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La Redazione

 

I piu' letti degli ultimi 30 giorni

FALSI INCUBI

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A cura di Davide
Il 10 Maggio 2008
27 Views

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DI PIERLUIGI PAOLETTI
Centro fondi

Crisi economica, energetica, alimentare.
Su questi temi è iniziato da poche settimane il martellamento mediatico.

Sulla crisi economica ci sono gli ultimi dati della Confcommercio sulla diminuzione dei
consumi a marzo del 1,7%, su base annuale, la chiusura di 390.000 aziende nel 2007 (+11%),
la BCE che invece continua la sua politica sui tassi (apparentemente) ottusa e altezzosa vista
la risposta che ha dato Trichet

(ANSA) – ATENE, 8 MAG – Il trattato che disciplina l’attivita’ della Banca centrale europea ”stabilisce che i
governi europei non possono nemmeno cercare di influenzare la Banca centrale europea. Questo e’ chiaro”.
Lo ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, rispondendo a una domanda in cui s’ipotizzava
un’alleanza Berlusconi-Sarkozy per chiedere alla Bce un cambiamento di rotta.
(grazie a Maurizio Barbero per
la segnalazione)


Sulla crisi energetica basta andare a fare il pieno di benzina per accorgersi che spostarsi in
auto o far viaggiare le merci sta diventando un lusso, ma non per tutti però perchè i nostri
colonizzatori non pagano nessuna tassa o accisa sul petrolio per i carghi che trasportano merci
della globalizzazione selvaggia

Nel 1944, per sostenere le proprie compagnie aeree, gli Stati Uniti imposero una Convenzione Mondiale
sull’Aviazione Civile, firmata a Chicago: in base alla quale il kerosene per i trasporti cargo internazionali (ossia
che passano una o più frontiere) sono completamente esenti da tasse, tributi e accise. Ovviamente anche le
navi comprano il carburante – a tonnellate – in totale franchigia.
Insomma: i nostri camionisti nazionali pagano il diesel come Chivas Regal, caricato di imposte, balzelli e
accise, mentre gli armatori navali globali restano esentasse, e lo pagano come acqua.
(tratto da Effedieffe
www.effedieffe.com )

Sulla crisi alimentare si susseguono notizie allarmanti provenienti non dall’Africa, ma da
paesi come Giappone e Stati Uniti dove si sta razionando il riso (Wal-mart).
Addirittura ci sono notizie di immigrati che mandano pacchi di cibo nei paesi di origine
anziché mandare dollari o euro. Le organizzazioni mondiali stanno facendo appelli a Banca
Mondiale e Fondo Monetario Internazionale perché intervengano al più presto, ma siamo
sicuri che, se lo faranno, lo faranno a crisi avanzata e solo con interventi di facciata.
(sulla crisi alimentare rileggetevi
1) http://www.centrofondi.it/report/report_11_01_06.pdf
2) http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2007_sett_1.pdf
3) http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2008_feb_1.pdf

Anche se non amiamo pensare a complotti diabolici per sfiancarci ed essere così più
vulnerabili, resta strana questa concatenazione di eventi, apparentemente causale, che sta
portando velocemente a quello che tutti definiscono un governo mondiale.
Gli stati nazionali sono stati impoveriti ad arte, i loro centri di potere ridotti a meri gestori
dell’ordinaria amministrazione senza più avere voce in capitolo su questioni importanti come
la politica economica. In pratica si è dato corso a colpi di stato silenziosi
http://www.centrofondi.it/report/report_05_01_06.pdf e alla http://www.centrofondi.it/report/report_10_03_06.pdf di tutti i paesi industrialmente avanzati, facendo
bene attenzione a non far crescere gli altri mantenendoli nella povertà per poter continuare a
sfruttare materie prime e manodopera a basso costo.

L’energia fossile in esaurimento ha fatto il resto, causando le recenti guerre in Afganistan e
Iraq, oltre a mantenere alto il livello di guardia in Iran e medio oriente.

Gli effetti della disgregazione economica e della globalizzazione ha ridotto paesi come il
Giappone ad essere dipendenti dalle importazioni alimentari per il 61% (quota mai così alta
dal 1960), ma anche tutti gli altri paesi occidentali non stanno molto meglio.
Se ragionate bene uno dei principali modi per vincere le guerre del passato era quello di
affamare e così indebolire gli avversari tagliando le fonti di approvvigionamento, tattica usata
anche nell’ultima guerra dai russi invasi dai tedeschi. Ma come vedete, si possono usare le
stesse strategie belliche per conquistare nazioni anche in tempo di pace.
Togliamo agli stati la possibilità di prendere decisioni in campo economico e anche la
sovranità monetaria ed il gioco è fatto.

Il piano si ancora più chiaro se valutiamo l’impatto del trattato di Lisbona che toglie
definitivamente ogni potere agli stati nazionali e rimette la pena di morte in caso di
sommosse.

Dopo tanti anni di studi e approfondimenti sull’economia e sulla creazione monetaria ci siamo
resi conto di queste dinamiche, ma è nata in noi la convinzione che si tratti solo di un incubo
perverso perché queste “paure” economiche, alimentari ed energetiche, sono solo cose che
abbiamo accettato nella nostra mente favorite da una imponente campagna di convinzione
occulta, oltre che ovviamente da azioni fraudolente e criminali volte a soggiogare le masse.

