: Questo non lo so. Non posso testimoniarlo. Ma penso che l’ Intelligence ha la possibilita’ di farlo—comunque egli aveva un distintivo del comando Usa, perche’ doveva andare in giro con un distintivo. Ma non ho saputo cosa disse agli americani di cio’ che voleva fare.

AMY GOODMAN: Vuoi dire che aveva un distintivo, come un permesso per girare?

GIULIANA SGRENA: Per andare in giro in Iraq hai bisogno di un permesso e Calipari ne ricevette uno dal comando americano all’ aereoporto. E loro sapevano che lui era la’ con una macchina, con le armi, e con un altro agente, e tutte queste cose perche’ altrimente non sarebbe potuto andare in giro. Ma cio’ che egli disse agli americani non lo so. Sono membri dell’ Intelligence e non dicono ad altre persone come me certe cose o quello che stanno facendo.

AMY GOODMAN: Giuliana, avete incontrato altri militari Usa sulla strada prima che tu venissi ferita?

GIULIANA SGRENA: No.No. Nessuno.

AMY GOODMAN: E dove ti e’ venuto a prendere Calipari? Come sei stata soccorsa?

GIULIANA SGRENA: Non lo so, ero coperta.

AMY GOODMAN: Pensi che il Primo Ministro Silvio Berlusconi stia facendo abbastanza per il tuo caso?

GIULIANA SGRENA:Si, perche’ sono libera. Penso che lo abbia fatto prima. Ora non so cosa stia facendo.Ma prima lo ha fatto, perche’ sono libera e sono felice di esserlo.

AMY GOODMAN: Cosa pensi dovrebbe succedere adesso, Giuliana Sgrena?

GIULIANA SGRENA: Non lo so.

AMY GOODMAN: Che cosa chiederai?

GIULIANA SGRENA: Chiedero’ il ritiro delle truppe.

AMY GOODMAN: Dall’ Iraq?

GIULIANA SGRENA: Si naturalmente. Le truppe italiane dall’ Iraq ed anche gli americani.
Ma per il momento, essendo italiana, chiedo il ritiro di quelli italiane. Ma la mia volonta’ e’ il ritiro di tutte le truppe dall’ Iraq.

AMY GOODMAN: Sei soddisfatta quando Berlusconi dice che se ne andranno per la fine dell’ anno?

GIULIANA SGRENA: Non credo che lo faranno. Prima voglio aspettare per vedere se ritireranno tutte le truppe.

AMY GOODMAN: E riguardo alla tua testimonianza, l’ esercito americano sta dicendo che i commisari italiani non vogliono sottoscriverla. Lo faranno?

GIULIANA SGRENA: Non so, come posso saperlo?Non posso incontrarli.

AMY GOODMAN: Pensi che sia stata condotta un indagine ingiusta?

GIULIANA SGRENA: Non penso.

AMY GOODMAN: Chi pensi dovrebbe essere ritenuto responsabile?

GIULIANA SGRENA: Non lo so. Volevo saperlo, ma se non ci saranno ulteriori indagini, e’ impossibile saperlo.

AMY GOODMAN:Bene, chiederai il ritiro delle truppe dall’ Iraq. Continuerai a scrivere dell’ Iraq? Come ti senti?

GIULIANA SGRENA: Adesso sto male perche’ la mia condizione fisica e’ brutta. Non posso scrivere al momento. Questo e’ il problema. Sto molto male. Vado ogni giorno all’’ ospedale. Sono molto stanca.

AMY GOODMAN: Dove e’ penetrato il proiettile?

GIULIANA SGRENA: Nella mia spalla ma alcuni pezzi hanno raggiunto i polmoni, cosi’ sto molto male.

AMY GOODMAN: Riguardo al periodo di prigionia. Sai chi erano i tuoi rapitori? Come sei stata trattata?

GIULIANA SGRENA: Sono stata trattata normalmente, dal punto di vista materiale. Ma ero prigioniera senza liberta’. E questo e’ terribile. Non sapevo dove mi trovavo. Ero a Bagdad ma non so dove.

