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ECCO CHE COSA C'E' DIETRO L'APERTURA TEDESCA AI MIGRANTI SIRIANI

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A cura di Davide
Il 10 Settembre 2015
85 Views

DI VLADIMIRO GIACCHE’

militant-blog.org

Il cambiamento è evidente, siamo di fronte a un’inversione di marcia rispetto a pochi mesi fa. Fino ad agosto la CDU ha di fatto sostenuto, giustificato con affermazioni abbastanza ambigue e in altri casi in maniera più esplicita, le proteste contro l’accoglimento dei rifugiati, non di rado promosse da gruppi neonazisti. Segnalo che ad agosto sia nei Lander orientali sia in zone molto ricche della Germania, quali la Baviera e il Wurttemberg , si sono registrati diversi episodi di assalti a ostelli di rifugiati.

Questi avvenimenti sono stati in larga parte ignorati dalla grande stampa tedesca, fatta eccezione per i giornali di sinistra. Recentemente sull’onda dell’indignazione per la famosa foto del bambino siriano morto su una spiaggia, c’è stato un repentino cambiamento di posizione. Questo mutamento ha motivazioni economiche e politiche. Una motivazione economica è molto semplice, e stranamente non l’ho vista molto considerata: la Germania è il paese più anziano del mondo. Si contende questo primato con il Giappone, cioè ha un tasso demografico che non consente la sostituzione della popolazione attuale.

Questo crea problemi di sostenibilità del bilancio pubblico e per il sistema pensionistico in particolare. Di fatto l’immigrazione, soprattutto di manodopera qualificata, come nel caso specifico, dove gran parte dei rifugiati siriani hanno una scolarità media molto elevata, è in realtà un beneficio economico per la Germania.

Questo è un punto assolutamente fondamentale per capire la questione. Rispetto a questa considerazione è passato in secondo piano anche il desiderio, che sino a poche settimane fa era molto chiaro, di assecondare o non ostacolare le spinte interne xenofobe e paranaziste presenti in parte dell’elettorato tedesco. Questa è la principale motivazione economica.

C’è anche una motivazione politica, che sta nel recupero dell’immagine della Germania, che usciva malissimo dalla vicenda greca, in cui ha fatto la parte del cattivo in Europa. In larga parte dell’opinione pubblica di molti paesi europei, per ragioni diverse, non è ben vista. Questo è un punto molto importante della scelta politica che sta al fondo del mutamento. C’è anche una demarcazione, sicuramente, rispetto a Francia e Inghilterra, paesi che sono stati molto meno disponibili e lo sono tuttora ad accogliere profughi e che sono tra i principali responsabili di questi stessi profughi.

Per cui con questa mossa la Germania ha una vittoria diplomatica. Detto questo, la mossa tedesca contiene una dose di ipocrisia molto notevole che noi dovremmo mettere in rilievo, senza pensare a improbabili conversioni della Germania oppure dimostrazioni che i tedeschi non sono poi così cattivi, come vedo pensare nella nostra sinistra. Perchè i tedeschi non sono nè cattivi nè buoni, hanno semplicemente una classe dirigente che fa costantemente gli interessi della grande finanza e della grande industria di quel paese, a scapito di quelli dei lavoratori del paese.

Va anche detto che tra i responsabili della tragedia siriana e libica la Germania ha sicuramente responsabilità minori di Francia e Inghilterra, ma ha pesantissime responsabilità in quanto grande esportatrice di armi verso tutti i paesi dell’area mediorientale, a cominciare dall’Arabia Saudita verso le varie parti in conflitto. La Germania ha ulteriori gravi responsabilità perchè è tra i promotori in Europa del vergognoso embargo contro la Siria di Assad, nonchè dei tentativi, almeno in parte riusciti di destabilizzazione di quel paese.

Ha responsabilità, in prima linea superiori ad altri, nella destabilizzazione dell’Ucraina, ma anche per quanto riguarda il Medio Oriente non è esente da colpe e coinvolgimenti. Di tutto questo nessuno parla. Ma questa è l’origine dei rifugiati, che non sono più migranti, ma rifugiati, gente che scappa dalle bombe dalla guerra.

In sostanza, l’Occidente ha distrutto un paese che è la Libia, sta distruggendo un altro paese che è la Siria. I risultati sono questi.

Allora è importante farsi carico di questi risultati, ma come sa chiunque abbia un minimo di impostazione materialistica, tu devi impedire alla radice che questo avvenga e se questo avviene è per una precisa e predominante responsabilità dei paesi occidentali e in particolare di quei paesi che si raccolgono nella Nato.

Ripeto, dal punto di vista dei bombardamenti sulla Libia la Francia e l’Inghilterra hanno avuto un ruolo centrale, con anche un parziale contributo dell’Italia e non la Germania. Ma la Germania è nazione fondamentale del patto atlantico, è l’architrave della Nato e poi è una delle principali produttrici di armi nel mondo. Questo mi sembra un punto non secondario che viene costantemente ignorato.

In sintesi il beneficio economico per la Germania è innegabile da questa vicenda dell’accoglimento dei rifugiati. Da ciò ne consegue anche una pressione sulla forza lavoro interna, perchè è evidente che questa massa di rifugiati accetta condizioni di lavoro peggiori dei lavoratori tedeschi e contribuisce a mantenere la vergogna, in cui in uno dei paesi a maggiore produttività del lavoro, i salari sono fermi da quindici anni. Questa dinamica tenderà ad abbassare il costo medio del lavoro, anzi aiuta a comprimere quella tendenza a un recupero dei salari che si era avvertita negli ultimi mesi.

Mentre è al momento è poco chiaro quanto la Germania sia intenzionata a far si che questa manovra (l’accoglimento dei rifugiati) sia un ulteriore contributo a destabilizzare Assad, cioè se uno dice: noi ci prendiamo i rifugiati però bisogna a questo punto buttare giù il tiranno oppure no!

Finora i tedeschi hanno sempre avuto una posizione più cauta dei francesi e degli inglesi.

Staremo a vedere.

Vladimiro Giacchè

Fonte: www.militant-blog.org

Link: http://www.militant-blog.org/?p=12287#more-12287

9.09.2015

Estratto da: “La Germania kantiana, il nuovo spirito umanitario e altre boiate: cosa c’è dietro l’apertura tedesca ai migranti siriani. Con un’intervista a Vladimiro Giacchè”.

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