FATE LE BOMBE, NON I PROFUGHI

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DI PEPE ESCOBAR

informationclearinghouse.info

Arrivano i Russi! Arrivano i Russi! In effetti i Russi stanno sempre arrivando. I Russi non hanno mai smesso di arrivare fin dai bei tempi della Guerra Fredda. I Russi stanno “invadendo” l’Ucraina. Ogni giorno. Da almeno un anno. Ora stanno “invadendo” la Siria.

È solo l’inizio. Presto staranno invadendo l’intero Medio Oriente, l’intera Europa orientale e quella occidentale, tutto l’Artico. Poi, un giorno, di nascosto, torneranno a Cuba, pronti ad invadere la Florida e da lì tutti gli Stati Uniti.

La storia ritorna sotto forma del ripetersi della solita farsa. Per quanto riguarda la miglior rappresentazione del modus operandi della propaganda, la quale sostiene l’isteria eccezionale circa la presunta “incursione militare” russa in Siria, nel 2011 il grande Alex Cockburn ne aveva scritto così su counterpunch:

“Supponiamo che la CIA si faccia scappare un report di sicurezza nazionale che afferma che la Luna in realtà sia fatta di formaggio e che i Cinesi stanno progettando di inviarci un paio di ratti geneticamente modificati per riprodursi in numero sufficiente per mangiare tutto il formaggio e quindi sabotare i paini degli Stati Uniti per l’installazione di un radar per la difesa missilistica sulla faccia oscura della Luna.

I titoli inizierebbero così “Dubbi sulla minaccia dei ratti cinesi ampiamente diffusi. Molti non la prendono sul serio”. I principali articoli del New York Times, del Washington Post e del Wall Street Journal intervisteranno questi dubbiosi, ma al contempo “bilanceranno” riportando rispettosi stralci dalle “fonti nell’intelligence”, dai professori universitari, dagli “esperti” dei think tank e dei loro simili, tutti impegnati a ballare al ritmo del governo:Molti definiscono l’eventualità dei ratti “plausibile”, ecc.

Ecco, entro un paio di giorni di questo tipo di storie, il piano dei ratti cinesi sarà profondamente instillato come en’eventualità plausibile. Le notizie poi parleranno di rispettabili discussioni circa le opzioni del governo USA su come affrontare e gestire la minaccia cinese dei ratti: il Vicepresidente dice “Tutte le ipotesi sono al vaglio”, ecc”.

Ecco, Cina – così come la Russia – è una minaccia tra le peggiori, secondo la filosofia militare del Pentagono: al livello, se non peggio, dell’ISIS/ISIL/Daesh. Per cui la Russia deve avere una propria minaccia dei ratti. Il che ci porta al piano siriano “I Russi stanno arrivando”, che ha portato think tank del calibro di Stratfor (che rispecchia il pensiero della CIA) a ragionare approfonditamente, sulla base di intel ottime, di seconda mano, ideologicamente corrotte, vili – e finte.

Il dilemma della suddivisione del potere

Tutti gli aspetti principali circa il nonsenso di un intervento militare russo in Siria sono stati approfonditamente analizzati da The Saker qui.

Mosca semplicemente non vuole essere coinvolta in un nuovo Afghanistan. Per di più, il 66% dei Russi sono addirittura contro un intervento militare nel Donbass: sì, quell’ “invasione” di cui la NATO e i media occidentali fanno annunci più o meno ogni settimana.

Il problema di quello che possiamo definire il Partito Guerrafondaio NATO-GCC è che Mosca sta realmente tentando di coordinare un vero piano di pace, contrario al cambio di regime, che al contempo risolva entrambi i problemi della tragedia siriana: la suddivisione dei poteri a Damasco e l’ascesa dell’ISIS/ISIL/Daesh.

Come ha ufficialmente confermato il Presidente Putin, Bashar Al Assad ha già acconsentito a nuove elezioni e a condividere il potere con l’opposizione non jihadista-salafita. Ciò è stato ampiamente discusso con Washington, Ankara, Riyadh e Il Cairo. Persino la paranoica Riyadh – la quale, peraltro, continua a bombardare illegalmente e ad invadere lo Yemen – è aperta al dialogo.

Il primo passo del piano sarebbe formare una vera coalizione per combattere il falso “Califfato” – questa comprenderebbe Russia, Iran, il governo Siriano di Damasco, Turchia, Arabia Saudita e anche Washington.

Ecco l’ostacolo. Il piano A dell’amministrazione Obama resta il cambio di regime. Un piano B con una leadership condivisa con la Russia e Assad al governo non viene nemmeno preso in considerazione. Dopotutto Obama stesso non ha mai messo da parte il suo mantra “Assad deve andarsene”.

Guardate l’M5

L’autostrada M5 è l’arteria strategica che connette Damasco con il nord e l’est della Siria. C’era un tempo – durante i governi di Hafez Assad e poi di Bashar – in cui chiunque poteva percorrere questa strada senza alcun problema.

