DI PIETRANGELO BUTTAFUOCO
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Erano felici, ieri, sulla Catania-Ragusa, i figuranti vestiti da soldati americani a bordo di jeep, anfibi, autocarri e vetture varie prese in prestito chissà dove per celebrare l’invasione della Sicilia, luglio 1943. Venivano di certo da Cassibile dove, verosimilmente, avevano già recitato la scena dell’armistizio, dunque la resa incondizionata, quindi la morte della Patria, la vergogna di una nazione umiliata da un Re traditore e da un governo – quello di Badoglio – alloggiato in una tana dove nascondersi.Ma loro erano felici e ancora più entusiasta la popolazione rallegrata da cotanta messa in scena nel pieno luglio dei monti Iblei senza che tutto quel retrogusto – la sconfitta, la strage inflitta alla città di Acate per esempio – toccasse le corde di anima viva per muoverla a vergogna al passaggio del corteo vittorioso.
E’ passato quasi un secolo da quella data, l’Italia è tornata a essere un’espressione geografica, l’America fa la guerra a tutti nel mondo ma il pensiero che in Afghanistan per esempio, tra cento anni, figuranti vestiti da marine saranno presi a fischi e piriti, un poco consola.
P.s. In una jeep, manco a dirlo, c’erano pure le “segnorine”, ossia, le “bunga girl” dell’epoca.
Pietrangelo Buttafuoco
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13.07.2013