DI CALEB MAUPIN
RT.com
La Siria ha in programma di tenere le elezioni presidenziali il 3 giugno, mentre la stampa degli USA già deride l’idea delle elezioni che si terranno mentre è in corso una guerra civile che ha lasciato sul campo più di 100.000 morti e profughi e si prepara anche a scontare l’atteso risultato elettorale schiacciante, la rielezione di Bashar Assad. È interessante notare come i commentatori americani sembrano non avere familiarità con questa storia, così simile alla storia del loro paese.
Centocinquanta anni fa, nel 1864, gli Stati Uniti tennero le elezioni presidenziali mentre nel paese la sanguinosa guerra civile (spesso indicata in Italia come “Guerra di secessione”, ndt) durava già da tre anni. Abraham Lincoln conduceva gli USA in una battaglia contro una spietata insurrezione nazionale.
Lincoln, membro del nuovo costituito Partito Repubblicano, era stato eletto grazie ad un programma elettorale che prevedeva il contenimento e l’arresto dell’espansione della schiavitù negli Stati Uniti. Nel 1861, i ricchi proprietari di schiavi del Sud degli USA presero le armi contro il governo federale, nella speranza di preservare la loro proprietà su milioni di afro-americani che consideravano come loro “proprietà privata”. Durante la guerra, Lincoln fu costretto a malincuore, ad abolire la schiavitù prima con la Proclamazione di Emancipazione e infine con emendamenti alla Costituzione degli Stati Uniti. La guerra civile era davvero la seconda rivoluzione americana, che stava cambiando completamente l’assetto economico degli Stati Uniti. Gli industriali capitalisti del Nord degli Stati Uniti fracassarono lo schiavismo con l’appoggio dei sindacati e amati agitatori anti-schiavitù, come Frederick Douglas e schiavi armati come Harriet Tubman. In quel periodo morirono 750.000 soldati, mentre è ancora molto contestato il numero dei civili uccisi. Entrambe le parti si accusarono a vicenda di brutali crimini di guerra e di aver usato la fame come arma, di aver praticato la tortura e l’uccisione di civili. Mentre la maggior parte del Nord degli Stati Uniti era a sostegno del governo eletto degli Stati Uniti contro la Confederazione Sudista degli Schiavi, la città di New York manteneva un focolaio pro-schiavitù perché Wall Street, ora il centro del sistema capitalistico mondiale, stava facendo milioni di dollari con imprese finanziarie legate alla schiavitù. Molti capitalisti inglesi benestanti e uomini politici di spicco, come William Gladstone, sostenevano gli insorti pro-schiavitù. Le industrie britanniche vedevano le piantagioni del Sud lavorate dagli schiavi, come fonte di cotone e altri materiali disponibili a basso prezzo.
A New York, il più popolare giornale del Partito Repubblicano era il New York Tribune. Il corrispondente europeo londinese del Tribune era Karl Marx , l’autore del Manifesto del partito comunista e leader dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori. Karl Marx scrisse: “La classe operaia Europea è convinta che come la Guerra d’Indipendenza Americana ha avviato una nuova era di ascesa per la classe media, così la guerra Antischiavista Americana farà per le classi lavoratrici. Essi la considerano come un cambiamento epocale avvenuto ai tempi di Abraham Lincoln, risoluto figlio della classe operaia in grado di portare il suo paese attraverso la lotta ineguagliabile, verso la ricostruzione di un mondo sociale e la salvezza di un popolo incatenato.”
I giovani reclutati dell’esercito degli Stati Uniti avrebbero cantato ” John Brown’s Body” (il corpo di John Brown), una canzone dedicata al carismatico militante anti-schiavitù che fu impiccato dopo un tentativo di rivolta a Harper’s Ferry. Tra i leader dell’Esercito di Lincoln utilizzato per distruggere lo schiavismo, molti personaggi erano apertamente dei comunisti impenitenti. Il Generale di brigata Joseph Wedemeyer, il Segretario Assistente di guerra Charles A. Dana, il Generale di brigata August Willich, e il Colonnello Richard Hinton non erano nemmeno nati negli USA ma ritenevano che per essere fedeli alle loro convinzioni comuniste dovessero arruolarsi nella lotta contro la schiavitù. Servirono come leader di alto rango nell’esercito degli Stati Uniti durante la battaglia contro i proprietari di schiavi del Sud, e furono anche sostenitori aperti di Karl Marx e dell’ideologia Comunista.
