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UN SEGNO CHE GLI USA SONO UFFICIALMENTE IN GUERRA CON LO STATO EBRAICO ?

DI MARK GLENN
theuglytruth.wordpress.com

Un vecchio adagio recita: “Anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno”; il che (per quanto impossibile possa sembrare) vale anche per quegli individui irrazionali e mentalmente disturbati della comunità suprematista ebraica, la cui 1ª, 2ª, 3ª e 4ª risposta a qualsiasi domanda, passata, presente, futura e a prescindere dall’argomento in discussione, è sempre “antisemitismo”.

In questo caso la lettura di questo trito orologio a cucù, che sembra non azzeccarne mai una, coincide con l’ormai tristemente celebre arresto di 5 rabbini del New Jersey, beccati a occuparsi delle ordinarie attività di – vale a dire riciclaggio di denaro, estorsione, corruzione di pubblici ufficiali e traffico di organi umani – e con l’accusa partita da certi soggetti in Israele secondo la quale questi arresti eccellenti compiuti dall’FBI sarebbero parte di un “progetto antisemita” studiato per far capire agli americani che essi stanno recitando collettivamente il ruolo interpretato dall’attore Michael Douglas nel film Attrazione Fatale, che finisce a letto con una donna folle, capace di fare qualunque cosa per ottenere ciò che vuole.In un articolo comparso sul Jerusalem Post e intitolato “La retata dell’FBI è stata un esempio di antisemitismo”, Yitzhak Kakun, editor-in-chief di Yom Le’Yom, il periodico settimanale del partito israeliano ultraortodosso Shas, affermava: “C’è dell’antisemitismo dietro l’arresto, fortemente pubblicizzato, dei rabbini di New York e del New Jersey avvenuto la scorsa settimana… Si ha la sensazione che l’FBI abbia cercato di proposito di arrestare quanti più rabbini possibile in una sola volta nel tentativo di umiliarli”.

Andando avanti, “orologio rotto” Yitzhak affermava poi che “a prescindere dai dettagli del caso, non vedrete mai l’FBI e la Polizia comportarsi in quel modo con degli sceicchi musulmani o con dei preti cristiani. E’ ovvio che l’intera faccenda è motivata da antisemitismo”, e concludeva dicendo che l’amministrazione Obama starebbe tentando di “alimentare sentimenti antisemiti contro la comunità di ebrei ortodossi degli Stati Uniti”.

Ovviamente l’editore di tale pubblicazione non ha prestato attenzione al quotidiano schiamazzare dei media americani, dove i preti pedofili e Ahab l’Arabo Cattivo sono stati sulle prime pagine dei giornali per tutti gli ultimi 8 anni.

Tuttavia l’ultima parte, quella in cui si dice che l’amministrazione Obama starebbe cercando di “alimentare” sentimenti antisemiti contro gli ebrei, non è così inverosimile come alcuni potrebbero pensare, il che non significa che chi si prende gioco di simili affermazioni non abbia ragione a farlo. Gli ebrei e il loro strillazzare in ogni occasione di “antisemitismo”, di Olocausto, di Hitler, di camere a gas, di armi di distruzione di massa puntate contro il povero Israele indifeso e tutto il resto, sono divenuti l’incarnazione collettiva del ragazzo che gridò così tanto al lupo che a un certo punto la gente smise di credere a qualunque cosa egli dicesse.

Detto questo però, riguardo alla tesi secondo la quale l’”antisemitismo” starebbe alla base di questi arresti di alto livello, la verità è che l’autore dell’articolo ha probabilmente ragione, anche se solo accidentalmente. Il fatto che questi arresti, fra tutti i momenti possibili, siano avvenuti proprio ora, dopo che sui personaggi in questione si indagava da così tanto tempo, non può essere liquidato come una coincidenza o come un concorso di circostanze. L’arresto degli Uomini in Nero, avvenuto in maniera così pubblicizzata e a ridosso dell’altrettanto celebre caso Bernie Madoff, in un momento in cui gli americani iniziano a sentire la stretta della crisi economica, è casuale quanto il tuono che segue il fulmine.

Altrettanto dicasi per l’elemento che è stato al centro di tutta la vicenda: il traffico di organi umani…

E’ noto che per gli americani le storie di riciclaggio di denaro o di corruzione fanno tanto notizia quanto il classico “cane che morde un uomo”. Sono così diffuse al giorno d’oggi che i media non le degnano neanche più di attenzione.

