DI DIMITRI ORLOV
cluborlov.blogspot.it
Questo articolo è basato sugli appunti di una delle presentazioni tenute alla conferenza ‘Age of Limits‘.
Ho previsto il collasso per oltre cinque anni. La mia previsione è che gli Stati Uniti collasseranno finanziariamente, economicamente e politicamente in un prevedibile futuro… e questo non è ancora accaduto. Così, inevitabilmente, mi viene fatta la stessa domanda in continuazione: “quando”? E, inevitabilmente, rispondo che non faccio previsioni sulla tempistica. Questo lascia chi mi ha rivolto la domanda insoddisfatto e così penso che dovrei provare a spiegare il perché non faccio previsioni sulla tempistica. Proverò anche a spiegare come si può arrivare a fare certe previsioni, capendo bene e pienamente che il risultato è altamente soggettivo.
Vedete, predire che qualcosa sta per accadere è un po’ più facile di predire quando accadrà. Supponete di avere un vecchio ponte: il cemento è spaccato, alcuni pezzi non ci sono più e ci sono ferri arrugginiti che si intravedono. Un ispettore lo dichiara ‘strutturalmente a rischio’. Questo ponte cadrà di sicuro a un certo punto, ma in quale data? Questo è qualcosa che nessuno può dirvi. Se insistete per una risposta potreste sentirvi rispondere così: se non cade entro un anno, allora potrebbe rimanere in piedi per altri due. E se ci rimane così a lungo, allora può rimanerci un altro decennio. Ma se rimane in piedi per un intero decennio, allora probabilmente cadrà entro un anno o due, perché, dato il suo tasso di deterioramento, a quel punto non si saprebbe proprio cosa lo tenga ancora su.
Vedete, le stime di tempo sono inevitabilmente soggettive e, se volete, delle impressioni, ma ci sono cose oggettive alle quali fare attenzione: quanto è rimasto della struttura (dato che grandi pezzi di cemento continuano a staccarsi e a cadere nel fiume sottostante) e il tasso al quale si sta deteriorando (misurabile in pezzi di cemento al mese). Molta gente ha problemi a valutare tali rischi. Ci sono due problemi: il primo è che la gente pensa spesso che sarebbe capace di valutare il rischio in modo più preciso se avesse più dati. Non gli passa per la testa che l’informazione che sta cercando non è disponibile semplicemente perché non esiste. E quindi incorpora più dati, sperando che siano rilevanti, rendendo le stime ancora meno precise.
Il secondo problema è che la gente presume di giocare un gioco di possibilità e che sia un gioco onesto: quello che Nassim Nicholas Taleb chiama “errore ludico”. Se guidate su un ponte strutturalmente a rischio tutti i giorni, si potrebbe dire che stiate giocando d’azzardo con la vostra vita. Ma state esattamente giocando d’azzardo? Giocare d’azzardo normalmente implica un gioco di possibilità: i dadi, tirare la monetina, anche se qualcuno è fraudolento. I giochi onesti formano un sottoinsieme piccolo e insignificante di tutti i giochi possibili e possono essere giocati solo in circostanze artificiose, semplificate e controllate, usando un apparato appositamente progettato che funzioni perfettamente. Supponete che qualcuno vi dica che ha appena tirato per 10 volte una monetina ottenendo sempre testa: qual è la probabilità che il prossimo lancio dia ancora testa? Se pensate 50%, allora state scartando la probabilità molto alta che il gioco sia truccato. E questo fa di voi dei babbei.
I giochi fatti direttamente contro la natura non sono mai puliti. Potreste dire che la natura bara sempre: proprio mentre state per vincere il jackpot, il casinò viene colpito da un asteroide. Potreste pensare che tali eventi improbabili non sono significativi, ma risulta che lo sono: il cigno nero di Taleb domina il mondo. In realtà, la natura non bara così tanto perché se ne frega delle vostre regole. Ma queste regole sono tutto ciò a cui ti puoi aggrappare: il ponte è sano se corrisponde all’immagine nella testa del suo progettista. La corrispondenza è quasi perfetta quando è nuovo, ma mentre invecchia ha luogo una notevole divergenza: appaiono delle crepe e la struttura deperisce. A un certo punto più o meno arbitrario viene dichiarato pericolante. Ma nessuno ha in mente il suo collasso perché, vedete, non è stato progettato per crollare: E’ stato progettato per restare in piedi. L’informazione su quando collasserà non esiste. C’è un trucco, tuttavia: potete osservare il tasso di divergenza; quando passa da lineare ad esponenziale (cioè, comincia a raddoppiare), allora il collasso non è lontano e potreste anche essere in grado di fissare un limite massimo su quanto tempo possa impiegare a sopraggiungere. Se il numero di pezzi di cemento che si staccano dal vostro ponte continua a raddoppiare, potete calcolare il momento in cui ogni ultimo pezzo del ponte sarà nel fiume e quello è il vostro limite massimo.
