[EBREI] CHE SI ODIANO DA SOLI UNITI

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DI GILAD ATZMON

Più di due mesi fa, dopo lo scandalo delle vignette e l’oltraggio al mondo musulmano che ne conseguì, un gruppo di israeliani annunciò la nascita di un concorso di vignette antiebraiche (http://www.boomka.org/). Fu così che ricevettero l’immediata attenzione della stampa israeliana e di quella ebraica in tutto il mondo. Alla fine, gli israeliani in particolare, e gli ebrei in generale, insistono nel farsi vedere come persone dalla mente aperta, persone che se la cavano bene con il senso dell’autoironia.

Ora il concorso è terminato. Ben più che una semplice manciata di vignette sono pervenute da tutto il mondo, e molte di esse sono state create da ebrei e da israeliani. La maggior parte sono animate da un’ilarità piuttosto crudele, ma.. come dire?, ora i media ebraici e israeliani sono ben meno entusiasti su tutta l’intera questione dell’autoironia.

[LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE PER GLI INVENTORI EBREI E’ STATA UN GRANDE SUCCESSO.
Nei riquadri:"Olocausto: inventato per opprimere i non eberei", "Stato di Israele: inventato per far rimanere gli arabi senza casa", "Influenza aviaraia: inventata per uccidere segretamente gli arabi", "Stampa occidentale: inventata per diffondere propaganda sionista", "11-9: inventato per far sembrare gli arabi terroristi", "Sabbia: inventata per infilarsi tra le dita degli arabi"]

Due dei quattro giuristi (Art Spiegelman e Amos Biderman) hanno preso velocemente le distanze dal concorso, respingendo diversi lavori inviati giudicandoli come deludenti e di bassa qualità. Là dove Spiegelman sosteneva che queste vignette erano “spaventose nella loro realtà, nella loro mancanza di senso dell’ironia, e troppo simili a delle vere e proprie vignette antisemite”, Biderman punta sul fatto che le illustrazioni non sono per nulla divertenti e rientrano nella categoria “lasciare che la merda colpisca il ventilatore”. "Non riteniamo che questo sia il modo migliore”, afferma un portavoce del Museo dell’Olocausto “Yad Vashem” di Gerusalemme. Il Centro Simon Wiesenthal ha liquidato il concorso parlando di “umorismo macabro”.

Benché l’immaginario proposto dalle vignette sia più che chiaro, i mezzi di stampa israeliana principali sono rimasti in completo silenzio. È piuttosto chiaro che gli artisti che hanno inviato le loro vignette avevano qualcosa da dire sulla devastante realtà ebraica, qualcosa che i media ebraici e israeliani hanno preferito rifilare sotto il tappeto. A ciò che risulta, i due artisti che stavano dietro la creazione di questo concorso (Eyal Zusman e Amitai Sandi) sono stati diplomaticamente censurati. Si può dire che i media israeliani ed ebraici abbiano miseramente fallito il “test autoironia”.

In un articolo intitolato “Kosher Anti-Semites” (“Gli antisemiti kasher”), Henryk M. Broder, un fedele sostenitore tedesco di Israele, offriva un’analisi del contenuto del Concorso Israeliano di Vignette Antisemite. “In passato”, dice Broder, “esistevano degli ebrei antisemiti come Karl Marx, Otto Weininger e Karl Kraus, ma agivano come singoli individui, e non collettivamente. Oggi”, conclude Broder, “questo potrebbe cambiare.” (http://service.spiegel.de/cache/international/0,1518,412390,00.html)

[MOSÉ DÀ AGLI EBREI L’UNDICESIMO COMANDAMENTO SEGRETO SPECIALE: “P.S.: NON DIMENTICATEVI DI CONTROLLARE I MEDIA”]

Broder ha decisamente ragione: le cose potrebbero cambiare; anzi, sono già cambiate. In un’era in cui gli ebrei celebrano i loro sintomi collettivamente, e in modo violento, è abbastanza naturale che quei pochi ebrei che si ritrovano ad essere eticamente motivati, e con talento a sufficienza per esprimersi, alzino la loro voce. A quanto pare, la condotta moralmente deteriorata dello stato ebraico e delle sue lobby ebraiche sostenitrici in tutto il mondo spingono alcuni ebrei verso delle manifestazioni di auto-odio collettivo. Questo concorso israeliano di vignette antisemite ha illustrato, con una vera e propria collezione di “antisemitismo kasher”, la celebrazione di ciò che io definirei come un “fiero auto-odio ebraico”.

