Da una parte c’è un governo che ha rinazionalizzato le aziende, si è scontrato con le imprese energetiche straniere, è riuscito a far crescere i salari reali e ad abbassare la disoccupazione. Ma questo governo ha anche imposto una tassa alle banche e ha preso altre misure per aiutare la gente – come un taglio sulle bollette energetiche – per decreto governativo.
Dall’altra parte, c’è una alleanza di opposizione che vuole altre privatizzazioni, vuole più politiche a favore degli “investitori globali”, è spudoratamente a favore dei banchieri e della globalizzazione, dove il partito maggiore dell’alleanza, quando fu l’ultima volta al governo, fece drastici alla spesa pubblica, distrusse le aziende statali, tra cui la compagnia di bandiera Malev, lasciando milioni di persone disperate.
L’Ungheria ci fa capire che dobbiamo stare “attenti alle etichette” quando si arriva alle elezioni in questa era di neoliberalismo e di globalizzazione. Perché qualche volta è un partito “conservatore” quello che può – e vuole – dare alla gente comune molto più di quanto possono e vogliono dare i “socialisti”, o meglio, quelli che dicono di essere “di sinistra” o di “centro-sinistra”.
UNA FALSA SINISTRA
In tutta Europa negli ultimi anni abbiamo visto i partiti della cosiddetta “sinistra” o “centro-sinistra” appoggiare le guerre illegali della NATO, privatizzare tutto il privatizzabile, imporre “austerità e riforme”, tutto per il bene dell’1%.
Quando in Francia la gente ha votato socialista alle elezioni presidenziali del 2012, probabilmente non pensava che stava votando per un presidente, ancor più guerrafondaio di Nicolas Sarkozy, quello che aveva bombardato la Libia, ma è questo esattamente quello che ha eletto.
Come non potevano immaginare, gli elettori britannici che votarono Laburista nel 1997 che Tony Blair avrebbe portato il paese in una serie di guerre di aggressione illegali, o che, con i laburisti al governo, il divario tra ricchi e poveri potesse continuare a crescere come sotto i conservatori.
E neppure i tedeschi che votarono per il Partito Socialdemocratico (SPD) nel 1998, avrebbero creduto che il partito avrebbe introdotto riforme neo–liberali che andavano oltre quanto aveva fatto la precedente amministrazione democristiana.
La sinistra europea certamente non è più quella che era 40 anni fa, quando esistevano partiti autenticamente socialisti guidati da autentici socialisti. Quando oggi andiamo a votare alle elezioni dobbiamo essere pienamente consapevoli che esiste un “falso di sinistra“ e che i partiti della sinistra in Europa, negli ultimi anni, sono diventati la “longa manu” dei guerrafondai e dei globalisti, cioè delle forze pro–neoliberiste che hanno la missione di distruggere tutte le ultime vestigia del socialismo e della democrazia sociale – per uniformare la politica estera del paese con quella degli Stati Uniti, mentre dichiarano fedeltà agli accordi UE e danno un forte sostegno alla politica di Israele.
Il Primo Ministro Ungherese Viktor Orban (C) chiacchiera con gli scrutatori, mentre sua moglie Aniko Levai (D) prende le schede al seggio elettorale di una scuola nel 12° distretto di Budapest il 6 April, 2014. (AFP Photo / Attila Kisbenedek)
LE ETICHETTE
“Dobbiamo proporre affari per gli investitori: Offrire tagli alle tasse per far tornare gli investimenti“, ha detto Bajnai.
E mentre il Ministro dell’Economia ungherese, Mihaly Varga, avvertiva che le sanzioni alla Russia non avrebbero favorito gli interessi nazionali dell’Ungheria (cosa evidente) Bajnai e altri membri della Alleanza Unita “progressista-liberale-di sinistra”, hanno condannato la latitanza del governo per non aver fatto “sentire la sua voce” a favore dell’Ucraina contro la Russia. L’agenda dell’opposizione ungherese è a disposizione di tutti.
Gli ungheresi, va detto a loro merito, non sono stati tanto pazzi da credere ai globalisti delle grandi imprese mascherati da “progressisti” alle elezioni: tutto il blocco dell’opposizione ha preso solo il 25%.
