Di Guido Cappelli per ComeDonChisciotte.org
La mascherina fa male. Ormai lo sanno in molti, anche se qualcuno continua a credere alle favole belle della protezione. Ecco, questo intervento vuole rivolgersi innanzitutto a questo qualcuno. La mascherina fa male non solo, come molti vanno ripetendo praticamente dall’inizio, perché è un dispositivo distopico, un veleno psicologico che si insinua nella psiche, che non protegge affatto ma in compenso inibisce le espressioni del volto – cioè l’elemento che più caratterizza l’umano – e manifesta visivamente l’adesione a un ordine – o a un nuovo ordine, dove l’obbedienza ti si stampa in faccia e si vede da lontano. No, quello che sta venendo alla luce è che la mascherina fa male anche fisicamente, altera la respirazione, provoca l’inspirazione continua della propria stessa anidride carbonica, irrita la pelle, escoria le orecchie con i suoi elastici… Insomma: non è solo fastidiosa, è un pericolo.
Recentemente, con il Comitato civico di Napoli, siamo andati a farlo presente ai dirigenti scolastici di tutta Italia, perché tra le ultime categorie obbligate a questa assurda superstizione ci sono proprio gli studenti – un segnale ulteriore del sadismo di élites prive ormai di ogni scrupolo e che sembrano quasi divertite nell’imporre piccole e grandi sofferenze alla popolazione. Abbiamo rivolto ai Dirigenti scolastici – portando la lettera a mano ed esigendo che fosse protocollata – domandine semplici e dirette come “Se in codesto Istituto sono monitorati i livelli di CO2” o “Se il corpo docente ha notato una variazione dei livelli di attenzione e di profitto degli alunni a séguito dell’adozione delle cosiddette mascherine”. Che cosa abbiamo inteso fare con questo gesto? Sensibilizzare, avvertire, dare un segnale. Sensibilizzare e avvertire i dirigenti scolastici che sono responsabili diretti della salute fisica e mentale degli alunni e che non possono – e, quando in futuro gliene chiederanno conto i tribunali, non potranno – giustificarsi con il classico (e vile) “prendevo ordini”, perché ci sono queste lettere che provano che sapevano, che li avevamo avertiti, che avrebbero dovuto farsi carico del benessere fisico e mentale dei giovani loro affidati. E poi dare un segnale alla nostra gente, dicendo che ogni gesto di dissenso, di pressione, di disobbedienza, di “non-conformità” è prezioso, eticamente necessario e politicamente vitale.
Non possiamo cedere il controllo dei corpi dei nostri figli a una burocrazia ottusa e manipolata da grandi poteri privati che hanno tutto l’interesse a medicalizzare le popolazioni, a trascinare i sani verso la terapia preventiva permanente, a trasformare la cura in controllo, il diritto alla salute in ricatto. Il limite principale a questa presa di coscienza sta nel fatto che molti, troppi ancora non riescono a credere che queste élites mondialiste, apolidi, apatride, prive di qualunque senso di empatia, soggiogate dal mito protestante del decisionismo e della durezza, immerse in un delirio transumano e pervase di disprezzo verso la gente comune, queste élites sono, sic et simpliciter, capaci di qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa. Lo hanno dimostrato mille vote nella storia, dalla notte dei tempi e fino a oggi, dai programmi di sterilizzazione forzata in Svezia alla terra dei fuochi in Campania, dalle devastazioni ecologiche della Monsanto alle morti improvvise “senza correlazione”, le prove di quanto questa gente abbia a cuore la vita e la salute dei popoli sono sotto gli occhi di tutti.
E se serve a inquadrare ancor meglio con chi abbiamo a che fare, l’ossessione delle élites per l’ingegneria genetica, il sogno, o il delirio, di creare l’uomo perfetto, il “dio in terra”, senza malattie, senza debolezze – cui fa riscontro la massa animalizzata e guidata con la sferza – non è affatto un’invenzione recente, anzi è antica quanto il potere stesso. Platone era affascinato dall’eugenetica, e nella Repubblica esorta esplicitamente i governanti a manipolare le nascite in modo da separare i “migliori” dai “peggiori” – naturalmente, all’insaputa di questi ultimi. Qui Socrate spiega al suo allievo Glaucone come bisogna ingannare il popolo in questo tema cruciale e che fine devono fare quelli che lui chiama “gli uomini peggiori”.
Allora tu legislatore sceglierai le donne così come hai scelto gli uomini, in modo da unire persone il più possibile simili per natura […]
Accoppiarsi disordinatamente o agire come capita è cosa empia in una città di persone felici, e i governanti non lo permetteranno. […]
È probabile che i nostri governanti debbano ricorrere frequentemente alla menzogna e all’inganno per il bene dei sudditi. E abbiamo affermato che tutto ciò è utile come una medicina […]
Ebbene, pare che questa giusta ragione sia di non poco conto nei matrimoni e nella procreazione.
I maschi migliori devono unirsi il più spesso possibile alle femmine migliori, e al contrario i maschi peggiori alle femmine peggiori; e i figli degli uni vanno allevati, quelli degli altri no, se il gregge dev’essere quanto mai eccellente. Ma nessuno, fuor che i governanti, deve sapere che avviene tutto questo, se il gregge dei guardiani vorrà essere il più possibile immune dalla discordia […]
Sul loro numero lasceremo decidere ai governanti, che si porranno l’obiettivo primario di mantenere invariata la popolazione […]
Allora credo che si debbano organizzare dei sorteggi mirati, per far sì che in ogni accoppiamento la persona mediocre incolpi la sorte, non i governanti […]
Autorità apposite, costituite da uomini o da donne o da entrambi, dato che le cariche sono comuni a uomini e donne, prenderanno in consegna i neonati e porteranno i figli degli uomini eccellenti all’asilo, da alcune nutrici che abitano in una zona appartata della città; invece i figli degli uomini peggiori, e quelli degli altri eventualmente nati con qualche malformazione, li terranno nascosti, come si conviene, in un luogo segreto e celato alla vista.
Sembra proprio che la selezione genetica e l’apartheid siano una tentazione perenne delle élites.
L’inventore del lockdown non è qualche colonnello pazzo nordamericano, ma Platone in persona.
Prenderne coscienza è il primo passo per liberarcene.
– Fine Prima Parte
Di Guido Cappelli, docente di Letteratura italiana, Università degli Studi di Napoli L’Orientale
18.05.2022
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Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org