Allo stesso tempo, è altrettanto possibile che Broder sia stato veloce nell’esprimere il suo giudizio su questi vignettisti. Potrebbe anche darsi che almeno alcuni tra gli artisti non sostengano realmente il messaggio che le loro vignette comunicano. Posso supporre, almeno ipoteticamente, che anche un sionista come Broder stesso sia più che in grado di proporre delle caricature sugli ebrei che possono venire considerate antisemite.

È cruciale offrire degli spunti critici come quelli che seguono: è piuttosto chiaro che, nella maggioranza delle vignette, l’ebreo ortodosso, quello con il caftano e la barba, rappresenta lo stereotipo tipico dell’ebreo protagonista dei crimini sionisti. Ma, per quanto possa sembrare bizzarro, gli ebrei ortodossi hanno ben poco a che fare con i crimini ai quali vengono associati: l’industria dell’olocausto, i misfatti sionisti che opprimono i palestinesi, e le pressioni politiche americane a favore di Israele. Semmai è vero l’opposto. È la setta ebraica ortodossa, in particolare Neturei Karta, che da un lato sostiene i palestinesi e dall’altro combatte ferocemente il sionismo. La tendenza secolarista ebraica di stereotipare l’ebreo ortodosso non fa che mettere in evidenza due elementi psicologici fondamentali all’interno della mentalità degli ebrei laici. Il primo, il più importante di tutti, è che l’antiebraismo e l’antisemitismo sono delle questioni interne al loro stesso ambiente. Sono gli ebrei ad essere i primi ad odiare tutto ciò che è ebraico. Secondo, il cosiddetto ebreo laico “emancipato” è sempre ansioso di dissociarsi da ogni possibile legame con la nozione dell’ “ebreo”, l’uomo della diaspora, ultraortodosso, vestito con il tipico caftano e dal viso irsuto.

Anziché guardarsi allo specchio e fare un po’ di autoriflessione, l’ebreo laico addossa i crimini attuali di Israele e delle lobby ebraiche ad un uomo dall’aspetto arretrato e bruttino, dal naso grosso e che si mette una calotta nera. Come accennavo prima, questa è una tattica fuorviante e manipolativa. I crimini dello stato ebraico e delle sue lobby ebraiche sostenitrici sono compiuti da alcuni Sabras assolutamente ordinari e magari pure di gradevole aspetto; gente che assomiglia più a persone come Broder che ad un rabbino ortodosso. Gli ebrei ortodossi non hanno nulla da spartire con questi crimini, almeno non collettivamente.

La raccolta di vignette che segue offre un rapido sguardo a quella che è una piccola cerchia di ebrei moralmente in pace con se stessi e che cerca di rappresentare i suoi disagi. Ritraggono anche quella che sembra essere la tipica nozione dell’antisemitismo. Ovviamente, vi sono tre argomenti che propongono costantemente:

1. il ‘Potere ebraico’
2. la ‘Narrativa ufficiale dell’olocausto’
3. il ‘Blood Libel’
Vorrei presentarvi una breve raccolta delle mie vignette preferite:

[TORAH = UCCIDI, STUPRA, RUBA
]

1. Il potere ebraico

Sembra che alcuni vignettisti abbiano trovato un modo per porre in ridicolo ciò che loro vedono come un’intenzione precipua degli ebrei di possedere il mondo, di controllare i media, di governare l’America, utilizzando tutti i mezzi possibili di potere e di controllo disponibili, ignorando qualunque implicazione morale.
Nel lavoro di Jeremy Gerils, è l’ “Altro” che attribuisce agli ebrei l’intenzione di possedere il mondo.

