FONTE: LEAP2020.EU
INTRODUZIONE
Dopo due numeri volutamente allarmistici, il nostro team riprende ad esprimere previsioni positive al riguardo dell’Europa. Non che questa sia fuori dai problemi, ma l’”anticipazione politica”, (1) per come è stata concepita dal suo inventore Franck Biancheri, afferma che l’uomo è attore del proprio destino purché, nel perseguire un futuro che sia allo stesso tempo auspicabile e possibile, abbia i mezzi per capire le dinamiche in corso, identificando i protagonisti, gli obiettivi, i varchi ed i sostegni che sono necessari per la sua costruzione.
L’anticipazione politica non ha timore di aver torto nelle sue previsioni, (2) purché abbia contribuito ad una migliore comprensione delle dinamiche in corso, a rilevare le tendenze che portano ad un futuro positivo, ed a mostrare i mezzi per capitalizzare questi tracciati per il futuro.
L’anticipazione politica non è una palla di cristallo, ma uno strumento razionale che aiuta a prendere decisioni. Giammai la sua attività consisterà nel presentare scenari da “armageddon”, (3) paralizzando l’essere umano con previsioni terrificanti.
Detto questo, per più di due mesi non solo siamo stati vinti dalla disperazione di dover constatare l’incredibile crollo della leadership politica europea [se non c’è più chi possa prendere decisioni, cosa possiamo fare di utile per aiutare a prenderle?], ma abbiamo anche percepito che il giustificato pessimismo stava contribuendo a creare le condizioni per un indispensabile e salvifico sussulto.
“L’Europa si farà attraverso le crisi, e sarà costituita dalla sommatoria delle soluzioni che saranno date a queste crisi” – ha scritto Jean Monnet – ed allora si deve prendere atto di come la crisi sistemica globale abbia fatto fare all’Europa dei progressi giganteschi [ad Eurolandia, per la precisione].
Sono questi gli sviluppi che i vari GEAB hanno analizzato e fedelmente anticipato a partire dal 2006. Ma fin dall’inizio abbiamo sostenuto [ne abbiamo accennato anche nello scorso numero] che la crisi politica derivante da quest’enorme transizione ha un’inevitabile scadenza: o l’Europa politica trova la sua energia creativa, o il progetto europeo, e con esso i paesi europei, precipiteranno nella pattumiera della storia.
[ … ]
Piano completo dell’articolo:
1 . LA CRISI UCRAINA E’ UN TEST SULL’INDIPENDENZA EUROPEA
2 . PERDITE DI SOVRANITA’ IN SERIE
3 . LA GRANDISSIMA CRISI DI LEADERSHIP POLITICA IN EUROPA
4 . CRISI UCRAINA ED ELEZIONI EUROPEE
5 . IL BLOCCO ISTITUZIONALE DELL’UE POTREBBE ESSERE, DOPO TUTTO, UN’OPPORTUNITA’?
6 . USCITA DAL PENSIERO UNICO IN ECONOMIA … E TUTTO IL RESTO
In questo comunicato pubblico presentiamo parte dei capitoli 4 e 5.
CRISI UCRAINA ED ELEZIONI EUROPEE
Anche in questo caso, ed ancora una volta, il mondo dei media dimostra il proprio ruolo nella de-politicizzazione dell’Europa. L’esempio più eclatante è la decisione del CdA di France Television, la televisione pubblica francese, di non ri-trasmettere i dibattiti trans-europei. Siamo rimasti letteralmente senza parole! Cosa può mai giustificare una tale decisione? (42)
Nonostante il blocco imposto alla democrazia, è difficile sfuggire del tutto alla campagna elettorale europea che, nel contesto della grave crisi europea, sta creando le condizioni perché ci sia un dibattito pubblico sulla questione ucraina, sulle relazioni euro-russe, sull’indipendenza e sulla pace in Europa, sul peso delle lobbies, sul TTIP, etc.