AMY GOODMAN: E sai chi ti ha rapito?

GIULIANA SGRENA:No.

AMY GOODMAN: Tutti abbiamo visto il video. Quali sono state le circostanze di quel video?

GIULIANA SGRENA:Naturalmente quando sei un ostaggio ti dicono cosa fare e cosa dire. Ma non mi piace parlare del periodo del mio rapimento perche’ ne ho gia’ parlato cosi’ tante volte che quando ci ripenso sto male. E’ negativo per la mia salute.

AMY GOODMAN: Il presidente Bush, hai una richiesta da fare al presidente degli Stati Uniti?

GIULIANA SGRENA: No. Voglio solo la verita’.Ma loro non sembrano interessati alla verita’ di cio’ che e’ accaduto a Baghdad quella notte.

AMY GOODMAN: Tornerai in Iraq?

GIULIANA SGRENA: No.

AMY GOODMAN: Cosa farai?

GIULIANA SGRENA:Non lo so per il momento. Devo pensare alla mia salute adesso.

AMY GOODMAN: Pensi ci sia una cospirazine su questo caso?

GIULIANA SGRENA:Si, naturalmente. Loro non vogliono la verita’.Non vogliono dirla.

AMY GOODMAN: Cosa pensi gli farebbe dire la verita’?

GIULIANA SGRENA: Davvero non lo so. Forse se gli americani fanno pressioni sul governo Usa per dire la verita’. Perche’ se non importa agli americani, noi siamo piccoli, siamo italiani, pochi italiani, cosa possiamo fare?Penso che sia importante che gli americani costringano il proprio governo a dire la verita’, perche’ e’ anche nell’ interesse di loro stessi e non solo degli italiani,penso. Forse voi potete fare qualcosa.

AMY GOODMAN: E quando eri in Iraq come reporter, prima della tua cattura, quale pensi fosse la piu’ importante storia che noi dovevano conoscere?

GIULIANA SGRENA: Mi guardavo intorno per vedere cosa pensasse la gente.E sopratutto ero interessata a Fallujah. Ma quando andai per intervistare alcune persone Fallujah, fui rapita. Penso che qualcuno non fosse interessato alla mia storia su Fallujah.

AMY GOODMAN: Cosa pensavi andava detto su Fallujah? Cosa avevi scoperto?

GIULIANA SGRENA: Solo storie.Non ho uno scoop su Fallujah. Solo storie.

AMY GOODMAN:Perche’ sei andata in Iraq? E’ un posto pericoloso, lo sapevi.

GIULIANA SGRENA:Si lo sapevo, ma sono una giornalista. Sono andata in Somalia in Afghanistan, in Algeria, in molti posti.Ed anche in Iraq. Non posso andare solo dove i posti non sono pericolosi. E’ il nostro lavoro che e’ pericoloso.

AMY GOODMAN: Hai dei rimpianti di essere andata in Iraq?

GIULIANA SGRENA: No, nessun rimpianto.

AMY GOODMAN: E sull’auto, prima di essere ferita e Calipari ucciso, cosa ti ha detto, di cosa avete parlato?

GIULIANA SGRENA: Della liberazione. Ma non ricordo ad essere sincera perche’ ero molto felice di essere libera. Ma felice solo per 20 minuti e poi e’ finita. Ed adesso sono molto triste , stanca e non sto bene.

AMY GOODMAN:Bene, vogli ringraziarti molto per essere stata con noi.

GIULIANA SGRENA: Okay, grazie.

Amy Goodman
Fonte: www.democracynow.org
Link:http://www.democracynow.org/article.pl?sid=05/04/27/1350235

26.04.05

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da Manrico Toschi

* Joint Chiefs of Staff (JCS) è il compartimento Operazioni Speciali, (il Direttorato Operazioni che esegue gli ordini del Comitato 54/12 del NSC utilizzando il Commando Forze Speciali USA);

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