di GIULIETTO CHIESA
Il testo ricevuto è il seguente:
“Gentile Onorevole,
Ho letto con rammarico la notizia che nei Paesi Bassi è stata promulgata una legge che consente l’eutanasia infantile. Evidentemente il buon senso ha abbandonato il nostro vecchio continente per l’affermazione di una nuova era di barbarie. In quanto cittadino europeo le chiedo di intraprendere tutte le iniziative legislative necessarie, affinché l’Unione Europea, opponendosi con decisione a questo provvedimento, dia inizio ad un’inversione di tendenza. La pregherei di informarmi sulle comunicazioni e proposte che intende porre all’attenzione del Parlamento Europeo”. Poichè è impossibile rispondere a migliaia di mail tutte uguali, ed era evidente che si trattava di una forma di pressione nei miei confronti, non di una richiesta di informazione, ho cercato di capire cosa si celasse dietro tutto questo. L’ho chiesto ad una signora che mi aveva spedito una delle tante, identiche mail.
La risposta è che esiste un sito – www.fattisentire.net – un gruppo di veri e propri provocatori, su internet,che chiede ai cittadini italiani di ribellarsi ad una legge di un paese straniero, presentata in modo distorto e offensivo, sottoscrivendo un appello.
Peccato che su quel sito della legge in questione non venga pubblicata nemmeno una riga, né del momento in cui è stata approvata. Insomma informazione zero.
Peccato che si riportino opinioni parziali e faziose.
Peccato che su quel sito si scrivano cose che non sono vere e si insultino i legislatori olandesi come se fossero degli assassini, senza nemmeno fornire opinioni e dati.
Peccato che questi signori abbiano elaborato un ottimo metodo per fare spamming senza dover sottostare a denunce. Il meccanismo è semplice: ciascuno sottoscrive questo testo ma lo fa dalla propria mail, col risultato che un europarlamentare che le mail le legge, e risponde, si trova la posta bloccata da migliaia di appelli fatti con il copia-e-incolla.
Il sito in questione, facendo leva sulla generalizzata ignoranza che spinge le persone ad indignarsi su fatti e leggi che non conoscono, unisce legge olandese e strage in Ossenzia, e quindi titola la campagna “Cosa ne avrebbe fatto l’Olanda di questi nuovi storpi?”, in riferimento ai dodicenni rimasti menomati dopo la strage in Ossezia.
Il protocollo olandese che estende le pratiche eutanistiche ai minori di 12 anni prevede che di fronte a malattie incurabili, patologie irreversibili e sofferenze intollerabili ci sia un parere unanime di tre medici, e il nulla osta di un medico “indipendente”, oltre ovviamente al consenso dei familiari. Il protocollo indica tutte le procedure cliniche che devono essere seguite e chiarisce per quali patologie si può ricorrere all’eutanasia; la magistratura avrà tre mesi di tempo per esaminare ogni singolo caso e monitorare costantemente affinché non avvengano abusi in tal senso. Insomma il protocollo, spiega il dottor Eduard Verhagen, direttore della clinica universitaria di Groningen che ha negoziato con le autorità olandesi, producendo il documento in questione dopo più di un anno di trattative, stabilisce con estremo rigore, passo dopo passo, quali procedure i medici debbono adottare per affrontare il dramma dei bimbi martoriati dal dolore.
Altro che l´eugenetica nazista – accusa che ha rivolto (chissà poi perchè a me!?) una delle tante persone che mi hanno scritto. I medici hitleriani sopprimevano con iniezioni letali bimbi sani perché ebrei o spesso anche soltanto perché risultavano lenti ad apprendere a scuola. Punto e basta. Li assassinavano. Cosa c’entri tutto questo con la legge olandese proprio non si vede. In Olanda solo una equipe di medici, sotto rigidi controlli e con il consenso dei genitori, potrà operare l’eutanasia.
Detto questo, per dovere di obiettività, è chiaro che il dilemma etico esiste. Penso che ciascuno abbia diritto di essere rispettato se assumerà posizioni diverse da quella sopra descritta, che è anch’essa rispettabile perchè è il punto terminale di una riflessione collettiva sul dolore umano, sulla sua sopportabilità, sugli effetti devastanti che esso produce su chi lo patisce direttamente e su chi vede la sofferenza altrui e ne soffre a sua volta, senza potere fare nulla. I credenti risponderanno in un modo, i non credenti in un altro. Ma condannare, insultare, esecrare, non solo non serve a niente: è segno di disumanità a sua volta. E’ segno di integralismo e di intolleranza. In ogni caso condannare senza sapere è sciocco. E chi fomenta questo tipo di reazioni e un mascalzone.
Concordo a questo proposito pienamente con quanto scritto da Luigi Manconi e Andrea Boraschi su l’Unità del 3 ottobre 2004: “ci sono casi in cui la vita di un essere umano, per quanto persista e resista nella sua fisiologia (un cuore che batte o che viene fatto battere) , può divenire mero e atroce scialo di dolore. (…) Altri, per profonde convinzioni spirituali o filosofiche, religiose o laiche, scientifiche o semplicemente affettive, mai vi ricorreranno. Nell’uno come nell’altro caso, è probabile che a determinare scelte tanto diverse sia la medesima pietas”.
Quello che condanno è un meccanismo di generalizzata ignoranza che spinge le persone ad indignarsi (ma poi, guarda caso, a far ricorso ad una mail già bella e pronta) senza avere la minima conoscenza della legge, del contesto, dell’origine. E condanno chi condanna senza pensare che vedere un proprio figlio soffrire atrocemente può essere così doloroso da preferirne la morte. Quale genitore vorrebbe la morte del proprio figlio, se non in preda a disperazione e rassegnazione? Non ho una risposta univoca, ma ho – a differenza delle persone che mi hanno scritto – il beneficio del dubbio. E il rispetto per le sofferenze degli altri.
Giulietto Chiesa
Fonte:www.giuliettochiesa.it
ottobre 2004