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La Redazione

 

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EGEMONIA DEL DOLLARO E NUCLERAE IRANIANO: LA STORIA DIETRO LA STORIA

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A cura di Davide
Il 15 Aprile 2015
85 Views

DI PETER KOENIG

informationclearinghouse.info

“I trattati internazionali sono tenuti in ostaggio dall’Occidente. C’è stata una notevole interferenza all’interno dell’Iran da parte di Washington. La questione del nucleare è solo un pretesto per indebolire la Repubblica Islamica e non ha molto a che fare con qualcos’altro.” – Intervista con RT International di Soraya Sepahpour-Ulrich,6 aprile 2015.

Questa affermazione esprime proprio il punto. La questione nucleare creata artificialmente – è solo un pretesto per ottenere un cambio di regime… forse sì. Ma c’è di più. Mentre le opinioni espresse su ciò che il recente “Accordo di Losanna” ha davvero significato per l’Iran e per i partecipanti del 5+1 possono variare ampiamente, non si può non sentire che vi è un’altra storia dietro la storia .

Un piccolo dettaglio, di cui nessuno parla, e di cui forse la maggior parte degli esperti – anche quelli onesti – non se ne sono accorti. Nel 2007 l’Iran si apprestava a varare l’Iranian Oil Bourse (IOB) – una piattaforma di scambi internazionali di idrocarburi, sul modello della Borsa, dove tutti i Paesi, produttori di idrocarburi o meno, avrebbero potuto scambiare questa risorsa energetica (tuttora) chiave in euro, in alternativa al dollaro.

Questo, naturalmente avrebbe comportato la scomparsa dell’egemonia del dollaro – la liberazione del mondo dalla morsa del dollaro. Questo era inammissibile per Washington. Avrebbe significato la fine del dollaro come principale valuta di riserva mondiale, e la perdita dello strumento per costringere il mondo ad accettare le decisioni di Washington, lo strumento per distribuire sanzioni a destra e a manca – non se ne parla neanche!

Centinaia di miliardi di dollari di idrocarburi sono scambiati su base giornaliera; enormi quantità di dollari che non trovano giustificazione nell’economia USA ma, poiché consentono alla FED di stampare soldi a volontà – ed ogni nuovo dollaro è un dollaro di debito internazionale che riempie i forzieri delle riserve delle varie nazioni – col risultato di svalutare gradualmente la moneta statunitense, ma senza grosse conseguenze sulla sua economia.

Finché benzina e gas saranno quotati in dollari – un’imposizione ‘contrattata’ in Arabia Saudita da Bush padre, amico della Casa di Saud, nei primi anni ’70 sotto l’amministrazione Carter, in cambio della protezione militare – e finché il mondo avrà bisogno degli idrocarburi per muovere le sue industrie, il mondo avrà bisogno di dollari, pazzesche quantità di dollari. Il cosiddetto Quantitative Easing (QE) ha permesso agli USA di stampare centinaia di miliardi, se non bilioni di dollari per finanziare guerre e conflitti in tutto il mondo, e per finanziare l’inarrestabile opera di propaganda e di menzogna Sionista Anglosassone. Nessun problema. E’ solo debito. Debito – paradossalmente contratto dagli stessi Paesi che l’impero alla fine combatte e illude; Paesi che detengono dollari nelle loro riserve.

Quasi nessuno sa che il vero debito USA, costituito da “obbligazioni non onorate” è aumentato negli ultimi 7 anni da circa 48 mila miliardi a circa 130 mila miliardi di dollari nel 2014 (GAO – Dipartimento USA della Contabilità Generale), circa sette volte e mezzo il suo PIL. Per fare un paragone, un debito di un ordine di grandezza mille volte superiore a quella della Grecia assillata e dilaniata dalla “troika” (UE-FMI-BCE).

Permettere a un Paese come l’Iran di distruggere la base del potere egemonico USA prendendo una decisione autodeterminata di abbandonare il dollaro per contrattare petrolio e gas? Ma scherziamo? Bisogna trovare un pretesto per sottomettere il Paese che secondo George W. Bush è diventato un anello dell’asse del male. Cosa c’è di meglio della minaccia nucleare – con il pieno appoggio di Israele, naturalmente? Sorretta dalla manipolazione dei mass-media a livello mondiale, l’Iran è diventato una minaccia nucleare non solo per Israele e per tutta la regione, ma anche per gli Stati Uniti. Una minaccia per l’impero, a circa 15.000 km di distanza, quando in quel momento il più potente missile iraniano a lungo raggio aveva una gittata massima di circa 2.000 km.