Eppure la vostra previsione sarà soggettiva (o, se preferite, basata sulla vostra fortuna come persona he fa previsioni), perché state ancora soltanto giocando con le probabilità. Se misurate che il deterioramento sul vostro ponte è lineare (diciamo che cade un pezzo di cemento ogni mese) allora ne estrapolate che esso rimarrà lineare. Se è esponenziale (2x pezzi di cemento rispetto al mese precedente) allora ne estrapolate che rimarrà esponenziale e, se siete fortunati, così accadrà. Ma le probabilità che esso rimanga in un modo o nell’altro sono strettamente nella vostra testa: non sono prevedibili ma soggettive. Chiamarle “aleatorie” o “caotiche” non aggiunge molto: l’informazione che state cercando semplicemente non esiste.
Per riassumere: è possibile prevedere che qualcosa accadrà con precisione sconcertante. Per esempio, tutti gli imperi alla fine collassano, senza eccezioni. Quindi gli Stati Uniti collasseranno. E qui ho finito. Ma non è possibile prevedere quando qualcosa accadrà, a causa del problema dell’informazione mancante: abbiamo un modello mentale su come qualcosa continuerà ad esistere, non di come inaspettatamente cessi di esistere. Tuttavia, osservando il tasso di deterioramento, o le divergenze dal nostro modello mentale, a volte possiamo dire che la data è vicina. Il primo tipo di previsione – che qualcosa collasserà – è estremamente utile, perché vi dice come evitare di mettere a rischio ciò che non potete permettervi di perdere. Ma ci sono situazioni in cui non avete scelta. Per esempio, se foste nati in un impero sull’orlo del collasso. Ed è qui che il secondo tipo di previsione – che qualcosa collasserà molto presto – risulta molto utile, perché vi dice che è tempo di tirar via la vostra pancetta dal fuoco.
Permettetemi di sottolineare ancora una volta: il processo di giungere a tali previsioni è soggettivo. Lo potete ragionare oppure lo potreste basare su un certo formicolio dietro il collo. Tuttavia, la gente ama teorizzare: alcuni dichiarano che gli eventi in questione sono aleatori, o caotici, e quindi continuano nel formulare modelli matematici di aleatorietà e caos. Ma la tempistica su eventi “improbabili” su larga scala non è aleatoria o caotica, è sconosciuta. Con eventi regolari su scala ridotta, gli statistici possono barare facendo la media fra di essi. Questo è utile se state vendendo delle assicurazioni – contro eventi che potete prevedere. Naturalmente, un evento su larga scala può ancora cancellarvi mettendo il vostro riassicuratore/sottoscrittore fuori mercato. C’è l’assicurazione sugli incendi, quella sulle alluvioni (non più tanto adesso; negli Stati Uniti ora viene sottoscritta direttamente da chi paga le tasse), ma non c’è assicurazione sul collasso, perché non c’è modo di stimare oggettivamente il rischio.
Inserendo la citazione preferita da tutti di Yogi Berra: “Fare previsioni è difficile, specialmente se riguardano il futuro”. Be’, mi permetto di dissentire: fare previsioni sul passato è altrettanto difficile. L’URSS è collassata inaspettatamente nel 1991, cogliendo di sorpresa gli “esperti”. La causa profonda del collasso rimane avvolta nel mistero e così la ragione della sua tempistica esatta. Esperti del Cremlino si sono orientati a scommettere su spostamenti di minor conto all’interno del Politburo, economisti esperti erano completamente convinti della superiorità del capitalismo di libero mercato sull’economia pianificata socialista, gli esperti di strategia militare potevano dibattere sui meriti dell’Iniziativa Strategica di Difesa (non ce n’era nessuna), ma erano tutti completamente ciechi quando l’intera Unione Sovietica si è piegata su sé stessa ed è scomparsa. In modo simile, gran parte degli esperti politici negli Stati Uniti sono convinti nella loro stima delle probabilità che Obama sarà o non sarà rieletto nel novembre 2012. Quello che non possono darvi sono le probabilità che le elezioni non si terranno e che nessuno arriverà alla presidenza. Notate, queste probabilità non sono zero e possiamo stare sicuri che un tale giorno arriverà. Semplicemente non sappiamo quando.
