CHARLES HUGH SMITH
Of Two Minds
Doveva essere una “drastica protesta politica” del comandante, che però è andata storta: è questo lo scenario più plausibile.
Alla fine comincia ad emergere uno scenario plausibile di quanto è accaduto al volo 370 e con plausibile voglio dire che questo è uno scenario che si adatta a tutti i fatti noti. Finalmente le autorità malesi hanno rivelato la prova fondamentale: Il Pilota parlò con i controllori di volo dopo la disattivazione del Data System (NYT.com).
Questo dimostra che uno dei piloti ha spento l’ ACARS, il sistema di trasmissione dati e poi si è messo in comunicazione con il controllo del traffico aereo (ATC), come se tutto fosse ancora normale. Dodici minuti più tardi, uno dei piloti ha spento il transponder del velivolo, che trasmette l’altitudine e la posizione dell’aereo.
Questa sequenza di eventi dimostra che l’aereo era comandato da uno dei due piloti dell’aeromobile e che mancano prove che ci sia stata coercizione, dato che sembra chiaro che uno dei piloti stava eseguendo operazioni regolari e non eseguendo ordini sotto la minaccia di dirottatori.
In considerazione delle forti convinzioni politiche del comandante e la sua padronanza del Boeing 777, tutte le prove indicano che era proprio lui il pilota che,dopo aver spento i collegamenti di comunicazione, ha preso il comando dell’aereo.
Gli ESPERTI DICONO : Dopo la sparizione – MOSSE SOFISTICATE- (CBSnews.com)
Malaysia Airlines Flight 370 si continuano le ricerche indagando sui piloti (CNN.com)
Anche se i primi rapporti sul comandante si limitavano ai soliti commenti dei colleghi che dicevano che era un bravo ragazzo tutto lavoro e famiglia, sta vendo alla luce tutta la forza della sua opposizione all’attuale regime malese:
‘La Democrazia è morta’: sparito un pilota ‘Fanatico’ che veste T-shirt con slogan politici (Daily Mail)
Il Comandante Zaharie Ahmad Shah, padre di tre figli, era un ‘fanatico’ supporter del leader di opposizione Anwar Ibrahim – messo in carcere per omosessualità, solo poche ore prima che il jet sparisse.
E ‘stato anche rivelato che la moglie del pilota e i tre figli avevano lasciato la casa di famiglia il giorno prima della scomparsa dell’aereo.
Anwar Ibrahim è una popolare icona della democrazia ed ex Vice Primo Ministro :l’azione penale contro di lui con l’accusa di sodomia, è vista da molti malesi come una vera persecuzione politica.
“I colleghi hanno detto chiaramente che il Comandante Shah ha sempre avuto forti convinzioni politiche ed appoggiava vigorosamente Anwar Ibrahim” – e ancora – “Ci è stato detto da un collega che era ossessionato dalla politica.”
Non si capisce il perché dei tentativi delle autorità malesi di nascondere questo possibile movente.
Sembrava che gli investigatori malesi inizialmente non volessero indirizzare i loro sospetti verso Zaharie o verso il suo co-pilota di 27 anni, Fariq Abdul Hamid, del quale, la scorsa settimana, si è saputo che, durante un precedente volo per Phuket, aveva invitato due donne nella cabina di pilotaggio per fumare insieme.
Ma la prova del modo in cui sono stati disattivati i sistemi del transponder e di comunicazione dell’aereo e il modo in cui l’aereo ha poi sapientemente sorvolato l’Oceano Indiano, apparentemente seguendo solo le carte di navigazione aerea, fanno pensare che solo un pilota esperto avrebbe potuto essere ai comandi. Gli investigatori sono rimasti perplessi anche dal fatto che, se l’aereo fosse stato preso in mano da dirottatori, ci sarebbe stato almeno un messaggio di Mayday, ma non c’è stato nessun segnale da parte dei due piloti per indicare che la cabina di guida era stata violata.
Così addesso, abbiamo capito il motivo ed abbiamo una chiara evidenza che doveva essere il comandante, non il co-pilota, al comando del volo 370, furioso per lo show fatto con quel processo di stile sovietico e per l’incarcerazione del suo eroe politico, il capitano potrebbe aver “sabotato il volo come forma di drastica protesta politica”. Flight 370: Dirottato per una vendetta politica del Pilota?
