EUROPA E ITALIA E LA NECESSITA' DELLA RESISTENZA

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DI JOSEPH HALEVI

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La situazione politica europea, nel senso fondamentale che verrà chiarito nel corso di questo post, è pessima. Non parlo dell’economia bensì della rinascita del fascismo e del nazismo. Nel secondo caso, il nazismo, c’è la responsabilità diretta dell’UE di Bruxelles. Questa è la realtà. L’UE ha sdoganato il nazismo assecondata dai partiti politici presenti a Strasburgo. E’vero che è pressochè impossibile desumere alcunchè leggendo il sito del Parlamento europeo. Qualcuno mi informi se c’è stato un gruppo parlamentare UE che abbia sollevato con forza questa faccenda che ripeto si tratta del gravissimo sdoganamento del nazismo. Di questo parlerò nella seconda parte.

Iniziamo guardando la situazione nei paesi dell’UE. I partiti xenofobi o con forti elementi in tal senso sono presenti, partendo dal nord, in Finlandia col 19%, in Olanda il PVV col 10%, fortunatamente in calo, ed in Austria ove il voto di estrema destra è, per l’insieme dei due partiti di estrema destra, del 24%. Tanto più l’eurosistema non funziona tanto più questi movimenti, che hanno tutti una piattaforma economica “di sinistra”, sono destinati a crescere aiutati dal fatto che sia i partiti social democratici che le sinistre stile Tsipras in Italia accettano il quadro istituzionale. Quest’ultime nella loro idealistica – in realtà puramente propagandistica – idea di un’altra Europa sembrano non cogliere assolutamente la natura bloccata e non riformabile dell’UE e dell’eurosistema. Gli interventi della Signora Spinelli in tal senso sono penosi. Sembra non aver imparato niente dalla totale marginalizzazione delle idee federaliste di suo padre, mai accettate quando “costruivano” il MEC, la CEE e l’UE. Da questo punto di vista la posizione del partito conservatore tedesco Alternative per la Germania è molto più realistica e lucida in quanto si concentra sulla contraddizione tra l’UE – e soprattutto tra la BCE – ed il sistema costituzionale tedesco. Su questo punto non hanno torto.
Il conflitto, che è di natura istituzionale e politica, tra gli ordinamenti EU e dell’eurosistema e quelli nazionali è il varco attraverso cui passa, grazie alla crisi sociale, l’ondata di Marine le Pen in Francia. Che prenda il 18 o il 24% la dimensione del FN è terrificante. Il FN è un partito fascista di massa, per darvi l’idea sta raggiungendo le stesse dimensioni del PCF quando i comunisti francesi erano forti e pressochè nelle stesse zone del PCF.
In Italia la situazione francese viene usata strumentalmente per additare come estremista chi critica l’ eurosistema. E’ noto un incosciente articolo di Roberta Carlini sul manifesto in cui ella additava come di destra chiunque fosse contro l’euro. Con un tale ed impreparato personale di sinistra la destra genere FN non ha bisogno di alleati per conquistare terreno. In Francia l’espansione del FN sta già raggiungendo dei risultati proprio dove non dovrebbe: è saltata la cosiddetta maggioranza repubblicana in base alla quale tutti gli altri si univano contro il Front National. Inoltre sia la destra istituzionale che i socialisti assorbono posizioni FN soprattutto sul piano dell’immigrazione e dei rifugiati. Non cambia però minimamente la politica sociale. Contrariamente all’Italia che si è autocastrata sul piano costituzionale votando nel 2012 l’emendamento del pareggio di bilancio in Costituzione per accomodare il Fiscal Compact, la Francia ha assorbito al suo interno il sistema di governo di Bruxelles, mettendo la politica finanziaria fuori dalla giurisdizione parlamentare. Ciò è avvenuto istituendo le Haut Conseil des Finances Publiques dipendente dalla Corte dei Conti con una funzione di mannaia contabile, ergo sociale, purchè compatibile con gli obiettivi del Governo. Tutte munizioni nell’arsenale del FN. La sinistra non socialista non riesce a contrastare il FN perchè senza sindacati, completamente a terra, e le articolazioni proprie del lavoro salariato, la “gente” va verso il Front National. Vorrei però sottolineare che non penso che il Front National influenzerà più di tanto il sistema istituzionale francese. Le élites francesi – irraggiungibili ed insindacabili, arroccate nelle strutture tecnocratiche dello Stato francese – non vogliono il FN. Vogliono però completare la trasformazione dei rapporti economici e sociali in Francia da un’economia produttiva ad un’economia finanziaria statalistica specifica ove l’accumulazione privata dipende dai tributi “del contado”. Questo è l’enjeu de classe in Francia ed è conforme al ruolo dell’euro come la moneta descritta da Otmar Issing in termini hayekiani. Moneta perfettamente scarsa (il contado feudale pagava in termini agricoli trbuti ai signori feudali.