Ma le notizie riguardanti il traffico di organi umani lasciano ancora sulla coscienza collettiva di ogni consumatore d’informazione americano, fosse anche il più pigro e disinteressato, un marchio permanente come quello che nella Bibbia viene imposto a Caino per aver assassinato suo fratello Abele.

Non c’è modo di “tornare indietro” da una cosa del genere. Nessuna normale attività fra quelle svolte dagli ebrei riuscirà mai a cancellare questa immagine dalla coscienza collettiva di coloro che con essa sono venuti a contatto. Coloro che hanno ricevuto una zaffata dell’odore nauseante di un telegiornale in cui veniva presentato un rabbino armato, membro di un cartello criminale internazionale con sede in Israele, che rapisce persone e le deruba dei propri organi interni, non potranno mai più allontanare quest’odore dalle proprie narici. Le immagini mediatiche degli Uomini in Nero trascinati in catene dall’FBI per un’accusa mostruosa come questa, richiama alla memoria la terribile scena de Il silenzio degli innocenti in cui Hannibal Lekter, interpretato da Anthony Hopkins, descrive i suoi modi preferiti di mangiare gli organi interni delle sue vittime. Di nuovo, non bisogna fare l’errore di pensare che in un’era in cui l’informazione è strettamente controllata e gestita fin nei minimi dettagli tutto questo sia casuale.

In sostanza, è possibile ritenere che i poteri che dominano attualmente gli Stati Uniti – o almeno alcuni elementi interni a quei poteri – siano entrati ufficialmente in guerra con lo Stato Ebraico e che questa vicenda – insieme a quella che ha per protagonista Bernie Madoff e a molte altre che arriveranno probabilmente nel futuro – non siano altro che le cannonate a salve che aprono questa guerra. Gli anni in cui i tutori dell’ordine erano costretti a restarsene seduti senza far nulla mentre parassiti al soldo di interessi ebraici antiamericani si intrufolavano nelle infrastrutture degli Stati Uniti stanno per finire, e non è mai troppo presto. Si può star certi che la storia del traffico d’organi è solo la prima di molte in quella che sarà una vera e propria operazione “shock and awe” e che farà capire al pubblico americano a che razza di gente avesse affidato la sua vita, la sua libertà e la sua ricerca di felicità.

Coloro che si grattano la testa meravigliati, domandandosi perché mai gli Stati Uniti dovrebbero all’improvviso dare il benservito alla loro amante ebrea (proprio come fa Dan Gallagher, il personaggio interpretato da Michael Douglas in Attrazione fatale), si accorgeranno che il mosaico non è poi così difficile da ricostruire. L’”amicizia” fra Stati Uniti e Israele, nonostante le manifestazioni apparentemente sincere (qualcuno potrebbe dire servilmente sincere) da parte americana, è sempre stata per l’America un’amicizia di necessità, non necessariamente fondata su una disposizione d’animo genuinamente amicale. L’America aveva bisogno di petrolio e voleva assicurarsi che i sovietici non potessero fare nulla per ostacolarli. Israele è servito a questo scopo, finché la minaccia è esistita.

Ora però che la minaccia sovietica è sparita, l’utilità di Israele come base di operazioni da cui far muovere la potenza americana è andata a farsi benedire. Peggio ancora, lo Stato Ebraico, proprio come un’amante, è diventato esigente, irrazionale e pericoloso, similmente a ciò che accade al personaggio di Alex Forrest in Attrazione fatale. Così come Alex Forrest si dava ad atti di terrorismo cercando di trasformare in realtà i suoi sogni di vita e di amore con il nuovo amante, prima presentandosi a casa sua e parlando con la moglie, poi distruggendogli la macchina, mettendogli in pentola il coniglio e infine sequestrando sua figlia, così anche Israele ha finito per adottare tattiche simili nei confronti degli Stati Uniti.

Comunque, per grave che sia il coinvolgimento diretto di Israele negli attentati dell’11/9, negli attacchi all’antrace, nei disastri in Iraq e Afghanistan, nella gigantesca rete di spionaggio organizzata sul suolo americano, tutto questo impallidisce di fronte a ciò che è avvenuto lo scorso 11/9/2008, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, quando l’amante ha progettato la dissoluzione economica degli Stati Uniti, come descritto dal repubblicano Paul Kanjorski nel corso di un’intervista alla C-Span. Per gli ambienti americani “che contano”, questo atto di terrorismo finanziario non è uno di quei casi “per il momento” irrisolti, in cui i responsabili dell’evaporazione di oltre mezzo trilione di dollari nell’arco di poche ore siano sconosciuti, né è un mistero il motivo per cui l’atto è stato compiuto: incolpare l’Iran del crollo dell’economia americana e di tutto il caos susseguente come prologo verso l’incitamento e la manipolazione del pubblico americano, per spingere quest’ultimo a chiedere agli Stati Uniti entrare in guerra contro i responsabili dell’”11 settembre, parte II”.

