Altri dieci acquirenti europei del gas russo hanno aperto conti con Gazprombank per poter effettuate il pagamento come richiesto da Putin a fine marzo, scrive Bloomberg citando una fonte anonima a conoscenza dei fatti.
In precedenza già dieci società avevano fatto tale scelta e ora altrettante si sono unite a loro, per un totale di 20 società che hanno compreso che senza gas russo le cose sarebbero precipitate pericolosamente.
“Un totale di venti società europee hanno aperto conti, mentre altri 14 clienti hanno chiesto i documenti necessari per la loro apertura”, afferma Bloomberg citando la fonte, che tuttavia non ha voluto rilevare nè i nomi delle società nè le nazioni di riferimento.
In base a quanto affermato quindi, dopo settimane di diatribe su come poter pagare il gas russo “in rubli” rispettando comunque le sanzioni imposte dall’UE, sembra che il nodo sia stato sciolto.
“Con il nuovo meccanismo, i clienti devono aprire due conti: uno in valuta estera e uno in rubli in Gazprombank” afferma Boloomberg. Secondo la fonte infatti “la transazione sarà effettivamente completata una volta che l’acquirente avrà pagato in valuta estera a Gazprombank, poiché la successiva conversione in rubli è automatica e non coinvolge la banca centrale russa, che è soggetta alle sanzioni dell’UE”.
Lo stesso Mario Draghi ieri in conferenza stampa all’ambasciata italiana a Washington ha confermato che tali indiscrezioni sono vere, affermando che “la maggior parte delle aziende Ue ha aperto i conti in rubli presso Gazprombank”, per garantire la conversione una volta effettuato il pagamento in euro.
Niente di nuovo sotto al cielo quindi, una procedura che da tempo vi abbiamo illustrato e che nella sua semplicità dimostra tutta l’ipocrisia europea delle scorse settimane.
Massimo A. Cascone, 12.05.2022