Gli esperti possono fare previsioni soltanto all’interno delle proprie aree di specializzazione. Sono per costituzione incapaci di prevedere quando la loro area di specializzazione subirà un fallimento spontaneo dell’esistenza. Non essendo un esperto in nessuna di queste discipline, sapevo che l’URSS avrebbe collassato più o meno un anno prima che lo facesse. Come lo sapevo? Guardando con cura e rendendomi conto che le cose non possono continuare a lungo nella stessa direzione. Sto facendo la stessa cosa con gli USA ora. Così, guardiamo insieme.
Il governo federale statunitense sta attualmente spendendo 300 milioni di dollari al mese. Per far questo, “prende in prestito” circa 100 milioni di dollari al mese. Il termine “prendere in prestito” è fra virgolette perché gran parte di quel nuovo debito è creato dal Tesoro e comprato dalla Federal Reserve, così, in essenza, il governo scrive solo un assegno di 100 milioni di dollari a sé stesso ogni mese. Se questo continuasse per sempre, allora il dollaro americano diventerebbe senza valore, quindi è in atto una pressione per portare le banche centrali straniere ad assumersi loro stesse una parte di questo debito. Lo possono fare, naturalmente, ma, vedendo che il dollaro americano è sulla strada per diventare senza valore, hanno ridotto le loro partecipazioni del Tesoro americano piuttosto che aumentarle. Nessuno può dire quanto a lungo possa durare il dispiegamento di questo scenario, quindi ciò che si cerca in una situazione simile sono i segni della disperazione.
Di recente c’è stata attività a raffica intorno alla Cina: Il Segretario di Stato Hillary Clinton e il Segretario del Tesoro Timothy Geitner, entrambi con un ampio seguito, sono andati in Cina per una visita di alto livello, durante la quale la copertura delle notizie negli Stati Uniti è stata dominata da servizi su un attivista cinese cieco che era trattenuto agli arresti domiciliari, dai quali è fuggito rifugiandosi all’ambasciata americana e al quale alla fine è stato consentito di lasciare il paese e venire negli Stati Uniti. Difficilmente qualcuno in Cina sa chi sia questa persona e la reazione ufficiale cinese alle richieste per il suo rilascio erano del tipo “certo, chi se ne frega” (anche il fatto che Hillary abbia rinunciato a truccarsi è stato considerato degno di nota).
Perché una tale cortina fumogena? Che cosa stavano nascondendo? Bene, un paio di problemi interessanti. Primo, esce fuori che la Cina ora può monetizzare il debito statunitense direttamente. Giusto, la capacità di stampare moneta statunitense ora è distribuita fra Stati Uniti e Cina. C’è una linea privata speciale fra Pechino ed il Tesoro americano e la Cina può comprare il Titoli del Tesoro americano senza passare da nessun meccanismo di mercato o rendere il prezzo pubblico. Secondo, ora la Cina può comprare direttamente le banche americane. Ai bei tempi, i tentativi da parte di forze straniere di usare i Titoli del Tesoro americani per comprare azioni nelle imprese negli Stati uniti era considerato come un atto di guerra. Oggigiorno, pare, non tanto. Fondamentalmente, Hillary e Timmy sono andati in Cina ed hanno detto: “prendetevi il nostro sistema finanziario, per favore!” Quello che hanno ottenuto è l’equivalente finanziario di una pompa di morfina sottocutanea: qualcosa che viene fornito ai malati terminali di cancro per la terapia del dolore continuativa. Ma se si secca prima che il paziente muoia? Sarebbe doloroso, no?