Oggi è la popolazione a dover pagare, tramite l’austerità, tramite i contribuiti sociali che non riceverà indietro sotto forma di pensioni accettabili, i tributi al sistema statalistico finanziario in cui vi sono anche le rimanenti grandi imprese industriali) . Per cui credo che se l’espansione del Front National rischiasse di mettere in stallo il sistema istituzionale, le élites porrebbero fine alla Quinta Repubblica. L’assenza di una sinistra garantisce che un’eventuale manovra in questa direzione si spingerà ulteriormente verso una configurazione UE-Bruxelles dell’assetto francese, ove le poche istituzioni (Parlamento) in cui la cittadinanza ha un minimo di voce in capitolo sono, a tutti gli effetti, escluse dalla governabilità. Dove troveranno il nuovo de Gaulle?
Se la Francia per la sua importanza è certamente il paese che suscita le peoccupazioni maggiori, quello in cui la fascistizzazione si è saldamente installata nel sistema istituzionale è l’Ungheria. Sono riimasto strabiliato dal fatto che le recenti elezioni ungheresi non abbiano suscitato alcun dibattito di rilievo in Italia. Eppure esse sono state molto importanti pe una serie di motivi. In primo luogo hanno mostrato che le riforme istituzionali ed elettorali introdotte da Fidesz, il partito di estrema destra di Orban, non permettono di scalzarlo anche quando perde le elezioni, come è accaduto recentemente. Fidesz controlla la magistratura ed il sistema politico. In secondo luogo mostra che la destra controlla il terreno economico-sociale. Pochi anni dopo la fine del regime comunista la maggioranza relativa della popolazione ungherese ha, assai sistematicamente, votato per i socialisti , cioè per gli ex-comunisti riciclatisi come socialisti. Credevano che gli ex-comunisti difendessero il sistema sociale di welfare. Invece i neosocialisti sono diventati, nella accezione di Riccardo Bellofiore, dei social liberisti mentre Orban ha respinto il Fondo Monetario Internazionale ed ha reso nuovamente gratis le università. Ma è fascista, antidemocratico e nazionalista xenofobo. Di fronte, all’opposizione si trova il partito Jobbik che ha, o aveva, anche formazioni paramilitari. E’ dichiaratamente xenofobo ed antisemita ed ha ottenuto un notevole successo alle ultime elezioni oltrepassando il 20%. Quindi ai miei occhi il governo il Fidesz è fascisteggiante mentre l’opposizone più agguerrita (i socialisti hanno formato un’alleanza che ha ottenuto il 26% ma sono confusi e sempre neoliberisti) è nazisteggiante! Questo fatto permette ad Orban di affermare che il suo partito è il vero baluardo contro l’estrema destra. L’UE ed il Fondo Monetario hanno grosse responsabilità circa la situazione ungherese. Il Fondo impose delle draconiane misure di austerità durante la crisi e su ciò si costruì l’ascesa sia di Fidesz che di Jobbik. Più grave ancora, l’UE ha al massimo emesso alcuni guaiti nei confronti dell’Ungheria e prevalentemente riguardo prerogative economiche accusando Budapest di non fare abbastanza austerità. In effetti la Commissione di Bruxelles ha riconosciuto l’antidemocraticità delle riforme istituzionali di Orban ma aprendo le fauci mostrato di essere sdentata (http://hungarianspectrum.wordpress.com/2014/03/12/the-european-union-addresses-rule-of-law-issues-hungary-is-center-stage/).
Possiamo concludere questa prima parte affermando che l’Ungheria ha rappresentato il primo tassello dell’accettazione del fascismo (manteniamo ferma la visione delle cose e non ci si lasci confondere dal fatto che oggi il governo ungherese si oppone alle sanzioni contro la Russia. Non è questo il metro di paragone nel contesto del mio post). La seconda parte tratterà dell’Ucraina.

Come lettura preliminare vi suggerisco il seguente pezzo apparso venerdì 18 aprile sul The Guardian. Auguri a tutti e chiedo scusa per gli eventuali refusi nel testo del post, non ho il correttore italiano.

http://www.theguardian.com/commentisfree/2014/apr/17/nato-ukraine-dr-strangelove-china-us (traduzione italiana qui)

Joseph Halevi
Fonte: https://www.facebook.com
20.04.2014
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