DI PIERLUIGI PAOLETTI
CentroFondi.it
Nel ricco e opulento mondo occidentale fino al 2000, quando la bolla speculativa sui titoli tecnologici era al suo massimo splendore, crescita economica e benessere andavano a braccetto.
Erano gli anni in cui la gente riusciva ancora a risparmiare e l’interesse dell’industria finanziaria era trovare favole sempre nuove da raccontare al parco buoi per poterlo derubare con destrezza dei propri averi, in pratica la Gatto&Volpe corporation che riusciva sempre a fare fesso il povero Pinocchio con la storia dell’albero degli zecchini d’oro, che si chiamavano ebusiness, Tiscali ecc.
Poi col 2001 la nostra corporation ha cambiato strategia e si è messa zitta zitta ad aprire il mercato indiano e cinese utilizzandolo come moltiplicatore di utili aziendali, visti i costi irrisori della manodopera (ma non si chiamava schiavitù?). Si dà un nome accattivante al processo di spostamento delle fabbriche dall’occidente al più conveniente oriente, con una mirata azione di marketing si chiama il tutto globalizzazione, si usano termini come delocalizzazione, liberalizzazione del mercato, competitività, riduzione di prezzi e si fa (mal)digerire tutti i posti di lavoro persi con parole come ristrutturazione aziendale, accorciamento delle filiere, ottimizzazione della produzione.Tutto avviene con una velocità tale che i rintontiti licenziati, neanche si accorgono di quello che sta succedendo, perché i mass media incalzano che un nuovo boom economico è in atto e quindi il povero operaio, impiegato, dirigente licenziato pensa di essere la classica eccezione che conferma la regola e si lancia, per risollevarsi, nella dura lotta del lavoro precario.
In effetti non dicono bugie, il boom economico c’è davvero solo che omettono di dirci che a beneficiarne sono solo in pochissimi.
Grazie al contributo “forzato” di India e Cina e alla profusione generosa di mazzette di notevole entità alla classe politica di quei paesi, le merci sono prodotte quasi gratuitamente per la gioia delle tasche di corporations, aziende e finanzieri. La potenza persuasiva (delle mazzette) è talmente potente che la Cina da paese comunista integralista diventa il massimo esponente del liberismo.
Poiché però è sempre necessario vendere in occidente, che è ancora l’unico che può consumare adeguatamente, bisogna trovare un artificio, un qualcosa che permetta all’ignaro consumatore di poter continuare a consumare a ritmi sempre più serrati nonostante l’impoverimento dettato da un’inflazione galoppante occultata dalla diminuzione dei prezzi e dalla diminuzione-precarizzazione del lavoro.
A questo scopo, il mondo viene sommerso da tassi di interesse bassi, crediti sempre più facili che nella maggior parte dei casi derivano dall’apprezzamento del mercato immobiliare. Si guadagna meno e si lavora peggio, ma grazie ai prestiti sempre più facili da ottenere e ai prezzi delle abitazioni che vanno sempre più su, si consuma come prima e forse anche di più, tanto non si è mai visto che la casa cali di prezzo. I risultati di questi anni di indebitamento selvaggio li abbiamo visti in questo report).
Facendo due conti abbiamo un 10% e forse meno della popolazione occidentale che, grazie a questi trucchetti finanziari, è diventata non ricca, nemmeno ricchissima, ma spudoratamente, esageratamente, in modo nauseante, straricchissima!
La loro ricchezza è aumentata in modo inversamente proporzionale all’impoverimento e all’indebitamento della classe media.
Ovviamente nessuno ha messo la pistola alla tempia di nessuno, tutto è avvenuto con le “sole” armi della persuasione occulta, dell’indottrinamento, del marketing. Sembra ancora impossibile capire quanto sia facile, disponendo delle risorse adeguate, far fare alle masse esattamente quello che si vuole.
E’ altrettanto impossibile capire quale sia il fine ultimo di questo gioco al massacro, una semplice dimostrazione di potere e avidità senza freni oppure un gioco oscuro le cui vere ragioni sono tenute ben nascoste?
