Facebook, Google, Amazon e Apple colpevoli di abuso di posizioni monopolistiche. Ma chi li ferma?

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HDblog.it e Affaritaliani.it

 

Da HDblog:

The Four bocciati. I risultati dell’indagine su Facebook, Google, Amazon ed Apple

Colpevoli. Così si possono riassumere le 449 pagine con cui l’House Judiciary Committee giudica l’operato dei quattro, ovvero Facebook, Google, Amazon ed Apple, considerati – appunto – colpevoli di aver violato la legge antitrust americana. Definita come “l’indagine del secolo” e durata in tutto 16 mesi, ha avuto una eco mediatica senza precedenti specialmente questa estate, quando Mark Zuckerberg, Sundar Pichai, Jeff Bezos e Tim Cook hanno presenziato (virtualmente) davanti al Congresso USA per esprimere il loro personale punto di vista sull’operato delle aziende che essi stessi rappresentano.

La Commissione equipara i Big 4 ai vecchi “baroni del petrolio e magnati delle ferrovie“, ritenendo siano rei di aver ucciso la concorrenza acquisendo i competitor e di aver privilegiato e sostenuto i loro servizi affossando quelli di soggetti terzi di più piccole dimensioni. “Un modello allarmante di pratiche commerciali che degradano la concorrenza e soffocano l’innovazione“, sono le parole gravi dell’accusa, che rilancia: “adotteremo le misure necessarie per rendere responsabili i trasgressori“.

IL DOCUMENTO IN NUMERI

  • 449 pagine
  • 16 mesi di indagini
  • 7 udienze congressuali
  • 1,3 milioni di documenti interni e comunicazioni da 38 esperti antitrust
  • 240 persone intervistate (operatori del mercato, ex dipendenti)

LE ACCUSE IN PILLOLE

  • Amazon: danneggia i piccoli venditori sulla sua piattaforma di e-commerce. Raccoglie i dati dei rivenditori terzi per stabilire le sue strategie di mercato.
  • Apple: monopolista con App Store, tanto da essere libera di pretendere il 30% dalla vendita delle app. L’esempio Fortnite è il più lampante.
  • Facebook: ha una posizione monopolistica nella pubblicità online.
  • Google: come Facebook, gestisce la pubblicità online. In più ha soffocato la concorrenza rendendo onnipresente il suo motore di ricerca.

IL RISULTATO

Così come esistono oggi, Apple, Amazon, Google e Facebook possiedono ciascuna un significativo potere di mercato su ampie aree della nostra economia. Negli ultimi anni, ciascuna azienda ha esteso e sfruttato il proprio potere sul mercato in modi anticoncorrenziali. La nostra indagine non lascia dubbi sul fatto che c’è una chiara e impellente necessità per il Congresso e per le agenzie antitrust di intraprendere azioni per il ripristino della concorrenza, il miglioramento dell’innovazione e la salvaguardia della nostra democrazia.

Jerrold Nadler, Presidente del Comitato Giudiziario, e David N. Cicilline, Presidente del sottocomitato Antitrust

E ORA?

Il rischio – o la speranza, dipende dal punto di vista – è che il quadro tecnologico mondiale venga stravolto. Starà al Congresso USA fare proprie (o meno) le considerazioni del Comitato: se così dovesse essere, c’è la concreta possibilità che gli equilibri sulla rete possano cambiare drasticamente in futuro. Insomma, meno discriminazione commerciale e pari condizioni per tutti, facendo in modo che le chiavi del mercato non siano in mano a pochi e che le barriere all’entrata siano del tutto eliminate.

Le accuse sono davvero forti: Facebook, Google, Amazon ed Apple vengono considerate responsabili di esercitare un potere schiacciante, di applicare tariffe fuori mercato, di avere a disposizione preziosi dati di utenti ed aziende e di “imporre termini contrattuali oppressivi“. Essendo questa la condizione in cui opera il mercato, la Commissione ritiene che la legge antitrust vada applicata con maggior severità rispetto a quanto avvenuto negli ultimi 40 anni, tenendo in considerazione la necessità di proteggere da posizioni anticoncorrenziali monopolistiche ed oligopolistiche non solo i consumatori, ma anche i lavoratori e la concorrenza. Solo così si potrà abbattere il sistema di mercato attuale, fatto di pochi soggetti che di fatto governano l’intera economia.

In un prossimo futuro dunque si potrebbe assistere ad una frammentazione delle società (“separazioni strutturali”) così come già proposto in passato dalla senatrice dem Elizabeth Warren. Era stata proprio lei l’anno scorso la prima a paragonare The Four ai poteri forti delle aziende ferroviarie di inizio ‘900: chi controllava la rete si auto-applicava sconti per il trasporto delle materie prime, facendo pagare di più ai concorrenti. Secondo la Commissione, la situazione odierna è pressoché la medesima.