Questo suona quasi come l’ultima (brutta) battuta di Obama, che accusa il Venezuela di essere una minaccia imminente per gli Stati Uniti. Sarebbe ridicolo, se non fosse così triste, così criminale peraltro. Perché questa menzogna è seguita da una guerra economica, simile a quella portata contro la Russia, che alla fine ha risposto al fuoco punendo i “sanzionatori” stessi, specialmente gli Europei. Quando il reale impatto delle “sanzioni” divenne evidente, i media mainstream restarono semplicemente in silenzio. La gente dimentica facilmente. Senza qualcuno che gli apra gli occhi, rimangono aperti a credere alla prossima menzogna.

Il dollaro è l’ultimo pilastro dell’ egemonia mondiale dell’impero. Senza di esso la sua fine è segnata. Washington lo sa. Non è necessario guardare lontano per trovare esempi simili a quello dell’Iran. Quando Saddam Hussein ha annunciato verso la fine degli anni Novanta che avrebbe venduto la benzina irachena in euro, non appena fosse cessato l’embargo nel 2000, bisognava trovare una ragione per invadere il suo Paese. La minaccia delle armi di distruzione di massa, che non è mai esistita, è stata venduta a tutto il mondo, incluso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e – tombola! – la macchina per uccidere dei media occidentali creò un motivo per invadere l’Iraq e assassinare Saddam. Come se ciò non bastasse, egli fu immediatamente collegato all’ 11/9 e – grande miracolo – gli Americani si sono bevuti anche questa menzogna.

Muhammar Gheddafi è stata un’altra vittima dell’esercizio dell’autodeterminazione di un Paese. Aveva annunciato una nuova moneta forte per l’Africa, il Dinaro aureo, sostenuta dall’oro libico. Gli idrocarburi africani e libici avrebbero potuto così essere scambiati in una valuta alternativa al dollaro, il Dinaro Aureo. Gheddafi voleva anche liberare gli Africani dagli avidi colossi occidentali delle telecomunicazioni, introducendo in tutta l’Africa una rete mobile a basso prezzo sponsorizzata dalla Libia. Gheddafi fu ferocemente assassinato da gruppi organizzati dalla CIA il 20 ottobre 2011. Oggi la Libia è un focolaio di disordini e omicidi.

Il caso dell’Iran è un po’ più complicato. L’Iran ha l’appoggio della Russia e della Cina. Tuttavia, con la macchina propagandistica che lo dipinge come un pericolo nucleare per il mondo, l’Iran può essere messo in ginocchio, nessun problema. Non importa cosa consigliava la logica allora come oggi, non importa che le 15 principali agenzie di intelligence USA abbiano assicurato l’allora Amministrazione Bush che l’Iran non ha intenzione di fabbricare una bomba nucleare, che l’Iran è sincero nell’utilizzare il suo uranio arricchito per la generazione di energia e per scopi medici.

Non importa che il processo di arricchimento iraniano raggiunga solo il 20% di purezza, sufficiente per scopi medici, ma lontano dal 97% richiesto per una bomba nucleare; occorre opprimere l’Iran e renderlo, sotto una ragnatela di menzogne, uno Stato emarginato, un rischio per il mondo. Questo è ciò che crede l’Americano medio, come pure l’Europeo. È un peccato. Nessuno osa parlare apertamente dell’unica minaccia nucleare in Medio Oriente, Israele. Questo è un altro peccato.

Non importa che cosa significa attualmente l’accordo di Losanna, o nel prossimo mese di giugno, dopo altri tre mesi di intensi ma inutili negoziati, non importa quello che una risoluzione ONU dirà a proposito della trattativa e della revoca delle sanzioni – Washington troverà sempre un pretesto per mantenere la morsa sull’Iran. Come Soraya Sepahpour-Ulrich disse “I trattati internazionali sono tenuti in ostaggio da parte dell’Occidente” – non vi è alcun international compact o legge che impedisca che il solo Stato canaglia del mondo, l’impero americano ferocemente criminale, macini il suo cammino verso il soddisfacimento della sua sconfinata avidità.

Sempre – ovviamente, che l’impero sopravviva. E sì, la sopravvivenza economica è solo una questione di tempo. Quindici anni fa circa il 90% delle riserve mondiali erano detenute in dollari USA, o in titoli denominati in dollari. Nel 2010 il rapporto si ridusse a circa il 60%; oggi è intorno al 50%. Quando scenderà al di sotto50%, i governi di tutto il mondo potrebbero progressivamente perdere fiducia nel biglietto verde, vedendolo per quello quello che è ed è stato per gli ultimi 100 anni, nient’altro che una valuta fraudolenta buona per il Monopoli al servizio di un sistema finanziario occidentale dominato dal Sionismo, che non vale la carta su cui è stampata; una moneta che tiranneggia e impoverisce a volontà il mondo “non allineato”.