La reazione internazionale per il risultato elettorale ungherese sta rivelando il trucco. Già abbiamo visto una quantità di tweet e di articoli di commentatori occidentali esprimere l’allarme per la crescita di Jobbik, un partito ultra-nazionalista radicale, che ha preso circa il 20% dei voti, mentre era al 4% fino a quattro anni fa.
Però, curiosamente, la stessa banda di commentatori, che ci mettono in guardia sui pericoli di Jobbik in Ungheria, solo poche settimane fa appoggiava un colpo di stato violento guidato da una estrema-destra/neo-Nazista contro un governo democraticamente eletto nella vicina Ucraina. Sembra come se NOI non ci fossimo resi conto del problema che costituisca avere al governo in Ucraina, dei razzisti, antisemiti e omofobi. Al contrario dovremmo passare notti insonni per non sentirci colpevoli di non opporci a Jobbik in Ungheria, anche se Jobbik non metterà dentro il governo tanti estremisti di destra come hanno fatto quelli di Kiev.
Supporters del partito FIDESZ dopo la vittoria alle elezioni parlamentari del 6 Aprile 2014 a Budapest.(AFP Photo / Attila Kisbenedek)
L’IMPOPOLARE POPOLARE
Perché questa doppia morale? Beh, Jobbik è anti-EU, ma non è anti-russo, a differenza dei gruppi ultranazionalisti radicali in Ucraina. In altre parole, le élite occidentali basano le loro opinioni sui partiti ultranazionalisti non su una valutazione obiettiva degli stessi gruppi, e su quanto essi siano realmente estremisti e neo-nazisti, ma sulla loro posizione nei confronti della Russia e se questi partiti possono essere utili per raggiungere i loro obbiettivi geo–strategici.
Dovremmo odiare Jobbik per vendicarci, ma non dobbiamo odiare i gruppi della destra più estrema e più violenta, che mettono le maschere, che lanciando molotov e che rovesciano con la violenza un governo democratico in Ucraina.
NON dovremmo nemmeno farci caso a questi.
La copertura mediatica negativa fatta dalle elite occidentali contro il governo ungherese, ha gli stessi motivi.
Il governo ungherese ha tutta la stampa avversa, perché è diventato sempre più scettico verso l’UE, ha messo da parte il neo-liberismo, ha imposto tasse sulle multinazionali straniere e – forse il suo più grande ” crimine ” – ha allacciato più stretti legami finanziari ed una maggiore cooperazione con la Russia.
La politica di Orban vuole rimanere nella UE, ma vuole anche respingere il bullismo della UE e fare quello che è meglio per l’Ungheria. E’ un atteggiamento chiaramente popolare con gli elettori, ma non con Bruxelles. Le élite occidentali odiano non solo il socialismo – come il socialismo puro di tipo venezuelano – ma qualsiasi governo che combini un moderato nazionalismo con il populismo economico, come fa Orban. Le multinazionali straniere ebbero vita facile in Ungheria nel periodo 2002-2010 quando i “socialisti” erano al potere, quando svendevano il patrimonio del paese e chiedevano prestiti dal FMI anche se il paese non ne aveva bisogno. Adesso il Capitalismo-globale non è tanto contento che l’ Ungheria abbia preso una strada più indipendente.
Lungi dall’essere contento di vedere un governo “conservatore” in Ungheria, chi si sente veramente “di sinistra” dovrebbe essere felice che LA FALSA SINISTRA sia stata sonoramente sconfitta ancora una volta, come lo fu nel 2010. C’è una speranza, adesso che si crei una vera opposizione anti-imperialista, anti-globalista, anti-neoliberale e anti-elitaria di sinistra, una opposizione che voglia sfidare il governo e Jobbik da una posizione socialista alle prossime elezioni. In ogni caso, dando uno sguardo agli ultimi 12 anni, è possibile che un governo Fidesz possa dare alla gente comune più di quello che avrebbe avuto se avesse vinto l’opposizione.
Dando uno sguardo al quadro generale, la speranza è che la distruzione di una FALSA SINISTRA, in Ungheria possa portare alla distruzione della falsa sinistra anche in altri paesi; con i partiti socialisti-progressisti-falsi che possano essere sostituiti da quelli originali, da partiti che mettano in primo piano gli interessi della maggioranza. In Germania, questo processo è ben avviato con Die Linke (il partito di sinistra) che costituisce una sfida forte per la SPD collaborazionista.
Neil Clark
Fonte: http://rt.com
Link: Get short
8.04.2014
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario.