Ruggero Arenella
Comedonchisciotte.org
Saverio Tommasi, giornalista di Fanpage inviato alla manifestazione della Marcia della Liberazione, tenta in tutti i modi di provocare i manifestanti. Eravamo presenti e possiamo testimoniare di aver assistito alla volontà del giornalista di voler deliberatamente far sorgere la rabbia ai manifestanti, con domande provocatorie, che purtroppo, hanno ottenuto il risultato sperato. I manifestanti l’hanno preso a male parole, e qualcuno più esagitato lo ha anche minacciato.
Dal servizio ‘montato ad arte’ del Tommasi e la sua operatrice, si evince chiaramente che i manifestanti erano tutti aggressivi. Probabilmente, a differenza del servizio sulla manifestazione di Roma del 5 Settembre, I manifestanti questa volta non hanno fatto dichiarazioni “complottiste” o “negazioniste” al suo microfono. Non riuscendo a raccogliere testimonianze che screditassero i contenuti della manifestazione ha dovuto passare al piano b: far surriscaldare gli animi per raccogliere e montare nel servizio solo le immagini relative alla rabbia contro di lui. Ha dovuto provocare per portare a casa il servizio.
Un manifestante che sembrava conoscerlo ha tentato di farlo cessare con le provocazioni, insieme ad altri che dicevano che era una manifestazione pacifica e volevano stare tranquilli. Ovviamente questo non è servito, e il Tommasi è riuscito finalmente ad agitare gli animi tanto da far intervenire la polizia che lo ha scortato dietro le camionette.
Questo è il “giornalismo” di Fanpage. Un “giornalismo” a cui non interessa raccogliere testimonianze e documentare gli eventi, un “giornalismo” che deve mandare un messaggio, influenzare l’opinione pubblica verso ciò che i padroni della testata vogliono, e quando quel messaggio non riescono a mandarlo, lo costruiscono.
Curioso vedere il Tommasi con ben due mascherine quando è davanti alle telecamere, e poi vederlo al bar che se la ride col le mascherine slacciate. Una coerenza e integrità degne della propria propaganda.