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La Redazione

 

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GEORGE SOROS, IL CAPITALISTA DEL DISASTRO

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A cura di Davide
Il 25 Giugno 2015
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DI VALENTIN KATASANOV

strategic-culture.org

George Soros è un noto miliardario. Di recente ha iniziato a prendere parte attiva negli affari Ucraini, ma certamente non giocando il ruolo del pacificatore; tutt’al contrario, è impegnato a istigare una guerra su vasta scala contro la Russia.

Nei primi giorni di Giugno cyber berkut ha hackerato e diffuso la corrispondenza tra Soros e il presidente Petro Poroshenko. I materiali in possesso mostrano che Soros è determinato a fare pressione sugli USA per rifornire l’Ucraina di armi letali all’avanguardia e addestramento per le truppe. Come mai a un finanziere come Soros dovrebbe interessare una cosa del genere?

George Soros è conosciuto in tutto il mondo. Molta gente ha assistito con i suoi occhi a quello che fa. Uno dei 30 più ricchi al mondo secondo Forbes, la sua presenza è visibile e sentita in molte nazioni. Possiede una reputazione come specialista del profitto, imprenditore (possiede aziende) e di afilantropo, tutte cose insieme. L’impegnarsi in diverse attività è distintivo del suo particolare modo di agire e comportarsi.

Si distingue su tutti come maestro della speculazione finanziaria, un vero alchimista della finanza. E’ ricordato per il suo lavoro da maestro nel contribuire al collasso della sterlina inglese nel 1992. Nemmeno la Banca d’Inghilterra fu in grado di contrastarlo. Guadagnò un miliardo in un battito d’occhi. Contribuì pure allo scoppio della crisi finanziaria nel Sud Est Asiatico, 1998, nella quale le valute di oltre dodici paesi collassarono. Aveva già pronto il suo dito nella torta quando la Russia fu colpita da default sempre nel 1998.

In queste operazioni Soros si avvalse del fondo quantum, il quale è parte del Gruppo fondi quantum, cartello di hedge funds privati basati a Curaçao, Antille Olandesi, ed alle Isole Cayman. Il Gruppo si muove attualmente sotto le direttive di Soros attreverso il suo Soros Fund Management. La speculazione valutaria è la principale fonte delle sue fortune (gli ha fruttato circa 30 miliardi).

Contrariamente a quanto generalmente si pensa però si impegna anche in attività “tranquille” e “pulite”, come la compravendita di quote azionarie, che compra con i ricavati delle speculazioni valutarie. Allo scopo ha fondato il Soros fund management LLC, azienda privata che investe nei capitali delle maggiori multinazionali mondiali. Soros fund management LLC mantiene il controllo di ampie quote in grosse multinazionali che profittano dagli investimenti in paesi stranieri. Soros ad esempio controlla oltre 5 milioni di azioni del gigante della chimica Dow chemicals. Un altro tra i suoi maggiori investimenti è la Monsanto, Soros detiene mezzo milione di azioni del gigante biotecnologico. Queste due multinazionali sono produttori chimici con una offerta diversificata di prodotti e servizi con applicazioni che spaziano dall’industria all’agricoltura, biotecnologie, industria alimentare e numerosi altri settori economici.

Il finanziere ha interessi anche in campo energetico, con circa due milioni di azioni di Energen, una compagnia di gas naturale. PDC Energy, di cui possiede un milione di quote azionarie, è un altro tra i suoi grossi investimenti. Inoltre è coinvolto pure nel business bancario, possedendo quote rilevanti di Citigroup, una della “big six” di Wall Street. La seconda parte delle sue attività non è molto discussa, certo è che è in grado di piazzare le suo uova d’oro (assets) in molti cestini (aziende e banche) in molte parti del Mondo.

Un terzo genere di attività che lo vede impegnato è la charity, la beneficenza, a cui da particolarmente rilievo in quanto contribuisce a creare l’immagine positiva del magnate di successo. Lo strumento principale delle sue attività filantropiche è l’ Open society Institute, o Fondazione George Soros. Formalmente questa ONG agisce in accordo con i principi generali dei diritti umani, la dignità e la legge, allo scopo di aiutare le nazioni a conseguire obiettivi positivi di progresso. Dietro la facciata l’Istituto cerca di resettare la mentalità del pubblico attraverso diversi programmi volti alla formazione di elites locali funzionari a creare regimi il più possibile favorevoli e compiacenti verso gli interessi delle compagnie transnazionali Occidentali e delle banche. Soros con questi investimenti non ci va di certo in perdita: i soldi che spende così sono “investimenti in capitale umano”, spesso ancora più redditizio che investimenti nelle compagnie hi-tech o negli hedge funds. La sola differenza è che i profitti maturano in dieci anni, spesso anche più.

