DI STEFANO VERNOLE
Rieletto trionfalmente segretario dei DS, Piero Fassino ha dato
anche stavolta prova delle sue mirabili “linee di vetta”, partendo
proprio dal tema a lui più congeniale: la politica internazionale.
In un improvviso allineamento con Silvio Berlusconi, il “leader” di
Botteghe Oscure ha definito i “veri resistenti” coloro che in Iraq
sono andati a votare dietro convincimento degli Ayatollah di Teheran
(una parte degli sciiti) e del Mossad (i curdi).
Allineandosi alle veline che, partendo da Hoolywood, vengono
sistematicamente spacciate come la verità assoluta dai nostri servi
nei mezzi d’informazione, ha identificato nell’inesistente Zarqawi
il capo della guerriglia irachena (ovviamente “terrorista”).
Spingendosi oltre, ha dimostrato anche rare capacità di autocritica,
chiedendosi che cosa avesse fatto la “sinistra” europea in questi
anni per far cadere il diavolo Saddam Hussein.
Riecheggiando antichi valori, ha proposto di definire d’ora in
avanti la propria area politica come “socialista”, una definizione
non c’è che dire da far tremare le vene ai polsi, spiegandone però
bene le connotazioni “moderne” .
In Italia, infatti, c’è ancora “troppo poco mercato” e la Legge
Biagi verrà sì riformata ma solo al fine di migliorarne gli
strumenti di flessibilità.Certo, si potrebbe fare qualche appunto al neoeletto segretario
diessino, magari osservando che la resistenza irachena, secondo le
stime dei comandi statunitensi, si compone di circa 200.000 unità e
che di Zarqawi non abbia mai sentito parlare, se non dopo l’arrivo a
Baghdad del nuovo ambasciatore USA John Negroponte, il regista degli
squadroni della morte in America Latina.
Ma in fondo Fassino va perdonato, anche perché ricordiamo che quando
era responsabile esteri dei DS definì il primo ministro israeliano
Rabin, il massacratore dei bambini dell’Intifada, un “pacifista
moderato”. Anzi vogliamo elogiarlo, perché in fondo la sinistra e
i riformisti europei hanno fatto tanto per la caduta del
regime “islamo-nazi-comunista” di Saddam, tacendo per 12 anni di
fronte a un embargo che ha provocato la morte di oltre un milione e
mezzo di iracheni (500.000 bambini secondo i dati Unicef).
Quando poi ne ha avuto l’occasione, il suo partito ha dato un ottimo
contributo all’eliminazione dell’altro tiranno nazi-comunista
(islamo sarebbe troppo), Slobodan Milosevic, ribattezzato anche
il “Dracula della Serbia”, con una serie di bombardamenti
all’uranio impoverito che hanno recentemente costretto il Ministro
della Salute Sirchia a sospendere l’importazione di carne dall’ex
Jusoslavia a causa delle sue contaminazioni radioattive(1).
Effettivamente in giro ci sono ancora un po’ di dittature da
eliminare, la Cina, la Corea del Nord, il Pakistan, la Bielorussia,
Cuba, ma fose con chi possiede il nucleare è meglio non scherzare
troppo e per coloro con i quali gli imprenditori italiani fanno
affari – beh “pecunia non olet” – e viva la globalizzazione.
Insomma i no (o new?) global di casa nostra possono dormire sonni
tranquilli, con un’alternativa così il governo “fascista” di
Berlusconi-Bossi-Fini avrà vita breve e per l’Italia si schiuderà
il “sol dell’avvenire”.
Stefano Vernole
Fonte: http://it.groups.yahoo.com/group/lettera_informazione/
7.02.05
Note
1) Sulla “solida” struttura culturale di Massimo D’Alema,
protagonista oltre che dell’aggressione NATO alla Serbia anche
dello “scambio” Baraldini-Cermis e della vendita di Ocalan si legga
Marco Ansaldo, “Top secret: il caso Ocalan: un intrigo fra CIA,
Mossad e KGB”, Roma, 2002.