Un mese fa però, l’ISIS/ISIL/Daesh si è impossessato della strategica, principalmente cristiana, città di al-Qaryatain, a nordest di Damasco. Lo stanco esercito Arabo Siriano, per ora, sta cercando di riconquistarla senza successo.

Ciò è molto preoccupante, perché il finto “Califfato” è ora a solo 30Km dalla M5. OK, l’autostrada è stata in pericolo in passato, a intermittenza, a causa di alcuni cecchini nascosti nel deserto a nord di Damasco. Ma se l’ISIS/ISIL/Daesh dovesse mai riuscire a dividerla, significherebbe creare una zona di terrore per Damasco.

Le chance sono presumibilmente che minime, perché una possibile caduta della M5 sarebbe evitata in primo luogo con una dura linea difensiva – composta da Hezbollah e dall’esercito Iraniano e dalle Forze Speciali. Questi si occuperebbero del problema – senza coinvolgere gli esperti militari russi, che il Ministro degli Esteri russo ha già confermato essere in Siria.

Devono esserci, dopotutto stanno sviluppando contratti militari già in essere tra Mosca e Damasco e devono insegnare ai Siriani come utilizzare le attrezzature russe.

Quindi Damasco, anche in una situazione critica, non ha bisogno di truppe di terra russe. Ciò su cui potrebbero fare affidamento sono i consigli delle squadre GRU e SVR. Il ritornello “I Russi stanno arrivando” ripetuto dalle intel occidentali/israeliane potrebbe infatti riferirsi a queste squadre, insieme ad alcuni marine russi dispiegati per rinforzare la sicurezza a Tartus e ala base aerea vicino a Latakia.

R2P è tornata

Nel frattempo, l’ISIS/ISIL/Daesh continua a conquistare territori. Uno dei misteri dei cieli geopolitici è come i droni del Pentagono/NATO possano attaccare chirurgicamente le truppe del finto “Califfato”, mentre ignorano i convogli di Toyota bianche che si muovono in mezzo al nulla del deserto del Siraq.

L’ISIS/ISIL/Daesh può operare su un territorio vastissimo. Ogni zona persa da Damasco non è occupata solo da esso, ma anche da Jabat al-Nusra, alias Al Qaeda siriana, o da Ahrar al-Sham. Tutti questi sono jihadisti salafiti. Nessun “ribelle moderato” addestrato dagli Stati Uniti in vista.

Ciò implica dal punto di vista politico l’impossibilità di un accordo sulla condivisione del potere a Damasco. Si tratta solo di una vittoria totale contro il finto “Califfato”, per tutto il Siraq – o la morte. I precedenti sono pessimi. Quando l’Esercito Arabo Siriano stava vincendo contro le truppe del Califfato, queste di sono ritirate in territorio iracheno.

Ciò significa che i bombardamenti sostenuti dietro le quinte dagli USA sono un videogioco senza senso – pronto a raggiungere insensate dimensioni da Walhalla con l’aggiunta di Francia e Gran Bretagna che gioiosamente aiuteranno i bombardamenti. L’unico modo sensato per sconfiggere questa orda di pazzi decapita tori salafiti, sul campo, è attraverso un’alleanza tra Siria, Hezbollah, Iran e Iraq, che coordinino assieme bombardamenti mirati, organizzati studiando le informazioni strategiche ottenute sul campo.

Non succederà, perché Casa Bianca, Pentagono, Casa di Saud e Sultano Erdogan – oltre ogni tipo di retorica – semplicemente non vogliono che succeda. Per loro, o cambio di regime, o l’autostrada (nel senso di lasciar conquistare la M5 al “Califfato”).

La conclusione: l’intervento in Siria de “I Russi stanno arrivando” è un nonsense. Sarebbe senza senso da un punto di vista militare, oltre ad essere politicamente non sostenibile da parte di Mosca. Il sostegno a Damasco invece sì, proseguirà.

Nel frattempo, il numero “profughi del cambio di regime”, come l’analista Vijay Prashad li ha definiti, continuerà ad aumentare. Molte frange dell’opinione pubblica europea – che hanno appena scoperto che c’è davvero una terribile guerra che imperversa in Siria – stanno chiedendo che “qualcosa” venga fatto. Ad esempio bombardare ancora di più la Siria (dunque Franca e Gran Bretagna “si dovrebbero aggiungere” all’azione).

Il futuro potrebbe essere ancora più sinistro: una nuova Libia. Vi ricordate R2P (Responsabilità di Proteggere) le possibili vittime di un possibile massacro di civili portato avanti da Gheddafi? In questo mondo post-orwelliano, un nuovo conflitto R2P si sta profilando di fronte a Damasco per camuffare, ancora una volta, l’ossessione per un cambio di regime.

Ecco cosa cerca di evitare la Russia. Per il Partito Guerrafondaio NATO-GCC, Fate l’amore non fate la guerra non potrebbe mai proteggere i profughi del cambio di regime. Il loro mantra è cristallino: fate le bombe, non i profughi.

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a [email protected].

Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/

Link: http://www.informationclearinghouse.info/article42803.htm

09.09.2015

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO

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