L’Open society Institute ha rami in 27 paesi tra Asia ed Europa, tra cui Polonia, Lettonia, Estonia, Georgia, Armenia, Azerbaijan. Secondo il Business week Soros ha giò speso oltre 5 miliardi in “beneficenza”, di cui 1 milione solo in Russia. Alla fine del 2003 ha però interrotto le sue operazioni Russe. Nel 2004 la Open society ha smesso di erogare borse di studio. Nonostante questo, altre organizzazioni fondate da Soros proseguono le attività nella Federazione Russa.

Sintetizzando, questo è il modo in cui i business di Soros funzionano nella gran maggioranza dei casi:

1) La speculazione valutaria apporta vasti “guadagni”;

2) I guadagni vengono ripartiti tra ulteriore speculazione valutaria, l’acquisto di partecipazioni in multinazionali e la “beneficenza”;

3) Le beneficenze lavorano a facilitare un clima favorevole all’investimento nei paesi scelti. L’investimento in questi paesi arriverà solo dopo dopo aver studiato e verificato certezze rispetto al “clima degli investimenti”;

Nel caso di Soros “clima propizio agli investimenti” non è da intendere in senso comune. Un normale imprenditore direbbe che un clima favorevole agli investimenti presuppone stabilità economica e politica, tendenze favorevoli al mercato et cetera. Questi non sono i parametri di valutazione per Soros: il suo criterio è “tanto peggio tanto meglio”, per questo è definito un capitalista del disastro. Capitalismo del disastro (disaster capitalism) è infatti il termine che designa operazioni come le sue speculazioni valutarie. Generalmente investe in aziende e progetti dopo aver portato a termine efficaci “bombardamenti” con la sua artiglieria. Parliamo di crisi politiche indotte finalizzate a cambi di regime, rivolte, agitazioni di massa, sconvolgimento sociale in genere. Una crisi politica è inevitabilmente succeduta da collasso economico e valutario; svalutazione monetaria, declino nel valore di mercato delle aziende. Ed è quando che impadronirsi degli assets diventa più economico che è tempo di investire. I risultati dei colpi d’artiglieria di Soros vengono poi sfruttati da una pletora di altri squali capitalisti che sono sempre pronti a seguire la sua scia. Ecco che cosa se ne fa Soros della “beneficenza”. Il punto è che questi programmi d’aiuto sono parte delle preparazioni per mettere in scena una crisi politica. Inoltre il successo di questi programmi consente a Soros di avere sempre un certo numero di politici e amministratori pubblici che ballano al ritmo della sua musica, cosa che consente di evitare impedimenti all’acquisizione dei capitali esteri desiderati.

Ogni impresa è condizionata dai suoi flussi di bilancio, ma il modello di George Soros esclude del tutto lo “status quo”. Come nella teoria di Marx (descritta nel Capitale) vi è una legge generale della circolazione monetaria (denaro-commercio-beni) ed espansione della produzione, nel caso di Soros dobbiamo aggiungere la valuta dell’influenza socio-politica, i cambi valutari e la logica delle crisi, il che si risolve nella formula: capitale-crisi-costo dei beni capitali. Il valore aumenta o diminuisce dopo che l’intera fase della circolazione si completa. Senza nessuna crisi politica da promuovere il maestro alchimista Soros perde tutta la sua speciale competitività, riducendosi a un semplice uomo d’affari.

Gli esperti fanno notare come Soros ha applicato le sue speciali abilità in molti paesi del Mondo, ad esempio in Stati Africani come Nigeria, Camerun, Uguanda etc Soros era sempre dietro gli sconvolgimenti sociali e politici che colpivano questi paesi. Dopo ha rivolto le sue ambizioni al’Europa e ai contesti post-sovietici. Lo troviamo coinvolto in Serbia, Georgia, Ucraina e Macedonia. E’ coinvolto oggi in tutti questi scenari. Molto è stato detto e scritto sull’argomento guerre civili e sommosse sociali in questi Stati, meno noto è che George Soros, guarda caso, ha interessi a lungo termine in ciascuno di essi. Esistono due correnti di pensiero maggiori per spiegare i suoi successi negli affari. Una sostiene che siano dovuti alla sua capacità di prevedere gli sviluppi degli eventi, mentre l’opposta teoria sostiene che piuttosto faccia buon uso di informazioni interne che gli girano le sue connessioni a livelli alti nel mondo economico e nelle amministrazioni governative. La prima teoria è propagandata dallo stesso Soros, il quale ha scritto diversi libri sulla teoria della riflessività applicata ai capitali e ai mercati finanziari, nel tentativo di persuadere che il suo dono abbia una base scientifica. Avendo letto i suoi libri ho l’impressione che differiscano poco dalla pletora dei vari “prodotti intellettuali” che affollano gli scaffali delle librerie, quei prodotti dove l’unica cosa a motivarne l’acquisto è il solo nome dell’autore. Sospetto che le sue ambizioni da scrittore altro non siano che una copertura per le nefande attività legate all’uso di informazioni interne e riservate (insider trading). In diverse occasioni è stato colto con le mani nel sacco e se l’è cavata con modeste multe. Direi che la seconda teoria è decisamente più affidabile.