[“QUESTO PIANETA È MIO” – “STRANO, NON SEMBRI UN EBREO”
]

Nel lavoro di Codor, sarebbero degli ebrei mascherati a comandare tutto, quello che viene definito “L’Ordine Mondiale”.

La “Bandiera Americana” di Alfred Breitman’s lascia poco spazio ai dubbi. Qui abbiamo a che fare con gli “Jewnited States of JewMerica” (lett. si potrebbe tradurre come “Stati Giuditi di Giudeica” ma naturalmente il gioco di parole in inglese non può dare un senso compiuto nella sua traduzione italiana n.d.t.).

Poetic Sherman forse ha qualcosa da dire sul vero potere che sta dietro i $$$$$ americani..

I “Protocolli dei Savi di Sion” sono qualcosa che ogni vero antisemita non si dovrebbe perdere. E questa volta è un’offerta che non si può rifiutare: “Unisciti Ora, Circonciditi Dopo”. Lavoro davvero brillante, di Mike Eighpe (Francia).

Sembra proprio che questi vignettisti non abbiano vergogna nell’illustrare ciò che a noi tutti è proibito dire. Che poi costoro intendano veramente ciò che esprimono oppure no è difficile dirlo. Certo è che molto è stato pubblicato sull’influenza israeliana nell’ambito dell’amministrazione presidenziale americana. Come riprova del fatto che questo argomento sta diventando sempre più di dominio pubblico, si può citare un articolo sull’influenza della lobby ebraica in America che è stato giusto recentemente pubblicato da due accademici importanti. Le vignette sopra riportate sono state create da ebrei e sono state pubblicate in Israele. Mi sentirei quindi di affermare che questi lavori possono servire come visione d’insieme su come sia vista la brutalità ebraica e sionista e secondo una prospettiva specificamente ebraica.

2. La Narrativa dell’olocausto

Le vignette che si occupano della narrativa dell’olocausto possono essere suddivise in tre categorie principali: quelle che ridicolizzano l’idea dell’ebreo che soffre, quelle che ridicolizzano la narrativa storica ufficiale (i numeri ufficiali, soprattutto), e quelle che traggono delle conclusioni morali, associando i crimini nazisti all’attuale brutalità israeliana.

La sofferenza ebraica:

L’identità ebraica viene associata all’eccezionale capacità di provare piacere nei propri sintomi, se non addirittura celebrarli. In termini pratici, si potrebbe avanzare l’ipotesi che gli ebrei meglio di tutti sanno come trarre vantaggio dalla loro sofferenza collettiva. Sono riusciti a trasformare il dolore in ricchezza; hanno fatto piuttosto in fretta a rendere l’olocausto un business industriale.

Senza dubbio, i politici ebrei del dopoguerra hanno ridotto l’agonia ebraica ad un argomento positivista, farcito di numeri, di montagne di scarpe, di mucchi di occhiali e denti d’oro.

Robin Moore ci mostra un discorso fatto a mente fredda tra detenuti in un campo di concentramento.

“Se ci giochiamo bene le carte, possiamo sfruttare questa situazione per far sentire il mondo in colpa, prenderci la nostra terra e guadagnarci pure sopra!”
“Certo e magari lasciare pure un ricordo storico per prevenire dei futuri genocidi in posti come il Ruanda, vero?”

Jeremy Gerlis, che in passato avevo incontrato, ci illumina sulla natura simbolica giudeocentrica del dopo-olocausto. All’interno della nuova realtà ebraica, ogni percezione e ogni espressione linguistica fa riferimento ad Auschwitz. Chi dice che non c’è vita dopo Auschwitz?

[“La tua cena è nel forno” – “FORNO? DI CHE TIPO???”]