Nonostante questo dibattito venga ri-trasmesso molto male [naturalmente!] dai media mainstream, la campagna elettorale dei vari candidati, sviluppandosi comunque attraverso i media, ha già creato un interessante ronzio sociale, che ha rivelato di come alcune opinioni siano realmente in via di formazione, permettendo ai politici di rafforzare alcune delle loro azioni.
Citiamo ad esempio il caso della commemorazione dello “Sbarco in Normandia”: non è così sicuro che avrà luogo perché Hollande, nel rispetto di tutte le opinioni, ha “osato” imporre l’arrivo di Putin. I media, in effetti, potrebbero facilmente gridare allo “scandalo” in direzione dei francesi. Ma, durante una campagna elettorale, i politici hanno la possibilità di ascoltare direttamente i loro cittadini [ovvero senza la mediazione dei media, ndt].
Tuttavia, i candidati dei principali partiti europei, oppure delle coalizioni che si sono formate per la prima volta nella storia elettorale europea, sono pressoché impercettibili. I media non se ne occupano, lo abbiamo già detto. E, in aggiunta, essi [i candidati] veicolano un’immagine di basso livello, considerando la gravità della situazione ed il loro [scarso] potere di cambiamento.
La maggior parte degli europei, comunque, non capisce che queste elezioni sono diverse dalle altre, perché notevolmente più trans-europee, considerando i candidati ed i programmi in comune. E’ un peccato perché, nonostante l’opportunità di potersi esprimere pubblicamente, queste elezioni non saranno comunque di grande aiuto per informare i cittadini europei sui problemi che il Continente sta affrontando, e sulle vie che son da percorrere.
I messaggi principali rivolti ai cittadini consistono essenzialmente nel chieder loro di andare a votare, e di fidarsi dei principali partiti, che non sono responsabili dei problemi esistenti [cercate l’errore!], piuttosto che andare a votare per partiti estremisti.
In questo modo il pensiero politico dei cittadini viene racchiuso all’interno di un’alternativa straziante: o il ”potere costituito” o Hitler. Ma ci sono comunque decine di piccoli/medi partiti progressisti [PMP], così come ci sono delle piccole/medie imprese [PMI)], che sono i luoghi reali dell’innovazione politica.
Ma se a livello nazionale i grandi partiti sono sempre presenti [purtroppo], a livello europeo l’arena democratica è vergine … può quindi esserci spazio per un rinnovamento sia dei contenuti che dei metodi politici.
Questi PMP, naturalmente, sono deboli, disorganizzati e di dimensione nazionale [43]. Ma la loro diversità permette a qualsiasi persona di scegliere il partito il cui messaggio sia più vicino a quello che egli pensa, e quindi di esprimere un proprio parere.
Tuttavia, per esprimere un voto serio, consigliamo ai nostri lettori di confrontare le dichiarazioni d’intenti dei partiti già presenti nel Parlamento Europeo con quello che hanno effettivamente votato (44). Peraltro, la raccolta di questi piccoli partiti progressisti su una comune piattaforma trans-europea potrebbe costituire, un giorno [forse …], l’evento fondante della democrazia europea …
IL BLOCCO ISTITUZIONALE DELL’UE POTREBBE ESSERE, DOPO TUTTO, UN’OPPORTUNITA’?
Nel frattempo, queste elezioni e la composizione squilibrata che andrà a formarsi [nel Parlamento Europeo] espongono tutta l’UE ad un enorme rischio di stallo istituzionale. Lo abbiamo già detto nel numero di Dicembre. La nostra analisi rimane quasi la stessa, a dieci giorni dalle elezioni.
Continuiamo a prevedere delle gravi difficoltà per l’assegnazione degli incarichi nelle posizioni-chiave del sistema UE: Presidente della Commissione, Presidente del Consiglio, Presidente del Parlamento, Presidente dell’Eurogruppo, Presidente del SEAE. Un articolo dell’EU-Observer descrive molto bene la situazione, consigliamo di leggerlo con attenzione (45).