Gli Stati Uniti stanno sanguinando di soldi in altri modi: i singoli ricchi si stanno spostando all’estero e rinunciano alla cittadinanza americana in numero sempre maggiore, come i topi che abbandonano la nave che affonda. Un esempio di alto profilo è Eduardo Saverin, uno dei fondatori di Facebook, che ha rinunciato alla propria cittadinanza americana prima del ridicolo fiasco che è stato il lancio di Facebook in borsa. Il congresso è occupato a redarre leggi che fermino questo tipo di cose, o almeno di renderle un enorme spreco dal punto di vista fiscale. C’è anche una provvigione nel procedimento di ritiro del passaporto se la IRS decide che il titolare deve più di 50.000 dollari. Qualcuno dovrebbe fare qualcosa! Non è possibile rinunciare alla propria cittadinanza e comprare voti al Congresso allo stesso tempo? Dovrebbe… In ogni caso, possiamo stare certi che quello che ora è solo un rigagnolo si trasformerà in un’alluvione. Questo è ciò che ho visto in Russia dopo il collasso del Soviet: la ex elite del Soviet ha perduto ogni fiducia nel sistema, ha provato ad accaparrarsene un pezzo ed è scappata via con quello. Questo modello continua anche ai giorni nostri: una volta che qualcosa collassa tende a rimanere collassata per lungo tempo.
E perché non dovreste voler scappare come topi se vi è capitato di essere uno dei tanti milionari temporanei che hanno fatto fortuna nell’economia degli Stati Uniti e non la volete perdere? Il sistema finanziario americano è andato e da ora è chiaro che non sarà ripristinato. Caso in questione: Jon Corzine, ex Senatore, ex Governatore del New Jersey, ex capo della MF Global, ha fatto qualche scommessa, poi si è precipitato sul suo conto corrente per coprire le perdite. E’ in galera? No, è ancora a piede libero e non ha nulla da temere. Inoltre, si trova in alto nella lista dei donatori della campagna di Obama. JP Morgan ha appena riportato una perdita negli scambi di 2 miliardi di dollari (in realtà di più, tipo 8 milioni di dollari). Si sta facendo niente per questo? Naturalmente no! La JP Morgan ha una lunga e orgogliosa storia di cattiva gestione dei rischi, che fossero dovuti all’uso di modelli matematici assurdi (Valore a Rischio) o che fossero dovuti all’avere dei trader dal nickname tipo “la Balena” (the Whale) che decidono spontaneamente di essere Dio e di rovinarsi enormemente. Siccome tutto questo è stato fatto coi fondi bloccati dei contribuenti (come altre grandi banche americane, JP Morgan dipende dal sostegno vitale del governo) ci sono state delle discussioni sul fatto che la Balena potesse coprire, o scommettere, o giocare d’azzardo (coi soldi pubblici). Ma nessuno conosce più la differenza ormai e potete star sicuri, nessun altro andrà in galera per queste operazioni.
E questo ci porta al sistema politico. I politici sono anche soltanto vagamente interessati a riformare il sistema finanziario? No, ne sono troppo spaventati. La legislazione di riforma finanziaria, così com’è, è stata abbozzata dalle compagnie finanziarie stesse e dai loro lobbisti. I politici avrebbero paura di avvicinarvisi, per timore di mettere a rischio i loro contributi per la campagna elettorale. Finché i fondi per le elezioni scorrono nei loro scrigni e finché nessuno dei loro amici banchieri va mai in galera, rimarranno indifferenti alla finanza. Ciò che li rende sempre più paranoici è la loro sicurezza fisica. Entrambi i partiti hanno ripetutamente esibito un atteggiamento bipartisan indecoroso, quando è capitato di far passare leggi che compromettono le libertà civili, che aumentano il controllo sociale e la sorveglianza e che tolgono diritti ai loro cittadini. Il bilancio per la sicurezza nazionale del 2013 promette di superare il trilione di dollari. Ancora una volta, il parallelo con l’URSS pre e post collasso colpisce: anche lì il sistema politico non era riformabile, svuotato e usato per vantaggi personali, come un servizio personale per gente ricca e potente. Criminali come Boris Berezovsky sono stati in corsa per una carica pubblica solo per avere l’immunità dalla prosecuzione che ne derivava. Questo schema continua ancora oggi, specialmente in Ucraina: perdi un’elezione e vai in galera. Vieni rieletto e usi i votanti che non hanno votato per te come tirassegno. Una volta che un sistema politico collassa, ognuno nega strenuamente che gli sia avvenuto, ma poi tende a rimanere collassato per lungo tempo.
