EMILIA E CALABRIA: SE LA DEMOCRAZIA HA UN SENSO DEVONO ESSERE ABROGATE

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DI ANTONIO DE MARTINI

corrieredellacollera.com

Da tre anni predico la strategia della diserzione delle urne elettorali per delegittimare la classe dirigente.
Il mio ragionamento, contestato da alcuni amici vecchi e nuovi, dice che se conta il parere della maggioranza e se questa nega legittimità alla classe di governo nella sua interezza, allora l’istituzione deve cedere il passo al nuovo, inteso non come un abbassamento dell’età , ma come metodo di governo e di gestione della cosa pubblica. Ora ci siamo.

La civilissima Emilia Romagna ha decretato che era tempo di cambiar sistema nella proporzione del 63%.
Il restante 37% è andato a votare dividendosi tra i candidati alla presidenza che sono almeno tre, senza contare i candidati a rappresentante regionale.
Col ” sistema Renzi” l’eletto risulterà aver avuto il 66% dei voti…….
In Calabria la cleptocrazia a è riuscita a portare alle urne un 5% di persone in più, forse col miraggio di un lavoro, ma la tendenza mi pare inoppugnabile.

La passata governance , orrida parola straniera che serve a collettivizzare la responsabilità politica in maniera che non sia di nessuno, si ritira inseguita da procedimenti e inchieste della magistratura.
Il tempo di contare le zampe delle pecore per moltiplicare la partecipazione per quattro è finito per sempre.

Il mancato intervento del Presidente della Repubblica significherebbe che questi usurpatori cederanno solo di fronte alla forza delle armi e che delle scelte dell’elettorato non si tiene alcun conto e che d’ora in poi si cercherà di evitare le elezioni.

ANALISI LOGICA DELLA COSTITUZIONE

I cittadini ( soggetto) Possono riunirsi in partiti ( complemento) per concorrere a formare la politica nazionale. I partiti non sono indispensabili per governare, ma nacquero per educare i cittadini alla gestione della res pubblica.
Oggi si sono trasformati nell’Accademia del peculato.

Se la Costituzione non è un vuoto contenitore di chiacchiere , la maggioranza dei cittadini ha concorso a delegittimare tutti gli aspiranti al governo di queste regioni che sono, secondo una consolidata leggenda, una delle meglio e la peggio amministrata d’Italia.

CHE FARE

Non infierirò facendo l’elenco delle disfunzioni esistenti. Le conosciamo tutti. Non cercherò di proporre modelli di governo alternativi.
Propongo l’abrogazione di queste due regioni a titolo sperimentale.

Gli ospedali possono meglio amministrarsi autonomamente, responsabilizzando i dirigenti ( e gli addetti agli acquisti) e l’agricoltura più sarà libera e meglio in salute sarà. Le altre prerogative sono una finzione.

I fondi europei possono essere erogati in diretta dal governo centrale che ha un ufficio preposto al loro utilizzo dove ha dormito per anni il dott. Barca.
Ai dipendenti si riconoscano due anni e mezzo di stipendio pieno – senza bonus – mandandoli subito a casa, senza riciclarne nessuno. Anche i distaccati dalla corte dei conti o dal consiglio di Stato vadano a casa. E anche i prefetti.

Il precedente giuridico e organizzativo esiste ed è rappresentato dalla liquidazione della Repubblica Democratica tedesca ad opera della Repubblica Federale di Germania.

Vedrete che di colpo il bilancio dello stato non navigherà più in acque difficili , le residue regioni capiranno l’antifona e i cittadini torneranno a votare – o ad astenersi – a seconda di come giudicheranno i loro amministratori. La Germania sarà lieta di assisterci. Il mondo tornerà a rispettarci e a studiare questo nuovo esperimento politico italiano.

Ogni tentativo di sottovalutazione o interpretazione talmudica della situazione avrà l’effetto di ridurre vieppiù la partecipazione dei cittadini e ogni altra soluzione avrà il puzzo dell’imbroglio del croupier del gioco delle tre carte che quando viene scoperto il trucco e gli si chiede il pagamento, “la butta in caciara” per non pagare e cerca di squagliarsela prima dell’arrivo dei carabinieri.

È il momento di scoprire se siamo una democrazia in cui la voce del popolo è ascoltata.
Il Presidente della Repubblica resti ancora al suo posto e faccia il suo dovere (*).

Antonio De Martini

Fonte: http://corrieredellacollera.com

Link: http://corrieredellacollera.com/2014/11/24/emilia-e-calabria-se-la-democrazia-ha-un-senso-devono-essere-abrogate-di-antonio-de-martini/

24.11.2014

(*) Non sogno e non ci spero. Ho solo indicato ai cittadini la via della democrazia e al Presidente della Repubblica la via del dovere. Poi, avendo studiato la storia ho indicato cosa accade quando la partecipazione dei cittadini alla vita democratica viene conculcata troppo e troppo a lungo. Quando qualcosa deve accadere, ” la storia trova le sue vie e tutte sono buone.”( Pacciardi) e quando suonano i rintocchi ” l’istituzione è in balia del menomo incidente che niuno può prevedere” (Mazzini”).

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