FANCULO IL ROCKROLL

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FONTE: ROSSLAND (BLOG)

Forse è per la suggestione che evoca il luogo ma vero è che quando ho letto che per l’evento si sarebbe delimitata una “zona rossa” anche fuori e intorno il Circo Massimo per impedire l’accesso a chi sia sprovvisto di regolare biglietto, la prima cosa cui ho pensato è stata: “Siamo a Rollerball!”.
Altro che It’s only Rock&Roll.
Avete presente il film?
Ambientato nel 2018 e in un mondo dove ormai “non esistono più nazioni, guerre, crimini, violenza o povertà; i governi sono sostituiti da un’unione di “Corporazioni” dirette da “Dirigenti” che controllano capillarmente la vita di tutto il pianeta, pur soddisfacendo sempre il bisogno di benessere di tutta la popolazione”, per citare Wikipedia.
Siamo a giugno 2014 e mi pare che ci siamo, quasi…

Forse che i Governi non sono ormai quasi ovunque emanazione del potere delle Corporazioni?
Forse che i politici per essere eletti non devono ben prima di candidarsi sottoporsi all’esame di idoneità al ruolo di Dirigente facendo il giro delle sette chiese partendo da Washington per finire a Bruxelles passando per Dubai?
Pensatela come volete, ma per me ci siamo (quasi): un paio di guerrette qui e là, qualche ulteriore messa a punto del sistema di controllo individuale, ma solo per garantirci/si, sia chiaro, una sempre maggior sicurezza, e qualche povero in meno.
Poi è fatta.
Ma si fa in un batter d’occhio, comunque: basta lasciar fare al mercato, e lo sfoltimento dagli abusivi senza biglietto per la vita è assicurato in tempi brevissimi.

Roma oggi si inchina al Mercato del Rock&Roll e, diversamente che in Rollerball, dove gli atleti divi durano pochi anni e finiscono regolarmente massacrati, l’eterno si mummifica per garantire il circense da bollino blu: o sei dentro, o sei fuori.
E che bello esserne fuori…

Chiuso il Circo su se stesso, occultato da pesanti teli neri così che nemmeno ai residenti le cui finestre vi si affacciano sia consentito di sbirciare gratis la folla di fans paganti o i 4 salti in attesa di padella dimenarsi come da copione vecchio di ormai mezzo secolo.
Nulla passerà dai posti di blocco se sprovvisto di ticket autentico, che pure i bagarini oggi hanno vita durissima grazie agli scanner che decideranno se un biglietto è stato regolarmente acquistato o è invece un falso (e pare ne girino parecchi).
Tutti felici i fans, di entrare dentro alla gabbia per godersi lo spettacolo di quattro culi secchi e sberleffi straconsumati e più visti uguali da almeno l’Hyde Park Live ’69, concerto allora gratuito e che oggi non usa più.
Penserete che non ami i Rollin’ Stones, e sbagliereste…
E’ che che questa idea di imbragarsi dentro un circo oscurato da teli neri e circondati da una “zona rossa” presidiata da polizia e di varchi accessibili solo con biglietto scanerizzato mi azzera l’idea di festa sembrandomi più un funerale.
Privatissimo, perdipiù.
E trovo maledettamente stronza questa band che dopo 50 anni che macina tanto denaro quanto una multinazionale anziché aprirli, i cancelli, vi si barrichi dentro a difesa del diritto Siae.
Mi fanno tristezza.
Una grande immensa tristezza.
Che festa è mai quella che per iniziare ha bisogno di nascondersi, di schermarsi, di bloccare una città e di oscurare la vista (oddio, gratuita!) anche a chi sul Circo ha la fortuna di potersi affacciare ogni dannata mattina che dio manda in terra?
Non oggi.
Ciò che non so bandire dalla mia mente, nonostante ami Jumpin’ Jack Flash ma anche di più White Horses, cioè chi c’era c’era e chi non c’era non se lo può inventare, è quel velo nero che avvolge il Circo come un sudario funebre tirato su a difesa del denaro contro il diritto di camminare per le proprie strade di chi vi abita senza dover esibire i documenti solo per tornarsene a casa.

Ancora qualche anno e, ormai complice e servo di quel Mercato di cui ha bisogno il mondo senza guerre (e ne fa così tante oggi solo per garantirsi un mondo uniforme nei gusti e nei riti domani), senza più poveri (che non comprando nulla non servono a nulla), senza più crimini (sventati prima che accadano grazie alla grande Matrix), senza più nazioni (che la globalizzazione sta provvedendo a rendere obsolete), senza più governi (che per dirigere la Fabbrica Terra bastano dei Dirigenti fedeli al Dio Capitale), di questo Rock&Roll non resterà che il ricordo stantìo di ciò che lo ha connotato fin dalle origini: l’essere un mezzo, detestato dal potere, per mandare a fanculo il potere.
Potere che oggi invece, fatti i soldi veri grazie ai fedeli fans, il Rock&Roll serve.
Così lo sberleffo oggi glielo faccio io, a Mick Jagger&Co.

linguaccia

But it’s all right now, in fact, it’s a gas!But it’s all right, Im jumpin jack flash,Its a gas! gas! gas!

Fonte: http://rossland.blogspot.it

Link: http://rossland.blogspot.it/2014/06/fanculo-il-rock.html

22.06.2014

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