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La Redazione

 

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È un buon giorno per le analogie con il Vietnam
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A cura di Markus
Il 17 Agosto 2021
4735 Views

Alex Berenson
alexberenson.substack.com

Ieri Naftali Bennett, il primo ministro d’Israele, ha lanciato al Paese un severo (anche se involontario) e rivelatore avvertimento sul fallimento dei vaccini mRNA.

Come sapete, se siete lettori abituali, Israele è il canarino nella miniera di carbone del mondo per la Covid e i relativi vaccini. Ha vaccinato con il Pfizer più cittadini e più rapidamente di qualsiasi altro Paese.

Questa primavera, l’esperienza di Israele sembrava convalidare il successo dei vaccini. Ora, è un esempio da evitare, come avevo spiegato in un Substack quasi due settimane fa (il tempo vola quando le nazioni cadono).

Purtroppo, da allora, i dati sono molto peggiorati.

Il numero di casi gravi è aumentato di quasi 30 volte dalla fine di giugno. Circa il 60% di questi casi gravi sono in persone completamente vaccinate.

Eppure, i fanatici dei vaccini si rifiutano di ammettere la profondità della crisi israeliana. Continuano a sottolineare che i tassi di malattia grave per persona sono più alti negli anziani non vaccinati.

Hanno ragione, ma stanno tralasciando un fatto chiave. Oltre il 90% degli Israeliani sopra i 70 anni è vaccinato e questo significa che molti dei rimanenti non lo sono perché sono troppo fragili. (Un dato a sostegno di questo fatto: i tassi di vaccinazione, in realtà, raggiungono il picco tra le persone sulla settantina e poi diminuiscono man mano che si sale con l’età, anche se le persone più anziane sono quelle più a rischio e dovrebbero essere le più propense a farsi vaccinare).

Quindi, i numeri relativi contano molto meno dei numeri assoluti e della tendenza. E la tendenza assoluta è terribile.

Il che ci porta al tweet di ieri di Naftali Bennet.

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“La mancata immunizzazione con la terza dose lascia gli anziani in un pericolo mortale. Vaccinatevi ora.”

Pericolo mortale?

Vaccinarsi ora?

Questi anziani israeliani sono già vaccinati. Eppure, mentre i reparti Covid di Israele si riempiono di anziani, il primo ministro ora, più o meno, ammette che non sono protetti contro il virus.

Un importante preprint proveniente dal Giappone dal 30 luglio spiega il perché.

I ricercatori avevano esaminato gli anticorpi generati dal vaccino Pfizer in più di 200 persone e avevano scoperto che, in media, erano scesi a livelli non rilevabili circa 6,5 mesi dopo la prima dose (circa cinque mesi dopo la vaccinazione completa).

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In altre parole, il fallimento in Israele sta avvenendo proprio come previsto. La protezione del vaccino dura mesi, non anni. (Quattro mesi, più o meno, dato che la protezione è limitata durante il primo mese e, probabilmente, [addirittura] negativa per una o due settimane dopo).

Così, la richiesta disperata di Bennett di una terza dose. Ma, anche se il richiamo sembra produrre nuovi anticorpi, né il governo israeliano né Pfizer né nessun altro può sapere se ridurrà le infezioni o le morti, temporaneamente o permanentemente. NESSUNO HA MAI CONDOTTO NEANCHE UNO STUDIO CLINICO PER RILEVARE QUESTI ENDPOINT O PER VALUTARE IN DETTAGLIO GLI EFFETTI COLLATERALI DELLA TERZA DOSE. (Ho esaminato questo problema la settimana scorsa in un altro Substack).

Per gran parte del 1967, di fronte al crescente malcontento americano, il governo degli Stati Uniti aveva continuato a dire che stava facendo progressi contro l’esercito nordvietnamita e i Vietcong.

Poi, alla fine di gennaio 1968, i Vietcong e i Nordvietnamiti avevano lanciato una massiccia offensiva in coincidenza con il nuovo anno lunare (che in vietnamita è chiamato “Tet”). Le truppe americane e sudvietnamite erano state attaccate in tutto il Vietnam del Sud, compresa la capitale Saigon.

Molti storici militari avevano fatto notare che il Tet era stato un fallimento per gli attaccanti. L’esercito americano non era stato sopraffatto.

Ma non era questo il punto. La portata dell’offensiva aveva contraddetto l’affermazione del Pentagono di essere vicino alla vittoria. Il Tet aveva chiarito che, anche con un dispiegamento di 500.000 soldati e un massiccio vantaggio nella potenza aerea, gli Stati Uniti erano più lontani dal vincere in Vietnam di quanto lo fossero stati anni prima.

La guerra era finita.

Ma non le morti. Il governo americano non poteva ammettere la verità, che era ovvia a chiunque avesse voglia di guardare. Anche dopo essersene reso conto, aveva impiegato anni per districarsi. Dal 1969 al 1971, più di 20.000 Americani e moltissimi Vietnamiti erano morti in una lotta che tutti ormai consideravano inutile.

La Covid ha ora raggiunto il suo momento Tet. Chiunque guardi bene i dati può vedere i limiti netti dei vaccini. Sfortunatamente, quel gruppo comprende pochissimi giornalisti. Quasi nessuno ieri ha sottolineato ciò che Bennett stava realmente dicendo.

E, naturalmente, i nostri governi sembrano impegnati in questa campagna e non riescono ad ammettere la verità.

Cosa li costringerà? E quanto tempo ci vorrà?

Alex Berenson

Fonte: alexberenson.substack.com
Link: https://alexberenson.substack.com/p/its-a-good-day-for-vietnam-analogies
16.08.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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