Ma vorrei proporre una terza teoria per spiegare i suoi successi finanziari. Ha accesso a fonti finanziarie vicine ai cosiddetti “signori del denaro”, ossia gli azionisti che controllano il sistema della Federal Reserve (banca centrale USA), quelli che possiedono le presse che stampano i soldi, per intenderci. Nel corso degli anni ’70 il limite dello standard aureo è stato accantonato. Esattamente il 15 Agosto 1971 gli Stati Uniti terminarono unilateralmente la convertibilità del dollaro in oro, di fatto provocando la fine del sistema basato sugli accordi di Bretton Woods (1944) e rendendo il dollaro una fiat currency, una valuta legale (senza valore di riferimento).

La pressa dei soldi può stamparne a piacimento, l’unico problema è poi mettere i soldi a profitto, ed è lì che ai signori del denaro servono dei validi assistenti, ossia Soros. Direi anzi che è anche uno dei signori del denaro lui stesso, dal momento che, come abbiamo visto, possiede notevoli quote di Citigroup, una delle sei grandi banche di Wall Street. Tutte queste maggiori banche sono coproprietarie della società privata per azioni nota come Federal Reserve System. Magari Soros non sarà importante come pezzi da 90 quali i Rotschild o i Rockfeller, signori dei denaro a pienissimo titolo, Soros li serve, secondo gli esperti sarebbe alle dirette dipendenze dei Rotschild, ma questa è una questione che possiamo anche non approfondire qui.

Il punto è che, in ogni caso, possiede abbastanza soldi da fare collassare completamente il valore di scambio di valute straniere. Per portare la missione a termine gli occorre avere una cifra corrispondente al totale delle riserve delle banche centrali. Nel 1992 mise in gioco 20 miliardi di dollari per distruggere la sterlina inglese. A quei tempi non era abbastanza ricco da metterceli tutti di tasca sua e se li fece prestare dai signori del denaro. Molti esperti ritengono che il Fondo Soros altro non sia, infatti, che un fondo comune dei padroni con Soros assunto ad amministratore delegato.

C’è un’ ultima questione importante che merita la nostra considerazione. I signori del denaro danno soldi a Soros per ragioni diverse dal semplice fatto di arricchirsi ulteriormente, non ne hanno nessun bisogno infatti, che bisogno possono averne se hanno lì le stamperie di soldi sempre a disposizione? Il controllo sulla “produzione” di soldi è infatti la chiave del raggiungimento di tutti i loro veri obbiettivi. Soros non è per loro un uguale, è uno a cui piacciono i soldi che in pratica ha passato tutta la vita a cercare di diventare sempre più ricco. E per questo ha attivamente destabilizzato tanti paesi del Mondo. Però, anche i veri signori del denaro hanno bisogno di destabilizzare ed indebolire gli Stati, diluire le loro sovranità nazionali e avvicinarsi sempre più al sogno che coltivano ed inseguono da secoli: il dominio globale.

Ecco a che cosa gli serve un Soros. Lui rappresenta il massimo esperto nell’orchestrare rivolte, colpi di stato, proteste stile Maidan. E’ tutto qui ciò che l’ha reso un imprenditore di così straordinario successo, nonchè quello che definiamo un capitalista del disastro. Come detto in precedenza, è scontato che Soros è in attesa di mungere enormi profitti dai fatti Ucraini. E se vogliamo dirla tutta, lavora attivamente per fare precipitare la nazione nel caos più totale secondo i desideri dei grandi signori del denaro.

Valentin Katasonov

Fonte: www.strategic-culture.org/

Link: http://www.strategic-culture.org/news/2015/06/23/george-soros-as-disaster-capitalist.html

23.06.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CONZI

Per approfondire è consigliato il testo: Valentin Katasonov, Monetary Civilization: capitalism, history and ideology, Institute of Russian Civilization, 2015.

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