L’Iran lo sa, la Russia lo sa – in assenza di un confronto diretto, la presa dell’impero potrebbe mollare prima di quanto è previsto che duri l’affare iraniano, circa 20-30 anni. Pertanto, le grandi concessioni che l’Iran deve fare per “la pace” – di ridurre il proprio processo di arricchimento al 3,37%, appena sufficiente per le centrali elettriche, e di vendere o trasferire all’estero i propri stock di uranio arricchito al 20% per uso medico – queste concessioni per raggiungere questo “glorioso” accordo informale, sono prive d’importanza. Si tratta di una vittoria per l’Iran, come annunciato dal Ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, come pure dall’omologo russo, Sergei Lavrov. Anche se Washington denuncia l’accordo entro i prossimi tre mesi, o in qualsiasi altro momento, come è probabile, l’Iran ha vinto una battaglia di credibilità agli occhi del mondo, in quanto è pronto a sottoscrivere un accordo, a qualunque costo.

In effetti, i putridi palazzi dell’impero si stanno sgretolando mentre queste linee stanno andando in stampa. Due nuove banche internazionali di investimento e di sviluppo con base in Asia sono state create negli ultimi due anni. L’accordo costitutivo della Banca di Sviluppo BRICS è stato firmato in Brasile nel luglio 2014 dai capi dei 5 paesi BRICS – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Più recentemente quest’anno, sponsorizzata da Cina e altri 20 paesi asiatici, è stato creata l’AIIB, la Banca per gli investimenti e le infrastrutture, situata a Shanghai. L’Iran è un membro fondatore dell’AIIB.

Il Ministro degli Esteri dell’Ecuador ha anche appena annunciato che il Banco del Sur sponsorizzato dal Venezuela – la Banca di sviluppo per l’emisfero latino-americano – entrerà in attività nel 2015. Queste tre banche sono delle sfide dirette al FMI, alla Banca Mondiale e all’IDB (Banca di Sviluppo Interamericana) dominate da Washington. Indovina che sono i più noti ‘alleati’ di Washington e che contro il volere della Casa Bianca, si sono uniti alla quarantina di membri dell’AIIB? – Tra loro ci sono i modelli del neoliberalismo europeo – UK, Francia, Germania, Italia e Svizzera.

L’arroganza irragionevole e al limite della cecità di Washington sta portando i suoi alleati più stretti verso il ‘campo avverso’. La FED annunciò il 2 aprile 2015 di aver multato la Commerzbank tedesca per 1,7 miliardi di dollari perché intratteneva rapporti con Cuba, Sudan e Iran, i Paesi sottoposti a sanzioni da parte di Washington.

Questo potrà succedere solo fino a quando tutte le transazioni internazionali passeranno obbligatoriamente attraverso le banche USA e saranno controllate dal BIS – la Banca dei Regolamenti Internazionali dominata dai Rothschild. Russia, Cina, e altri Paesi aderenti alla SCO (Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione) hanno già tagliato i ponti con il sistema del dollaro per i contratti internazionali e il trasferimento di denaro, inclusa la contrattazione sugli idrocarburi. Stanno per lanciare un’alternativa al sistema SWIFT di trasferimento governato dall’Occidente e di proprietà privata.

Il nuovo sistema potrebbe essere adottato da qualunque nazione che volesse sfuggire alle zanne predatorie del dollaro.
Se anche i più fidati tirapiedi dell’impero cercano alleanze a Oriente, significa che ora mai è manifesto che i venti economici stanno cambiando, che si profila un mutamento delle placche continentali e che gli accordi sul nucleare iraniano, comunque si concludano, non avranno nessuna influenza sul prevedibile futuro.

Peter Koenig è un economista e analista geopolitico. Egli è anche un ex dipendente della Banca Mondiale e ha lavorato in gran parte del mondo nei settori dell’ambiente e delle risorse idriche. È autore di “Implosion” – Un Thriller Economico sulla guerra, la distruzione dell’ambiente e l’avidità delle Corporation – un romanzo basato su fatti e su 30 anni di esperienza nella Banca Mondiale in tutto il mondo.

Fonte: www.informationclearinghouse.info

Link: http://www.informationclearinghouse.info/article41512.htm

10.04.2015

Traduzione per CDC di Delio Guidato

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