Sono paure che, se squarciamo il velo che ci impedisce di vedere la realtà per quella che è,
scompaiono immediatamente.
Oggi il mondo è immerso nella ricchezza e se questa non fosse drenata e canalizzata da una
minoranza, potrebbe far vivere decorosamente tutto il mondo. Le risorse alimentari se
valorizzate, sarebbero sufficienti a sfamare ben più del numero attuale degli abitanti del
pianeta. Siamo anche convinti che esistano già le tecnologie per sfruttare fonti energetiche
pulite (basta pensare alla fusione fredda http://www.report.rai.it/RE_stampa/0,11516,90054,00.html ).

Oggi tutto il mondo è caratterizzato da una struttura piramidale come quella stampata sui dollari statunitensi
dove la base alimenta incessantemente il vertice. In questo sistema tutta l’energia (ricchezza)
confluisce in un unico punto.
Da questa struttura dobbiamo passare invece ad una struttura ad otto sdraiato simbolo
dell’infinito e dell’energia (leggi ricchezza) che scorre incessantemente e fluisce senza
ostacoli. In natura questo avviene spontaneamente con il lento fluire ed inesauribile dei cicli,
mentre nel mondo degli uomini avviene un azione di forzatura verso un meccanismo
innaturale e per questo destinato a finire. Il fatto che ne stiamo parlando in questo report è
sintomo già di una falla in questo meccanismo e vuol dire che il sistema piramidale sta per
esaurire la sua forza.

Un esempio di economia a struttura piramidale è quella che sfrutta risorse ed il lavoro della
moltitudine delle persone per accumulare risorse (corporation, indebitamento ecc.), il sistema
più usato è quello dell’emissione di denaro che avviene solo ed esclusivamente a fronte di un
indebitamento sia per gli stati che per i privati. In questo modo si costringono miliardi di
persone a lavorare per alimentare il vertice della piramide che gode di tutti i frutti.
Da questo ne consegue che nessuno emette il denaro necessario a ripagare gli interessi
costringendo così i poveri malcapitati a lottare tra di loro per accaparrarsi fette sempre più
elevate di interessi con cui ripagare il “signore” moderno, facendo soccombere
matematicamente sempre qualcuno che viene “marchiato” come colui che ha disonorato i suoi
impegni e per questo viene emarginato, anche se poi viene sfruttato ancora di più con appositi
strumenti lui dedicati.
In questo caso affrancarsi da questa schiavitù è impossibile e fino a quando non si scopre il
segreto del denaro non ce ne rendiamo conto e continuiamo a vivere eternamente in questo
incubo infernale dove ognuno è da solo e non esiste solidarietà e compassione.

Al contrario un esempio di economia basata sull’otto sdraiato è quella in cui ciascuno è
valorizzato e sostenuto per il solo fatto di esistere in quanto, come essere unico ed irripetibile,
è una ricchezza per l’intera comunità. In questa economia a circolazione infinita le scuole
esaltano le qualità nascoste dei bambini e li aiutano ad esternarle usando la cooperazione e
sviluppando la fantasia e l’arte. Ognuno quindi riesce a contribuire al benessere di tutti
facendo quello per il quale è più portato, compresi i lavori che oggi sono relegati ai margini,
come quello degli artisti, artigiani, saltimbanchi. Parole come povertà, emarginazione,
solitudine, depressione, malattia, paura, non esistono perché ognuno si prende cura dell’altro
anche dei più deboli.
La struttura del governo della comunità è assembleare e alcune funzioni sono assegnate a
coloro che si sono distinti per le loro qualità morali ed ognuno contribuisce alle spese dei
servizi comuni con il decimo dei propri guadagni.
Tutta la ricchezza fluisce e scorre tra ciascuno dei componenti in maniera libera e fluida e
nessuno sente la necessità di accumulare ricchezze perché non avrà paura del futuro.

In queste descrizioni è evidente che la prima è l’inferno (chi ha detto che bisogna morire per
sperimentarlo?) mentre la seconda il paradiso.

Ovviamente se per la prima non abbiamo dubbi perché ci siamo immersi sin dalla nostra
nascita, per l’economia basata sul simbolo dell’infinito dobbiamo passare attraverso fasi
intermedie e visto che non possiamo contare sui nostri “vertici” (quanto sono potenti le parole
non credete?) dobbiamo cercare di attuarle noi da soli e con le nostre forze.

Il progetto ArcipelagoSCEC http://www.centrofondi.it/articoli/Progetto_Buoni_Locali.pdf
utilizzando la formula dei Buoni della Solidarietà ChE Cammina che non sono emessi a fronte
di un indebitamento, si sgancia dalla logica del debito e da quella struttura piramidale che
abbiamo descritto, sono ricchezza pura che viene immessa nel circuito economico e allevia le
conseguenze nefaste del denaro gravato dal debito. Usando questi Buoni si inizia a riprendere
fiducia nell’altro e sostenendo le attività locali, prima fra tutte l’agricoltura relegata a ultima
della classe dalla struttura piramidale.

Un’azione che parte dal basso e che ci fa iniziare quella decontaminazione dall’inferno, e
poiché oggi ci sentiamo molto vicini al sommo poeta, potremmo definirlo il nostro
“purgatorio”?

That’s all folks

Pierluigi Paoletti
Fonte: www.centrofondi.it
Link: http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2008_mag_1.pdf
9.05.08

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