FOLLIA NUCLEARE

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DI LAWRENCE S. WITNNER

Secondo quanto riportato recentemente dai mezzi di comunicazione e come suggerito nel discorso sullo Stato dell’Unione tenuto dal presidente Usa, i neocons che dominano l’amministrazione Bush stanno spingendo per un altro attacco militare preventivo, questo volta sull’Iran. Il motivo apparente per un tale attacco è che il governo iraniano sta sviluppando le armi nucleari.
In realtà, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), che ispeziona regolarmente le operazioni nucleari dell’Iran, non ha trovato nessuna prova di armi nucleari. Anche se l’IAEA ha segnalato che l’Iran ha prodotto uranio arricchito – che può essere usato sia per scopi civili o militari – tale produzione è stata fermata grazie ad un accordo iraniano nel Novembre 2004 con Francia, Germania e Gran-Bretagna. Quindi, anche se è possibile che l’Iran sia in grado di produrre armi nucleari in futuro, questa è difficilmente una certezza. E neppure è chiaro se il governo iraniano abbia mai progettato di produrle.Ironicamente, nel mezzo di questa fragile situazione, l’amministrazione Bush è occupata a fare a pezzi il Trattato nucleare di non proliferazione (NPT). Questo trattato, firmato in 1968 dai funzionari degli Stati Uniti e da quasi tutti gli altri paesi, obbliga le nazioni non nucleari a rinunciare allo sviluppo delle armi nucleari e a prendere misure verso il disarmo nucleare. L’amministrazione Bush rispetta il primo obbligo e vuole scartare il secondo.
Verso la fine di dicembre dello scorso anno, i notiziari citarono un funzionario dell’amministrazione Usa il quale aveva dichiarato che l’accordo finale al congresso di riesame del NPT nel 2000 – che imponeva agli stati una “chiara promessa ” per abolire le armi nucleari – è “un documento semplicemente storico,” che non riflette i cambiamenti drastici nel mondo alla luce degli attacchi terroristici del 9/11. Così, egli disse, l’ amministrazione Bush “non può più rispettare” tutti i tredici “step”verso il disarmo descritto nell’accordo 2000 e non lo considera come “una road map o un riferimento obbligatorio o qualcosa di simile.”
Per coloro che hanno seguito la politica nucleare dell’amministrazione Bush, questa posizione non dovrebbe essere una grande sorpresa. L’ amministrazione ha abbandonato non soltanto gli sforzi verso la negoziazione degli accordi di controllo e di disarmo di armi nucleari con altre nazioni, ma ha ritirato gli Stati Uniti dal trattato dell’ABM (Anti-Ballistic Missile, firmato dal presidente Nixon) ed ha rifiutato di sostenere la ratifica del Trattato che vieta di eseguire test nucleari (Comprehensive Test Ban Treaty del 1996 firmato dal presidente Clinton).

Inoltre ha sostenuto un programma di costruzione di nuove armi nucleari, compreso i cosiddetti “distruggi bunker” e “mini-nukes”(ossia le testate nucleari penetranti di potenza inferiore ai 5 kiloton, equivalente a 5 mila tonnellate di tritolo) e di facilitare la ripresa dei test nucleare.
Soltanto una protesta inattesa nel Congresso – condotta dai senatori David Hobson e Pete Viclosky, il presidente dei repubblicani e l’alleato Democratico del Comitato per l’Approvvigionamento dell’Energia e dell’ Acqua –ha bloccato i fondi stanziati per scopi nucleari dell’ amministrazione Bush nel 2004. Gli analisti politici si aspettano che l’ amministrazione farà un ulteriore sforzo per assicurasi i fondi nel 2005.

Per l’amministrazione Bush ed i suoi sostenitori, questa evasione degli obblighi Usa sotto il Trattato di non-proliferazione (NPT) ha perfettamente senso..

Gli Stati Uniti, credono di essere una nazione estremamente onesta e le nazioni con le quali ha rapporti fortemente contrastanti – quale l’Iran – rappresentano “la malvagità.” In conformità con questa credenza, il governo Usa ha il diritto di costruire ed utilizzare armi nucleari, mentre le nazioni poste sulla sua lista “dei nemici” non possono. Come previsto, questo presupposto non funziona allo stesso modo fra i funzionari del governo iraniano, che sembra improbabile compiano la loro parte dell’accordo del Trattato se i funzionari Statunitensi deliberatamente rinnegano la promessa. Al massimo, l’amministrazione Bush sta offrendo loro una giustificazione conveniente per una politica di costruzione di armi nucleari iraniane.

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Altri Stati sono arrivati alla stessa conclusione.. Nell’autunno dello scorso anni, Helen Clark, il primo ministro della Nuova Zelanda, avverti’: “in primo luogo dobbiamo considerare la questione essenziale di ciò che il Trattato nucleare di non proliferazione rappresenta. Mentre contribuiremo alla non proliferazione e contro la proliferazione, queste iniziative dovrebbero essere promosse insieme e rese obbligatorie anche per quelli che hanno armi nucleari e che ci spingono al disarmo nucleare permanente”.
Lo stesso punto è stato ripreso all’inizio di Gennaio 2005 da Mohamed ElBaradei, il direttore dello IAEA. Invitando tutti i paesi nell’impegno di rinunciare alla costruzione di infrastrutture per la produzione ed il trattamento di uranio arricchito per i futuri cinque anni, ElBaradei ha aggiunto: “non dovremmo dimenticare l’obbligo che hanno gli stati armati di raggiungere il disarmo nucleare.”

Infatti, l’approccio imparziale di ElBaradei alle questioni nucleari ha fatto irritare l’amministrazione Bush, che ora sta lavorando per cercare di negargli la rielezione alla carica di direttore dell’IAEA.
La responsabilità di tutte le nazioni sotto l’NPT ( Trattato di Non-Proliferazione) sara’ indubbiamente al centro della discussione del Congresso per la revisione del Trattato che si riunirà alle Nazioni Unite il maggio prossimo. Certamente sarà interessante vedere come l’ amministrazione Bush spieghera’ le contraddizioni della relativa politica nucleare. Purtroppo, per allora potrebbe scaturire un altro sanguinoso confronto militare per mano americana. Come la guerra nell’Iraq, ce lo venderanno sulla base di una potenziale minaccia da parte di una nazione in possesso di armi di distruzione di massa. E, anche come la guerra in Iraq, sarà inutile – causata dall’arroganza e dalla stupidità dell’ amministrazione Bush.

Lawrence S. Wittner

Fonte:http://www.lewrockwell.com/orig5/wittner8.html
8.02.05

Traduzione per Comedonchisciotte.net a cura di Manrico Toschi

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