Shireen Abu Akleh, una giornalista palestinese che ha lavorato con Al Jazeera per oltre due decenni, è stata uccisa oggi, mercoledì 11 maggio, mentre seguiva un raid militare israeliano nella città di Jenin, nella parte settentrionale della Cisgiordania.
Figura ben nota e rispettata nel mondo arabo, Abu Akleh ha lavorato per diverse agenzie di stampa prima di entrare in Al Jazeera nel 1997.
Secondo le autorità palestinesi, i militari israeliani avrebbero aperto il fuoco, colpendola alla testa. Poi la corsa d’urgenza in ospedale dove però la 51enne è stata dichiarata morta a causa della brutta ferita.
Al Jazeera ha definito l’incidente un “crimine efferato” e ha affermato che gli israeliani hanno deliberatamente preso di mira Abu Akleh per intimidire i media. Testimoni oculari hanno confermato che la giornalista è stata colpita da un proiettile sotto l’orecchio, bypassando l’elmetto che indossava per protezione.
“Chiediamo alla comunità internazionale di condannare e ritenere responsabili le forze di occupazione israeliane per l’uccisione deliberata della nostra collega”, afferma la dichiarazione dell’agenzia di stampa.
Il Ministero della Salute palestinese non ha esitato a incolpare le forze israeliane per la sua morte.
Veteran Al-Jazeera correspondent Shirin Abu Akla killed during IDF operation in Jenin. pic.twitter.com/TxdsdisWmb
— Khaled Abu Toameh (@KhaledAbuToameh) May 11, 2022
Come riportano le autorità palestinese, anche un altro giornalista palestinese, Ali Samoudi, sarebbe stato colpito alla schiena sempre oggi a Jenin e ora è in condizioni stabili.
La parte israeliana non ha né confermato né negato la responsabilità per la morte di Abu Akleh. Il Ministro degli Esteri Yair Lapid ha definito la sua morte “triste” e ha contattato i funzionari palestinesi per partecipare all’autopsia “per arrivare alla verità”.
Israel's security forces will continue to operate wherever necessary to prevent terrorism and the murder of Israelis.
— יאיר לפיד – Yair Lapid (@yairlapid) May 11, 2022
Le forze israeliane, tra cui l’IDF, la pattuglia di frontiera e l’agenzia di sicurezza Shin Bet, hanno condotto incursioni quasi quotidiane in Cisgiordania nelle ultime settimane. La città di Jenin e il suo campo profughi sono stati tra gli obiettivi primari e, in diverse occasioni, i raid sono sfociati in scontri letali tra le truppe israeliane e i combattenti palestinesi.
Alcuni civili sono rimasti coinvolti nel fuoco incrociato, tra cui un’adolescente che è stata uccisa vicino a Betlemme ad aprile mentre tornava a casa dagli studi. L’IDF ha confermato di essere stata colpita dagli spari delle loro truppe, ma ha detto che i soldati stavano prendendo di mira i palestinesi che stavano lanciando bombe incendiarie e che avevano il diritto di usare la forza letale in risposta.
La Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ)ha annunciato che presenterà una denuncia alla Corte Penale Internazionale (ICC) contro Israele per il suo “bersaglio sistematico” di giornalisti palestinesi.
Massimo A. Cascone, 11.05.2022