La frammentazione consentirebbe alle società incriminate di poter continuare ad offrire servizi in “campi limitrofi“, pur limitandone di fatto le attività in quanto obbligate a dare maggior spazio ad altre realtà che operano nel settore. Se adottata, questa linea andrebbe in completa contrapposizione con l’attuale prassi delle acquisizioni: “qualsiasi acquisizione da parte di una piattaforma dominante sarebbe considerata anticoncorrenziale a meno che le parti della fusione non possano dimostrare che la transazione era necessaria per servire l’interesse pubblico“. Insomma, rubinetti chiusi nelle acquisizioni e inversione di rotta.

Ora starà al Congresso decidere, e non sarà affatto facile: già nel corso della stesura del documento redatto dalla Commissione sono emerse differenze di pensiero tra democratici e repubblicani, e si dovrà trovare una soluzione che rappresenti il più possibile il modus pensandi di entrambe le forze politiche.

LE PROPOSTE DEL COMITATO IN BREVE

A seguire riportiamo le proposte del Comitato, che considera il documento una vera e propria roadmap da seguire per rendere il mercato equo e concorrenziale.

  • separazioni strutturali
  • divieto di auto-preferenza
  • garantire interoperabilità e portabilità dei dati tra le reti concorrenti
  • garantire un giusto processo nel caso di azione contro i partecipanti al mercato
  • definire regole per vietare acquisizioni strategiche che minano la concorrenza
  • adeguare Clayton Act, Sherman Act e Federal Trade Commission Act all’economia digitale
  • eliminare le clausole di arbitrato forzato anticoncorrenziale
  • potenziare la FTC e la Divisione Antitrust del Dipartimento di Giustizia
  • promuovere trasparenza e democratizzazione delle agenzie antitrust

***

Questa è la notizia, e analisi, pubblicata da affaritaliani.it

Usa, terminata l’indagine del Congresso sui quattro giganti Usa del web.

Ma ormai nessuna legge puo’ fermare le loro posizioni dominanti

 

Mentre Facebook e Twitter ‘censurano’ i tweet del Presidente a riguardo del ‘negazionismo’ sopra il Coronavirus (meno letale dell’influenza) ,la Camera dei Rappresentanti ha chiuso le indagini sopra le attività ritenute  monopolistiche di  Amazon, Apple, Facebook y Google.

Dopo 15 mesi di indagini e 450 pagine di documentazione la Camera ha ritenuto che i 4 giganti del web , prima di diventare appunto giganti, abbiano partecipato a tecniche di monopolio. 

Secondo le indagini, queste Compagnie avrebbero usato tattiche di ‘acquisizioni aggressive’ per dominare, anzi ‘annichilire’ la concorrenza. E questo attraverso tariffe abusive e contratti capestro con i piccoli negozi.L’indagine ha presentato decine di casi in cui Facebook, Amazon, Apple e Google hanno abusato del loro potere con una cultura corporativa tesa a mantenere una posizione dominante sul mercato.

L’indagine ha spiegato chiaramente questo atteggiamento paragonandolo a quello che, nel passato, avevano tenuto i magnati delle ferrovie e quelli del petrolio.

Il Comitato di indagine, guidato dal democratico David Cicilline, ha studiato 1,3 milioni di documenti e realizzato oltre 300 interviste che hanno permesso di giungere a delle conclusioni allarmanti in quanto i 4 ’avevano una posizione dominante che dava a loro norme ‘tailor made’ che invece non garantivano a tutto il resto del mercato’.

Già a luglio i numeri uno delle 4 Compagnie, Tim Cook di Apple, Mark Zuckenberg di Facebook, Jeff Bezos di Amazon e Sundar Pichai di Google erano comparsi in videoconferenza di fronte alla Commissione di Giustizia della Camera dei Rappresentanti.

I quattro, che insieme rappresentano un valore di 5 bilioni di dollari, hanno rigettato tutte le accuse di monopolio nei confronti dei piccoli e hanno affermato che senza di loro i giganti cinesi avrebbero preso tutto il mercato del web.

Esempi di questa attività di ‘eliminazione mirata della concorrenza’ sono stati fatti per Amazon che forzava i venditori della sua piattaforma ad accettare le proprie norme o sparire; per Google che si appropriava dei contenuti di altri; per Apple che discriminava gli sviluppatori e per Facebook in occasione dell’acquisto di Instagram.

A fronte di tutto ciò i Congressisti hanno proposto una legge antimonopolio più rigida e una serie di proposte legislative per prevenire future fusioni problematiche.

Ma ormai le indagini sembrano essere arrivate tardi perchè a nessuno verrebbe in mente di bloccare lo sviluppo della Silicon Valley e gli enormi vantaggi sull’economia, soprattutto americana, dell’attività dei 4 ‘ mostri’ del web. 

 

Fonti:

https://www.hdblog.it/google/articoli/n527623/apple-amazon-google-facebook-risultati-indagine/

https://www.affaritaliani.it/esteri/usa-terminata-l-indagine-del-congresso-sui-quattro-giganti-usa-del-web-698446.html?refresh_ce

 

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