“Non cambiare idea a metà del cammino”
Lincoln fu attaccato per aver svolto le elezioni durante la guerra civile. Gli Stati del Sud, che erano sotto il controllo totale degli insorti “la Confederazione” non erano stati inclusi, in quanto condurre un’elezione in territorio nemico sarebbe stato pressoché impossibile. Lincoln doveva affrontare due grandi avversari alle urne: i Democratici che conducevano una “campagna elettorale pacifista”, lasciando quasi la sensazione che il governo degli Stati Uniti dovesse arrendersi agli insorti e lasciare che la schiavitù nel Sud continuasse e il Partito Democratico Radicale che accusava Lincoln di non essere abbastanza aggressivo e che avrebbe dovuto prendere misure immediate verso l’abolizione della schiavitù. Lincoln temeva di non essere rieletto. Durante la sua campagna elettorale coniò il famoso slogan “Non cambiare idea a metà del cammino”, sollecitando l’unità nazionale nello sforzo di vincere la guerra. Quando furono contati i voti il risultato fu chiaro, Lincoln fu rieletto e continuò a guidare il paese per combattere gli insorti, ottenendo infine la vittoria. La schiavitù fu ufficialmente abolita e milioni di afro-americani furono liberati dalla schiavitù.
Il presidente Bashar Assad deve affrontare una situazione simile a quella affrontata da Lincoln 150 anni fa. La Repubblica Araba Siriana deve affrontare una brutale rivolta foraggiata da molti interessi dei ricchi miliardari di Wall Street e Londra oltre agli autocrati di Oman, Qatar, Arabia Saudita e Giordania. Con i soldi versati in valuta estera e le armi donati al “Free Syrian Army” (esercito siriano libero), il Fronte Al-Nusra e una sfilza di altri gruppi armati, decapitano persone, reclutano forzatamente i bambini, sequestrano persone a scopo di estorsione e commettono altri orribili crimini di guerra. Gli insorti controllano ampi settori del paese, e fanno del loro meglio per abolire la libertà religiosa e la diversità che hanno definito la Siria negli ultimi decenni.
A differenza della guerra civile negli USA, la maggior parte degli insorti in Siria non sono cittadini ma combattenti stranieri importati. La Repubblica Araba Siriana ha combattuto per il popolo palestinese e aiutato la loro lotta contro i crimini dei coloni israeliani sionisti. L’economia della Siria è in gran parte controllata dallo Stato, e non è consentito il “libero sfogo” neo-liberista alle società occidentali che desiderano massimizzare i loro profitti. Il governo siriano fornisce alla popolazione assistenza sanitaria ed educazione gratuita. In Siria i cristiani i sunniti, sciiti e gli alawiti hanno a lungo vissuto fianco a fianco in pace. Tutto ciò ha reso la Repubblica Araba Siriana un obiettivo per gli imperialisti di Wall Street, che stanno cercando di trasformare la Siria in un’altra Arabia Saudita, Qatar, Bahrain oppure, dove la volontà dell’Occidente può essere introdotta con la forza da un regime autocratico fantoccio. I ribelli combattono una campagna di terrore e violenza per destabilizzare il paese, e per abbattere la Repubblica Araba Siriana, in modo che Wall Street e Londra possano prendere il sopravvento. I Siriani si stanno radunando attorno al loro presidente mentre resistono alla campagna terroristica sostenuta dagli insorti stranieri. Oltre all’Esercito Siriano sono stati creati anche eserciti di milizie della comunità. Il paese si sta unendo per sconfiggere la campagna di violenza contro di esso. Quando il United National Anti-War Committee (Comitato Nazionale per la Pace) e l’International Action Center (centro azione internazionale) hanno organizzato una protesta davanti alla Casa Bianca, circa 1.000 siriani si sono riuniti per sventolare la loro bandiera. Sono stati esposti molti cartelli con il volto del Presidente Assad. Gli americani di origine siriana dalla Pennsylvania, dal New Jersey, California, e da altre parti del paese hanno urlato slogan come “Amiamo il nostro presidente Bashar Al- Assad! Abbiamo bisogno del nostro presidente Bashar Al- Assad!”
Proprio come per Lincoln fu giusto consentire le elezioni presidenziali nel 1864 per andare avanti, così è giusto oggi per Assad tenere le prossime elezioni del 3 giugno. Il popolo Siriano ha il diritto di far sentire la sua voce, nonostante l’orribile guerra civile che infuria intorno a loro. Assad deve affrontare almeno un grande avversario alle prossime elezioni, ed i risultati sono ancora da vedere. Ma proprio come milioni di persone negli USA votarono per Lincoln nel 1864 è molto probabile che milioni di siriani ri-eleggeranno l’uomo che guida il loro paese contro una campagna terroristica straniera. Prevedo che la logica del popolo siriano nel 2014 sarà la stessa del popolo Americano nel 1864 : “Non cambiare idea a metà del cammino”
Caleb Maupin
Fonte: http://rt.com
Link: http://rt.com/op-edge/154824-elections-civil-war-usa-syria/
25.4.2014
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Roxanne