DI MAIDHC O CATHAIL
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In un articolo del Washington Post del 3 febbraio intitolato “Perché Obama deve agire bene in Egitto”, George Soros ha scritto che il presidente degli USA aveva “molto da guadagnare mettendosi in prima fila e prendendo le parti della richiesta pubblica di dignità e democrazia.” Malgrado la ragionevolezza del suo parere, le esperienze del passato suggeriscono che l’hedge fund manager di origine ungherese abbia lui stesso qualcosa da guadagnare dal cambiamento di regime del Cairo.
Nella sua nota pubblica al presidente che ha contribuito ad eleggere , Soros ha notato che il fatto che i Fratelli Musulmani stessero cooperando con Mohamed ElBaradei è stato un “segno di speranza”, descrivendolo come “il premio Nobel che cerca di diventare presidente.” Tuttavia, si è dimenticato di menzionare che fino al ritorno di ElBaradei in un Egitto lacerato dalla crisi il 27 gennaio, l’ex capo dell’AIEA – Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, era stato un membro del comitato di fondazione dell’ICG – International Crisis Group [organizzazione per la prevenzione dei conflitti nel mondo, ndt], che Soros, il 35° uomo più ricco del mondo, ha contribuito a creare
e finanziare.
L’ICG si definisce come “un’organizzazione indipendente, non-governativa e no-profit impegnata nel prevenire e risolvere conflitti letali,” ma le auto-descrizioni sono spesso fuorvianti. “L’ICG è un caso di studio affascinante sul modo in cui oggi le organizzazioni per i diritti umani, i governi e le società internazionali lavorino a stretto contatto,” ha scritto George Szamuely riguardo il ruolo influente dell’organizzazione nei Balcani . “’Indipendente’ fa pensare che Soros riconosca una ‘crisi’ che richiede l’attenzione urgente del governo. I governi agiscono di conseguenza e distribuiscono contratti lucrativi a Soros ed i suoi compari.”
Uno dei “compari” più famosi di Soros è Mikhail Khodorkovsky, il carcerato ex capo della Yukos Oil, che nell’arco dei suoi 32 anni ha accumulato patrimoni del valore di più di 30 miliardi di dollari dalla “privatizzazione” post-sovietica manipolata della proprietà statale.
Quando l’oligarca ebreo è stato arrestato per evasione fiscale, appropriazione indebita e frode nel 2003, Soros denunciò le accuse come “persecuzione politica”, richiese l’espulsione della Russia dal G-8 ed incitò l’Occidente affinché intervenisse. Il complice di Khodorkovsky, Leonid Nevzlin, scappò in Israele prima di essere giudicato colpevole in contumacia per aver commissionato l’omicidio di diversi politici e uomini di affari che avevano messo i bastoni fra le ruote nei piani d’espansione della Yukos. Come Soros e Khodorkovsky , da allora Nevzlin ha cercato di etichettarsi etichettarsi come “filantropo.”
Le preoccupazioni di Tel Aviv riguardo la perdita di un vicino dittatore amichevole , tuttavia, dovrebbero essere alleviate dal fatto che ElBaradei potrebbe collaborare con il considerevole numero di sostenitori di Israele all’interno dell’ICG. L’ex membro del Congresso americano Stephen Solarz, il quale ha contribuito alla nascita del gruppo, veniva una volta soprannominato “il maggior esperto legislativo della lobby israeliana di Capitol Hill” e nel 1998 fu a capo di un gruppo di neoconservatori che incitavano il presidente Clinton a rovesciare Saddam Hussein. In un articolo sul Washington Post nel 2002, il collega neocon Kenneth Adelman assicurò agli americani che l’invasione dell’Iraq indotta da Israele sarebbe stato “un gioco da ragazzi”.
Dovrebbe essere persino più rassicurante per gli israeliani nervosi la presenza di Nahum Barnea, l’opinionista israeliano di spicco che ha aspramente criticato i colleghi giornalisti Gideon Levy, Amira Hass e Akiva Eldar per la loro “missione” di sostegno a favore dei palestinesi. E nella lista internazionale dell’élite dei consiglieri anziani — definiti come “ex membri del consiglio (in misura compatibile con qualsiasi altro incarico a loro affidato al momento) che mantengono un’associazione col Gruppo di Crisi, ed i cui parere e sostegno vengono di tanto in tanto richiesti” – troviamo Shlomo Ben-Ami, ex Ministro degli Esteri israeliano, Stanley Fischer, governatore della Banca di Israele e Shimon Peres, attaule presidente israeliano.
A giudicare dalle apparenze, sembra difficile riconciliare la sostanziale presenza pro-israeliana nell’ICG con il fatto che Soros si dichiari un “non-sionista”. Ma le cose sono raramente quelle che sembrano con Soros. Due anni dopo la fondazione di J Street [gruppo di pressione liberale no-profit, ndt] venne fuori che Soros aveva elargito ingenti donazioni alla lobby ”pro-Israele, pro-pace”. E non tutti sono convinti dalla pretesa di J Street di costituire una genuina alternativa all’AIPAC – American Israel Public Affairs Committee [gruppo di pressione americano pro-Israele, ndt]. Usando le parole di un astuto commentatore, J Street è “un po’ più che un sottoprodotto dell’esistente lobby israeliana per renderla più appetibile ai liberal-democratici all’interno dell’amministrazione Obama.”
In più, alcuni dei più ferventi fautori di Israele di Capitol Hill hanno ricevuto donazioni da Soros, il quale è diventato “uno dei maggiori contributori alle campagne politiche della storia americana.” In un’intervista ad un talk show ebraico conservatore radiofonico, il Senatore Charles Schumer ha affermato che crede che HaShem (termine ebreo-ortodosso per “Dio”) gli ha dato quel nome — che significa “guardiano” — in modo che lui potesse svolgere il suo ruolo “molto importante” nel Senato statunitense come “guardiano di Israele.”
Lo stesso ruolo è stato essenzialmente svolto alla Camera dei Deputati, fino al 2008 , dal defunto membro del congeresso Tom Lantos , che un ex diplomatico statunitense ha descritto come “il guardiano ungaro-americano degli interessi di Israele al Congresso.” Come co-presidente del Caucus Congressuale dei Diritti Umani, Lantos ha ingannato di proposito il suo pari ed il pubblico sull’identità di “Nayirah”, la cui storia sulle atrocità dell’incubatrice dell’incubatrice ha contribuito a giustificare l’intervento americano nella Guerra del Golfo nel 1991. Lantos, che si dice abbia “condiviso un’iniziativa comune per promuovere la democrazia ed i diritti umani” con il suo caro amico Soros, si è anche fatto paladino per il fuggitivo Nevzlin definendolo come innocente vittima dell’anti-semitismo.
“Spero che il presidente Obama sosterrà prontamente il popolo egiziano,” ha scritto Soros nel suo articolo sul Washington Post . “Le mie fondazioni sono disposte a contribuire come possono.”
Se il popolo egiziano ha tanto buonsenso quanto coraggio e determinazione, tuttavia, diranno a questo soggetto che si descrive come “devoto sostenitore della democrazia e della società aperta” cosa farsene della sua “filantropia” e del suo premio Nobel.
Maidhc Ó Cathail scrive su Maidhc Ó Cathail blog in modo ampio di politica estera statunitense e mediorientale. Cura inoltre il blog The Passionate Attachment
Fonte: http://maidhcocathail.wordpress.com
Link: http://maidhcocathail.wordpress.com/2011/02/11/elbaradei-soros%E2%80%99s-man-in-cairo/
11.02.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO