Smettete di obbedire e il loro potere svanirà. È questo il chiaro messaggio dell’opera “Discorso sulla servitù volontaria” di Étienne de La Boétie, scritta intorno alla metà del 1500.
Un messaggio che i lavoratori greci del sistema ferroviario collegato con porto commerciale greco di Alessandropoli hanno deciso di applicare, rifiutandosi di caricare le attrezzature militari e i carri armati NATO diretti nell’Europa orientale, nonostante le pressioni dei datori di lavoro.
Dall’inizio della guerra in Ucraina infatti, più di 3.000 soldati e centinaia di veicoli corazzati e carri armati sono stati trasferiti nel porto greco di Alessandropoli – un importante porto di carico sia per merci che per carburanti, che dispone anche di un aeroporto internazionale – allo scopo di essere successivamente trasportati principalmente in Ucraina e Polonia.
Come riportato dal sito greco Imerodromos però, dal 1° aprile le spedizioni di veicoli blindati dal porto greco ai confini dell’Ucraina attraverso il sistema di trasporto terrestre, sono minacciate dai dipendenti della compagnia ferroviaria TrainOSE, che hanno deciso di non “supportare più attivamente le spedizioni di armi”. L’episodio riguarda in particolare quanto accaduto il 30 marzo, quando 3 treni pronti a partire sono stati boicottati dal personale delle ferrovie che ha deciso di non “fornire supporto tecnico per il trasporto”.
“È una presa in giro quando un datore di lavoro dice: ‘Non devi preoccuparti di cosa trasportano i treni, è il tuo lavoro e devi guidarlo'” affermano i ferrovieri greci, supportati dal Partito Comunista di Grecia KKK nello scontro con i datori di lavoro.
In una nota dei sindacati intervenuti a difesa dei lavoratori, si legge:
Non saremo complici se la macchina da guerra viaggerà attraverso i territori del nostro Paese. Nessun uso delle ferrovie per trasportare materiale bellico all’estero. Le locomotive utilizzate a questo scopo devono tornare alla loro base. Nessuna minaccia per un ferroviere che rifiuta di accettare il trasferimento di materiale bellico della NATO dal nostro Paese.
Massimo A. Cascone, 04.04.2022