Ciò che tende a cambiare piuttosto improvvisamente è il commercio. Se avete abbastanza imbrogli politici, un alto livello di corruzione e stato di diritto che va nel dimenticatoio, la vita quotidiana va avanti come prima, per un po’, finché all’improvviso non più. A San Pietroburgo, in Russia, la differenza fra le estati del 1989 e quella del 1990 è stata impressionante, perché dall’estate del 1990 il commercio si è arenato. C’erano scaffali vuoti nei negozi, molti dei quali erano chiusi. La gente rifiutava di accettare soldi come pagamento. Le importazioni si sono prosciugate e il solo modo per procurarsi cose ambite come lo shampoo era da qualcuno che aveva viaggiato all’estero, in cambio di gioielli o altri oggetti di valore. E questo è avvenuto nonostante il fatto che l’URSS avesse un piano di affari generale migliore: “Vendi petrolio e gas, compra tutto il resto”. Mentre il piano degli Stati Uniti è ridotto a: “Stampa soldi, usali per comprare tutto il resto” (gran parte degli oggetti di consumo, più di ¾ del petrolio usato per spostarli e tutto il resto).
Il petrolio importato, naturalmente, è il tallone d’Achille del commercio americano. L’economia americana è stata costruita intorno al principio che i costi di trasporto non contano. Ogni cosa percorre lunghe distanze sempre, prevalentemente su gomma, alimentate da benzina o diesel: la gente va al lavoro, guida per andare a fare spesa, accompagna i propri figli da e per diverse attività; i beni vengono spostati in magazzini coi camion e il prodotto finale di tutte queste attività – la mondezza – viene a sua volta trasportata in camion per lunghe distanze. Tutti questi costi di trasporto non sono più trascurabili. Piuttosto, stanno rapidamente diventando una grande limitazione dell’attività economica. Lo schema ricorrente degli anni scorsi è un picco del prezzo del petrolio seguito da un altro giro di recessione. Potreste pensare che questo schema possa continuare all’infinito, ma stareste semplicemente estrapolando. Molto più importante, c’è ragione di pensare che quello schema arrivi a una fine piuttosto improvvisa.
E’ una proprietà generale delle cose che le stesse si custuiscano lentamente e collassino in fretta. Esempi di questo tipo abbondano (edifici, ponti, dighe, imperi militari, economie, supernove…) I controesempi – cose che appaiono improvvisamente e poi decadono lentamente – sono difficili da trovare (mi vengono in mente funghi e cetrioli, ma questi sono manifestazioni di un processo associato di crescita lenta e collasso repentino, quello che avviene normalmente proprio dopo il primo gelo). Qualche tempo fa, mi è venuto in mente che la curva a campana simmetrica comunemente usata per modellizzare l’esaurimento globale di petrolio, conosciuta come curva di Hubbert della teoria del picco del petrolio, dovrebbe in realtà essere asimmetrica, come quasi tutto il resto, ma mi mancava la matematica per spiegare questo punto.
Alla fine il Prof. Ugo Bardi mi è venuto in aiuto con un modello meravigliosamente semplice e chiaro, che ha chiamato Effetto Seneca. Diversamente da altri modelli come quello originale de “I Limiti dello Sviluppo”, che, anche se riabilitato, è troppo complicato da afferrare per molta gente ad una prima lettura. L’Effetto Seneca è la semplicità in persona. Questo modello inizialmente comprende due elementi: una risorsa di base ed un’economia. Il tasso di sviluppo della risorsa di base è proporzionale sia alla dimensione della risorsa di base, sia alla dimensione dell’economia. Allo stesso modo, l’economia declina nel tempo a un tasso proporzionale alla sua dimensione. Impostate le condizioni iniziali, fate partire la simulazione ed ottenete una curva a campana simmetrica. Ora aggiungete un terzo elemento, che può essere chiamato con vari nomi, “burocrazia”, “inquinamento” o “sovraccarico”: tutti i requisiti imprescindibili o gli inevitabili effetti collaterali dell’avere un’economia. Questo elemento non contribuisce al tasso al quale viene sviluppata la risorsa di base. Anch’essa declina a un tasso proporzionale alla sua dimensione. Dirottate qualche frazione del flusso di risorsa a questo elemento, avviate il modello e ne risulta una curva asimmetrica: sale lentamente e scende rapidamente, il Dirupo di Seneca. Più grande è la frazione dirottata, più la curva è asimmetrica:
Versione orginale:
Dimitri Orlov
Fonte: http://cluborlov.blogspot.it
Link: http://cluborlov.blogspot.it/2012/06/fragility-and-collapse-slowly-at-first.html
5.06.2012
Versione italiana:
Fonte: http://ugobardi.blogspot.it
Link: http://ugobardi.blogspot.it/2012_07_01_archive.html
23.08.2012
Traduzione a cura di MASSIMILIANO RUPALTI