ESTRATTO DAL GEAB n. 89: LA CRISI DEL SETTORE PETROLIFERO

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FONTE: LEAP2020

L’attuale calo dei prezzi del petrolio, causato da questa strategia della disperazione, è sulla buona strada per distruggere l’industria del petrolio e del gas. La crisi ucraina, lontana dal permettere all’Occidente di mettere le mani sulla Russia, sta costringendo questo paese a ripensare la sua dipendenza dell’Europa per vendere il suo gas (71).

Excerpt GEAB 89 : The oil industry crisis

Chart 7 – Russian gas exports, by country, 2012. Source: EIA

Questi cambiamenti radicali nella geopolitica del petrolio rappresentano sia la causa che la conseguenza di una crisi che, spesso, viene ignorata: quella dell’industria petrolifera. Si pensava che si sarebbe salvata grazie agli scisti bituminosi, ma andrà a perdersi proprio per questa ragione.

In questo momento molte società sono in fuga dal petrolio [gas] di scisto, sia a causa della scarsa redditività [come nel Texas (72), negli Stati Uniti del nord-est (73) ed in Polonia (74)] che delle proteste contro la sua estrazione [come in Inghilterra (75) e in Romania (76)] o, infine, a causa delle sanzioni contro la Russia (77) …

Le vittime sono innumerevoli. Il petrolio a 80 dollari al barile sta cominciando a diffondere il panico in tutto il settore ed un articolo (78) ha già avvertito dei primi segni di rallentamento nella perforazione.

Le grandi aziende sono obbligate a vendere molti assets per potersi salvare: (79) la loro produzione è diminuita drasticamente mentre gli investimenti indispensabili sono sempre più significativi. Conseguentemente, le aziende petrolifere sono sempre più indebitate. (80)

Le attività petrolifere [in particolare quelle legate agli scisti bituminosi] rischiano improvvisamente di non essere più redditizie se il prezzo di un barile finisce sul lungo termine al di sotto degli 80 dollari, mentre il loro finanziamento è sempre più difficile in questi tempi di scarsità economica, etc.

Excerpt GEAB 89 : The oil industry crisis

Chart 8 – Capital spending (red) and production (grey) of the 11 largest oil companies. Source : Bloomberg

2015: UN GRAVE RISCHIO NEI MERCATI PETROLIFERI

L’industria petrolifera è davvero in cattive condizioni. La crisi sistemica globale, toccando il paese al centro del sistema, gli Stati Uniti, tocca evidentemente “l’ingrediente” principale della loro dominazione: il petrodollaro. Non sorprende, pertanto, che l’instabilità stia colpendo alla testa l’economia del petrolio.

E’ sempre più documentato che il petrolio di scisto sia un miraggio. Stime ottimistiche prevedono la crescita o la costanza della produzione fino a circa il 2020 [soltanto!], mentre altre fonti ritengono che una caduta sarà probabile a partire dal 2016.

Il prezzo del petrolio, sceso [per qualche tempo] fino agli 80 dollari al barile, farà aumentare le perdite delle compagnie petrolifere … e per gli stessi players i cui maggiori interessi consistevano nella partecipazione alla grande truffa del petrolio e del gas di scisto degli anni 2000, il miglior interesse sarà, d’ora in poi, di ritirarsi da questo business e persino di rivelarlo, per permettere al prezzo di risalire e consentir loro di sopravvivere.
E’ probabile che l’Arabia Saudita, il principale perdente da questa strategia statunitense [ovvero quella legata agli scisti bituminosi, ndt], abbia deciso di “fermare il gioco” facendo precipitare i prezzi verso il basso, per permettere che la truffa venga svelata e costringere la domanda e l’offerta a riallinearsi.

Detto questo, ancora una volta il danno sarà enorme. Il precedente sistema di governance globale dell’energia si è definitivamente spezzato. E se un nuovo sistema non sarà creato nel più breve tempo possibile, l’Europa si troverà in ottima posizione per sapere che cosa può aspettarsi in un sistema di accesso alle risorse energetiche deregolamentato, in cui prevale la legge del più forte.

Il mondo dei petrodollari, inoltre, sta sgretolandosi a forte velocità. Tutti questi fattori stanno convergendo per creare uno shock nel mercato del petrolio entro i prossimi due anni. I tempi stanno diventando difficili per le compagnie petrolifere. Dal momento che essi rappresentano una quota significativa della capitalizzazione globale delle borse, l’effetto domino sull’economia non tarderà molto.

Un enorme shock per i mercati finanziari potrebbe verificarsi nel 2015, e questa volta la colpa non sarà delle banche, ma del settore petrolifero.

Fonte: www.leap2020.eu

Link: http://www.leap2020.eu/Excerpt-GEAB-89-The-oil-industry-crisis_a17234.html

27.11.2014

Scelto e tradotto per www.comeonchisciotte.org da FRANCO

NOTE:

(71) Si parla molto della dipendenza energetica europea dalla Russia. Ma non è solo il gas a far parte della strategia di indipendenza energetica dell’Unione Europea, che ha bisogno di un gran numero di fornitori per poterla garantire (Norvegia, Algeria, Canada … e Russia). La dipendenza, in realtà, era molto più forte da parte russa, perché l’80% della sua produzione di gas era diretta verso l’Unione Europea e l’Ucraina [il restante 20% verso la Turchia]. L’Unione Europea ha certamente contato su questa dipendenza per costringere la Russia a negoziare secondo i suoi termini. Ma il mondo è cambiato … Questo è ciò che gli ideologi, per la loro stessa natura, dimenticano sempre.
(72) Fonte : MA&H, 19/12/2013.
(73) Fonte : Shale Markets (17/07/2013) ; Shale Energy Insider (16/04/2013).
(74) Fonte : Sofia Globe, 10/05/2013.
(75) Fonte : C2ST, 16/08/2013.
(76) Fonte : AP, 07/12/2013.
(77) Fonte : PetroGlobalNews, 24/09/2014.
(78) Fonte : OilPrice, 10/11/2014.
(79) Fonte : New York Times (20/01/2014) ; Oil Man .
(80) Fonte : Houston Public Media, 07/07/2014.

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