Adesso aggiungiamo che il co-pilota ed il comandante non erano d’accordo e anzi sembra sempre più probabile che il comandante abbia fatto tutto da solo, grazie alla sua profonda conoscenza della navigazione aerea e che il suo piano iniziale sia stato continuamente modificato per circostanze impreviste.
Possiamo facilmente pensare a una serie di “passi plausibili ” che il comandante voleva seguire inizialmente, ma che poi ha dovuto cambiare, rivedendo le sue decisioni alla luce di quanto è successo durante il volo.
La prima sfida sarebbe stata quella impedire al co-pilota di contestare la sua presa di possesso dell’aereo. Il modo più semplice sarebbe stato un sedativo sciolto in una bevanda e convincere il co-pilota a bersi il Mickey Finn ( nome in gergo di una bevanda drogata) .
Il ” borbottamento del co-pilota” ascoltato da un pilota di linea che volava verso il Giappone, che ha intercettato via radio il volo 370 può dar peso (anche se scarso ) a questa prova. ( È interessante notare che il pilota era sicuro di aver parlato con il co-pilota, non con il comandante).
Oppure, il co-pilota ha combattuto per non cedere il controllo dell’aereo, e questo spiegherebbe la brusca salita fino a 45.000 piedi, ben al di sopra della quota prevista dal piano di volo.
Se ci fosse stata una lotta, chiaramente il co-pilota l’avrebbe persa e comunque non avrebbe più dato fastidi.
Un’altra spiegazione per la salita a quota 45.000 piedi e la successiva ricaduta a 23.000, è che il comandante abbia cercato di togliere ossigeno ai passeggeri per un tempo sufficiente a renderli incoscienti, ma non abbastanza a lungo da ucciderli.
Dato il profilo che sta emergendo, il comandante non sembra avere una personalità capace di uccidere tutti i passeggeri a bordo, compreso se stesso. L’evidenza suggerisce piuttosto un forte movente politico, per mettere in imbarazzo il governo malese e, forse, per chiedere asilo politico in un altro paese .
Ancora una volta, per capire come sono andate le cose bisogna partire dalla natura incompleta del piano messo in atto dal comandante : dopo che la fase iniziale aveva funzionato – spento l’ ACARS e il transponder, reso inoffensivo il co-pilota, e uscito dallo spazio aereo del radar militare della Malesia – potrebbero essere successe un sacco di cose. E’ importante notare che “volare” non era solo la vocazione del comandante, ma era anche il suo hobby. Penso che sia giusto affermare che la sua vita ruotava intorno all’aviazione e al volo.
I dati mostrano che esistono molte piste plausibili, dove l’aereo avrebbe potuto atterrare – e lunghe almeno tre chilometri – nelle località più inimmaginabili.
In base a una mappa elaborata dalla stazione radio degli Stati Uniti WNYC ci sono 634 posizioni che potrebbero andare bene, dall’Australia alle Maldive al Pakistan. Ma il numero potrebbe essere ancora più alto, perché l’aereo potrebbe aver percorso una distanza maggiore rispetto al raggio di azione preso in esame quando è stata effettuata la simulazione.
Ecco la mappa più verosimile delle possibili rotte del volo 370 . Considerando le motivazioni che potrebbe aver avuto il comandante : volare verso nord e chiedere asilo politico, cercare di atterrare in un sito remoto, volare verso sud– per atterrare in un sito remoto.
Se il co-pilota avesse ripreso il controllo dell’aereo, da solo o con l’aiuto dell’equipaggio e dei passeggeri, avrebbe prima acceso l’ ACARS e il transponder e poi inviato subito un segnale Mayday. Dato che questo non è accaduto, possiamo essere certi che il comandante abbia mantenuto il comando del volo 370 per tutta la durata del volo, circa sette ore e mezzo.
Anche se non sappiamo se o dove l’aereo sia atterrato, sappiamo però che l’ ultimo “ping” del satellite è arrivato alle 8:11 – circa 6 ore dopo l’ultimo contatto con il radar militare .
