DI ANTONIO DE MARTINI
corrieredellacollera.com
Se fosse vera la voce che attribuisce a Gianfranco Fini la designazione di Giulio Terzi a ministro degli Affari Esteri, allora la trombatura elettorale non è una punizione sufficiente.
Se a questo si aggiunge che anche il dirigente del DIS (coordinamento dell’intelligence interna e estera) Gianpiero Massolo (detto “ferma la volontà, salda la sede” per non essersi mai mosso da Roma dal 1988) è una creazione di Fini, ministro degli esteri, che lo chiamò a capo di Gabinetto dal Servizio del Cerimoniale dove aveva già superato la soglia di competenza, abbiamo fatto pilotto.
Una vicenda internazionale affidata a questi due narcisisti esagerati – che tra l’altro, si detestano – non poteva che finire nel ridicolo e nella umiliazione.
Adesso la magistratura indiana ha come prova ausiliaria l’inchiesta della magistratura italiana che indaga per “omicidio volontario”. I due poveri pacchi postali stanno per ritornare in India – speriamo almeno che li autorizzino a portarsi l’uniforme estiva visto che continua la carnevalata di far vestire in uniforme due imputati di omicidio – e mettersi a disposizione di un’autorità inasprita.
Per salvare l’ipotetico residuo di faccia, hanno spedito davanti alle telecamere un sottosegretario De Mistura finalmente incazzato a dire che si sono fatti assicurare dal governo indiano che in nessun caso sarà applicata la pena di morte. Ma come, la magistratura non è indipendente?
Che c’entra l’Intelligence in questa storia?
Facciamola breve. Durante la vacanza elettorale dei due malcapitati, una fonte confidenziale, apparentemente Israeliana, un paese dove Giulio Terzi è stato a lungo ambasciatore, fa sapere a sua Eccellenza che in India hanno già deciso la sentenza a carico dei Marò : venti anni.
Panico. Consultazioni. Forse una verifica di intelligence (sulla fonte, non in India). Decisione eroica e disperata. Annunzio che i due sergenti non tornano indietro e questa diventa una posizione ufficiale invece che una operazione di intelligence.
Nessuno ha previsto reazioni, pianificato interventi, ottenuto solidarietà, negoziato riservatamente.
In gergo militare un tempo si diceva “raggiunta linea marrone”.
Stasera (ieri sera, ndr): contrordine compagni. I maró, dopo aver incassato un paio di incriminazioni in Patria, torneranno a fine licenza alla gabbia che li aspetta.
Credo proprio che mutatis mutandis persino l’armistizio dell’Otto settembre 1943 è stato gestito meglio di questa grottesca vicenda (almeno salvarono il capo dello Stato e il primo ministro), mentre qui non si è salvato nessuno.
In controluce si intravvedono rivalità personali, ambizioni e calcoli inconfessabili, ambiguità.
Terzi esce distrutto. Con Massolo che doveva guardargli le spalle, la cosa non meraviglia.
Di Paola non può andare più in Finmeccanica dove si era apparecchiato il tavolo a causa delle chiacchiere sulla corruzione.
Gianni De Gennaro – il predecessore di Massolo al DIS che lo ha rimpiazzato per farlo andare al governo – si trova casualmente libero a partire dalla prossima settimana, in quanto il governo Monti dovrebbe andare a casa. Potrà offrire i suoi servigi alla Patria ancora una volta dallo scranno di Finmeccanica.
Degli elicotteri, della figura di violatori delle regole internazionali fatta dall’Italia e dalle sue massime istituzioni, della sorte dei due terroni, del nostro export, non frega più nulla a nessuno.
Adesso L’Italia non venderà più un chiodo per anni in India (col Brasile ci siamo già spubblicati per la vicenda dell’assassino Battisti) e se i due maró si beccano venti anni, dovremo anche ringraziare.
Nota a margine: l’ambasciatore francese in Mali e il responsabile dell’Africa occidentale, oltre ad altri quattro collaboratori dei due, sono stati, oggi, brutalmente avvicendati per non aver prevenuto la crisi.
Da noi niente, vero?
Antonio de Martini
Fonte: http://corrieredellacollera.com
Link: http://corrieredellacollera.com/2013/03/21/farsa-dei-due-maro-comica-finale-di-antonio-de-martini/
21.03.2013