Nello scorso numero, abbiamo ipotizzato di come la situazione di stallo istituzionale – ma forse anche politico [causato soprattutto dallo “sfondamento” dei partiti anti-democratici che “giustificano” l’interruzione di tutto il processo democratico dell’UE, e dal mancato riconoscimento del voto] – potrebbe servire determinati interessi.
Ci chiediamo, oggi, in quale misura gli Stati membri potrebbero avere un interesse in questo blocco [che sarebbe comunque solo istituzionale], al fine d’indebolire l’UE e causare la sua implosione, lanciando al contempo una nuova dinamica … intorno all’Eurozona, ad esempio.
Dopo tutto, se la macchina istituzionale dell’UE comincia a battere in testa, sarà perfettamente legittimo accelerare la costruzione di un’unione politica dell’Eurozona, come raccomandato dai GEAB nel corso degli anni.
Ricordiamo che Schäuble chiede regolarmente la creazione di un Parlamento dell’Eurozona, la qual cosa comporta delle elezioni da tenersi nell’ambito dell’’Eurozona, l’introduzione di un moderno sistema elettorale trans-europeo, la nascita di nuovi partiti trans-europei, l’emersione di euro-cittadini ed infine l’inaugurazione di un’unione politica. Ed allora, potremmo senz’altro dire di come l’Europa si sia costruita attraverso le crisi, come somma delle soluzioni che esse comportano.
Lo stesso attuale Parlamento Europeo potrebbe guidare questo possibile sviluppo, con un “lancio” non tanto nella forma di un nuovo Parlamento creato dal nulla, ma di un super-comitato di Eurolandia [o di un sub-Parlamento dell’Eurozona], in cui i rappresentanti dei 28 paesi-membri [dell’UE] eleggono un “board” composto dai rappresentanti dei soli 18 [membri dell’Eurozona].
Questo super-comitato diventerebbe immediatamente l’organo di rappresentanza della BCE e dell’Eurogruppo, entrambi bisognosi di articolare democraticamente le proprie decisioni, dando loro peso e legittimità.
In questo modo sarebbe senz’altro in vista l’uscita dalla crisi, questa volta dall’alto … soprattutto se, in aggiunta, il Parlamento Europeo dovesse decidere un unico luogo d’incontro, che non sarebbe certamente Bruxelles! (46)
[ … ]
Fonte: www.leap2020.eu
Link: http://www.leap2020.eu/GEAB-85-est-disponible–Crise-du-leadership-europeen-la-crise-ukrainienne-reunit-les-conditions-pour-un-sursaut_a16228.html
15.05.2014
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da FRANCO
NOTE:
1) Come insegnato anche dalla “Fondation Européenne de Formation à l’Anticipation Politique”, FEFAP.
2) Il tasso di fallimento è un indicatore delle aspettative di qualità, certo, ma il successo al 100 % rimane su un orizzonte lontano. L’umiltà è un requisito necessario, quando si parla di futuro …
3) Piaghe “inviate da Dio”, quali meteoriti, epidemie, invincibilità americana, riscaldamento globale, etc.
42) Fonte: EurActiv , 2014/05/06
43) Il primo ed unico partito veramente trans-europeo è il Newropeans, creato nel 2005 da Franck Biancheri, senza alcuna base nazionale, direttamente a livello europeo. Questo partito ha scelto di non presentarsi nel 2014, convinto che le condizioni non siano ancora mature. Tuttavia, Newropeans ha lanciato un’interessante consultazione fra i candidati, riguardo le loro posizioni sull’Europa, intitolata “Six questions brûlantes pour une élection européenne historique”.
44) Attraverso il sito www.votewatch.eu
45) Fonte: EUobserver, 2014/05/12
46) Ci riferiamo ancora una volta al lavoro fatto da “Europe 2020” nei primi anni del 2000, relativo al progetto “Euroring”, sulla deghettizzazione delle Istituzioni europee: “Euroring, pour une nouvelle géographie institutionnelle de l’Europe”.