DI MIGUEL MARTINEZ
Kelebek
La tesi ufficiale israeliana, secondo cui Israele si sarebbe dovuto difendere da un lancio continuo di razzi palestinesi, è passata pienamente nei media, dove la discussione è solo, se la giusta e legittima reazione israeliana sia stata però sproporzionata.
Questa discussione fa sembrare che ci sia un “dibattito”, con la prevedibile divisione tra destra (“puniteli fino in fondo!”) e sinistra (“ma no, sono cattivi anche perché hanno sofferto, ci vuole più pietà“).
Invece è la tesi stessa a essere falsa, e lo dimostra una fonte davvero insospettabile.
Su Huffingtonpost, infatti, Nancy Kanwisher, Johannes Haushofer e Anat Biletzki hanno preso i dati forniti dal consolato d’Israele a New York riguardante il numero di lanci di razzi e i colpi di mortaio provenienti da Gaza verso Israele.
Il risultato è questa tabella.
Come vedete, appena è stata stabilita la tregua, i colpi sparati cessano praticamente del tutto, con nessun lancio da parte di militanti di Hamas.
A novembre si vede un’improvvisa impennata. In realtà, il mese è iniziato tranquillamente.
Poi (ma questo il documento del consolato israeliano ovviamente non lo dice) il 4 novembre, gli israeliani hanno ucciso un palestinese.
C’è stata un’immediata risposta palestinese; e subito dopo, gli israeliani hanno ucciso sei palestinesi, innescando ulteriori attacchi israeliani e ulteriori risposte palestinesi, fino alla degenerazione completa della tregua.
Curiosamente, lo stesso consolato israeliano segnala che tutte le azioni palestinesi successive – con l’eccezione di un lancio il 28 novembre rivendicato anche ma non solo da Hamas – sono state rivendicate dal Jihad Islamico e dalla sinistra palestinese (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e Fronte Democratico).
Gli autori dell’articolo su Huffingtonpost scoprono che si tratta di un modello ricorrente.
Usando questa volta dati di B’Tselem, analizzano tutto il periodo che va dal settembre del 2000 all’ottobre del 2008.
Solo dal giugno 2008, si può parlare di tregua; ma prima ci sono state molte “conflict pauses“, definite come periodi di uno o più giorni in cui non veniva ucciso nessuno.
E qui i risultati sono inequivocabili:
“Nel 79% dei casi, le pause nel conflitto sono state interrotte quando Israele ha ucciso un palestinese, mentre solo nell’8% dei casi sono state interrotte da un attacco palestinese (nel rimanente 13% dei casi, l’interruzione è avvenuta da entrambe le parti nello stesso giorno [1]). Inoltre, abbiamo visto che questa tendenza – dove è probabile che Israele uccida per primo dopo una pausa nel conflitto – diventa più marcata dopo periodi di pausa più lunghi. Infatti, su 25 periodi di non violenza che sono durati più di una settimana, Israele ne ha interrotti 24 unilateralmente – pari al 96% – e ha interrotto unilateralmente il 100% dei 14 periodi di nonviolenza durati più di 9 giorni”.
Il titolo a questo post lo abbiamo messo per semplificare: in realtà non è per motivi moralistici che ci chiediamo “chi ha cominciato“, come si fa all’asilo.
Ha cominciato Israele sessant’anni fa, e sono sessant’anni che ogni singolo palestinese subisce espropri, miseria, bombardamenti, perquisizioni, e che ogni singolo palestinese ha almeno un parente stretto morto assassinato, mutilato o torturato in carcere.
Sono sessant’anni che gli abitanti di Gaza sono chiusi dentro una bottiglia, e i massacri che hanno dovuto subire non risalgono certamente a oggi.
Quindi anche se fosse stato Hamas “a cominciare”, avrebbe avuto tutto il diritto morale di farlo; e se fosse stato Israele, non avrebbe fatto nulla di diverso da ciò che ha sempre fatto.
Casomai è interessante cercare di capire perché il governo di Israele ha voluto cominciare e dove vuole arrivare devastando la già devastata Gaza; e soprattutto perché questo progetto è stato approvato da tutto il complesso che possiamo definire “occidentale”, dagli Stati Uniti ai paesi della NATO.
La cerchia piuttosto ristretta di persone che possono decidere su questioni come questa può certamente commettere anche grandi errori. Ma comunque decide sempre in base a ragionamenti e calcoli precisi.
Perché quindi Israele e tutto il complesso-Occidente hanno voluto l’attacco a Gaza?
E’ una domanda a cui non ho una risposta precisa e sicura.
Ma anche il capo del governo della Turchia ha dovuto apprendere dal telegiornale – o poco ci manca – che Israele aveva attaccato Gaza.
P.S. Aveva già trattato in dettaglio la questione di Gaza uno dei primi studiosi mondiali di scienze politiche, Fedro (ringrazio Santaruina dell’idea):
“Un lupo ed un agnello erano giunti al medesimo fiume spinti dalla sete ; più in alto stava il lupo e di gran lunga più in basso l’agnello.
Spinto dalla gola malvagia il lupo cercò un pretesto di lite.
“Perché” disse “mi hai reso torbida l’acqua che bevo?”.
Il lanuto di rimando : “come posso , di grazia, fare ciò di cui ti lamenti , o’ lupo? L’acqua scorre da te fino alla mia bocca”.
Quello respinto dalle forze della verità disse: “sei mesi fa hai parlato male di me”.
Disse quello:”Ma non ero ancora nato!”.
” Tuo padre, per Ercole, ha parlato male di me” disse quello.
E così dopo averlo azzannato, lo sbrana con ingiusta uccisione.”
Nota:
[1] Evidentemente un responsabile c’è sempre, ma l’azione e la rappresaglia hanno avuto luogo lo stesso giorno, mentre i dati sono solo suddivisi per giorno.