Una cosa è certa, questo è un treno portato alla sua velocità massima, senza freni che corre su un binario morto alla cui fine c’è una montagna di granito.
Questo è l’unico momento storico in cui forse lo 0,1% della popolazione mondiale ha una ricchezza spropositata, una grande fetta (il mondo occidentale) si sta impoverendo velocemente e il resto del mondo sta sprofondando nell’assenza anche di quel minimo di risorse necessarie. In poche parole siamo 6 miliardi di sudditi di un impero a capo del quale stanno poche decine di migliaia di persone, ma quelle che decidono, statene certi, sono poche decine.
Quando si è persi dentro l’ingranaggio è difficile avere un quadro della situazione, si corre come disperati alla ricerca di una via di fuga, ma siamo come animali in gabbia, una gabbia invisibile fatta di sbarre mentali, forse più potente delle gabbie di acciaio.
Se ci fermiamo a riflettere però tutto diventa più semplice da capire, si acquisisce una visione di insieme che ci offre l’opportunità di uscire, di aprire le porte di quella gabbia invisibile.
Ad esempio sappiamo che senza di noi, comuni e sempre più poveri mortali, la Gatto&Volpe Corporation non può più continuare a fare il suo gioco. Siamo pedine insostituibili di questo gioco. Impariamo le regole, studiamo i meccanismi economici che ci riguardano tutti da vicino e condizionano la nostra vita, il nostro lavoro, il nostro essere.
Studiamo come viene creato il denaro dalle banche centrali e da quelle commerciali. Impariamo a liberarci dalla morsa del debito. Chi non ha debito è ad un passo dalla libertà.
Ad esempio, secondo noi siamo vicini ad una nuova offensiva delle banche centrali che stanno per abbassare di nuovo i tassi per riuscire a continuare ancora per un po’ ad indebitare anche l’impossibile.
Dal mercato americano dei mutui ci sono segnali di cedimento come evidenzia questo grafico dove la linea blu è l’andamento dei mutui ipotecari e la linea rossa la spesa personale (grafico)
Da qui risulta evidente che il debito, a parte la parentesi euforica del 1998-2000, condiziona pesantemente la spesa e il crollo dei mutui in questo inizio 2007 fa presagire una caduta verticale anche della spesa personale.
Diminuendo la spesa personale, il giochino della nostra G&VCorporation rischierà di crollare malamente.
Anche i tassi americani, dove quelli a 2 anni sono più alti di quelli a 10 anni (!), fanno prevedere una recessione incipiente (in passato quando i tassi a breve superavano quelli a lungo periodo siamo sempre caduti in una recessione). (grafico)
Da questo ragionamento ci viene spontaneo pensare che siamo vicinissimi ad una diminuzione dei tassi che avverrà prima in Usa e poi anche in Europa, strano a dirsi dopo il settimo aumento della Bce, ma è così.
I nostri “amici” cercheranno in tutti i modi possibili di spingerci ancora ad indebitarci e sappiamo che in Italia saremo in prima linea perché, come sappiamo, abbiamo le famiglie meno indebitate tra le nazioni industrializzate.
Avendo consapevolezza di questo, invece di affannarsi a rincorrere le scadenze, non sarebbe il caso di fermarsi a riflettere su come poter diminuire la nostra dipendenza dal debito?
La natura ci ha fornito di uno splendido accessorio che si chiama cervello, volgiamo metterlo in moto per cercare una soluzione per uscire dal gregge che ogni giorno che passa è più vicino al macello?
Abitare una casa più piccola, fare a meno della macchina nuova (che tanto inquina lo stesso), o del televisore al plasma, del computer nuova formula e montare sul vecchio un bel sistema open source, senza virus, gratuito, fare a meno dei pantaloni ultimo grido e magari rimettere in sesto quelli che abbiamo messo appena una decina di volte.
Impostare insomma uno stile di vita, che possa diminuire le dipendenze e non aumentarle.
Noi siamo insostituibili, loro non possono fare a meno di noi, noi invece si!
Pierluigi Paoletti
Fonte: http://www.centrofondi.it
Link (PDF): http://www.centrofondi.it/report/report_03_02_07.pdf
08.03.2007