Ecco alcuni punti da prendere in considerazione :
Il fatto che le autorità malesi abbiano nascosto la sequenza di eventi accaduti nella cabina di guida suggerisce fortemente che abbiano immediatamente identificato la potenziale motivazione politica del dirottamento del volo e che abbiano cercato di ostacolare qualsiasi speculazione a cui avrebbe potuto portare questo genere di indagine.
Questo spiega anche perché non abbiano divulgato i dati dei radar militari per tre giorni, e la loro prolungata riluttanza a condividere informazioni o a dire chiaro quello che sanno. Hanno paura della verità, e con buona ragione.
Il simulatore di volo trovato a casa del comandante fa pensare che abbia potuto studiare tutti i tipi di scenari di atterragio, solo per curiosità o per affinare le sue abilità in situazioni estreme. Pensateci bene: dopo più di 18.000 ore passate in cabina di pilotaggio sugli aerei più sofisticati, fare un atterraggio convenzionale non è più una cosa eccitante, si potrebbe fare anche dormendo. Diventa una cosa più che noiosa, con tutta quell’esperienza .
Data la relativa brevità del volo il comandante deve aver avuto un suo piano, ma è probabile che dopo il successo della fase iniziale, lo abbia dovuto cambiare, forse più di una volta.
Per la sua lunga esperienza di volo, è molto probabile che sapesse che i radar civili, primari e secondari e anche quelli militari della regione sorvolata, di solito la notte sono spenti. Qualche conferma – off-the-record- di queste abitudini è arrivata dalla Thailandia e da funzionari indiani che conoscono le abitudini e i radar che coprono le zone delle Isole Andamane e delle Nicobare. Così non è sorprendente il fatto che non ci siano stati avvistamenti radar nella regione: la maggior parte o forse tutti i radar erano spenti.
E ‘ anche interessante notare che la maggior parte dei radar primari della regione abbiano un raggio di controllo limitato – circa 100 miglia, in media. Non dovrebbe essere difficile infilarsi con un aereo nei corridoi tra gli spazi che non sono coperti, neanche quando i radar sono accesi.
Facciamo finta che la questa ipotesi sia esatta e che il comandante non avesse intenzione di abbattere il 777 e nemmeno di uccidere tutti quelli che erano a bordo. Come ho già detto, se quella fosse stata la sua vera intenzione (o quella di suicidarsi), perché doveva continuare a volare per tante ore? Malgrado le migliori intenzioni, sembra che si sia imbattuto in qualche problema che non ha saputo risolvere, ma è anche possibile che non sia riuscito a raggiungere la destinazione prevista oppure che si sia confuso e si sia perso.
Che è successo al volo 370? Un’ Analisi di quello che si sa (March 13, 2014)
Lo scenario che meglio si adatta ai fatti è una spontanea ” drastica protesta politica ” del comandante che però è andata storta, nonostante le sue intenzioni e tutta la sua esperienza.
Un ultima riflessione :
da quando gli Stati Uniti devono monitorare tutte le potenziali minacce per lo spazio aereo e per le esplosioni nucleari praticamente in qualsiasi punto del pianeta ( eccetto che l’Antartide), come mai gli USA non hanno immagini di attività termica evidenziata in quello spazio aereo? E se gli Stati Uniti hanno un patrimonio di immagini termiche spaziali, si tratta di immagini con una qualità tanto bassa da non mostrare neanche la scia di calore che lasciano due motori a reazione che alimentano un B 777 ? Non sembra mica probabile.
Si sa da tempo che gli Stati Uniti hanno anche un “monitoraggio del suono degli oceani” (Sottomarini, Segreti & Spie- NOVA/PBS) potrebbe anche darsi che il suono di un grosso aereo possa aver colpito l’acqua ed essere stato rilevato, indipendentemente da quanto stia volando lontano.
Tutto per dire che sarebbe probabile che tutte le attività di raccolta informazioni a livello mondiale e spaziale registrate dagli Stati Uniti potrebbero fornirci qualche segnale o qualche indizio per trovare l’ultima spiaggia del volo 370.
Charles Hugh Smith
Fonte: www.oftwominds.com
Link: http://www.oftwominds.com/blogmar14/flight-370-solved3-14.html
17.03.2014
Il testo italiano di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte ComeDonChisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque.Primario