Numeri, Numeri:

Sembra anche che i vignettisti ebrei non possano trattenersi dal ridicolizzare l’intoccabile cifra dei 6 milioni. Oggi, dove nei paesi in cui si parla il tedesco c’è un impegno attivo nell’attuare le leggi che puniscono i negazionisti dell’olocausto e arrestano gli storici revisionisti, è importante enfatizzare il fatto che molti ebrei non prendono così seriamente la questione dei 6 milioni e la narrativa olocaustica sionista. Come vedremo di seguito, i vignettisti ebrei ritraggono l’olocausto come una bieca menzogna tesa a manipolare.

Miki Mottes ed Elad Cahana, da Israele, sembrano notare alcune discrepanze evidenti nella storia che hanno imparato in Israele sull’olocausto.

[“Ma.. secondo questi libri, c’erano solo 2 milioni di..” – “Ah sì e gli interessi? Dove li metti gli interessi?” ]

Asaf Luzon, da Israele, non si discosta granché. Anche lui sembra essere convinto che i numeri siano un po’ falsati…

[“.. e aggiunga anche qualche zero. Così sembrerà più convincente”
]

Lan Touri forse sta cercando di dire che la narrativa dei 6 milioni è essenzialmente un film orchestrato dagli ebrei di Hollywood.

[“Luci… Camera… Azione!!”]

Aron Katz segue la stessa linea. Pone gli ebrei al fulcro della ‘falsa’ gloria americana.

[“In confronto alla palla dei 6 milioni, questo è un gioco da ragazzi!”]

Greg ha trovato un modo molto personale e divertente per esprimere i suoi dubbi.

[“Sei milioni di ebrei muoiono… e Barbra Streisand esiste? DEVE essere una bugia!”]

Il passato ebraico – il presente palestinese:

Alcuni vignettisti non si sono trattenuti dal trarre le necessarie conclusioni. I sionisti hanno trasformato la sanguinosa storia ebraica in una realtà palestinese fatta di dolore e miseria.

Arnon Moskoitz e Koren Shadmi mostrano dei palestinesi che fanno la coda per entrare nell’ufficio di collocamento israeliano di stampo nazista.

[“UFFICIO DI COLLOCAMENTO ISRAELIANO – Arbeit macht frei (Il lavoro rende liberi)”
]

Secondo AF, dell’Illinois, Stati Uniti, a giudicare dalla brutale realtà israeliana, Adolph poteva anche avere ragione.

[Gandhi: “Se solo l’avessimo saputo, Adolph…” – Martin Luther King: “.. ti avremmo dato una mano a sterminarli tutti.”]

3. Il Blood Libel

Naturalmente, i vignettisti non hanno potuto fare a meno di occuparsi anche dell’accusa del “Blood Libel”. La storia degli ebrei in Europa è contornata da sporadiche storie di blood libel in cui vengono incolpati di preparare dei matzos (cialde azzime) per la pasqua ebraica facendo uso del sangue di giovani cristiani. Certamente, non molti prenderebbero sul serio dichiarazioni del genere, nel 21esimo secolo. Tuttavia, il fatto che si dipingano i politici israeliani e la società israeliana, che ripetutamente vota dei criminali di guerra, come persone assetate di sangue, solleva un po’ di preoccupazione sull’integrità morale del popolo ebraico riformato. I vignettisti sfidano l’etica dello stato ebraico e dei suoi abitanti.

Leandro Spett non lascia molto spazio ai dubbi. I palestinesi sembrano costituire un ingrediente necessario per il matzos della pasqua ebraica.

Greg Berman si chiede invece se in effetti i bambini palestinesi siano o no kasher. Certamente una domanda legittima sul Talmud, da porre al vostro rabbino locale.

[“Siamo sicuri che questi bambini palestinesi siano kasher? Se scopro che non lo sono, vi faccio causa fino all’ultimo centesimo!”
]

Beto Cruz si spinge oltre. Associa al giudaismo alcune tendenze chiaramente omicide.