A livello più umano, si può solo immaginare quale pillola amara sia stata, per la polizia federale e l’intelligence americana, la notizia che due spie israeliane, Steve Rosen e Keith Weissman, stavano per essere rilasciate. Un’inchiesta contro l’AIPAC vecchia di quasi 10 anni, migliaia (o anche centinaia di migliaia) di ore di lavoro dedicate a indagare su un caso che era esplosivo sotto ogni punto di vista, ed ecco che ancora una volta gli sgherri di Kosher Nostra se ne tornano a piede libero con tanto di ordine di scarcerazione nelle mani. Senza dubbio altrettanto amaro deve essere stato il fatto che molti di quegli stessi tutori dell’ordine sono stati personalmente incaricati di scortare le stesse spie israeliane arrestate durante e immediatamente dopo l’11/9 (alcune catturate in circostanze particolarmente sospette, ad esempio nell’atto di brindare al crollo delle Torri Gemelle da una poltrona di prima fila) e le hanno dovute guardare salire su un aereo che le avrebbe ricondotte nello Stato Ebraico, dove in seguito avrebbero potuto comparire alla TV israeliana, rivelando di essere spie del Mossad e vantandosi di essere stati mandati lì per “documentare l’evento”.

Che il sistema politico americano sia marcio e corrotto non è certo una teoria. In effetti somiglia così tanto a una fetta di formaggio svizzero piena di vermi che sulla sua superficie ci sono più buchi che sostanza commestibile.

Esistono però alcune parti del macchinario che ancora funzionano. Parti in grado di capire che, sotto molti aspetti, gli USA somigliano alla nave USS Liberty – deliberatamente aggredita da Israele per 2 ore durante la Guerra dei 6 Giorni del 1967 – crivellata dai colpi, inclinata su un lato e a tutti gli effetti ridotta alla deriva, eppure ancora a galla, piena di sopravvissuti che combattevano disperatamente per spegnere gli incendi e fare ciò che potevano per salvare la nave.

Tenendo presente tutto questo, bisogna perciò ritenere che la recente inondazione di notizie riguardanti i migliori ambienti della comunità ebraica – incluse le prime pagine dedicate per settimane a Bernie Madoff e alla sua truffa da decine di miliardi di dollari, fino ai rabbini trafficanti d’organi – sia un’operazione condotta da elementi dell’intelligence e della sicurezza americane, progettata per determinare un cambiamento nel modo in cui gli ebrei sono visti in America. Si tratta di qualcosa di poco diverso dal farmaco che l’anestesista somministra dopo un’operazione chirurgica per contrastare gli effetti narcotici del farmaco precedente e dare inizio al “risveglio” del paziente.

Ma l’intoppo in tutto questo progetto sta nel fatto che lo Stato Ebraico, richiamando ancora una volta alla mente Alex Forrest, la puttana folle di Attrazione fatale, non se ne resterà steso sul letto a guardare, se mi si perdona la metafora. I suoi ammiratori vivono infatti in una specie di mondo di fantasia, dove la realtà è qualcosa di simile ad un’indecifrabile lingua straniera senza significato. Avendo esaurito ogni altra alternativa, gliene resta una soltanto, e cioè presentarsi a casa dell’amante con un grosso coltellaccio da macellaio, che in questo caso è il tic-tic-tac di quell’orologio a cucù guasto collegato a diverse armi nucleari nascoste nelle maggiori città americane, in un atto definitivo conosciuto come “Operazione Sansone”.

Versione originale

Mark Glenn
Fonte: http://theuglytruth.wordpress.com
Link: http://theuglytruth.wordpress.com/2009/08/05/jews-in-the-news-indicator-that-the-us-is-officially-at-war-with-the-jewish-state/
5.08.2009

Versione italiana:

Fonte: http://blogghete.blog.dada.net/
Link: http://blogghete.blog.dada.net/archivi/2009-08-07
7.08.2009

Traduzione a cura di GIANLUCA FREDA

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