DI MARCELLO FOA
Il Cuore del Mondo
Andate a riascoltarvi il discorso con cui Napolitano affidò l’incarico a Bersani, c’era scritto tutto: il presidente voleva continuità rispetto al governo Monti ovvero voleva un governo di intesa tra destra e sinistra con un premier accettabile da tutti, dunque sopra le parti.
Bersani era morto in partenza come avevano capito tutti tranne lui, che ha commesso lo stesso errore di Monti: per vanagloria personale ha perso due volte. Non ha ottenuto l’incarico e ora, come Monti, non conta più niente.Il suo flop, infatti, è funzionale al disegno di Napolitano: essendo un leader bruciato – e non avendo nulla da recriminare – può accettare gli appelli al senso di responsabilità del Quirinale. Il Pd puô accettare, sapendo che comunque alle prossime elezioni Bersani non sarà leader e dunque il nuovo capo (Renzi?) potrà presentarsi agli elettori “pulito”, lui che non è nemmeno in Parlamento.
Berlusconi ottiene, verosimilmente, quelle garanzie di tutela legislativa e giudiziaria che gli sono indispensabili per combattare l’ultima durissima battaglia contro la magistratura ed evitare leggi ad hoc in Parlamento contro di lui.
Chi perde davvero è Beppe Grillo: perchè un governo tecnico allontana le elezioni di almeno un paio d’anni, dando tempo ai due grandi partiti e all’establishment da un lato di varare una legge elettorale che renda più difficile l’affermazione di movimenti estemporanei e che rafforzi il bipolarismo (esempio doppio turno alla francese) dall’altro di accelerare il processo, già in corso, per screditare e alla fine far implodere il Movimento 5 Stelle.
Questo è lo scenario più probabile. A meno che l’ala oltranizista del Pd si opponga a ogni compromesso (anche sul nome del prossimo presidente) mettendo in dubbio un accordo già scritto.
Ma con l’aria che tira sullo spread e su Cipro davvero se la sentirebbero di “sfidare i mercati”?
E’ il solito film, mi sa con il solito epilogo.
Buona Pasqua a tutti.
Marcello Foa
Fonte: http://blog.ilgiornale.it/
Link: http://blog.ilgiornale.it/foa/2013/03/29/e-ora-chi-rischia-di-piu-e-grillo/
29.03.2013