[COME LE TRE RELIGIONI MONOTEISTE ELARGISCONO LA BENEFICENZA- Il Musulmano: “Lancio tutte le monete in aria. Quello che cade a destra
della linea appartiene ad Allah, quello che cade a sinistra appartiene a me” – Il Cristiano: “Lancio tutte le monete in aria. Quello che cade all’interno del cerchio
appartiene a Gesù, quello che cade fuori appartiene a me” – L’ebreo: “Lancio tutte le monete in aria. Quello che D*O riesce a prendere Gli appartiene, quello
che cade per terra lo do’ agli Stati Uniti in cambio di armi di distruzione di massa così potrò uccider i miei vicini”
]

Neta Ram ha capito bene come viene rafforzato il cosiddetto legame giudeocristiano: con giusto un po’ di denaro e di fortuna, qualunque narrativa può essere fatta su misura per gli ebrei….

[“Le propongo un affare: tutto quello che deve fare è prendersi il denaro, e dire che non siamo stati noi o i romani. Dica che sono stati gli arabi”
]

Conclusione

Stando all’interpretazione di Broder su quello che può essere il messaggio lanciato da queste vignette, gli ebrei sono capaci di tutto. Sono loro a condurre il gioco, loro a possedere il mondo, e sono dei brutali, mostruosi cannibali. Come ci si potrebbe aspettare, una volta compreso qual’era il contesto in cui tale concorso era inserito, i media israeliani hanno fatto in fretta ad ignorare l’evento e la sua portata. Israele è ben lungi dal tenerci a far sapere a tutto il mondo come alcuni ebrei dipingono la loro realtà.

Genericamente parlando, in molti casi, la forza di una particolare vignetta è data da un’intenzionale esagerazione; qualcosa che rasenta il Reductio ad absurdum. Conduce le nostre nozioni e i nostri schemi oltre i limiti dell’immaginazione. Però, e per qualcuno sarà difficile ammetterlo, la realtà morale sionista è altrettanto, esageratamente “rilassata”, e lo è già da un bel po’ di tempo. Che sia il continuo appropriarsi di pezzi di terra palestinese, o la pulizia etnica del popolo palestinese, o lo stillicidio crudele quotidiano dei civili palestinesi, tutti questi allucinanti crimini sono compiuti dallo stato ebraico e nel nome del popolo ebraico. Innegabilmente, per tutto ciò che riguarda lo stato ebraico, non rimane spazio per l’assurdo. E in più, l’attuale etica ebraica è ben oltre l’assurdo, infatti è un disastro totale. Non è a caso quindi che, parlando delle continue crudeltà verso il popolo palestinese, si facciano riferimenti parallelamente plausibili al Blood Libel, o che si facciano paragoni con i nazisti. Quindi queste vignette vogliono suggerire che, se l’intera realtà ebraica mondiale sostiene dei tagli genocidi contro il popolo palestinese, gli ebrei sono probabilmente capaci di tutto…

È alquanto evidente che questi vignettisti ebrei ci presentano una pessima immagine del carattere dell’ebreo, del suo mondo, dei loro interessi, e via di seguito. Anche se da un lato è probabile che molti dei vignettisti assumano una posizione decisamente cinica che non ha seriamente a che fare con i loro pensiero reale, è altrettanto vero che qui abbiamo a che fare con una manifestazione collettiva sorprendente di autodisprezzo. Considerando la realtà israeliana, e il sostegno che il mondo ebraico offre a questa brutale realtà, una reazione collettiva di questo genere da parte di ebrei onesti era da prevedersi già da tempo, ed è anche benvenuta. Alla fine, sono sempre degli ebrei che fieramente si autodisprezzano, che trasformano l’ebraicità in un messaggio etico.

Fonte: http://www.gilad.co.uk
Link: http://www.gilad.co.uk/html%20files/selfhatersunite.htm
24.06.2006

Tradotto per www.comedonchisciotte.org da RUGGERO ORLANDI

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